La recente calata italiana in occasione del Bellagio Rock Festival è stata un'occasione per rispolverare la discografia degli Y & T, storico ensemble hard rock di San Francisco. Nati all'inizio degli anni Settanta, non hanno mai raggiunto il successo dei nomi più blasonati del genere, ma sono stati comunque autori di diversi ottimi lp a cavallo tra Settanta e Ottanta. Nonostante la discografia dei Nostri negli ultimi vent'anni sia davvero esigua, anche a causa di un lungo periodo di inattività, il gruppo negli ultimi tempi ha iniziato a venire a suonare in Italia con una certa frequenza, anche grazie ad una serie di contatti dalle parti di Como, zona in cui sono ormai ospiti fissi. Dopo il bel concerto dello scorso anno, il festival di Bellagio è stato un'occasione per replicare, presentando una scaletta che ha alternato vecchi classici e brani più recenti.

Come detto prima, la discografia degli americani non è poi così vasta, una quindicina di album distribuiti su quasi quarant'anni di carriera, ma naturalmente non mancano diverse pubblicazioni di spessore. Questo "Down for the Count", del 1985, chiude quello che è solitamente considerato il periodo "classico" del gruppo, con la formazione originale ancora intatta, subito prima che una girandola di musicisti iniziasse a minarne la stabilità. L'album, spesso abbastanza bistrattato e non considerato all'altezza dei predecessori, è in realtà un concentrato di buonissimo hard rock che, nonostante alcuni brani sia migliori di altri, riesce ad intrattenere per quaranta minuti buoni, anche grazie ad una produzione che punta molto sull'impatto e la potenza.

Le iniziale "In the Name of Rock", "Anytime at All" e "All American Boy" fissano subito le coordinate sulle quali si muove l'intero album, ovvero un rock di classe, colorato qua e là dall'apporto alle tastiere di vari turnisti, tra i quali Claude Schnell, noto ai tempi per la sua militanza nei Dio. La voce e la chitarra di Dave Meniketti, sempre forti del loro retaggio blues, contribuiscono ad arricchire i vari pezzi, riuscendo a riproporre per l'ennesima volta in maniera vincente una formula che già ai tempi aveva oltre dieci anni di carriera. "Face Like an Angel", pezzo di spessore, viene subito seguito da "Summertime Girls", brano tra i più noti della discografia dei californiani, con il ritornello e le tastiere a farla da padroni. La seconda facciata del disco non è all'altezza della prima, pezzi come "Your Mama Don't Dance", cover di un pezzo degli anni Cinquanta, non hanno il fascino dei primi brani, così come "Don't tell Me What to Wear" risulta essere un brano mediocre che ben poco aggiunge a quanto già detto. Gli Y & T sanno il fatto loro, però, e con quel colpo di coda che risponde al nome di "Hands of Time", brano lungo e magniloquente, chiudono in bellezza un album dove c'è sicuramente molta luce ma spesso si insinua anche qualche ombra di troppo. Se non si conosce nulla degli Y & T sarebbe forse meglio iniziare da altri lavori, ovvero dai primi, lasciando questo "Down for the Count" ad un momento successivo. Non un capolavoro, quindi, ma comunque un album piacevole. 

 Y & T:Dave Meniketti, voce e chitarraJoey Alves, chitarra e vocePhil Kennemore, basso e voceLeonard Haze, batteria
"Down for the Count": In the Name of RockAll American BoyAnytime At AllAnything for MoneyFace Like an AngelSummertime GirlsLooks Like TroubleYour Mama Don't DanceDon't Tell Me What to WearHands of Time
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