ZELIG, WOODY ALLEN, 1983

 

Girato come se FOSSE un documentario ambientato negli Stati Uniti d'America durante gli anni '20, questo film è incentrato sulla storia di Leonard Zelig, l'uomo camaleonte, colui che si trasforma in ogni persona che incontra. Zelig è l' uomo che non ha il coraggio di essere se stesso, che si priva della sua identità per assumere quella degli altri.
Eccolo quindi schiavo della sua popolarità a causa delle sue particolari capacità, caso umano, oggetto di attenzioni da parte degli studiosi di medicina e di marketing, occasione per fare soldi. La sua figura alimenta a dismisura il merchandising di prodotti ispirati a lui. Solo la dottoressa Eudora Fletcher lo tratterà come un essere umano e non come un fenomeno da baraccone.

Ma perchè Zelig si comporta così, tramutandosi in ogni persona che incontra? Per carenza d'affetto?
"Mio fratello mi picchiava, mia sorella picchiava mio fratello, e insieme mi picchiavano, la mia famiglia mi picchiava, i vicini di casa picchiavano la mia famiglia e insieme mi picchiavano, l'intero isolato mi picchiava? "
Teme dunque che, rimanendo se stesso, le avrebbe prese di santa ragione?
Teme che non essere come gli altri sia una colpa?
Teme che sia un peccato non avere mai letto Moby Dick, come hanno fatto tutti gli altri?

Oppure è la società che respinge il diverso e Zelig quindi non può che cedere al conformismo ?
E quando Zelig sembra essere guarito dalla sua "malattia", la società non ne fa una colpa, non gliela fa pagare?
"Zelig ha venduto la storia della sua vita a Hollywood per una grossa somma di denaro. Quando scoppia lo scandalo i produttori chiedono indietro i soldi. Zelig può restituirne solo la metà, il resto è già stato speso. Offesissimi, gli ridanno indietro solo metà della sua vita. Si tengono i momenti migliori e a lui rimangono solo le ore dei pasti e del sonno. "
E non è la sua anomalia a riportarlo in auge presso il pubblico, a riabilitarlo agli occhi della società, grazie alla traversata sull' Atlantico a bordo di un biplano?

Un po' di Zelig è in tutti noi: nelle nostre paure ancestrali, nel seguire ciecamente la massa, nel nostro sforzo di dover piacere agli altri. Per inserirci, per non creare problemi e non essere d'impiccio, non abbandoniamo spesso pericolosamente il nostro io?
In guardia, allora! Ecco l'insegnamento morale, il messaggio di questo film: bisogna avere il coraggio di fare le proprie scelte.
ALTRIMENTI SI È ROBOT O LUCERTOLE.

Una confessione?: Neanch'io, caro Zelig, ho mai letto Moby Dick.

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