Tutti lo aspettavano, tutti erano impazienti di sentire il nuovo lavoro dell'uomo che ha scritto le pagine più belle della musica pop con "Morning has broken, The First Cut Is The Deepest, Father And Son"; tutti hanno storto il naso e sono rimasti delusi quando, dopo la conversione all'Islam nel 1977, decise di abbandonare il suo lavoro di song-writer (l'ultimo album è Back to Earth del 1978). Ma quello che sei non ti abbandona mai e quando uno ha la musica nelle vene, non può fare a meno di gridarlo al mondo intero.

Così Yusuf Islam, da tutti conosciuto come Cat Stevens ritorna a pubblicare un disco, anzi un CD; eh si, ora ci son i CD, caro Cat, il vinile non si usa più per incidere!

L'album, dal titolo "An Other Cup" si apre con un gioiello: Midday (voto 8 al primo ascolto, voto 10 dal terzo in poi). Quando partono i fiati che sembrano gridare "CAT E' RITORNATO!" non si può far a meno di gioire, perchè la melodia ha ritrovato uno dei suoi padri, ASCOLTARE PER CREDERE. Il secondo brano è Heaven (Where True Love Goes) (voto 9) dall'arrangiamento meno ampolloso del primo brano all'inizio, per poi aprirsi in una magia di piano, archi e cori. Il terzo brano è Maybe There's a World (voto 9): la melodia è nelle vene di Cat, basta ascoltare il ritornello per accorgersene. Si continua con One day at a time (voto 7) che ha l'unico demerito di essere troppo piatta nell'arrangiamento; When Butterflies Leave è la quinta traccia, una breve poesia (41 secondi) in musica. Dopo questo intermezzo, si riprende con In The End, (voto 7.5) un delicato brano che si apre con un leggero pianoforte, anche qui l'unica pecca è l'arrangiamento troppo ripetivo, ma la melodia resta strepitosa (molto bello il passaggio del bridge).

Il settimo brano è una rilettura,molto particolare ed in sintonia con l'atmosfera creata con i brani precedenti (da qui la scelta di un arrangiamento semplice con basso ed archi) di una canzone degli Animals - Don't let me be misunderstood, che molti di voi conosceranno per averla sentita in vari spots televisivi (voto 7.5). Brano otto con I Think I See The Light (voto 8), il più lungo dell'album (5'34") che rispetto ai precedenti ha un arrangiamento più corposo e rock, ma che non raggiunge a nostro avviso, le vette dei primi tre brani. La numero 9 è Whispers from a spiritual garden (voto 7) che si apre con uno strumento a fiato che sembra quasi il richiamo del Muezzin, è ancora una poesia brevissima (anche se il pezzo dura 2'34") accompagnata dalla musica. La penultima traccia è The Beloved (voto 7.5) che inizia con una fisarmonica arabeggiante, bello il testo.

Degna chiusura è la track numero 11 Greenfiled, Golden Sands (voto 9) una bella melodia, che solo Cat Stevens,pardon, Yusuf Islam poteva regalarci. Speriamo di non dover attendere altri 30 anni per ascoltare un suo nuovo album!

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