Uno dei gruppi del Sol Levante che ha riscosso più successo all'esterno del Giappone (in particolare in Europa), meritava di essere degnamente ricordato. Mi accingo a recensire perciò un capolavoro della loro discografia e del metal in generale, che magari non ha ottenuto il successo di cui questo pezzo di storia era all'altezza: forse perchè loro cantavano in giapponese ed erano difficilmente comprensibili, o forse per il loro look stravagante, simbolo del glam metal di cui erano grandi esponenti.

Ma tant'è, i nostri X Japan hanno dato alla luce un album (aldilà di ogni pregiudizio) strepitoso: ricco di numerosi assoli di hide, Pata e Taiji, ritmi sfrenati garantiti da un joshiki in grandissima forma e della voce immensa di Toshi. Il tutto racchiuso in 12 pezzi da ascoltare e riascoltare in assoluto silenzio...
Il primo brano, "Prologue", è un'introduzione all'album e al secondo brano: in questi due minuti e poco più hide e Pata creano un'atmosfera solenne con le loro chitarre, al fine di introdurre "Blue Blood", che parte subito fortissimo: la batteria di Yoshiki è violenta e veloce, la voce di Toshi trascinante con le chitarre in rilievo con accordi rapidi e perforanti.
Quando suona l'ultima nota distorta della chitarra di hide, ecco che sopraggiungono pochi secondi di calme note con la chitarra del solito hide ad introdurre "Week End", quindi parte la batteria
e una canzone meno metal delle altre, quasi hard rock. "Easy Flight Rumbling" è molto simile alla precedente, ma con tiepide tinte anni '80. La quinta traccia "X"è una delle più famose del gruppo (è una canzone che i nostri dedicano ai loro fan): la voce di Toshi raggiunge l'apice della sua bellezza, la chiusura strumentale è da brividi e gli assoli di hide e Pata semplicemente splendidi.

Dopo aver raggiunto l'apice dell'esaltazione, ecco che gli animi si placano, e la splendida ballata "Endless Rain" con i suoi arpeggi e sviolinate ci fa urlare e piangere ed emozionare durante l'assolo centrale di hide. La settima traccia (l'unica della discografia del gruppo ad avere un titolo in lingua giapponese) "Kurenai" è probabilmente la migliore dell'album. Punta di diamante nei concerti, parte con le sofferte parole di Toshi che si rattrista per un amore mancato; ma ecco che subentra la rabbia quando Yoshiki batte quattro volte sui piatti e partono violenti riff, urla profonde e in seguito il ritornello, maestoso e lancinante come al solito...
"X-Calmation" è una canzone eclettica e strana, con vari cambi di ritmo, strumentale, in cui il basso di Taiji svolge un ruolo fondamentale; questo pezzo sembra introdurre il prossimo, "Orgasm"
che, essendo la canzone più veloce del repertorio degli "X", esalta le enormi qualità di Yoshiki alla batteria e di hide alla chitarra.

La decima traccia, "Celebration" è forse la più easy-listening, ma non per questo banale, con gli splendidi intermezzi di Pata, che condiscono una canzone di facile presa. Ma è verso la fine che il quintetto dà il meglio di sè: la bellissima "Rose Of Pain" parte con un pezzo de "La Fuga In Sol Minore" di Bach all'organo, per poi far posto a un power metal prorompente e melodico
e affondare nella malinconia durante i successivi intermezzi alla chitarra, angosciosi e struggenti conditi per l'occasione dalle note al piano di Yoshiki.
Dopo i 12 minuti circa del pezzo precedente, giunge la dodicesima e ultima traccia "Un-Finished", un lento malinconico, ideale per concludere questo grande album, degno di restare per sempre nella storia del metal giapponese e non solo.

Un ultimo pensiero a hide, come ricorderete, morto nel 1997: dai commenti di "Art Of Life" ho notato che a qualcuno non importa poi tanto... A me si, e quindi pace all'anima sua e grazie per aver regalato al mondo intero questa spettacolare opera.

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