Fra il Texas e il Messico c'era una volta una chitarra con un suono sporco, ma così sporco...

Potrebbe cominciare così la fiaba che narra la storia dei "Tres Hombres", che sono appunto solo in tre ma di casino ne fanno per 100, e suonano come se nella band fossero il doppio. Un po' di blues, un po' di rock e tex-mex e il gioco è fatto, un suono irresistibile, che prima conquista il sud degli Stati Uniti e via via tutto il mondo. I migliori successi degli ZZ Top raccolti in questa compilation del 1992, edita da Warner. Ancora donne e barbe lunghe, i "Borrachos" non sembrano mai stancarsi di tutto ciò che ruota intorno al nome della band, e ciò fa pensare che il loro percorso sarà ancora molto lungo.

Ci sono tutte le più belle, cominciando da "Gimme All Your Loving" e "Sharp Dressed Man" che sembrano gemelle e stanno anche molto bene in coppia, con i suoni elettronici mescolati alla gracchiante chitarra del barbuto Gibbons, barba che è da decenni simbolo del gruppo, passando per la ballata (l'unica) "Rough Boy", e lo scatenato blues "Tush". Tutto d'un fiato, sapendo e sperando di poter andare avanti ancora per un bel po'. Si percorre tutta la storia del gruppo, "My Head's In Mississippi", gran dimostrazione della voce di Billy Gibbons, "Pearl Necklace", "I'm Bad, I'm Natiowide", tutte grandi hit della band, che si concede anche una cover, l'ormai troppe volte rivisitata "Viva Las Vegas", con l'aggiunta di suoni elettronici che da qualche tempo competono ai "double Z": ascoltabile. La colonna sonora di "Ritorno al Futuro parte 3" riporta nel pieno degli anni '80 per i suoni, anche se nel film è stata eseguita proprio da loro in persona, però in versione country (da vedere). "Gun Love" è l'altro inedito del disco, ma ci aspettano pezzi storici dopo "Give It Up", "Got Me Under Pressure", "Cheap Sunglasses", "Sleeping Bag" e "Planet of Women"; impossibile non citare l'intera tracklist, che continua a percorrere il passato degli ZZ Top, fra contorti blues in cui la chitarra non smette per un attimo di essere torturata piacevolmente, spingendo sempre più sull'acceleratore.

Il gran finale strepitoso, con "La Grange" che fa venire voglia di muoversi anche da seduti (chi non picchietta per terra con un piede o su un tavolo con le dita ascoltandola o è sordo o non ha mai ascoltato musica), trascinante come la gran parte delle canzoni qui contenute. Altro classico "Tube Snake Boogie", anche qui con esperimenti elettronici degni della fama trasgressiva e sovversiva che il gruppo si è creata negli anni, molti, quelli della loro lunga carriera, lunga più le barbe del chitarrista-cantante e del bassista Frank Beard; il batterista Dusty Hill per quanto riguarda la barba non aderisce all'idea degli altri due per motivi non ben compresi dall'autore della recensione, ma si adegua sorridente ad un bel paio di occhialoni scuri e ai capelli lunghi.

Recensire un "Greatest Hits" può suscitare polemiche e dissensi, ma un disco così è altamente consigliabile, e rispecchia benissimo lo spirito della band in 18 brani (comunque pochi), avvicinando anche i profani, e magari convincendoli a cominciare a fornirsi dei vecchi cd.

Concludendo, il Texas è e sarà patria di cowboys, ma anche di grandi musicisti, del rock, del country e soprattutto del blues, ed il trio Gibbons/Hill/Beard fa parte di tutto questo anche se a volte sembra non volerlo, distaccandosi dai canoni usuali della musica americana. Ma il "south" è anche questo, anche il blues, e il rock ancora di più.

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