In possesso di una invidiabile tecnica chitarristica, Zachary Breaux è stato un artista che è passato, purtroppo, quasi inosservato dalle nostre parti.
La sua musica sincera, pulita, ritmicamente vicina al funky style, sempre molto elegantemente strutturata, dovrà essere ricordata per la lucidità colla quale sgorgava, umile ma mai doma, dalle dita del colored texano.

Questo live registrato nel 1992 al Ronnie Scott's Jazz House, che comprende nella track list un pezzo di Coltrane (Impressions) ed uno di Tito Puente (Picadillo), è secondo me esemplare per assaporare la raffinetezza stilistica di Zachary e scoprire la sua passione per la ricerca di sonorità mai invadenti quanto incisive, sempre dolci pur se nel contesto di ritmi a volte frenetici (definibili ritmi post-bop).

Un gran tocco, un grandissimo suono che non necessita di particolare equalizzazione sullo stereo: come dice Folle "...metti tutto flat e ascolta il suono che ha creato lui..."
Grazie Folle per avermi passato questo disco: lo ascolterò all'infinito. Grazie alla NYC Records per aver distribuito in grande stile questo gioello. Grazie a tutti coloro che si faranno condizionare dalle mie parole e tenteranno di reperirlo. Dubito che vi riesca di trovarlo con facilità, se non con metodi più o meno... legali! (ehmmm...)

Questo album è il primo col quale Zachary intentò la carriera di solista, dopo aver passato due decadi a suonare coi vari Donald Byrd, Jack McDuff, Noel Pointer, Brook Benton. Nelle sue solo-performance ci decanta i vari stili utilizzabili in un contesto jazz abbastanza tradizionale, e ci mostra come sia giusto subordinare sempre e comunque la tecnica alle necessità della melodia. Melodia di ritmi.

Un disco sempre molto, molto elegante: enjoy the music and groove.

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