1969, Germania. Le albe del Krautrock.

E mentre gruppi come Kraftwerk e Amon Düül II erano in procinto di formarsi, gli Xhol Caravan davano già alla luce questa gemma intitolata "Electrip", di cui molti se ne sono completamente dimenticati. Considerabile come uno dei primi dischi catalogabili con la definizione Krautrock, anche se del tradizionale Krautrock che siamo abituati ad ascoltare c'ha ben poco.

Il disco comincia con il rumore dello sciacquone di un cesso.

C'è subito spazio per l'iniziale "Electric Fun Fair", che già fa capire le intenzioni e le sonorità proposte: quando l'ho ascoltata per la prima volta non immaginavo di trovarmi davanti ad un brano dalle influenze prettamente Jazz, strumentale, dove l'atmosfera circense ci catapulta ad una fiera psichedelica. Accompagnati da un sassofono che fa da prima donna, su un tappeto di organi e di un'elastica batteria.

Piacevolmente sorpresi ci dirigiamo verso "Pop Games", sempre fortemente influenzata dal Jazz ma già più sperimentale: sassofono morbido ma incalzante, organo elettrico, più chitarre ma soprattutto più basso, che si sfoga con delle linee quasi Funk/R&B. Verso metà traccia tutto cambia volto per una coda di sperimentazione molto trippy.

Sempre sulla stessa riga, arriviamo ai virtuosismi di sax e ai rumorismi di "All Green", nota per i suoi assoli di organo e per il vibe già più Krautrock.

Questi brani preparano il campo per il monolite di 17 minuti che è "Raise Up High", primo brano non strumentale, tra l'altro. Le chitarre condite da buone dosi di Fuzz danno il lancio per un'overture psichedelica dove flauto traverso, sassofono, organo, basso funky diventano un'unica anima. Nel corso dei minuti, il brano da sempre più spazio al delirio Free Jazz dei sassofoni psicopatici (che mi ricordano non poco John Zorn) per poi mutare continuamente pelle fino alla fine.

Conclude l'avventura "Walla Mashalla", una sorta di outro di un minuto e mezzo dalle vocalità d'ispirazione Mediorientale su gioiose pavimentazioni jazzy di sax.

Primordiale Krautrock accessibile anche a chi il Krautrock non lo mastica molto.

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