Gli Yellowcard avendo preso atto del loro successone, ovvero quello di Ocean Avenue, hanno deciso di ristampare "Where We Stand". La copertina è stata ristampata con una grafica più soggettiva e inoltre hanno aggiunto un file media che ripercorre la loro carriera musicale, integrando anche alcuni filmati di quando loro suonavano al liceo.

Musicalmente parlando gli Yellowcard di oggi sono diversi dagli Yellowcard di questo disco, anche perchè Ryan Key doveva fare ancora la sua comparsa. Quindi il loro suono è decisamente più hardcore melodico e quindi lontano dal definito punk-pop amato da due milioni di fan. Quando hanno composto quest'album erano poco più che ragazzini ma già avevano una spiccata bravura, infatti, questo disco è superbo. Questo disco è entrato nella storia del punk-rock grazie all'elemento distintivo di questa band: il violino.
Non si è mai sentito un violino in un brano punk-rock. Quando hanno introdotto questa novità forse i tempi non erano maturi, ma ora lo sono. Alla faccia di chi all'inizio prendeva in giro questa band che si portava dietro un violinista occhialuto. Quella degli Yellowcard è una delle poche invenzioni moderne nella musica moderna. In questo album il violino è un elemento distintivo anche se non lo usavano ancora come fanno oggi. Il violino con il suo suono ruvido si sposa con quello tagliente delle chitarre, col cavalcare delle batterie e con la potente voce del cantante Dobson. La registrazione è quella che è, essendo lontana dagli standard odierni, ma adatta allo stile aggressivo a cui si ispiravano al tempo. Belle melodie e ritmi vivaci.
Fatto da denotare è che nella traccia nascosta, l'undicesima, gli Yellowcard giocano col modulatore facendo commenti auto-ironici.

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