"Scoop" (2006) di Woody Allen si colloca, cronologicamente, tra "Match Point" e "Sogni e Delitti" (titolo orribile, molto meglio l'originale "Cassandra'Dream").
In comune hanno solo l'ambientazione londinese, grazie alla quale Woody dona rinnovato fascino alle sue pellicole.
Trattasi di una Commedia-Thriller, che vede per protagonisti Scarlett Johansson, Hugh Jackman e lo stesso Woody.
Ad oggi è l'ultimo film che vede Woody nei panni di attore, ma mai dire mai, anche "Gran Torino" doveva essere l'ultimo film di Eastwood.
Quando Scarlett viene a conoscenza, in un modo poco credibile, la vera identità del killer dei tarocchi, un assassino che spadroneggia a Londra, unirà le forze con Allen, un mago da avan-spettacolo, per sciogliere il mistero.
Non svelo molto perchè si tratta di un film molto godibile, dall'atmosfera vagamente nostalgica e dai cenni autobiografici (pensiamo ad esempio agli esordi nel cabaret di Allen).
Si tratta di una commedia brillante, a là Billy Wilder, che non trova tanto la sua forza nella storia, che è comunque equilibrata, ma negli attori, nelle battute e nell'ottima regia.
Allen manifesta, anche e soprattutto con "Match Point", una nuova verve dopo film meno riusciti come "Melinda e Melinda".
Piace e piacerà sicuramente ai fan perchè rientra nei canoni più classici di Woody e ci restituisce quelle battute che ci siamo abituati ad amare: "Sono nato di confessione Ebraica ma mi sono convertito al Narcisismo".
La regia è sobria e netta, proprio come in "Match Point" e "Sogni e Delitti". E' incontestabile che Allen riesca a evitare, proprio con una regia oculata, tutti quei passaggi che causerebbero al film un calo del ritmo.
Diventa chiaro che le capacità di Allen sono ancora in evoluzione, o meglio, divengono sempre più duttili con il progredire dell'esperienza.
Registi come lui o come Manuel de Oliveira (classe 1908) proseguono imperterriti la loro strada, continuando a girare, e dimostrando che non si è mai veramente "arrivati".
Sigmund Freud diceva sempre una cosa (riferendosi all'importanza dei lavoretti manuali nei manicomi) che Woody Allen si ricorda bene: "Una mano impegnata è una mano felice".
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