Lo sgabuzzino di Carlo:

Inindipendence è un ubriacone sgraziato che resta stabilmente in piedi lottando con la fisica.
Post-rock che passa da essere particellare e senza i suoi pari a violenza atonale, senza la ben che minima possibilità di perdere il controllo della situazione sonora; con o senza muri.

Svanire nel nulla come il loro arrivo, questa è stata la conclusione; talmente tanto fuggevole da dimenticare persino le loro registrazioni. Thrill Jockey ma senza aver alcun merito per l'evoluzione della stessa.

La produzione di Bob Weston ha reso la sezione ritmica figlia degli Shellac, mentre la chitarra si destreggia tra le ruvide increspature di Sonic Youth, Don Cabellero, tentando di imitare l'inimitabile Slint-ismo di Spiderland-iana memoria incespicando in situazioni fin troppo matematiche.

La suspance slocore è un altro punto focale, Codeine particolarmente; lo sviluppo delle canzoni che varia sia nel tempo che nella metrica fa passare amareggiamente in secondo piano il lato più diradato e arido, un peccato.


...


"A Minor Forest Supports the Destruction of Mankind."

Carico i commenti...  con calma