Importanti avvenimenti hanno coinvolto gli Aborym dai tempi dell'uscita del precedente "With No Human Intervention" (2002) ad oggi: tanto per cominciare il passaggio di etichetta, dalla nostrana Code666 alla grandissima Season Of Mist, e poi i cambiamenti di line-up che, con il ritorno di Attila Csihar nelle file dei MayheM ed il totale coinvolgimento di Seth Teitan con i Dissection, hanno lasciato la band di Malfeitor Fabban e di Nysrok con la necessità di rifondare metà della line up.

Poco male, devono aver pensato i nostri, è l'occasione giusta per rinfrescare un po' le coordinate stilistiche del combo: ed ecco quindi Prime Evil alla voce, conosciuto in qualità di chitarrista dei leggendari Mysticum, un cantante dalla voce malefica ed evocativa che poco ha da invidiare a celebratori degli Abissi quali Maniac, e finalmente un drummer in carne ed ossa dietro le pelli (e che drummer!), un certo Bard "Faust" Eithun… Così rinnovata, la band si è apprestata a dare seguito ad una discografia di assoluto rilievo che, partendo dai fasti dell'esordio "Kali Yuga Bizarre" del 1999, ha portato il combo capitolino al riconoscimento internazionale con il devastante terzo e precedente lavoro.

Gli Aborym targati 2006 sono una band quadrata, aggressiva, violenta ed ancora una volta in grado di stupire i propri fan ed i propri detrattori con una prova maiuscola nella quale le classiche coordinate stilistiche vengono una volta di più reinterpretate ed allargate, fino a contenere nuovi orizzonti sonori che, ne siamo certi, detteranno una volta di più il futuro evolutivo del genere. Il classico Aborym-sound, fatto di un Black Metal violento ed ipnotico, dominato dalla passione per le macchine e per la commistione fra generi diversi, si è arricchito questa volta di tematiche care al Dark Ambient e che non sembrano immuni dall'importante esperienza condotta da Malfeitor Fabban nei seminali Void Of Silence: rimasta per anni latente, oggi questa impronta sembra più evidente ed in grado di condizionare, almeno in parte, il suono della band. Suono che per il resto si è fatto ancor più maestoso, ancor più carico di elementi classicheggianti e, allo stesso tempo, ancor più vicino all'imprinting degli Antichi, come il riffing di celticfrostiana memoria di "A Dog-Eat-Dog World" sta a dimostrare.

Black Metal disumanizzato, veloce ed aggressivo, quindi, unito alla passione per gli Antichi e ad una sana voglia di irrompere in territori più propriamente Dark Ambient ed in alcuni rari casi addirittura EBM: queste sono le caratteristiche del nuovo lavoro degli Aborym, una band costantemente alla ricerca della propria identità e mai contenta del risultato raggiunto.

"Generator" è un album intenso, vario, aggressivo, drammatico e molto spesso anche parecchio atmosferico e sognante: un altro centro per una band che non si stanca mai di segnare la via a chi viene dopo di lei.

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