Proprio vero che, allorquando in un film il personaggio principale scopre casualmente l'esistenza di una porta segreta in una casa, la suspense comincia a salire, a preludio di una svolta inquietante nella trama. I cultori del buon cinema ricorderanno che, ad esempio, la protagonista di "Rosemary 's baby" di Polanski varcava una soglia che la immetteva in un corridoio di collegamento all'appartamento limitrofo ove i premurosi vicini di casa coltivavano l'insano hobby dell'adorazione di Satana. Invece, nell'ultimo film di Xavier Legrand dal titolo "L'erede" non si arriva a tanto, però la scoperta è non solo spiazzante, ma ci conferma nella convinzione che il Male estremo esiste proprio dove meno te l'aspetti e comunque così grave come non saresti riuscito ad immaginare.

Ma la trama parte in ben altro contesto. Il protagonista è Ellias Barnes, uno stilista franco canadese di moda che sta emergendo a Parigi. L'ultima sfilata dei suoi modelli riscuote un grande successo, lui ha il vento in poppa, attorniato da belle modelle anche loro baciate dalla notorietà. Tutto sembra andare per il meglio, è imminente la pubblicazione sulle copertine delle riviste di moda delle foto della sfilata, quando un giorno lo stilista riceve la notizia della morte improvvisa del padre residente da tempo nel Québec, nei pressi di Montreal.

I due da anni non si vedevano e Ellias stesso ammette di aver fatto di tutto, una volta lasciata la famiglia, per differenziarsi dal padre, che a sua volta aveva divorziato dalla moglie e madre del protagonista. Dovendo sbrigare lui solo le pratiche post mortem, lo stilista controvoglia lascia Parigi e raggiunge la cittadina di provincia ove il genitore abitava da tempo.

Qui cerca di familiarizzare il meno possibile con i vicini di casa del padre, poiché trova incredibile in certo qual modo il loro ricordo affettuoso nei confronti del padre defunto. E quanto casualmente scoprirà Barnes, rovistando nella cantina dell'appartamento, sarà tale da superare ogni suo timore nei confronti della figura paterna. Perché un genitore può anche non essere amato per la somma severità espressa verso i figli (si sa quanto possano essere complicati i rapporti fra genitori e figli o figlie) ma che si riveli un insospettabile maniaco pedofilo depravato, beh questo non può non urtare una qualsiasi persona sana ed equilibrata. È una scoperta troppo sconvolgente (non fornisco ulteriori specifiche in merito per non guastare lo stupore dello spettatore) per Ellias nell'imminenza della celebrazione delle esequie funebri dell'insospettabile "paparino".

E grande è lo sconcerto di Barnes nell'ascoltare nell'orazione funebre la commossa testimonianza di un amico del padre, descritto come il miglior amico possibile, sommamente empatico nei momenti difficili, soprattutto quando la propria figlia era misteriosamente scomparsa e le ricerche in zona non davano risultati concreti. Già, vuoi vedere che la ragazza, come altre giovani mai più tornate a.casa in quella zona negli ultimi anni, non era poi così lontana e stava facendo anche lei un'orrenda fine per mano di un apparentemente simpatico, bravo e insospettabile borghese residente in quei paraggi?

Insomma, il protagonista de "L' erede" (un intenso attore come Marc André Grandin) si trova nella difficile situazione di tenere per sé un terribile segreto riguardante un'ingombrante figura paterna che merita tutta la riprovazione immaginabile e che è riuscita a crearsi un'immagine pubblica irreprensibile, mentre con somma diabolica perizia non lasciava traccia dei suoi turpi vizi, a spese di giovani vittime. Per queste a nulla valgono ricerche della polizia, né eventuali trasmissioni televisive tipo "Chi l'ha visto?". Sono come persone dileguate nel nulla e resta giusto la speranza che se ne siano andate via di propria spontanea iniziativa e non per mano di persone prive di scrupoli.

Resta nello spettatore, dopo la visione di un tale film ricco di colpi di scena secondo la lezione del maestro Hitchcock, l'impressione che spesso e volentieri l'apparenza quieta di un ambiente sia la maschera di una realtà incredibile e angosciante, ad opera di persone altamente insospettabili. E magari, prima di aprire una porta secondaria, è buona norma premunirsi per non essere colti da sgradite sorprese...

Carico i commenti...  con calma