Agli albori degli anni 70, nasce e si sviluppa nel profondo sud degli states (in zone come Florida, Georgia, le due Carolina, Alabama, Tennessee, Mississipi, Louisiana, Arkansas e Texas) un genere a denominazione d’origine controllata: il Southern Rock (Rock Sudista).
Country, Folk e Bluegrass vengono fusi con il blues-rock inglese, passando attraverso la svolta blues psichedelica hendrixiana (e degli stessi Greatful Dead), senza disdegnare repentine fughe in chiave swing o jazz. In altri termini, un filone musicale magari reazionario nei temi, ma assolutamente rivoluzionario da un punto di vista musicale, sia nel combinare diversi stili che nell’anticipare alcune soluzioni ed aspetti che saranno ripresi più avanti da altri generi. Lo scenario del southern rock è quello del classico Urban Cowboy con tutti i rischi che ne derivavano: non pochi artisti, ci hanno lasciato pure le penne, tant’ è che si è parlato, al riguardo, di un «genere musicale maledetto». In questo scenario si muovono inizialmente, i maestri ed i più grandi alfieri del boogie sudista: gli ZZ Top.
Se molte bands del southern contano line-up estese (fino a 7 elementi) in qualche caso anche 2 batteristi (ad es. Allmann Brothers) e spesso ben tre asce (ad es. Lynyrd Skynyrd), in questo caso c’é un solo axe-man, ma ne vale per tre: il suo nome è Billy Gibbons. Il terreno musicale in cui si forma questo immenso guitar-hero ed ottimo cantante è il blues elettrico e psichedelico della fine degli anni 60: la lezione è inequivocabilmente quella di Elmore James e Jimy Hendrix, seguitissima in Texas (quella terra che partorirà il figlio musicale di Jimy ed ultimo grande eroe del blues-rock: il compianto Stevie Ray Vaughan).
Sciolta la sua band d’esordio, i Moving Sidewalks, Gibbons forma nella città natale (Houston, 1949) gli ZZ Top adottando la classica formula blues del trio (chitarra-basso-batteria) che non cambierà mai: gli altri due coetanei, conterranei (texani) e membri originari sono (al basso e poco più avanti anche alla voce) l’altro barbuto Dusty Hill (Dallas, 1949) e (alla batteria) l’unico senza barba Frank Beard (Frankstone, 1949). Non abbandonando mai del tutto l’insegnamento hendrixiano, Gibbons e soci batteranno la strada del southern rock durante tutta la decade degli anni 70 ed imporranno un soundche li renderà unici nel panorama rock internazionale: un autentico marchio di fabbrica fedelmente esposto nel The Best Of (1977).
In esso, vengono ripercorsi i primi 4 albums (First Album, Rio Grande Mud, Tres Hombres e Fandango) da cui, rispettivamente, sono estratti: la piccola gemma dal titolo “Backdoor Love Affair”, la trascinante “Just Got Paid” e la prima grande hit, “Francine” (che li fa conoscere ad un pubblico più esteso), le strepitose “Waiting For The Bus”, “Jesus Just Left Chicago” e “Beer Drinkers And Hell Raisers” unitamente alla mitica cavalcata “La Grange”, nonché infine, il conosciutissimo e magistrale rock’n’roll dal titolo “Tush” (con un debutto in grande spolvero alla voce di Hill) e l’apocalittica ballata blues dal titolo “Blue Jeans Blues”. Insomma, quanto basta per consigliarvelo caldamente. Negli anni successivi questi eccentrici texani (con la loro immagine ingannevolmente ingenua ed alla buona, dimostrerano una sorprendente lungimiranza che ne giustificherà la lunga carriera) vireranno verso un sound più radiofonico anche se con venature piuttosto heavy, raggiungendo un clamoroso successo nella metà degli anni ’80, per poi ritornare (cavalcata l’era dei sintetizzatori ed avvertita per tempo la crisi del rock pesante) pian piano al basico e rovente boogie‘n’blues degli esordi, facendosi vedere ancora in giro ai nostri giorni, più tosti che mai.
Se a margine di ciò, consideriamo un look, solo in apparenza grossolano ed approssimativo, che li ha resi un’icona inimitabile nel frastagliatissimo e frequentatissimo circo del rock, in aggiunta ad un nome quantomeno originale, non è poi così difficile ipotizzare come i ZZ TOP siano destinati anche nel lontano futuro a chiudere una qualsiasi enciclopedia del rock ordinata, secondo regola, in senso alfabetico.
Filippo Guzzardi
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