"Amateci oppure odiateci ma non cercate di imitarci visto che realmente non apparteniamo a questo pianeta"
Sbirciando nel booklet cade l'occhio su questa frase alquanto controversa che sicuramente non aiuta i nostrani ABORYM ad attirarsi particolari simpatie da parte di un pubblico italiano che in ambito metal (lasciatemelo dire) rimane un tantino chiuso e con l'occhio sempre rivolto a ciò che ci arriva dal di fuori.
Sinceramente anche io sono il primo a rimanere perplesso su questa dichiarazione ma dopo aver ascoltato l'album in questione c'è veramente da ricredersi. Insomma diciamoci la verità sarò di parte perchè io amo alla follia la creatura di Malfeitor Fabban & soci, ma secondo me chiunque ricerchi distruzione, nichilismo e assalti sonori nella musica non può rimanere indifferente alle capacità tecniche e compositive del combo romano. Se l'esordio Kali Yuga Bizarre nonostante la sua ottima fattura (sia ben inteso), fosse ancora in un livello di pseudo-transizione artistica, e l'ultima fatica With No Human Intervention oscilli tra songs memorabili e altre di gran lunga sotto la media, questo Fire Walk With Us è per il sottoscritto la punta di diamante del gruppo capitolino.
Ma andiamo con ordine: la produzione innanzitutto, bistrattata un po' ovunque, ma secondo me in ambito Industrial Black Metal non ha quasi eguali, con una drum machine che toglie il fiato e sempre in primo piano,specie nei frenetici passaggi (ascoltatevi le accelerazioni di "Love The Death As The Life" per crederci) e una voce... bè la sola prestazione di Attila Cshiar ("Mayhem", "Tormentor", "Plasma Pool") è un capolavoro a sè.
Le chitarre sono invece sature, compresse, pesanti e marziali, e a mio avviso nonostante il loro volume risulti in qualche frangente troppo basso, ben si integrano nel Chaos generale generato da questi Alieni (!?) assetati di conquista!
Per quanto riguarda le singole canzoni ognuna penso abbia diritto di un commento a parte: dall'opener "Our Sentence" fino alla 5 "Here is no God S.T.A." (traccia di pura e alienante techno-trance) siamo su livelli incredibili, il cui apice resta sicuramente "Love The Death As The Life", in cui le lezioni dei MysticuM (maestri indiscussi nonchè tra i padri fondatori di tali sonorità) si fanno ben sentire nelle accelerazioni, senza dimenticare che il riff posto nel finale potrebbe far smuovere dalla sedia persino un morto! Altra track memorabile è la strumentale "White Space"classico esempio di metal industriale, con tanto di chitarre spesse e rallentate, assoli schizofrenici, voci campionate e chi più ne ha più ne metta! Con la traccia n.6 "Total Black" invece si spinge un po troppo sull'acceleratore, risultando a mio avviso il pezzo più indigesto (e anche meno convincente del lotto) se non altro per la sua eccessiva durata, ma niente paura, con la successiva "Sol Sigillum" si respira di nuovo aria di capolavoro. Molto diversa rispetto alle precedenti si tratta di un pezzo riconducibile per certi versi a un certo dark ambient apocalittico, sulle orme di primissimi Raison D'Etre, in cui si ha davvero l'impressione che la fine del mondo non sia poi così lontana da come la si immagina. E ora è il turno della cover di una delle canzoni più geniali ed evocative mai composte, signore e signori "Det Som En Gang Var" di un certo Burzum per chi non lo sapesse! Certo l'originale è un altra cosa, ma sempre con quel tocco industrial che non guasta mai gli ABORYM riescono ancora una volta a colpire nel segno, rispolverando un vecchio classico in chiave estremamente moderna (con tanto di tunz-tunz finale che però non rovina assolutamente l'atmosfera ricreata).
Ci si avvicina al termine dell'album affidato alla tetra, nonchè inquietante "Theta Paranoia": un semplice rumore a intervalli regolari ci giunge per piu di 2 minuti, sfociando poi in un altra track di dark ambient minimalista e fortemente d'impatto. Si forse si poteva concludere con un traccia più simile a quelle poste in apertura, visto che la seconda parte dell'album si muove su sentieri più "soft" (si fa per dire), ma in fondo ci va bene anche così!
In conclusione vi è da ricordare che questo non è sicuramente un album per tutti i gusti, visto la sua forse esagerata versabilità nello spaziare su territori musicali anche ben distanti fra loro, ma i fan di un black metal moderno molto debitore a sonorità elettroniche ed industriali apprezzeranno sicuramente questo lavoro.
Consigliato ai fan di: MysticuM, Diabolicum, Black Lodge, Axis Of Perdition, Anaal Nathrakh
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