Niente di speciale. Sto seduto davanti al piccì, primo pomeriggio assolato dopo pranzo. Mi piace quando la luce inonda tutta la stanza, tengo giusto un poco la tendina della finestra abbassata, tanto per non esagerare con la bellezza. Getto un'occhiata verso l'ultimo cd acquistato, su consiglio di un amico. In copertina c'è un fiore, sembra colorato coi pastelli. Alla prima occhiata sfuggente mi era parso di vedere la copertina di Tago Mago dei Can, non saprei, misteri della mente. Decido di ascoltarlo, d'altronde me ne avevano parlato come di una bella ventata di musica, con dentro un po' di tutto: free-jazz, free-funk, free-qualcos'altro. Lo prendo e lo apro. Infilo il ciddì nel lettore. Vediamo un po' se la creatività odierna non è scomparsa del tutto. Speranza. Respiro profondo. E altri riti pre-primo ascolto. Poi, con decisione, premo play...

La musica inizia, soffiando i primi vagiti: sento subito percussioni e sonorità pigre e indistinte, che rimbombano da dentro una caverna; poi arriva sornione un basso, da lontano, che si muove pulsando. Pochi secondi e già sto tentando di ricordare gli artisti citati da più parti come fonti degli Zukanican; che volete farci, è la deformazione professionale dell'ascoltatore di dischi... Mi avevano parlato di Sun Ra, dei Bablicon, dei Funkadelic, degli Ozric Tentacles, dei Gong. Ed io avevo replicato sbigottito con esclamazioni proibite da certa credenza religiosa occidentale, tanto era vario il calderone musicale che sembrava prospettarsi davanti. Ma mi dico che quelle affermazioni vanno prese con le molle, perchè prima il disco devo ascoltarlo, poi si vedrà. Continuo quindi a sentire, e assorbo come una spugna. La prima traccia ha degli splendidi cambiamenti di percussioni, e sputa zaffate di ottoni. Trombe, sax e compagnia bella. Perché dopotutto di gruppo free-jazz si tratta, giusto? Però c'è anche qualcosa in più. A tratti mi ritorna in mente "The Isle of Everywhere" dei Gong, solo che qui il basso ipnotico segue un tempo diverso. Per il momento apprezzo. Ma è ancora presto per tirare conclusioni, no?

Poi all'improvviso un riflesso attira la mia attenzione. Guardo fuori dalla finestra. Scorgo una persona appesa al balcone di fronte. Sorrido, siamo alle solite. E' il signor P., che come ogni giorno sta facendo il suo numero da acrobata degli edifici. E' un buon diavolo il signor P., quasi settant'anni, fisico asciutto, capelli bianchi, abbonato al Corriere della Sera, ma con qualche rotella fuori posto. Per quello che vuol dire poi... E così, quasi come un rito pomeridiano, prima scavalca il suo balcone, e poi si arrampica sul palazzo. E la moglie, ormai con poca apprensione, tenta di recuperarlo. Intanto noi ci godiamo uno spettacolo di una mezz'oretta giornaliera. Ora il signor P. è arrivato al cornicione della finestra della sua camera da letto, accanto al balcone. Io seguo la scena con le percussioni in sottofondo. La tromba fraseggia libera con gli altri strumenti, sembra di sentire un mix di funk esotico e di "Bitches Brew" del vecchio Miglia Davide. Poi, all'unisono, uno scatto rapido del pensionato e della musica, che sembrano un tutt'uno. Pom. Pom. Pom. Poi, pian piano, la batteria scema, c'è un momento di calma. Anche il signor P. si blocca, restando appeso al muro del palazzo rossastro. La musica è saltellante, la batteria gioca con un sax impertinente e spigoloso. Il sole brilla sull'acrobata, immobile come una lucertola in attesa dell'insetto... La bocca della moglie si muove urlando, e la tromba del disco la segue. Attore e doppiatore, davvero niente male. Poi mi distraggo un attimo, perché si è innestato un ritmo avvolgente, che cresce in un mix sempre più acceso di batteria e bassi. Sempre di più, sempre di più, finchè un'eterea boccata di synth riporta alla calma. Niente da dire, una musica che si fa apprezzare, coinvolgente e ritmica. Mi piace proprio. Colonna sonora perfetta per questo pomeriggio, statico, brillante, sornione, vitaminico.

Ora sono ipnotizzato. Scena mancante. Pausa. Scena mancante. Trammmm. Rullata di batteria, mi sveglio di soprassalto. Fine del sogno, sono di nuovo cosciente. Dunque torniamo alla realtà, vediamo come prosegue la cattura dell'animale. Mmmhh... Mi pare male, perché il signor P. è arrivato al balcone del quarto piano, e la moglie non riesce neanche a scorgerlo. Si è mimetizzato dietro alcune piante. Scorgo gli occhi impauriti e divertiti del pensionato, come quelli di un animale domestico che si nasconde. Solo piccoli movimenti appena accennati, da vecchio professionista. La colonna sonora del film prosegue con dei flautini in stile indios, e le percussioni sembrano quelle ritmiche e lontane della giungla. Mi accorgo solo ora che il disco è zeppo di sonorità e di immagini tra le più disparate, ed una più bella dell'altra. Provo a fare il punto della situazione: allora, direi Sun Ra che suona insieme a Mowgli in mezzo alle liane; marasmi funkettoni e psichedelici che si mischiano agli ottoni di Eric Dolphy, però sott'acqua; riti colorati di vecchie tribù, mischiati a synth elettrici e bastardi. Adddirittura il pezzo "Ringa Ronga" parte e si evolve tra trance-fusion e trance-electro, proprio come gli Ozric Tentacles; per non parlare della splendida "Where are the Casualties", che echeggia in salsa elettronica l'Art Ensemble of Chicago. Siamo alla fine ormai. "Vague and Nebulous" sembra quasi nuotare in atmosfere cosmiche, con una tromba davisiana in stile "Ascenseur pour l'échafaud", però suonata in tuta da astronauta verde. Pezzo capolavoro. Il disco si chiude con fare da gentiluomo, passeggiando in pantofole nelle atmosfere di "Flying Teapot" dei Gong e di "Waka Jawaka" di Zappa.

La scena di fronte intanto è finita; il signor P., sorridente, torna al suo balcone come un esploratore ritorna da un viaggio: sporco, affaticato, ma pieno di cose da raccontare. La moglie accenna ad una ramanzina, ma poi lascia perdere. L'anziano si lascia cadere nella sua vecchia poltrona sul balcone, soddisfatto. Ora nella mia stanza c'è silenzio. Il sole si sta muovendo sul palazzo rossastro; ancora una volta il tempo sta cambiando. E una leggera brezza fa oscillare la pianta accanto alla vecchia poltrona, a sinistra, e un poco a destra. Pausa...

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