La semplicità è l’anima delle cose. Tanta sostanza e freschezza, magari scoperte per caso, possono intrecciare una tensione emotiva superiore a quella di tanto fumo e orpelli ben impacchettati. Così, tra strisce di sigaretta e visioni post-sbronza, una musica ora rabbiosa ora dolce proviene dalla camera del mio coinquilino. Mi basta chiedere e mi sarà dato. Ho scoperto la colonna sonora della mia vita per la prossima settimana. Esiste un sito chiamato www.jamendo.com dove le band possono caricare i propri album e demo musicali e farli scaricare PER INTERO e LEGALMENTE.
Ed esiste una band che, racchiusa nel suo anonimato tenta timidamente di uscirne. Con la forza? No. Con le emozioni. Con le note. Con il cuore. Parigini e praticamente sconosciuti qui da noi, in sole 4 tracce mi sembra di scoprire l’essenza stessa dell’alternative rock francese, quell’attitudine delicata e sognante che spesso avvolge le più rocciose band transalpine.

Solo 4 canzoni sono più intense di 10 o di qualsiasi altro numero, perché così puoi evitare i riempitivi, gli episodi più scivolosi e concentrarti dritto sul punto, al cuore dell’ascoltatore. La title-track inizia picchiando, dopo una leggera intro bisbigliata che lascia il posto ad un riff lento di 3 accordi che si immergono poi nel fiume di una voce delicata che sussurra versi in francese, ed in arpeggi che disegnano tensioni emotive. E poi ancora li vediamo esplodere nell’elettricità e in scenari che sanno quasi più di shoegaze che di alternative rock, se non per l’acidità sulfurea e chitarristica dei pezzi che terminano in urla cristalline.
Tocca a “Oh Le Mal Au Coeur” leccare le ferite, in arpeggi che poi verranno riconosciuti come il marchio di fabbrica degli Zero, note a metà strada tra il pop/rock dall’anima francese degli ultimi anni e uno strano alternative che nei momenti più ambientali ed evocativi strizza volentieri l’occhio al post-rock e persino allo shoegaze dall’anima Alcest (nonostante il grande Neige suoni tutt’altro genere, ma è un loro connazionale e questo si sente benissimo…).
Ma tutto è raffinato, elegante e sussurrato. Pochi versi poetici e semplici che si stampano nel cuore con un’immediatezza di difficile comprensione. È questo che mi stupisce degli Zero: sono una band “semplice”. Poche note, pochi arpeggi, ritmi facili da memorizzare e da canticchiare. Eppure, emozioni e sensazioni stupende accompagnano l’ascolto se ci si abbandona. Così come in “Le Complexe De Peter Pan”… Effetti di distorsione e voce dilatata sembrano voler riprendere il tessuto barocco dei Muse più ariosi, ma è solo un’illusione perché sono lontani anni luce da quella complessità. Gli Zero sono una rock band umile, tranquilla che si accoccola nei suoi sogni e li concede liberamente all’ascoltatore. E “Transporterraum” chiude magnificamente questo lavoro, con un delicato “bacio alla francese” ed un urlo liberatore e avvolgente nelle chitarre sulfuree, che chiude il cerchio e ci fa tornare a casa contenti.

Parigi, le sue mille luci e sensazioni metropolitane, hanno una nuova colonna sonora. Semplice e delicata ma, forse proprio per questo, intensa.

Un piccolo gioiello, nella spasmodica attesa di un loro album ufficiale....

Nel frattempo, questo demo che ho recensito è totalmente gratuito e potete scaricarlo legalmente qui!

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