I Zeni Geva ci regalano questo delicato paio di forbici scintillanti che martoriano lo spirito e l'udito di chiunque si avvicini... lo torturano dolcemente e con perizia, come Lawrence Olivier nel "Maratoneta" strappa i denti a Dustin Hoffman: con classe ed eleganza sanguinose.

"10000 Light Years" è un grande album di musica strumentale-noise-metal e chi più ne ha più ne metta, farcito di influenze "alte", si veda il William Burroughs di "Interzona 2", dove il calore accecante e ferroso di questi folli giapponesi si sprigiona alla velocità della luce... appunto: una musica che sembra nata da un conio alieno a questo mondo e non a caso da poco acquisita dalla scuderia Neurot, maestra nel fondere i generi più divergenti ma stretti nell'abbraccio dell'introspezione, della ricerca sonora instancabile e della psicosi.
I cambi di tempo sono furiosi e spiazzanti passando dalla metronomica furia industrial più classica al quasi-jazz della citata "Interzona 2", dalla batteria extrasistolica dell'alienante "Auto-Fuck" alla pioggia gelida e straniante di "Last Nanosecond": muro di sintetizzatori e rumori scarnificati.
Il cantato, poco presente, è l'urlo "da copione" di Kazuyuki Null, che rimane inintelligibile e cacofonico sia per l'impeto che per l'idioma ai più, immagino, sconosciuto.

Un disco molto "pesante" e di difficile ascolto ma che si fa apprezzare nelle sue molteplici sfumature nascoste in una pozza di mercurio e da centellinare con grande cautela.

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