Prima esperienza come regista di Woody Allen. Anno 1969.
La Palomar Pictures era una piccola casa di produzione che non aveva grandi registi sotto contratto. Cercavano di ingranare e chiesero ad Allen se era in grado di realizzare un film con budget ridotto (all'epoca meno di un milione di dollari). Allen era già nel giro come sceneggiatore teatrale e la casa cinematografica decise di dargli una possibilità anche come regista. Anzi. Gli lasciarono carta bianca su tutto, tranne la possibilità (era un'idea iniziale di Allen per dare profondità documentaristica alla pellicola) di girarlo in bianco e nero.
Il film ha comunque una curiosa struttura pseudodocumentaristica (c'è una voce fuori campo che racconta le vicende del protagonista lestofante a oltranza). E' la storia di Virgil (Allen) che altro non è che un grosso vigliacco (che entra ed esce continuamente dal carcere dopo ruberie fallite), fissato con le donne, incapace, nervoso ma buono di cuore: tutte cose che si sono già viste in diverse forme, da Charlie Chaplin a Groucho Marx sono presenti le stesse caratteristiche, anche se in forme diverse. Ma il substrato strutturale è lo stesso. In "Prendi i soldi e scappa" (Take the Money and Run) c'è un che di psicanalitico. Il personaggio non frequenta professionisti dell'analisi, ma in una intervista documento uno psicanalista ne analizzerà il comportamento criminale. Film comico con spunti geniali e tratti demenziali. Bellissima l'attrice Jane Margolin nei panni dell'amata. Due battute da riportare:
1) "Presto avremo un bambino! Me l'ha detto il dottore. Sarà il mio regalo di Natale".
"Ma a me bastava una cravatta!"
2) "Dopo quindici minuti avevo capito di amarla per l'eternità, e dopo mezz'ora avevo completamente rinunciato all'idea di rubarle la borsetta".
Splendida la musica originale di Marvin Hamlish, chiave nel dare vivacità a scene che in fase di montaggio parevano meno divertenti. (Non è jazz bensì curiosa musica orchestrale a matrice psichedelica). Chiave è l'intervento del montatore esperto Ralph Rosenblum che ha suggerito all'ancora inesperto regista newyorkese quali i pezzi di pellicola più incisivi e quali gli effetti sonori migliori per integrare le scene.
Film apprezzabile che traccia il primissimo stile di Allen che l'anno successivo scriverà "Il dittatore dello stato libero di Bananas".
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