Ogni grande gruppo rock ha dovuto passare per una fase non proprio fortunata segnata da pochezza ispirativa, musicalità troppo corriva, stile decadente, stanchezza creativa, cricche interne tra i membri della formazione, arrangiamenti pietosi, idee confuse, testi dementi. Anche se il gruppo si chiama Yes.

Come può accadere ad una delle multinazionali del prog-rock coltissimo ? La moda del momento. E ' quel terribile 1978 che fa da giro di boa per loro e per il futuro a venire, nettamente migliore. Si erano presi tre anni dopo Relayer del 1974 per dare sfogo alle brame soliste. Torna Wakeman alle tastiere. Dopo l'ottimo Going for the One del '77 e il glorioso tour non passa neanche un anno che nei negozi si trova "Tormato".
Bello e stampato dalla copertina già piena di avvisaglie. Rick Wakeman dopo questo lavoro sparirà sino al 1996 per un provvisorio reunion tour e nel 2004. È il peggior lavoro degli Yes in assoluto. Da prendere per ultimo e per curiosità. Si ascolta una o due volte. La polvere sarà la sua migliore amica. Si dimentica in fretta. È difficile dargli una connotazione. I testi parlano di fantascienza, salviamo le balene, arrivano gli Ufo, le ali silenziose delle libertà. Un bel caos e la musica è ancora peggio.

Quello che lascia interdetti sono gli arrangiamenti, orribili. Si usano dei mezzi vocoder su Anderson per dare quel sci-fi disco che andava tanto, le tastiere sembrano quelle giocattolo, le chitarre di Howe fanno ricamucci qua e là, Squire suona troppo alto e sovente copre gli altri, Alan White riesce comunque a dare ritmo a tutto questo. Insomma, tentano di mettere dello space e del fantasy nella loro icona musicale. Era meglio di no. Infatti gli Yes stessi hanno dichiarato che il gruppo in quel periodo era irriconoscibile. Litigate in studio, momenti di stanca a ripetizione. Un parto difficile e inutile. Squire è in completo disaccordo sulla linea stilistica intrapresa. Aveva già un "Drama" nel mirino. Per fortuna.
Si salva qualcosa? mmmmmh.... "Madrigal" con il clavicembalo appena appena, "Arriving Ufo" fotocopia di "Relayer" a tratti, il singolo "Don't Kill the Wale" lievemente interessante, quando arriva l'assolo di tastiera ti viene da spaccare il lettore, "On the silent wings of Freedom" ha un buon intro strumentale "Dramesco" tutto Squire. Howe finalmente comincia a suonare un pò, Anderson poi ci canta sopra ma è proprio in più. Rovinata anche questa.

Su "Circus of Heaven" c'è il figlio di Anderson, Damion, che recita. Ci mancava solo lo Zecchino d'Oro. Le altre fanno lavorare il telecomando a più non posso per saltarle. Per questa recensione ho dovuto un pò riascoltarlo. La mia giornata è rovinata. Avviso a tutti: evitate di acquistarlo per primo. Per fortuna c'è moltissimo prima e dopo da ascoltare. Si prende per sfizio da collezionista. Alla fine, mi raccomando. L'unica cosa indovinata è stata la copertina: una bella pomodorata sul bel vestito Yes. Poi per fortuna smacchiato a dovere.
Joe Cavalli

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