Che cos'è un "contemporaneo"? Uno che ci piacerebbe ammazzare, senza sapere bene come. (Emil Cioran)
Portare a simili livelli un genere tanto bistrattato come lo splatter movie è impresa fuori dal comune. Ci troviamo di fronte a un opera d'arte di un intensità sorprendente... un film da vedere due volte: prima da soli, immersi nel silenzio e senza amici rompicoglioni tra i piedi. Poi in compagnia.
Siamo in un futuro ipotetico con qualche tinta leggermente cyberpunk dove la polizia di Tokyo è stata privatizzata (cosa in Giappone ha rischiato di accadere realmente) e si ritrova ad avere un potere enorme pari a quello di Judge Dredd. Indossando delle armature simili a quelle del Giappone feudale, la nuova polizia di Tokyo deve fronteggiare come principale minaccia gli Engineer, dei serial killer geneticamente modificati capaci di rigenerare le proprie parti del corpo mutilate trasformandole in armi temibili. La protagonista della storia è Ruka, la migliore engineer hunter sulla piazza.
E' un film che non si prende troppo sul serio e riesce ad offrire momenti divertentissimi ma la tendenza alla spettacolarizzazione di ogni situazione gli impedisce di raggiungere dei traguardi artistici più ambiziosi che erano alla sua portata vista la regia eccezionale. Malgrado la trama sia poco più di un pretesto per mettere in scena "il grande show" Tokyo Gore Police non è affatto privo di contenuti: ho trovato abbastanza valida anche nei toni burleschi la critica di una società contemporanea tendente sempre più verso la disumanizzazione. Nel film la criminalità sembra sia scesa quasi del 100%. Propaganda massiccia giustifica, sponsorizza e promuove le azioni della polizia ma al contempo sono aumentati a dismisura i suicidi e vengono vendute armi da taglio pubblicizzate alla televisione con la morte che non è mai stata talmente cool. Come diceva Wilde: "siamo puniti per cio' che rifiutiamo a noi stessi: ogni impulso che tentiamo di strangolare cova nella mente e ci avvelena." Così la repressione sociale ottiene effetti controproducenti perché porta all'implosione e all'esplosione nelle forme più aberranti di tutte quelle pulsioni umane che non trovano alcuna possibilità di sfogo.
Non credo esistano altri splatter che possano vantare una tale immersività e un impianto scenografico così profondo nonché ricco di suggestione. Da questo punto di vista il film è andato ben oltre le mie più rosee aspettative. Ad interpretare il ruolo principale abbiamo Eihi Shiina (leggendaria protagonista di Audition tanto per capirci) che oltre ad essere bravissima è pure una gnocca con la G maiuscola. Grazie a lei Ruka sembra letteralmente sbucar fuori dalle pagine di un manga nipponico: si tratta di un personaggio altamente visionario dalla bellezza imperturbabile anche in mezzo a ettolitri di sangue. Un autentico ideale estetico femminile dalla forza di carattere molto incisiva. Niente a che vedere con quelle insulse femme fatale americane, delle puttanelle dementi che giocano a fare le seriose in ruoli sterili.
Purtroppo dopo tre quarti di visione i limiti dell'intreccio narrativo cominciano a farsi sentire; il film che fino a quel momento aveva goduto di tempi di narrazione perfetti e atmosfera da vendere scade nello splatter puro e va verso il mero entertainment con un risvolto conclusivo abbastanza prevedibile. Perde qualche colpo nel finale ma resta comunque un gran fumettone con botte stilistiche di alta classe e chicche fenomenali.
Premiato come miglior film al Fant-Asia Film Festival di Montreal nel 2008.
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