Per chi ascolta black metal ed extreme metal in generale, il nome Abigor non ha bisogno di presentazioni.
La band austriaca, che proprio ora festeggia il significativo traguardo di 30 anni di carriera, può essere senza dubbio considerata tra i veterani assoluti nei generi sopracitati. Sin dalla loro formazione, gli Abigor hanno preso e fatto loro il black metal, mantenendo un'identità importante ed evolvendo in modo ponderato e costante il sound feroce e maestoso, indipendentemente dalla moltitudine di contaminazioni sinfoniche, dissonanti, e futuristiche che lo hanno arricchito nel corso degli anni.
Mi piace usare l'aggettivo maestoso per enfatizzare come, nonostante i numerosi cambiamenti, questa band sia sempre stata in grado di comunicare i propri intenti musicali con classe. Spesso elevandosi e separandosi da molti loro contemporanei, in queste tre decadi gli Abigor hanno rilasciato diversi capolavori, come il rivoluzionario Nachthymnen (From the Twilight Kingdom), che ha avviato una straordinaria serie di dischi dal 1995 al 1999, ma anche quell'inferno cybernetico che risponde al nome di Fractal Possession (2007), che non solo segnò il loro ritorno dopo una temporanea separazione a metà degli anni 2000, ma riaccese anche la loro fiamma creativa a suon di sperimentazioni elettroniche ed industrial. Più recentemente nel 2020, gli Abigor hanno rilasciato un instant classic con Totschläger (A Saintslayer's Songbook), consolidando ulteriormente il loro status nell'underground e non.
Totschläger... fu per me la perfezione (o quasi) per questo genere di musica. Tutt'oggi lo ritengo l'album migliore degli Abigor. Il loro zenith. Il loro magnum opus. Assoluta violenza sonora attraverso maestria compositiva. Memorabilità, ma senza compromessi. Elementi classici fusi ad un approccio moderno. E potrei continuare per ore cercando di spiegare il genio dietro quell'incredibile album.
Siamo ora nel 2024 e finalmente, dopo diversi rinvii questo album viene finalmente rilasciato. Ebbene, è possibile emulare la perfezione? È possibile per un artista ripetere i suoi momenti creativi più alti ed importanti avvenuti durante un così lungo percorso artistico? Non si può. Ma si può imparare da essi. Fortemente. Ed è proprio ciò che gli Abigor hanno fatto su questo nuovo traguardo musicale, un nuovo eccellente manifesto di malvagità fatta musica.
Taphonomia Aeternitatis... è senza dubbio il lavoro più avventuroso della band. In un certo senso molto simile al precedente Totschläger..., raccogliendo alcuni dei suoi migliori tratti: songwriting sofisticato, riffing ispirato e un cantato istrionico da parte del solito, mostruoso Silenius che, ancora una volta, completa la formazione seguito dalle due principali menti creative della band, T.T. e P.K.; gli elementi sopracitati ora fungono da collante in un sound molto più d'avanguardia e quasi progressive, che richiama, inoltre, alcune sfaccettature già viste in passato, principalmente su album quali Fractal Possession e Leytmotif Luzifer, nonché il loro split-album con i francesi Blacklodge.
Se durante i primi ascolti Taphonomia Aeternitatis... si presenta come un album assolutamente travolgente e difficile da digerire, ascolto dopo ascolto brani come Halt the Wheel of Timeless Change, Feasting on the Prophet's Blood, Cult of Elder Chaos o Burning Hell mi hanno assolutamente conquistato grazie alla loro potenza sonora devastante, fatta di riff complessi e convulsi, drumming tecnico ed un quantitativo enorme di dettagli, esasperati da una produzione wall of sound. Un muro sonoro ancora adornato da alcuni orpelli orchestrali, in cui l'intensità ogni tanto si abbassa, per lasciare spazio a dissonanze e melodie, voci femminili (che rimandano ai primi lavori della band) e cantato pulito dal sentore teatrale.
Sebbene il black metal rimanga il terreno fertile su cui il sound degli Abigor cresce, inarrestabile, brani come Soldaten Satans, Extermination Angel, Forniotrs Weltenreise o la mia preferita, il brano che conclude l'album, Morning Star Antropophagia, sono senza dubbio tra le composizioni più folli che questa band abbia mai scritto!
Crescendo colmi di virtuosismo e parti sulfuree e atmosferiche contribuiscono a rendere l'album un piatto prelibato per chi ama il metal estremo - e la musica in generale - a tinte assolutamente eclettiche ed eterogenee, sviluppando e mantenendo, al contempo, la ferocia implacabile che definisce l'album da inizio a fine. Un massacro grandguignolesco in otto parti.
Sono assuefatto da questo album, ma se siete arrivati qui, credo che questo sia più che scontato ormai! Cerco sempre di scrivere poco e di comunicare il giusto con le mie recensioni, ma in questo caso mi è impossibile trattenere la voglia di raccontare così appassionatamente ed in dettaglio il primo, meraviglioso, straordinario capolavoro extreme metal di questo 2024.
Un album che non solo rappresenta l'inesauribile vena creativa di una band leggendaria, ma che alza la posta in gioco per tutti coloro - dalle band di simile caratura, alle nuove leve - che ancora si impegnano a tenere in vita e ad innovare questo genere di musica così ostico e malsano, cercando di lasciare il loro nome, il loro marchio, inciso in quella che gli Abigor stessi definiscono arte suprema e immortale.
Un saluto ai lettori di Debaser!
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