Io, per esempio, una volta ho segnato un gol.

La palla arrivava da destra. In realtà la mezzala avrebbe voluto tirarla in porta – e meno male, ché se avesse voluto passarmela chissà dove l’avrebbe spedita - ed invece ti viene fuori l’assist perfetto. Ed io ero là: nel posto giusto al momento giusto come pochissime altre volte mi è capitato nella vita.

Sapevo che il terzino stava per piombarmi addosso con tutti i suoi 87 kg di stazza ma, per mia fortuna, aveva il culo basso e la velocità di un bradipo assonnato. C’era tutto il tempo di guardare negli occhi il portiere: sentivo il suo timore. Ora capiva che mangiare un panino con la porchetta prima di una partita non è un’idea così furba.

Mi allungai oltre le mie cartilagini, cosciente di andare incontro ad una settimana, almeno, di irripetibili bestemmie e feroci dolori.

E quando la palla entrò in rete, Lei era lì.

Se Lei ti sta guardando mentre giochi a pallone, se esulta quando segni un gol (anche se sei su un campetto di periferia sassoso e sconnesso e stai perdendo 14 a 5). Se è rimasta lì seduta su una scomoda panchina a guardare una decina di bizzarri ometti coprirsi di ridicolo e rischiare l’infarto, sguazzare nella fanghiglia ed insultarsi, allora, anche se non lo hai ancora capito, anche se non te lo meriti, tu sei un uomo fortunato. Fortunato e ricco.

Gli Dèi avversi potranno scagliarsi contro di te con tutta la loro ferocia, gli occhi crudeli della notte potranno spiare il tuo sonno, ma né la bruttezza del Mondo né la stupidità dei Discorsi Inutili potrà mai incrinare la Grazia di quello Sguardo benevolo.

Sguardo di Principessa che inorgoglisce il cavaliere, sguardo di Madre che protegge e cura.

Lei che è stata solo un progetto di madre per poco meno di quattro settimane.

Io so poche cose, ma so che esiste il Dio del Pop.

Deve esistere perché è assurdo credere che certe cose avvengano per caso. Come quando torni a casa ed hai salutato Marco per l’ultima volta, e non hai voglia di niente, accendi la tv e - è solo un caso? - su di un canale improbabile stanno trasmettendo “Blues Brothers”. O quando non ti hanno dato il lavoro e la radio, all’improvviso, ti regala una “Anarchy in the UK” lì nel traffico, così che tu non debba urlare da solo.

A tutti noi il Dio del Pop ha sorriso, almeno una volta.

Almeno una volta, quel vecchio, bonario capellone, ci si è seduto accanto, in silenzio come solo gli amici in certi momenti sanno e possono fare. Si è rollato una sigaretta ed è rimasto lì accanto ad aspettare.

Perché, Lui lo sa: tutte le cose passano.

E, quindi, io so che Lui e solo Lui poteva aver messo nella mia macchina questo CD. Il “Greatest Hits” degli Abba (perché io, lo giuro, non ricordo di averlo fatto). Solo Lui può aver spinto qualche mio conoscente a regalarmelo pur sapendo che straordinario stracciapalle io sia in fatto di musica e quanto io odii i Greatest Hits. E, infine, solo Lui può aver fermato la mia mano quando io – spocchioso babbeo – avevo deciso di buttare quel disco nella spazzatura.

Perché, vedete, quando i Pianeti sembrano convergere sulla tua quarta casa e la Luna è in trigono, qualunque cosa ciò voglia dire, insomma quando sembra che tutto ti vada di culo, allora non puoi certo starti a guardare gli alluci.

Corri a casa con Lei.

Perché, lo sappiamo, tutte le cose passano. La Felicità è una divinità stronza e beffarda che non ama stare a lungo nello stesso posto.

E, di certo, in macchina con Lei non ascolti una suite prog, né un quartetto d’archi o un jazz d’annata, né – di sicuro – del brutal metal o un intelligentissimo cantautore.

No.

In certi momenti ci vuole solo del sano, colorato, inutile, sguaiato Pop. Roba come gli Abba, con quei capelli cotonati, il trucco improbabile, i lustrini tipo feste di paese ed il sorriso stampato e fisso. In certi momenti si deve cantare, cantare con Lei.

Cantare per Lei.

Anche se la Scienza ancora non lo sa (o forse si rifiuta di dirlo) esiste una forza fondamentale nel Cosmo, una energia che muove le cose: è la Forza Universale Del Ritornello. E gli Abba sanno come si compone un ritornello. Questi ci sanno fare. Questi sanno come si costruisce una canzone.

Loro sono in missione per conto del Dio del Pop.

Ed in questo disco, quei ritornelli, ci sono tutti: “Waterloo”, “Mamma Mia”, “SOS”, “Dancing Queen”, Fernando”. Ché, quando non sai le parole, fai “na na nà nà”. Che ti frega! Poi canti il ritornello!

Perché è questa la musica che vuoi ascoltare quando hai stabilito che, ok, il Mondo si merita un’altra occasione.

E deve essere un “Greatest Hits”, così non corri il rischio di non saperne qualcuna.

Si, questa è l’unica colonna sonora possibile quando stai correndo a casa perché hai deciso che al Mondo c’è posto anche per un’altra persona.

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