Pagano, letteralmente, questo primo Full-length di Tomi Kalliola aka Nargath, che sotto il nome di Wyrd (destino) realizza una via di mezzo tra qualcosa che è particolare e stupendo.

Non è facile come disco, "Heathen" è una traccia di 51 minuti e 11 secondi, punto e basta. Non c'è altro. Il motivo di un'uscita così sconsiderata risiede nella natura stessa della musica di Wyrd: non è possibile capire e apprezzare tutto ciò che vuole raccontare l'album skippando al riff più bello o all'arpeggio più cristallino. E' una storia con un inizio e una fine, un filo logico che si compone di musica, emozioni e parole. O anche una specie di leggenda che passa tra momenti di gloria, rabbia, sconfitta, tristezza, vendetta... e che parla di guerra, di battaglie, di sangue e violenza. La scelta dunque risulta pagana per due motivi: per lo stile musicale, un pagan black metal purissimo; per la voglia di rendere quanto più indigesto ma coerente un album, alla faccia di chi sente solo canzoni isolate e raramente CD per intero.

Accettando le condizioni di cui sopra, si può parlare della musica di Wyrd come di un contrasto continuo tra black metal ancora grezzo e inserti melodici di tastiere evocative e ariose. L'intero lavoro è svolto da Nargath, che sceglie vie musicali decisamente più istintive che tecniche. Eppure in diversi passaggi acustici si può notare che chitarristicamente non gliene manca affatto... La batteria è essenziale e trascuratissima contrariamente alle tastiere, mai in secondo piano. Le linee di basso sono anch'esse essenziali, ma a volte si distaccano dai riff principali e si innalzano orgogliosamente per dimostrare che non è solo uno strumento di accompagnamento. Le chitarre sono spesso grezze e raramente fanno uso di riff, specialmente quelle acustiche, che costituiscono la parte più melodica e raffinata dell'intero lavoro. La voce, beh è spesso in scream molto sporco, ma a volte compare anche pulita. E come nella tradizione inizializzata da Quorthon, quando inventò il viking metal con Bathory, anche Nargath dimostra di essere ben poco intonato, nonostante lo sforzo che s'impone coi suoi inni comunque orecchiabili. Personalmente non riesco a disprezzare completamente questa sua incuranza delle giuste tonalità vocali, in effetti non ci stanno poi così male. Che sia stonato non si discute comunque.

La particolarità musicale che ha questo album è che presenta una parte iniziale nuova e una centrale e finale già sentita. Mi spiego: in Heathen sono contenute sia "season Of Grief" (dura 13:06) che "Oath Of Revenge" (dura 15:08) completamente risuonate e "ripulite", dato che erano contenute nel demo "Of Revenge and Bloodstained Swords". I testi sono completamente differenti dalle versioni demo. "Autumn Heart", un'altra traccia presa da un demo differente, chiude l'epico lavoro.

"Heathen" è un album difficile e molto pesante, ma non ne ho sentiti di migliori realizzati in questo modo e non posso che considerarlo più che ottimo.

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