David Eugene Edwards, ovvero il carismatico frontman degli 16 Horsepower, durante l’attuale pausa sabbatica della sua band esce con il suo secondo album solista, un lavoro così oscuro, intenso ed eccitante com'è da tempo che non se ne sentiva in circolazione.
Nipote di un predicatore protestante ha errato per anni nel Colorado seguendo il nonno, imparando ben presto i sermoni biblici ed assimilando la rigida atmosfera da controriforma del duro regime familiare. Nel 1992 forma con Jean Yves Tola e Kevin Soll gli 16 Horsepower, la band che, grazie ad una passione per gli strumenti dell’epoca rurale Americana virata in chiave dark, passa subito alla ribalta per originalità e per lo stile ad uopo battezzato goth-folk.
Con il suo nuovo 'Consider the birds' il biondo artista del Colorado sotto il moniker Woven Hand ci porge spiccati accenti post folk-goth come già sua consuetudine negli 16Horsepower, quindi melodie e atmosfere cupe ricavate da banjo, violini e chitarre acustiche, elaborate in uno spiccato gusto epico, teatrale, qui accompagnato da una sotteranea sezione ritmica che avvolge quest’album in una sorta di vortice dal quale riesce difficile uscire. 'Consider the birds' è permeato da uno spirito desertico e sciamanico a tratti inframmezzato da elettroniche distorsioni, come lampi in un cielo troppo terso per essere guardato.
Una gran voce quella di Edwards, impegnativa, chiara, timbrica, una delle voci più ispirate e tenebrose del rock americano di stampo roots. Gospels incendiari emordenti toni folk, il tutto infuso in un’atmosfera a momenti mistica e densa, perfetta per i deliri di un cantautore dal potere comunicativo più unico che raro, e che merita tutta l’attenzione di chi dalla musica cerca passione e profondità spirituale. Consigliato.
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