Il power metal è uno di quei generi che più sta subendo l'infinito proliferare di band clone che ne sminuiscono la storia e tutto quanto di buono è stato fatto in passato da band cardine come Helloween, Blind Guardian, Gamma Ray ed altre ancora. Una branca del metal che, nel bene o nel male ha sempre attirato diversi fans, pronti a gridare al capolavoro per un buon album o a dichiarare il genere finito per l'ennesima ciofeca. I danesi Wuthering Heights sono uno di quei gruppi che nonostante le difficoltà del genere, riescono ancora a sorprendere per una varietà di toni ed una freschezza musicale difficilmente riscontrabile oggigiorno. La loro conferma musicale e artistica arriva con questo Salt, disco che ha sancito una grande uscita del genere per questo 2010.

Un lavoro maturo che conferma il trend positivo imboccato in passato dalla band con cd come "Far from the madding crowd" e "The shadow cabinet". La forza dei Wuthering Heights sta nella loro capacità di fondere insieme prog, heavy e power, generando una stile del tutto personale che alle orecchie dei fans è oro rispetto alle solite riproposizioni degli schemi che hanno reso grande il genere. C'è da precisare che il power metal di questi danesi non è propriamente quello classico:più che su tastiere e voce "alla Kiske", i Wuthering Heights puntano sui riff, delle linee vocali complesse, composizioni lunghe ed evocative. Rispetto a "The shadow cabinet", gli inserti progressive sono diminuiti a discapito di quelli folk, che donano all'intero lavoro un'atmosfera marinaresca alla Running Wild. Tutti elementi che possiamo ritrovare fin da subito nell'accoppiata "The desperate poet" e "The mad sailor". Due song che hanno con loro una freschezza musicale invidiabile e delle melodie quantomai azzeccate. "The mad sailor" rappresenta una delle vette dell'album grazie anche ad una varietà stilistica amalgamata a meraviglia con le melodie proposte, coronata da un chorus che finalmente attira l'attenzione.

La vera forza di Salt stà nel non aver cadute di stile. Le tracce sono indubbiamente di notevole fattura, rendendo il disco anche di una certa longevità. Altri grandi esempi della musica dei Wuthering Heights sono le ultime due canzoni. "Water of life" è una ballad dal sapore country/medievale, mentre la conclusiva "Lost at sea" è il riassunto di quanto detto e fatto finora dalla band. Una suite pregevole, con un chorus potente, riff complessi che si alternano con maestria per l'intera durata della song, ottimi inserti atmosferici. Insomma un po' di tutto per concludere un album che, a quattro anni di distanza dall'ultimo "The shadow cabinet", conferma quanto questa band sia una delle poche degne alternative ai grandi gruppi del power europeo e non solo.

I Wuthering Heights hanno fatto con Salt il definito salto di qualità, grazie anche ad una band affiatata e all'ottima prova dietro il microfono del singer Nils Patrik Johansson. Un album vario e potente in cui la band esprime il suo power/prog in nove tracks di grande livello artistico. Sicuramente rappresentano una delle poche band innovative nel genere e, nonostante un mercato discografico ormai saturo di immani cagate, riesce a dare ancora una parvenza di dignità ad un genere quasi del tutto morto...

1. "Away" (1:27)
2. "The Desperate Poet" (6:28)
3. "The Mad Sailor" (6:19)
4. "The Last Tribe" (7:25)
5. "Tears" (5:55)
6. "Weather The Storm" (6:53)
7. "The Field" (5:58)
8. "Water Of Life" (2:06)
9. "Lost At Sea" (16:38)

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