Siamo nel 2004 quando il duo svedese composto da Simon Kölle e Simon Heath mettono alla luce il loro lavoro più misterioso, più oscuro, ma anche quello più intenso e sinfonico. "Legends Act 2 Vampires" secondo capito del "poema" iniziato nel 2000.
Composto precisamente da "Legends Act 1"(2002), "Legends Act 3 - Cults"(2008) e "Legends Act 4 - Orders"(2008). Il secondo atto di questa splendida saga è un viaggio in mondi oscuri celati nell'ombra, culti sanguinari e malvagi, straziati nei riverberi di una vita che langue nell'oblio e nella notte. I lamenti , le grida che si nascondono nel concept sono un chiaro esempio di come le paure e le atrocità dell'uomo sono il pilastro del culto mistico avvolto nella filosofia di "Legends Act 2 Vampires".
Il duo scandinavo ha sempre avuto una grande passione per l'accurata raffinatezza della realizzazione di suoni oscuri, di musica ispirata in forma orchestrale con cornici tetre e buie, dal malto quasi lirico, un requiem lugubre trasporta un movimento ancestrale dall'accento mistico, come in "Through Jakesh Eyes" marcia arcana composta da attimi di sospiri. Percorrendo un'arteria che danza tra cori gotici e gregoriani, tra melodie medievali ed intervalli formati da fallaci mormorazioni, decorano un panorama avvolto nell'ignoto. La musica scorre con bramosia, ardua è la strada che ci conduce verso "The Curse" splendida composizione formata da una melodia che si alterna tra neoclassicismo e stesure prevalentemente moderne, che tanto devono alla grammatica dell'ambient e della dark wave. Il patema e il martirio per il dolore defluisce come il sangue che scorre nelle vene, quando ci troveremo ad affrontare "Halls of Madness", grida e strepiti ondeggiano in un mare di agonia, un prolisso organo lacera le pelli oramai turbate da quegli atti violenti per cui l'uomo si è sempre macchiato fin dalla nascita. "Celestial Bond" e "Morning Dew" ci riportano in quei luoghi avvolti nella tristezza, percussioni e marce mistiche decorano l'espressività dell'arte del duo svedese, capace di cullarti in quell'armonia che ti rende sognante, assorto in una melodia pregna di teatralità.
Tenue e candida è la seguente "The Cult of Rianji" che si rivela uno dei momenti migliori del secondo atto, capace di unire sinfonismo e stesure dalle tinte tribali, in un contesto avvolto nell'ombra ma denso di passione, in un tarlo mai pesante, conducendoci amorevolmente nelle braccia della notte.
La magia e la fantasia degli Za Frûmi è immensa, Simon Kölle e Simon Heath cercano attraverso la loro musica di regalarci momenti di raffinata arte nutrendosi di natura nitida, da tempo simbolo e pilastro di una filosofia che da forma ad un mondo ostico ed incomprensibile, che tenta di converitire l'uomo rendendolo schiavo di se stesso.
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