È stata dura ma ce l'ho fatta, su internet sono riuscito a comprare questo cd del quale avevo letto tanto ma che non riuscivo a procurarmi. Gli Zero Hour sono una progressive technical metal band proveniente dalla Bay Area di San Francisco, zona famosa per ben altri tipi di bands... Questo "The Towers Of Avarice" è il loro secondo full-lenght album, dopo l'omonimo esordio di due anni prima. Il genere preciso del disco in questione è particolare: se mettete "Metropolis Part II" dei Dream Theater da un lato e "A Sceptic's Universe" degli Spiral Architect dall'altro, gli Zero Hour si posizionano verso il centro, leggermente spostati verso la band norvegese. Infatti c'è tanto technical metal in quest'album, e questo è testimoniato dalla prevalenza di suoni poco melodici e molto sperimentali. Le cose che però riavvicinano la band verso lidi prog più classici sono una buona capacità di interrompere le atmosfere più ruvide con intermezzi più lenti e digeribili e una voce molto classica. I suoni sono piuttosto diretti, le chitarre spiccano con il loro gain durissimo e leggermente sporco, che si contrappone ad un suono di basso molto pulito (ma anche esso bello in evidenza per il volume di registrazione volutamente alto); la batteria ha dei suoni molto effettati, simili a quelli di "Images And Words" dei Dream Theater.
Caratteristico il concept dietro a questo lavoro, mi è difficile riassumerlo in poche parole, perciò prenderò a prestito una altrui definizione (abilmente tradotta dal sottoscritto =D): "Un concept che parla di persone che combattono contro l'oppressione in un futuro distopico regolato da un'oligarchia". Forse non troppo originale, ma efficace. Il principale merito di questa musica è di riuscire a trasmettere un forte senso di tensione, smorzato a volte dai già citati cambi di climax, ma sempre pronto a ripresentarsi con le ritmiche taglienti del lavoro dei musicisti.
In sintesi un disco non facilissimo, adatto ad orecchie già abituate a questo genere di musica, che nonostante la scarsità di melodia lascia trasparire un buon gusto compositivo, oltre all'innegabile qualità tecnica della band. Consigliato ad appassionati e curiosi.
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