C'era una volta il terrore della bomba atomica. C'era una volta la guerra fredda. C'erano una volta i comunisti. C'era una volta l'impero Americano, quello della way of life. Ma davvero è tutto finito nel 1989? Certamente. Ma dopo vent'anni non è cambiato molto. Le paure sono sempre le stesse. E i desideri anche.

"Watchmen" è un romanzo generato da una semplice domanda: e se i giustizieri mascherati (persone comuni che, celando la propria identità, combattono il crimine) fossero esistiti veramente, il mondo come sarebbe? E' il 1985 e la moda dei supereroi, nata negli anni '40 con i Minutemen, è ormai tramontata. La democrazia americana è tramontata, visto che il presidente Nixon è al suo terzo mandato e, con un decreto, ha messo al bando i giustizieri mascherati, rendendo illegale ogni attività del genere, spesso violenta e fascista. I protagonisti, eredi dei Minutemen (alcuni figli di alcuni componenti del gruppo, altri semplici fan) sono depressi, psicotici. Alcuni hanno ufficialmente abbandonato la carriera del giustiziere mascherato rivelando la loro identità. Altri no. Supereroi senza superpoteri. Eccetto uno. In questo contesto inizia la storia. Con un omicidio. La morte del più carismatico e fascista componente del gruppo dei Minutemen, il Comico. Probabilmente un complotto contro i Watchmen. Qualcuno li vuole morti. 

Watchmen è l'unico fumetto, a oggi, ad aver vinto il Premio Hugo, l'oscar della letteratura. Un pò come se un tiratore di freccette vincesse alle olimpiadi la medaglia d'oro al tiro con l'arco. Un miracolo. 

La trasposizione cinematografica di un romanzo è un'avventura rischiosa. Impossibile se le intenzioni sono quelle di ri-produrne la stessa quantità di contenuti con la stessa qualità. Possibile se ci si sofferma su qualche aspetto rinunciando a molte cose. Snyder non ha fatto nessuna delle due cose. E' stato molto più elementare. Ha seguito passo passo la trama del film, non ha omesso niente e non si è soffermato su nessun aspetto particolare. Con cura maniacale ha ripreso moltissime inquadrature presenti nel romanzo. In circa tre ore ha presentato protagonisti credibili seguendo nient'altro che l'evoluzione del racconto così come è stata disegnata. Il risultato è ammirabile. Ammirabile perchè regge. Dalla seconda metà in poi l'intensità cala, ma ciò è dovuto più alla difficoltà intriseca alla trasposizione che a un difetto del film (pensate che il primo script di presentazione durava otto ore). 

In genere una trasposizione cinematografica non dice niente di più, a meno che non è lo stesso romanzo ad essere incompleto (Blade Runner docet). Il caso di Watchmen riguarda più un'esercitazione stilistica (tipica delle numerosissime pellicole "supereroiche" degli ultimi dieci anni). Con una bella tecnica fotografica e scenografica, questo film si sposa coerentemente con il sentimento pop della cultura fumettistica.

Un bel Film. Per tutti e per nessuno. Per tutti quelli che, letto, riletto e digerito il romanzo, vogliono godersi la possibilità di vederlo recitato, ma anche per quelli che non l'hanno letto e hanno presente la realtà degli anni '80. Per nessuno di quelli che non ha letto il romanzo, non rispetta il valore dell'arte del fumetto e pretende di vedere il film senza aver compreso la realtà politica e sociale della fine degli anni '80.

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