"Con un pò di Zucchero la pillola va giù..." cantava qualche anno fa un non meglio qualificato artista. Che avesse avuto doti da emulo di Nostradamus, probabilmente non lo sapremo mai; fatto sta che mai previsione fu più azzeccata, in un decennio caratterizzato da una pochezza musicale (soprattutto sulla scena italiana) mai tanto evidente prima di allora. E quindi chi poteva provvedere a far deglutire la famigerata "pillola" ai milioni di appassionati musicologi italiani che già stavano iniziando a stracciarsi le vesti? Bè, quando Zucchero appare sulla scena, Festival di Sanremo sezione giovani 1982, il popolo dello Stivale non sa ancora di aver trovato la sua pepita d'oro, travestita da giovane innamorato del blues e del soul.

Tutt'altra storia quattro anni dopo, anno 1986: esce "Rispetto", terzo album del Nostro, ancora sotto il nome di Zucchero Fornaciari, ed è qui che si ha la vera svolta compositiva della carriera. Certo, non si hanno ancora picchi compositivi ("Diamante" docet), ma il buon vecchio Adelmo, ritmo nel sangue e chiodo fisso per l'inglese, in netto anticipo sui tempi, esplora terreni mai prima visitati grazie alla collaborazione di Gino Paoli, che firma il testo della stupenda "Come Il Sole All'Improvviso". Il resto è affidato all'ottima title-track, ma l'elemento che accomuna un pò tutta l'opera è la persistente malinconia (e da qui può partire la definizione di concept-album, pur con tutti i distinguo del caso) che il cantante conferisce ad un pò tutte le canzoni (Canzone Triste, Solo Seduto Sulla Panchina Del Porto Guardo le Navi Partir, e Torna a Casa, tanto per citare tre titoli esemplificativi).

La copertina è un altro piccolo capolavoro, con il bambino in pannolino che urla nel microfono da vero predicatore blues, con tanto di capelli tinti ed impomatati. Nel retro sembra di riconoscere lo stesso bambino cresciuto, nelle sembianze di Zucchero, ma che ora canta con più sentimento, più feeling. Adelmo si avvale, oltre che della produzione di Corrado Rustici, dello stesso Rustici alle chitarre e di un nutrito stuolo ("The Band") di musicisti d'oltrefrontiera. Ultima nota di colore, la composizione Nuovo Meraviglioso Amico, della quale dedicatario è Joe Cocker. Anche questo, si sa, fa parte della storia.

Chiudo con il solito commento che ormai riservo a molti artisti, dal quale Zucchero non scappa, essendo a mio parere uno dei più rappresentativi: sconfortante a dir poco. Forse Adelmo non pensava di trasmettere adesso quella malinconia che da giovane cantava con tanto orgoglio e che ora fa solo sospirare.

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