Jon Anderson & company, dopo il successo dovuto all'album Fragile, famoso per la copertina e altrettanto per la canzone che apre l'album, Roundabout, del quale è celeberrimo l'assolo di tastiere, si preparano alla realizzazione di un nuovo album. Il 1972 è l'anno di "Close to the Edge", una perla del genere progressive e nonostante la copertina non sia molto interessante la musica merita e "Close to the Edge" può essere definito il capolavoro della band, il migliore, uno dei miei preferiti insieme a "Thick as a Brick" dei Jethro e gli album dei Genesis dei primi anni, quelli con Peter Gabriel, da "Trespass" a "The Lamb Lies Down on Broadway", il concept album più bello della storia del rock, a mio parere, dopo "The Wall" dei Pink Floyd e "Tommy" degli Who (sarà banale ma è così).

"Close to the Edge" ha qualcosa di magico, qualcosa che mi trasporta in un altro mondo, in un universo fantastico dal quale non vorrei uscire. Fin dall'intro in cui si sente un sottofondo musicale leggermente inquietante e il verso degli uccelli, vengo trasferito in una nuova dimensione di estasi. L'avvento degli strumenti, quell'improvviso entrare della strumentazione mi sconvolge l'anima in positivo; adoro quell'introduzione strumentale che arriva al quarto minuto con quel mix di chitarra e tastiere in evidenza. La voce di Anderson che entra sembra venire da una dimensione estranea, ci conduce in un mondo fantastico fin dalle prime frasi (A seasoned witch could call you from the depths of your disgrace and riarrange your liver to the solid mental grace ...). Il ritornello è un qualcosa di meraviglioso (Down at the edge, round by the corner, not right away, not right away...); altrettanto meraviglioso è il pezzo in cui Anderson canta "I get up, I get down" che ricorrerà per tutta la canzone nelle diverse sezioni.

"Total Mass Retain", la seconda sezione della suite da diciotto minuti, riprende il tema musicale della prima sezione, sicuramente la più eccentrica. Altrettanto bella! La terza sezione è quella che però mi fa venire i brividi più di ogni altra. La voce di Anderson non potrebbe essere migliore. L'assolo di organo in seguito al ritornello è qualcosa che mi strappa via la pelle dal corpo. Toccante! "Seasons of Man", ultima sezione del lungo brano, è la giusta conclusione per "Close to the Edge" che viene sostituita dalla lunga "And You and I", pezzo sublime in cui la chitarra dal suono delicato di Steve Howe suona le corde dell'anima e suona come qualcosa di etereo. L'arpeggiato di Steve è da lacrime. Dopo un minuto di intro il ritmo si fa più veloce, classicheggiante, entrano le tastiere e i tocchi leggeri ai timpani e la voce di Anderson ti scalda il cuore con quel procedere da menestrello, da cantastorie. Al centro del brano Rick Wakeman si dilunga in un lungo assolo di straordinaria bellezza alle tastiere. La voce di Jon ci arriva lontana e sognante. Ritorna poi la chitarra dal suono etereo e classicheggiante di Howe che farà ancora da ponte per il cantato di Anderson. Le tastiere chiudono alla perfezione con l'onnipresente Steve. La terza e ultima canzone dell'album, o meglio mini opera rock di 9 minuti, "Siberian Khatru", parte subito con un andamento tipicamente rock n'roll aggressivo, con una chitarra che si dilunga in un superbo assolo. La voce di Anderson risulta sempre lontana e messa in secondo piano rispetto alla strumentazione. Wakeman al centro del brano ci delizia con un suo assolo alle tastiere, ammaliante. Il finale è epico con l'unione di tutti i musicisti agli strumenti insieme al lead singer.

"Close to the Edge" è un masterpiece del prog, un album indispensabile del genere, un amalgamarsi e un insieme ordinato di melodie e di meravigliose sezioni sia strumentali che liriche che allietano l'ascoltatore e lo conducono in un mondo fantastico. Questa è la musica del paradiso o almeno dovrebbe esserla! Io la interpreto come tale: se è così voglio andare in paradiso a tutti i costi da Dio ad ascoltare meraviglie come "Total Mass Retain" o "Cord of Life". Mi farò prestare dalla "lady" descritta dai Led Zeppelin la "Scala per il Paradiso".

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