GI@CINTO PL@
LA RADURA ABISSALE:
IL NULLA ED IL SUBLIME
UNA NASCENTE ONTOLOGIA DELL’OPERA
D’ARTE
ABSTRACT
Cap.1
L'INTERPRETANZA DI GIVONE: L'AB-GRUND,L'ANGOSCIA ED UN NUOVO PARADIGMA DEL SUBLIME.
Cap.2
CONTEMPLANZE DEL SUBLIME TRA CLASSICITÀED
I SENTIERI INTERROTTI
Cap.3
ANALITICA DEL SUBLIME DI KANT:SUBLIME MATEMATICO E DINAMICO.
Cap.4
UNA NASCENTE ONTOLOGIA DELL’OPERA D’ARTE
-LA SUBLATIONE:ANASSIMANDRO-LONGINO-PLOTINO-KANT-BURKE
FRIEDERICH-HEIDEGGER-PAREYSON-PROUST
-L' IMAGO SUBLIME: SCHELLING-HÖLDERLIN-FRIEDRICH
-MUSICA E FILOSOFIA: PLOTINO-PLATONE
-PROCLO-IL MITO DI KALIPSO
-L'EVENTUANZA SUBLYME E SUBLATIONE SUBLIME NELLA MONDITÀ
-ERACLITO
-L'EPIGENESI DELLA DYNAMIS SUBLIME O TRANSDYNAMICA TRANSUBLIME
-PLATONE E ARISTOTELE
-LEIBNIZ E THOM
-PLOTINO E LA SUBLATIO SUBLIME
ABSTRACT
L'interpretazione givoniana dell'estetica kantiana, il dispiegarsi e l'eventuarsi del tema dell'abissalità delineano un nuovo paradigma del sublime:si è in presenza dell'arkè o priorità o singolarità di una tesi sul sublime,sorgente dalle lezioni e dalla poetica narrativa del nostro.
Si delinea una gestell o struttura o impianto dell'opera sul sentiero di un'analitica dell'esserci o dasein-analytik, assentemente presente in Kant,per interpretare l'analitica della bellezza e l'analitica del
sublime.
Il mito del sublime,quale bellezza in estasy instabile,fluttuante, assentemente presente, si svela solo nell'infinito o nel senza-fine o nell'abisso.
Si offrirà,preliminarmente,una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità.
Si approderà infine ad una ontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-bellezza heideggeriana già compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana.
La lettura di Givone getta, nel pensiero della mondità,l'eventuarsi dell'abissalità.
Quel che seguirà è intriso di quella pregnanza e salienza.
Cap.1
L'INTERPRETANZA DI GIVONE:
L'AB-GRUND,L'ANGOSCIA ED UN NUOVO PARADIGMA DEL SUBLIME.
Quale filosofo a noi contemporaneo ha indicato il sentiero per intraprendere un'Ermeneutica ed un'Interpretazione Ontologica e non solo un Analitica della bellezza e del Sublime?
Quando si è di fronte al Sublime o all'Ek-stasi del Sublime,si è di fronte ad un'Estasi ma anche ad un Ab-grund,un Abisso quindi ad un non-Ente,Niente,Nulla.
Ciò comporta non solo paura,timore,piacere,dispiacere ma,come dice Heidegger,il senso dell'Angoscia.
Perchè di fronte al Sublime è assentemente presente il Nulla, il non-Fondamento.
E' possibile delinare un nuovo paradigma nelle lezioni e nei testi di S.Givone.
Prima,però,è utile un confronto confronto con lo stato dell'arte.
Una dimensione metamorfica, dinamica, plastica, è registrata, in forme diverse all'inizio del novecento, nell'arte (es.espressionismo e futurismo).
La scienza, di un quadro, misura le coordinate rispetto alle pareti della stanza,si si pone il problema della chimica dei pigmenti,scende ai livelli quantizzati di molecole e atomi che restituiscono i colori.
Non si è domandata qual è il messaggio dell’artista.
Le configurazioni del Sapere Epistemico e le Ontologie Ermeneutiche, si sono concentrate solo sull' Ontica, sulle entità narrate.
L’Interpretanza Ermeneutica ed Intenzionale non si cura di offrire una Fondatezza alla Nuova Epistemica,alla Physis Immaginaria, alla Temporalità Ontologica; men che mai dà fondamenta alla struttura
ontologica dell’Opera d’Arte.
L’Ontologia classica ha eluso la Fondatezza non matematica della Matesis,la Fondatezza non logica del Logos,quella non mitica del Mitos,lanon epistemica della Epistemè,la non tecnica della Technè,la Fondatezza non seriale dell’Opera d’Arte.
E’ utile intraprendere perciò il Sentiero Interrotto dell’Ontologia dell’Opera d’Arte, gli studi e le ricerche dell’Ontologia dell’Opera d’Arte.
In Aristotele la metabolè (cambiamento,rovesciamento,catastrofe inattesa) è la transizione fra stati relativamente stabili,è il momento culminante della struttura della tragedia ed è collegata con la catarsi, che è a sua volta un cambiamento di stato dello spettatore.
Le forme hanno una loro dinamica ed accanto ai domini di stabilità si osservano situazioni nelle quali piccole modifiche provocano grandi cambiamenti,allora emerge una nuova forma, cioè si produce una
catastrofe,un nuovo livello di stabilità strutturale del fenomeno.
La morfogenesi si occupa di studiare tali processi e i cambiamenti di forma vengono denominati catastrofi.
Secondo il Principio di Indeterminazione di Heisenberg, in fisica per vedere un micro-oggetto dobbiamo agire su di esso con strumenti che modificano condizioni del sistema.
Peraltro,l'immagine retinica dell’oggetto percepito varia in continuazione,tuttavia esso viene percepito come lo stesso oggetto finché le sue variazioni non lo perturbano troppo:a livellopercettivo, è questo il problema della stabilità strutturale e del cambiamento
“catastrofico”.
La fisica dello spazio curvo(Einstein)e il principio di indeterminazione (Heisenberg), e per quanto concerne la morfologia del vivente (d'Arcy W.Thompson) la forma non appare come un dato ma come un processo, come l'esito di metamorfosi regolate da leggi geometrico-topologiche.
La teoria delle catastrofi di Thom,lo studio dei processi morfogenetici, della stabilità strutturale e del passaggio,catastrofe,ad altri stati
strutturalmente stabili,si è mostrata ricca di interessanti conseguenze scientifiche e filosofiche.
Petitot ha mostrato come il significato epistemologico della teoria di Thom sia compatibile con il kantismo:non era forse uno dei cardini della Critica della ragion pura quello di insistere sul carattere
costitutivo di conoscenza scientifica della geometria e della matematica,cioè,in linguaggio kantiano,sul fatto che la matematica è fatta di Giudizi sintetici a priori?
I modelli scientifici della fisica, per Thom non sono in grado di spiegare il comportamento dei fenomeni di morfogenesi, di produzione delle forme mentre i modelli catastrofici forniscono intelligibilità a
fenomeni apparentemente molto diversi tra loro.
La dinamica non lineare moderna (da Poincaré a Thom) ha stabilito che le traiettorie nello spazio geometrico sono strutturalmente stabili solo per un certo intervallo, fuori da quell’intervallo si salta
su traiettorie diverse con una transizione rapida (biforcazione)e a volte discontinua (catastrofe).
Le geometrie non euclidee( nodi, dei tori, anelli, etc.) si interessano delle trasformazioni. Lo spazio viene considerato come un "corpo in
trasformazione" e la geometria assume il compito di trovare leggi metamorfiche.
Per la teoria delle stringhe, oltre agli elettroni e ai quark,c'è un altro livello di struttura,un piccolo filamento di energia vibrante;questi filamenti vengono "piegati", arrotolati, in una configurazione
descrivibile attraverso una geometria dei nodi o dei nastri.
Il paradigma della complessità,a sua volta, contrappone alle traiettorie lineari della fisica classica, forme inaspettate e fenomeni di cui non
possiamo prevedere l’evoluzione linearmente, a partire delle condizioni iniziali.
Il punto di vista della complessità afferma, contro l’ideale di spiegazione scientifica deterministica-causale della fisica classica che la realtà è un organismo, un nodo di relazioni dal comportamento disordinato, non prevedibile:l’indeterminazione è costitutiva del
divenire.
Caratterizza il modello della complessità: la critica dell'ideale meccanicista della conoscenza e la concezione della conoscenza come relazione, e come conoscenza di relazioni, di insiemi organizzati o
sistemi le cui parti sono in interazione dinamica.
Il paradigma della complessità contrappone alle traiettorie lineari della fisica classica, forme inaspettate e fenomeni di cui non possiamo prevedere l’evoluzione linearmente, a partire delle condizioni
iniziali.
Le teorie della fisica,della geometria, della sociologia, dell'economia, della matematica e della biologia sono rette da epistemologie instabili e
fluide, ciò che si vuole analizzare è la turbolenza e il caos.
Per la biologia si introducono sistemi di analisi e previsione
morfofilogenetiche.
“Il problema centrale della biologia è la problematica della forma della Morfogenesi da Goethe a Geoffroy- Saint-Hilaire a d’Arcy Thompson.
Ci si dovrebbe chiedere se la maggioranza delle forme biologiche non sono costrette, a causa della loro stabilità interna, a una fissità di principio,così che il salto da una forma-tipo ad un’altra dovrebbe
determinarsi molto rapidamente catastroficamente”(Thom, Rivista di Biologia - 2002).
L'arte ha lavorato sull'idea di creazione, più che di clonazione, molto prima della biologia.
Cap.2
CONTEMPLANZE DEL SUBLIME
TRA CLASSICITÀ
ED
I SENTIERI INTERROTTI
E' preliminare,un'analisi delle contemplanze del sublime nella classicità quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico eventuato già da Anassimandro sia nell'Apeiron sia nell'archè,quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti:presente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime,ovvero quale entità sublime in trascendenza,presente solo nell'immaginazione della purezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine, sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana.
L'Apeiron dei quanta non è mai irreversibile:c'è sempre un senza fine infinitesimo,una abissalità senza fondale ove si autoeventua il sublime quale clinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento o della singolarità o ereignis.
A quella visione quantica,si aggiunse una dinamica del sublime
interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica,quale coercizione categorica del panta-rei eraclitiano:qui la purezza è catarsi e la sua fenomenologia suscita quel sentimento o quella tensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant,tanto da eventuare il fenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e noumenico.
Ma nessuno si è ancora chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una musa del sublime.
Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel mito di Kalypso la disvelatezza del mito del sublime,quale bellezza in estasy instabile,fluttuante, assentemente presente o che si svela solo nell'infinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità dell'etere o che aleggia sempre entousiasta, nell'eventuarsi sempre ab-scissa
dell'essere-sublyme in mitica alterezza quale bellezza-sublime o sublime-bellezza.
La Seynweg condurrà l’Ontologia dell’Opera d’Arte verso la Radura libera dalle scorie della Volontà di Potenza, della Technè, dell’Epistemica Tecnica vittima del Pensiero Calcolante.
Per raggiungere i Sentieri Interrotti quindi la Fondatezza non tecnica della Technè e il Fondamento non epistemico dell’Epistemica, la Physis dell’Opera d’Arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica
dell’Essere animato.
Il luogo ove storicamente quegli eventi si evidenziano è la Gestell dell’Opera d’Arte quale Epistemè dell’ "Essere alla mano", saper fare poetico.
In una ricognizione dell’Ontologia dell’Opera d’Arte si dis-velerà un Sentiero Ininterrotto attraversante sia la Matesis Topologica, sia la Technè Epistemica, sia l’Epistemè abbandonata dall’Ontologia classica al Nihilismo senza orizzonte, senso e salvezza.
Purtroppo per gli artefici dell’oblio dell’Ontologia dell’Opera d’Arte, quella presenza si dispiega anche nelle Fondamenta del Pensiero Calcolante della Technè e nella Decostruzione Ermeneutica e, fin’anche,nell’Ontologia classica.
Le Epistemiche Mondane gettano l’oblio solo per comprendere la verità dell’Ente.
L’Opera d’Arte non sarà mai solo l’Entità Epistemica, infinitamente interpretabile secondo l’Ermeneutica narrativa, ma discopre, sempre presente, la Differenza Ontologica dell’Essere.
La Verità dell’Essere soggiorna nel corso nell’Immagine dell’Opera d’Arte quale Singolarità Ontologica che si dis-vela dal Nulla, dal suo essere sempre il non-Ente, senza essere mai il Niente.
L’Essere Opera d’Arte sarà così libera dalle Entità e dal Niente, per essere solo opera, senza Tecnica né Epistemica.
L’Opera d’Arte si dà quale Essere che re-esiste nella Radura Abissale:per re-esistere quale Opera d’Arte non necessariamente Epistemica, Ermeneutica o Ontica ma autenticamente Ontologica o Ontopoietica.
La Differenza Ontologica lascia all’Epistemica la Destinanza delle Entità Mondane e custodisce l’Aletheia della Physis dell’Essere quale Templarità Iconica della Topologia Ontologica dell’Essere.
È questa la Differenza Ontologica della Temporalità e Templaticità dell’Opera d’Arte.
Qui si discopre la Differenza anche nell’opera fatta a mano, immagine o suono o voce che sia.
Il manufatto dell’Esserci si adegua alla Temporalità delle Entità Mondane senza discoprirne l’Ontologia della Physis.
L’Arte per Esserci o l’Arte-per-la-Mondanità privilegia sempre e comunque l’Ontologia del presente e si adegua alla Verità Epistemica del Mondo.
Un nuovo orizzonte viene alla luce e sarà caratterizzato dal discoprirsi della Radura ove soggiorna l’Essere libero dall’Imperativo Categorico della Volontà di Potenza dell’Epistemè e dalle necessità del Pensiero Calcolante,adeguante meccanicamente, l’Essere alle Entità o alla Mondanità Ontica.
Nel suo discoprirsi, l’Ontologia dell’Arte lascia,invece, l’Essere libero in tutti i campi del sapere.
L’Arte ama nascondersi ma nel medesimo istante, per paradosso epistemico o ermeneutico, l’Esser-Arte ama dis-velarsi, ama discoprire la sua Radura Abissale.
Holderlin, nella sua ontopoiesis, com-prese l’Ontoepistemè quale pensiero che abita poeticamente lo spazio della Radura creata dalla dismittenza dell’Opera d’Arte in prossimità e in lontananza degli
dei in fuga.
Mentre l’Epistemica-Technè discopre solo una Varietà della Verità,l’Ontoepistemica disepistemica dell’ "Essere Creata"dall’Arte disvela le Infinite Varietà Ontoermeneutiche dell’Aletheia.
L’opera d’arte si com-prende e ci com-prende:è l’Ontoepistemica dell’imagine che si discopre giacchè l’Epistemè-Technè ha gettato l’oblio sulla loro ontogenesi per lasciare affermare la com-prensione
della volontà di potenza imperativa, degli ideali epistemici, della morfologia delle entità mondane.
L’ontoepistemica non si svelò mai nel pensiero e nell'ontologia classici,men che mai nell’epistemologia ermeneutica,giacchè si è sempre conservata criptata e custodita nell’essere dell’opera d’arte.
Solo con l’eventuarsi del pensiero poetante si consentì
all’ontoepistemica d’essere com-presa anche dall’esserci-pensante oltre che dal musagete poetante.
Il musagete com-prende poeticamente-disepistemicamente: mai cerca di affermare o imporre un metaparadigma per la comprensione della physis e della matesis.
C’è un’ontosonanza e un ontovisione che si eventua alla presenza ontoepistemica del musagete.
L’ontovisione dell’essere è la visione ontologica dell’esser-arte, la risonanza ontologica dell’aletheia dell’essere compresa solo dall’ontorisonanza del musagete.
L’epistemica o l’ontica negano l’evidenza e l'esistenza di quella comprensione:l’esistenza dell’ontovisione e ontosonanza giacchè, per loro, l’unica visione possibile è quella della mondità.
Né il pensiero classico,né l’ontologia classica heideggeriana hanno disvelato quell’oblio,né la metaepistemologia quantica o
frattale,probabilmente egemone nel futuro,dispiegherà.
Si è già oltre l’epistemologia classica grazie alla presenza del meta-paradigma della physis quantica del vuoto immaginario,morfogenesi della matesis negativa o immaginaria,quale possibile paradigma della
metaepistemica futura.
Nel corso della temporalità, la metaepistemica non si è mai disvelata o si è discoperta,assentemente presente,solo nell’esserci pensante del pensiero poetante quale com-prensione dell’essere dell’entità
dell’opera d’arte.
È possibile che la metaepistemica consenta la messa in opera di un nuovo meta-paradigma epistemico-ermeneutico.
Forse potrà sorgere una nuova meta-epistemica della technè, tale da consentire l’emergere di un meta-paradigma aldilà della classica
metafisica-ermeneutica-epistemica.
L’ontoepistemica che c’è già e si dispiegherà solo quale com-prensione della physis e della mathesis ontoparadigmatica, mai esisterà un paradigma ontologico per disvelare l’essere opera d’arte.
Con l’EsserArte si eventua la disascosità dell’Aletheia mai adeguata onticamente,epistemicamente:sottratta all’evidenza della Mondità ma
visibile alla contemplazione del Musagete.
Quando si legge o si ascolta una poesia, quando si contempla una immagine, quando l’inaudito aleggia dal talento del Musagete è all’opera la verità dis-ascosta della dis-in-veratezza dell’Esser-Arte.
In una Nascente Ontologia dell’Opera d’Arte si può rispondere all’enigma della Destinanza dell’eSSere.
La qualità di Destinanza, si dis-vela quale Sentiero che l’Opera d’Arte traccia, o getta nella Mondità, quale Destino Ontologico dell’Essere.
L'Opera d’Arte eventua la Destinanza dell’Essere.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte discopre la Fondatezza della Differenza Ontologica presente sia nell’Essere che nell’Esserci delle Entità prima che esse vengano comprese dalle Epistemiche della Mondità.
Si comprende l’originalità dell’Opera d’Arte:la sua Destinanza Ontologica non subisce mai la "Dettattura"Epistemica dell’Essere dell’Ente.
Quella eventualità può essere tangente alla Technè ma mai decostruire l’Essere Arte.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte non sarà mai una semplice estetica dell’Esserci giacchè i sensi sono dispiegamenti dell’Esserci e possono solo percepire le Entità Ontiche.
Le Verità Epistemica o Ermeneutica si adeguano alle Verità, la Verità dell’Opera d’Arte disvela l’Essere delle entità e non solo.
C’è una Differenza Ontologica nell’Ontica della Verità:una Verità Epistemica fondata sui modelli della Matesis e una VeritàErmeneutica narrativa.
L’Esser-Arte,invece, eventua l’Aletheia Ontologica quale messa in opera dell’Essere nell’Opera d’Arte.
Solo la Verità messa in opera dall’Opera d’Arte,discopre sia l’Ermeneutica sia l’Epistemica Ontologica dell’Essere Arte dell’Essere.
La Verità è sempre presente nell’Opera d’Arte, al di là della storia e delle Entità Clonate della Technè.
Come mai solo l’Opera d’Arte riesce a trascendere il corso della storia o della Temporalità?
Tra le tante ipotesi quella più ontologica è la messa in cura della Verità dell’Essere.
L’Essere in opera lascia libertà d’essere all’Arte,ed al Mondo; lascia libero il Nihilismo della Tecnica di clonarsi:senza decostruirsi nella sua Gestell, nella sua struttura ontologica.
Anche quando il WerkSein si sottrae per lasciare libertà di dispiega-menti mondani alle Entità Epistemiche,abita disascosto, assentemente
presente,l’Esser-Arte.
Il suo essere dis-ascosto si eventua nel sottrarsi,nel Gettarsi oltre il Nihilismo della Technè Mondana, oltre il tramonto dei Paradigmi Epistemici ed Ermeneutici.
L’Esser-Arte dell’Abisso,dell’abGrund eventua l’Icona della Radura Ontologica quale Ontopia dell’Essere indecidibile, mai completamente interpretabile, né epistemicamente fondabile nelle Categorie Imperative della Technè o della Ermeneutica.
Solo la WerkSein, la messa in opera dell’Essere dell’Arte,consente al Musagete di accogliere l’ascolto dell’Opera d’Arte.
Solo il Musagete dis-vela il mistero o l’enigma dell’Opera d’Arte.
Nella Mitopoiesis,il Musagete ascolta la messa in opera della Verità Ontologica la sola che gli consenta l’InterAgenza con l’Esser-Arte della Verità quale Opera d’Arte creata dall’Essere che eventua
l’"Essere creata"dal Musagete.
"L’Essere-creata"dell’Opera d’Arte eventua l’Epistemica Ontologica della Technè e discopre l’Evento della Aletheia quale Gestell della
Destinanza dell’Essere-Arte.
In origine ci fu una Ontotopia della Gestell ove si eventuò l’Epistemica e l’Ermeneutica Ontologica mai scomparsa nei dispiegamenti dell’"Essere-Creata" dall’Arte,anzi lì custodita dalle incursioni della
Volontà di Potenza dell’Epistemica Ontologica.
Quella presenza impera e sottrae l’Ontopoietica Epistemica per attuare la Morfogenesi della Tecnica,dell’artigianato,del saper
fare mondano e clonante.
Solo così l’Epistemica e l’Ermeneutica si dispiegano quali immagini della storia della Mondità.
Quell’Evento inaugura l’Oblio dell’ "Essere-Creata"dall’Essere quale Opera d’Arte dell’Essere per essere solo Opera d’Arte della Technè,
prima,e della Tecnica artigiana poi.
E' l’Oblio dell "Essere-Creata" dall’Essere Opera d’Arte che si dà quale Fondatezza della Technè Epistemica e tutt'ora impera.
Ma l’ "Essere-Creata" dall’Essere non scompare totalmente: si oblia nella Technè Epistemica per eventuarsi nell’Ontologia-Epistemica Ermeneutica dell’Esser-Opera d’Arte.
Si eventua una nuova Differenza, all’interno della Ontologia dell’Essere, forse epigenica nella messa in Opera dell’Essere Arte e dispiegante la sua Gestell anche nella Technè Epistemica o Ermeneutica.
La messa in opera della Verità getta le Fondamenta della messa-in-opera della Destinanza dell’Essere quale Sentiero Ininterrotto dell’Essere che crea la Gestell e la Gegenstand, ma anche la Physis del Grund e dell’ab-Grund.
Per l’Epistemica classica e l’Ermeneutica,quella Destinanza appare come se fosse un non-Evento.
Una più attenta riflessione inerente l’Ontologia degli Eventi dis-vela l’Indeterminatezza dei Paradigmi nelle dimensioni infinitesime prossime al vuoto quantista.
Qui però si vorrà dis-velare l’Ontologia dis-Epistemica dell’Opera d’Arte-disarte prima dell’Evento della Technè-Epistemica.
L’Essere-Opera d’Arte si dis-istalla proprio quando si eventua giacchè si sottrae all’Ontocronia del dicibile epistemico,ermeneutico,ontico,
onto-poietico:si dà alla Physis quale opera non più della Physis.
La Differenza Ontologica nell’Epistemè discoprì l’Eristica Epistemica o l’Isteresi epistemologica della loro Destinanza.
L’una si svelò quale erranza dell’altra, l’una gettò nell’oblio l’altra.
L’arte si eventuò quale essere erranza dell’Epistemè-Technè, e l’Epistemica si discoprì quale erranza dell’Esserci del musagete.
Si disvelò così l’erranza dell’Essere nell’essere opera d’arte e l’oblio dell’Essere nella Technè-Epistemica.
Quell’Evento discoprì anche la Diradanza dell’Essere.
Solo così l’Essere non è più una delle tante storie del Nulla o del Niente o del non-Ente, come ci hanno tramandato gli epistemici, ma si disvela quale storia in essere dell’Essere Creata dall’Essere, o
dell’immaginario dell’essere quale ontologia o Ontoepistemica Immaginaria.
Nel creare-opere-d’arte,l’Essere libera,dalle Entità-Technè,l’icona della disvelatezza dell’Aletheia della Physis-in-essere prima d’essere
criptata nell’Ente o nel non-Ente,o nel Niente o nel nulla o nell’epistemica mondana.
Il lasciar essere opera un' opera d’arte è il lasciar essere-in-essere la Verità dell’Essere, la disvelatezza della Physis,l’Aletheia che ci
com-prende e ci fa com-prendere quale ontoepistemica
della Destinanza dell’Essere.
L’Essere-Arte è l’accadere dell’Essere-Aletheia, com-prensibile solo con l’Ontoepistemè o l’ontologia-epistemica, giacchè l’Epistemè-Technè si è indirizzata verso l’adeguatezza dell’Ontica.
Il dis-oblio dell’ontoepistemica consente l’insorgere di una nuova meta-epistemè-technè quale nuova metafisica-technè o in continuità con quella?
Fin'ora il disoblio dell’ontoepistemè non ha ancora consentito nessuna metaepistemologia ermeneutica giacchè la com-prensione dell’essere opera d’arte non si lascia irretire nel fondamentalismo metafisico epistemologico-ermeneutico.
Cap.3
ANALITICA DEL SUBLIME DI KANT
Sublime Matematico
e
SublimeDinamico.
Nell'Analitica del Sublime di Kant c'è la fenomenologia del Sublime Matematico e del Sublime Dinamico.
Il Sublime Matematico è quantitativo (uno,infinito e totalità);il Sublime Dinamico, prevalentemente quello della natura,è la fenomenologia della Dynamis aristotelica ovvero della dinamicità della natura nelle sue forme più terribili,estreme quale la tempesta,il tuono,la bufera,il fulmine ovvero fenomeni che suscitano timore e paura.
Kant,riprendendo le ipotesi di Burke,si sofferma sul Sentimento del Sublime quale alternarsi della presenza di piacere-dispiacere,paura e consapevolezza della superiorità dell'io-penso nei confronti dei
fenomeni materiali.
Quella consapevolezza per Kant contribuisce a rendere l'essere pensante superiore agli eventi della natura e quindi nel Sublime c'è una compresenza di intuizione,sensibilità ma anche pensiero puro o
pensiero della trascendenza.
Nello Pseudo Longino,i fenomeni materiali della Physis sono stati già evidenziati, sia pure in forma retorica, quale Ek-stasis della natura cioè la natura si presenta nelle sue forme ek-statiche.
Chi più di altri pensò alla Ek-staticità temporale del mondo è stato Heidegger.
Nè Kant nè Heidegger hanno pensato al Sublime quale Ek-staticità della Physis,interpretazione già presente nel Pseudo Longino e nel Burke quando parla di Ek-stasi.
Il fenomeno dell'Ek-stasi nel Sublime è importante perchè consente un'Interpretazione Ontologica del Sensibile e non solo un'Ermeneutica o un Analitica del Sublime.
Cap.4
UNA NASCENTE ONTOLOGIA DELL’OPERA D’ARTE
In una Nascente Ontologia dell’Opera d’Arte si può rispondere all’enigma della Destinanza dell’eSSere.
La qualità di Destinanza, si dis-vela quale Sentiero che l’Opera d’Arte traccia, o getta nella Mondità, quale Destino Ontologico dell’Essere.
L'Opera d’Arte eventua la Destinanza dell’Essere.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte discopre la Fondatezza della Differenza Ontologica presente sia nell’Essere che nell’Esserci delle Entità prima che esse vengano comprese dalle Epistemiche della Mondità.
Si comprende l’originalità dell’Opera d’Arte: la sua Destinanza Ontologica non subisce mai la "Dettattura" Epistemica dell’Essere dell’Ente.
Quella eventualità può essere tangente alla Technè ma mai decostruire l’Essere Arte.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte non sarà mai una semplice estetica dell’Esserci giacchè i sensi sono dispiegamenti dell’Esserci e possono solo percepire le Entità Ontiche.
Le Verità Epistemica o Ermeneutica si adeguano alle Verità, la Verità dell’Opera d’Arte disvela l’Essere delle entità e non solo.
C’è una Differenza Ontologica nell’Ontica della Verità:c’è una Verità Epistemica fondata sui modelli della Matesis, e una Verità Ermeneutica narrativa.
L’Esser-Arte,invece, eventua l’Aletheia Ontologica quale messa in opera dell’Essere nell’Opera d’Arte.
Solo la Verità messa in opera dall’Opera d’Arte, discopre sia l’Ermeneutica sia l’Epistemica Ontologica dell’Essere Arte dell’Essere.
La Verità è sempre presente nell’Opera d’Arte, al di là della storia e delle Entità Clonate della Technè.
Come mai solo l’Opera d’Arte riesce a trascendere il corso della storia o della Temporalità?
Tra le tante ipotesi quella più ontologica è la messa in cura della Verità dell’Essere.
L’Essere in opera lascia libertà d’essere all’Arte,ed al Mondo; lascia libero il Nihilismo della Tecnica di clonarsi:senza decostruirsi nella sua Gestell, nella sua struttura ontologica.
Anche quando il WerkSein si sottrae per lasciare libertà di dispiega-menti mondani alle Entità Epistemiche,abita disascosto, assentemente
presente,l’Esser-Arte.
Il suo essere dis-ascosto si eventua nel sottrarsi,nel Gettarsi oltre il Nihilismo della Technè Mondana, oltre il tramonto dei Paradigmi Epistemici ed Ermeneutici.
L’Esser-Arte dell’Abisso,dell’abGrund eventua l’Icona della Radura Ontologica quale Ontopia dell’Essere indecidibile, mai completamente interpretabile, né epistemicamente fondabile nelle Categorie Imperative della Technè o della Ermeneutica.
Solo la WerkSein, la messa in opera dell’Essere dell’Arte, consente al Musagete di accogliere l’ascolto dell’Opera d’Arte.
Solo il Musagete dis-vela il mistero o l’enigma dell’Opera d’Arte.
Nella Mitopoiesis,il Musagete ascolta la messa in opera della Verità Ontologica la sola che gli consenta l’Inter-Agenza con l’Esser-Arte della Verità quale Opera d’Arte creata dall’Essere che eventua l’
"Essere creata" dal Musagete.
"L’Essere-creata"dell’Opera d’Arte eventua l’Epistemica Ontologica della Technè e discopre l’Evento della Aletheia quale Gestell della
Destinanza dell’Essere-Arte.
In origine ci fu una Ontotopia della Gestell ove si eventuò l’Epistemica e l’Ermeneutica Ontologica mai scomparsa nei dispiegamenti dell’ "Essere-Creata" dall’Arte,anzi lì custodita dalle incursioni della
Volontà di Potenza dell’Epistemica Ontologica.
Quella presenza impera e sottrae l’Ontopoietica Epistemica per attuare la Morfogenesi della Tecnica,dell’artigianato,del saper fare mondano e clonante.
Solo così l’Epistemica e l’Ermeneutica si dispiegano quali immagini della storia della Mondità.
Quell’Evento inaugura l’Oblio dell’ "Essere-Creata"dall’Essere quale Opera d’Arte dell’Essere per essere solo Opera d’Arte della Technè,
prima, e della Tecnica artigiana poi.
E' l’Oblio dell’ "Essere-Creata" dall’Essere Opera d’Arte che si dà quale Fondatezza della Technè Epistemica e tutt'ora impera.
Ma l’ "Essere-Creata" dall’Essere non scompare totalmente:si oblia nella Technè Epistemica per eventuarsi nell’Ontologia-Epistemica Ermeneutica dell’Esser-Opera d’Arte.
Si eventua una nuova Differenza, all’interno della Ontologia dell’Essere, forse epigenica nella messa in Opera dell’Essere Arte e dispiegante la sua Gestell anche nella Technè Epistemica o Ermeneutica.
La messa in opera della Verità getta le Fondamenta della messa-in-opera della Destinanza dell’Essere quale Sentiero Ininterrotto dell’Essere che crea la Gestell e la Gegenstand, ma anche la Physis del Grund e dell’ab-Grund.
Per l’Epistemica classica e per l’Ermeneutica, quella Destinanza appare come se fosse un non-Evento.
Una più attenta riflessione inerente l’Ontologia degli Eventi dis-vela l’Indeterminatezza dei Paradigmi nelle dimensioni infinitesime prossime al vuoto quantista.
Qui però si vorrà dis-velare l’Ontologia dis-Epistemica dell’Opera d’Arte-disarte prima dell’Evento della Technè-Epistemica.
L’Essere-Opera d’Arte si dis-istalla proprio quando si eventua giacchè si sottrae all’Ontocronia del dicibile epistemico,ermeneutico,ontico,
onto-poietico:si dà alla Physis quale opera non più della Physis.
La Differenza Ontologica nell’Epistemè discoprì l’Eristica Epistemica o l’Isteresi epistemologica della loro Destinanza.
L’una si svelò quale erranza dell’altra, l’una gettò nell’oblio l’altra.
L’arte si eventuò quale essere erranza dell’Epistemè-Technè, e l’Epistemica si discoprì quale erranza dell’Esserci del musagete.
Si disvelò così l’erranza dell’Essere nell’essere opera d’arte e l’oblio dell’Essere nella Technè-Epistemica.
Quell’Evento discoprì anche la Diradanza dell’Essere.
Solo così l’Essere non è più una delle tante storie del Nulla o del non-Ente,come ci hanno tramandato gli epistemici, ma si disvela quale storia in essere dell’Essere Creata dall’Essere,o dell’immaginario dell’essere quale ontologia o Ontoepistemica Immaginaria.
Nel creare-opere-d’arte,l’Essere libera,dalle Entità-Technè, l’icona della disvelatezza dell’Aletheia della Physis-in-essere prima d’essere
criptata nell’Ente o nel non-Ente,o nel Niente o nel nulla o nell’epistemica mondana.
Il lasciar essere opera un'opera d’arte è il lasciar essere-in-essere la Verità dell’Essere,la disvelatezza della Physis,l’Aletheia che ci com-prende e ci fa com-prendere quale ontoepistemica della Destinanza dell’Essere.
L’Essere-Arte è l’accadere dell’Essere-Aletheia, com-prensibile solo con l’Ontoepistemè o l’ontologia-epistemica, giacchè l’Epistemè-Technè si è indirizzata verso l’adeguatezza dell’Ontica.
Il dis-oblio dell’ontoepistemica consente l’insorgere di una nuova meta-epistemè-technè quale nuova metafisica-technè o in continuità con quella?
Fin'ora il disoblio dell’ontoepistemè non ha ancora consentito nessuna metaepistemologia ermeneutica giacchè la com-prensione dell’essere opera d’arte non si lascia irretire nel fondamentalismo metafisico epistemologico-ermeneutico.
LA SUBLATIONE
ANASSIMANDRO-LONGINO-PLOTINO.KANT-BURKE.FRIEDERICH
HEIDEGGER-PAREYSON-PROUST
Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore della conoscenza epistemica.
È l' esteticità sublime di Friedrich che si dà nell'imago nel fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago.
Friedrich libera la natura nell’esteticità della bellezza sublime si è di fronte alla bellezza che si rimette in gioco nel sublime, al sublime che si dà quale sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o fenomenica o noumenica.
Si delinea l'arkè della sublatione sublime, una gestell o struttura sublime della sublatione, o impianto dell'evento sul sentiero di una analitica dell'esserci o dasein-analytik assentemente presente in Kant, per interpretare l'analitica del sublime.
Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nell'ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana.
Si offrirà dispieganza delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico,o svelatenza di Anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè,quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti : presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, sempre oltre il sensibile e il percepibile, quasi fosse l'alterezza sublime proustiana.
L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: già per l'archegete della ontopologia sublime Schelling c'è sempre una infinitezza, o una infinità d'imago nell'esserci o abissalità senza fondale ove c'è l'eventuanza del sublime.
A quella transvisione quantica si aggiunse, nel corso del tempo, una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale sublatione in concordanza o dispieganza del dynon o phyon eraklitiano.
La sublime aritmetica o geometria o matematica innata nelle stelle,è inerente nel kosmos o è sublime kosmesi: la più bella tra le forme o varietà o manifolds attraverso le quali l'idea di bellezza può essere visibile o lì si colga l'idea di bellezza: lì un attimo di bellezza è un attimo d'esistenza.
L'essenza della bellezza è l'essenza dell'idea, o è la sua completezza senza dolore o angoscia: è la bellezza della forma visibile o percepibile quale Essenza.
Ma tale elevatezza della bellezza,o sublatione è la trascendenza dell' essere,o la sublazione del dasein quale sublazione della simmetria delle forme della bellezza o la sublatione della bellezza della forma o della bellezza stessa.
Quella bellezza che si dà dalla perfetta sublatione è il sublime che trascende se stesso.
Ereignis, o evento della transcendenza della sublatione dell'essere, è il pensiero sublime.
Il pensiero sublime è l' originale pensiero dell'essere archegeta perchè è il pensiero dell'evento sublime dell'essere abissale o l'eventuarsi dalla verità abissale del sublime ecstatico.
La verità dell'essere sublime è l' Ereignis sublime abissale, quale sublime Ereignis abissale della verità dell' Essere o Lichtung del sublime.
L'Essere sublime è dispieganza nello spazio-tempo della sublatione sublime dell'eventuanza.
L'infinito quantico, infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita sublatione dell'eventuanza sublime.
L'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo sono l'eventuarsi della sublime sublatione infinita quantica.
Longinus, nel suo sublime vago e superlativo, eventuò la filosofia ecstatica del sublimarsi o la sublatione estatica sublime soprannaturale.
Pery-Hypsous o Peri Hupsous transvelò l' ekstasis dell'essere sublime quale sublatione della bellezza classica, o al di là della bellezza ideale.
Per Longinus è la naufraganza, o il Peri Hupsous quale sublime transpieganza della naufraganza.
Longinus ispirò la sublatione sublime che si svela oltre le regole della bellezza ideale canonica e svelò nell'arte l'eventuarsi della transpieganza della bellezza estetica che non doveva essere per coercizione anche regolare, razionale, ordinata, misurata e armoniosa, ma abnegarsi nell'eventuanza sublime.
Longinus spiegò la potenza dinamica sublime nella poesia: l'annichilirsi o l'annullarsi nella naufraganza o nella tempesta oceanica, o essere subissati nelle tempeste vulcaniche.
Longinus svelò l'eventuanza della luna sublime o la sublatione sublime dei phaenomena nei cieli, non solo come una forma superlativa della bellezza, ma come una nuova e sublime transpieganza estetica, o bellissima eventuanza del sublime.
Profonda solitudine dell'archegete è l'abnegarsi sublime, ma in modo che susciti terrore in sè: è la differenza tra sublimità e bellezza, un equilibrio instabile, è il muoversi transinfinito dell'essersi in dispieganza o dell'essere dell'ente dinamico.
Il piacere della bellezza è sublimato nell'eventuanza dell'oltre quale sublime bellezza in estasi sublime, o sublatione estatica che attrae in compresenza della paura o terrore o angoscia.
Il sublime è la più forte emozione, o la più sublime che la mente sia in grado di sentire, la più potente di tutte le passioni o la potenza dinamica o la volontà di potenza, è l'intensità transinfinita della sublatione o alterezza sublime dell'eventuanza.
Longinus svelò la sublimità e la situò nella poesia, inventò l'aldilà della bellezza quale dispieganza della sublatione sublime estatica, sia pure intrisa di orrore soprannaturale sublime, quale Analitica del Sublime prioritaria o fondamentale, nel senso del fondersi della sublatione sublime nella bellezza ideale.
La dispieganza dell'eventuanza sublime quale Dasein si esprime nel sentimento dell'angoscia.
Il Dasein sublime in excstasi invece è la sublatione sublime dell'eventuanza, o Ereignis sublime Ontologico della transpieganza dell' Essere e mostrarsi sublime oltre che essere l'eventuarsi dell' essere sublime quale mistero dell' essere. Il Dasein è il sublime dell'essere, o è il sublime della verità dell'essere.
Dasein vede la verità sublime dell'essere sublime, quale aletheia sublime dell' Essere.
Nel rivelarsi sublime, Dasein dell'Essere, c'è l'eventuanza del Dasein sublime dell' Essere transinfinito.
La sublimità trascende la stessa ragione o il nous o la noumenica, è sublime sublatione della terribile e caotica dispieganza dell'esserci sublime.
Così l'oceano o il mare agitati da tempeste si svelano quale dynamica sublime della matematica sublime della topologia dell'essere sublime, o quale Idea
sublime dell' Infinito sublime o dell'essere sublime.
SCHELLING,HÖLDERLIN E L' IMAGO SUBLIME DI K.D.FRIEDRICH
Hölderlin è l'archegete dell'ontopologia sublime transpoiesis excstatica dell'imago sublime.
Friedrich è l'archegete dell'Ereignis Sublime quale evento della dispieganza dell'esserci Sublime, sublatione del sublime matematico, al di là dell'idea di infinito.
L'inizio del sublime,o l'eclissi della bellezza ideale,si eventuò nell' Essere della transphysis o Physis sublime dell' aletheia della physis
Friedrich transvelò la physis excstatica dell'essere eventuanza della Physis quale Essere-physis-sublime, o Aletheia sublime della physis.
L' Essere la transphysis è l'eventuarsi dell'essere nel sublime, quale Dasein sublime o Poiesis sublime dell' essere Physis sublime, o transpoiesis della sublatione della physis quale immensità dell' essere.
L' imago sublime della transphysis di Friedrich è il sublime dinamico, quale eventuarsi della matematica sublime o sublime transmathesis o topologia dell'essere sublime.
Nel sublime di Friedrich si transpiega la profonda e transfinita libertà dell'essersi in sublatione sublime.
Per Friedrich il sublime è trascendenza ontologica quale sublatione del razionale o del nous o della noumenica, o essere superiore.
Schelling,Hölderlin e Friedrich sono gli archegeta dell'imago sublime o la dispieganza della sublimità della transphysis sublime in sublatione trascendente Sublime.
Friedrich transvelò l'abissale visione del sublime nella transphysis o nella transmathesis sublime quale topologia sublime dell'esserci, quale transinfinitezza abissale sempre di fronte, gegenstand-imago-sublime.
Nel corso della transtemporalità sublime è stato fondamentale il mito dell'imago Sublime di Friedrich, o la sua iconomorfia sublime quale modello apocalittico sublime in estetica sublime.
Nella sublime imago di Friedrich l'annientarsi o l'annichilirsi o l'abnegarsi di sé svelò il sublime dinamico, o dell'essere sempre di fronte all'imago sublime, simile al sublime delle imago sublimi delle vestigia, asimmetrie nella simmetria, decostruite dalla instabilità in exkstasis.
L'excstasi della sublime imago di Friedrich è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento dell'imago dell'essere sublime.
E' l'excstatica sublimità dell'imago sublime immaginaria di Friedrich in excstatica sublatione sublime o estetica della transcendenza dell'essere sublime o estensione estetica della bellezza sublime.
La bellezza per Friedrich è la bellezza sublime dell’imago sublime dell'essere senza fine, senza confine, è evidenza In-fondata e imago abissale, excstasi della bellezza sublime che si dà nel mondo.
La sublime bellezza è l’estetica che si svelò in imago quale bellezza sublime che si dà in dispieganza della verità sublime: il sublime è l' evento della verità dell'essersi imago sublime.
Il luogo transcendenza è l'imago sublime quale sublatione topologica dell'essere sublime sempre oltre o aldilà delle ontologie regionali dell’etica, dell’estetica fenomenica o epistemica.
La transpazialità della verità in Friedrich è l' Abgrund dell' imago sublime in sublatione transcendentale, quale verità della transcendenza sublime, la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica.
Qui c'è il mostrarsi della Verità sublime, quale estetica excstatica della sublime imago di Friedrich o singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno o Essere sublime dell'eventuanza.
Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore della conoscenza epistemica.
È l' esteticità sublime di Friedrich che si dà nell'imago nel fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago.
Friedrich libera la natura nell’esteticità della bellezza sublime si è di fronte alla bellezza che si rimette in gioco nel sublime, al sublime che si dà quale sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o fenomenica o noumenica.
Hölderlin è l'archegete sublime dell'eventuanza estetica in excstasi: per Friedrich, o per Hölderlin, non esiste più la frattura o la differenza ontologica tra poesia e pensiero.
Hölderlin svelò il Gegenstand sublime che ci sta di-fronte quale imago sublime,vale a dire il Gegen-stand sublime della sublatione che ci sta di-fronte è l'eventuarsi del sublime Gegen-stand dell'eventuanza sublime dell'essersi, sempre al di là del categorico o della vivenza o della mondità o mondanità o della bellezza ideale o della Fenomenica estetica o noumenica.
Nell’evidenza della bellezza si dà la fenomenicità del fenomeno della bellezza,ma Friedrich eccede quella transevidenza per essere la transvedenza della sublime sublatione excstatica dell'essersi libertà nella bellezza sublime o eccedenza della libertà nel sublime, o l’eccedenza excstatica sublime dell'imago sublime.
La transpazialità sublime di Friedrich è la struttura ontologica dell'eventuarsi del sublime nell’esteticità, o nella razionalità dell’estetico o dell'epistemica o della fenomenica o noumenica bellezza.
La bellezza sublime di Friedrich è il senso che si dà in sublatione, è l’intenzionalità sublime dell'eventuanza dell’essere-nel-mondo: la bellezza sublime non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago sublime dell'Ereignis sublime dell'essersi.
Si dà quale bellezza sublime dell'eventuarsi dell'essere .
L’esteticità dell'imago sublime in Friederich è l’eccedenza excelsa della Bellezza quale imago sublime per eccellenza dell'essersi.
Nietzsche criticò il disinteresse kantiano e difese la bellezza ideale.
L’accusa a Kant è rivolta al suo quietismo della volontà, o fiacchezza, o agli ideali della conoscenza fenomenica.
Per Heidegger il disinteresse non è indifferenza o una sospensione della volontà, Schopenhauer, al contrario è il più alto sforzo dell' essenza: è nel disinteresse che emerge e si dà la relatività con il gegenstand sublime.
La bellezza è l’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-piacere o l'esserci-del-piacere o l'essersi-piacere, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità, nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica.
Il piacere estetico trova se stesso solo nell'essersi. Il piacere è se stesso quando non è di nessuno: solo così può essere di ogni esserci .Nel piacere estetico ogni essersi è libera singolarità, o singolarità in perenne transcendenza sublime.
La singolarità in Friedrich è l'imago dell'essersi sublime o singolarità del sublime, o lo stabilirsi dell'eventuanza del sublime nell’essere come nella transphysis dynamis o nella transmathesis transinfinita estetica excstatica.
La dimensione del disinteresse è il luogo dell' evento sublime, dell' apparenza libera o del mostrarsi dell' essere sublime.
La bellezza sublime quale non-ente, niente, nulla, o evento sublime dell'essere in eccedenza o sublatione sublime sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante fenomenica ideale o noumenica.
Il “luogo” della bellezza sublime e la sua origine si dà nell'epigenesi quale evento della bellezza sublime o imago sublime del consenso, evento del senso dell'Essere sublime.
La bellezza sublime è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento sublime,o incompletezza della bellezza ideale o libertà dell’evento del sublime nella bellezza fenomenica, categoriale, noumenica, quale Gegenstand sublime o singolarità sublime.
L’esteticità dell'imago di Friedrich é la sublime libertà dell’evento sublime della sublatione sublime nella bellezza.
L’evento sublime nella bellezza è la purezza dell'imago : è la vaga erranza e naufraganza nel mondo, è la singolarità sublime dell'evento nella bellezza, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi.
L’evento sublime è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno del sublime.
La sublime bellezza dell'imago di Friedrich è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla sublime senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis sublime Singolarità.
La sublime bellezza si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza del sublime nella bellezza.
La bellezza sublime è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento del sublime nella bellezza estetica, o singolarità sublime nella bellezza quale enigma dell'essersi: esteticità della imago della singolarità sublime.
La singolarità sublime si dà nella bellezza quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo.
È fondamento dell' eterno ritorno del sublime nella bellezza.
La sua singolarità a-temporale non rappresenta più nulla, è solo se stessa, pura apparenza o evento della singolarità sublime: aldilà del fenomeno della purezza o noumeno.
È la singolarità che eventua se stessa, fonda la sublimità dell'evento dell'essere.
Qui è la singolarità sublime a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi nella bellezza ideale.
L’eidos dell'imago sublime di Friedrich,o della singolarità iconica è la sublime bellezza che si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento sublime di-fronte, o Gegen-stand-sublime infondatezza.
Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante della bellezza sublime:è l’essersi-com-presi dal sublime nella bellezza o dell' essere sublime che c'è o si eventua dal nulla, così che è la bellezza sublime a pensarsi e a farci pensare.
La bellezza ideale Platonica svelò la sua essenza nell’apparire, nell’essere la più apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza, invece Proust dis-velò la verità sublime nella bellezza,aldilà dell'adeguatezza ideale.
La verità sublime non è più la Platonica visione ideale,fenomenica o noumenica purezza ma la singolarità dell'evento sublime nella bellezza: l’essere è l'evento sublime nella sua singolarità o alterezza o sublatione sublime.
E' il pensiero icona sublime nella bellezza non più ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza sublime, o discordanza nella concordanza quale transcordanza sublime.
Rimbaud è l'archegete sublime della singolarità sublime della transpoiesis o Silesius con la sua bellezza sublime che si dà senza perchè, quale Gegenstand sublime dell'eventuanza, o Proust con lo stile come visione sublime: l'alterezza o la sublazione sublime Proustiana svelò l'evidenza dolorosa, quale verità sublime inedita che dischiude l'evento sublime dell'esserci: e adesso, guardate!
Ed ecco che il mondo, il quale non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogniqualvolta sorge un nuovo evento sublime ci appare nella sua differenza ontologica perfettamente sublime.
È proprio la sublime differenza che crea l’evidenza della verità sublime, capace di vedere e sentire più profondamente le differenze.
La sublime bellezza dello stile è il segnale che il pensiero si eleva, che ha scoperto e stabilito i nessi tra eventi sublimi e fenomeni sublimi e noumeni sublimi che la contingenza lasciò separati.
Una imago o una icona o un quadro di Friedrich è nella sublime bellezza un evento sublime del pensiero poetante: tra il transvisibile sublime il pensare sublime c'è l'evento sublime dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci.
L’immagine dell'imago di Friedrich non è una simulazione del mondo sensibile o simulazione dell’idea Platonica, è essa stessa un’idea sublime o l'idea del sublime quale estetica excstatica, o meglio il pensiero della sublazione sublime oltre la categorialità fenomenica o noumenica o epistemica.
Nel colore sublime di Friederich c’è il pensiero sublime.
La pittura sublime di Friedrich, per l'archegete dell'ontopologia sublime Proust, non solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere sublime.
Nel sublime gli infiniti vortici viventi abitano il caos, l'invisibile,l'indicibile.
Il pensiero sublime abita il colore o abita il suono quale translogos estetico exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé.
L’esserci sublime di Friedrich non è altro che il suo essere evento sublime, o della sublatione creata dal sublime.
La sublime imago di Friedrich si dà come evento sublime del sublime.
È la singolarità sublime che crea se stessa ed è la verità della singolarità sublime, quale estetica estatica dell’evento sublime o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi dell'Estetica della Transcendenza sublime.
MUSICA E FILOSOFIA:PLOTINO-PLATONE
La bellezza sublime ha sempre avuto una relatività con la verità, Platone ne svelò la visibilità o luminosità.
Platone ideò la bellezza della verità nell’apparenza.
L’adaequatio di res e intellectus, nella bellezza, è un’intuizione eidetica libera della presenza fenomenica o noumenica.
La bellezza sublime è invece sempre eccedente, è l'excstasi della sublatione nel suo esserci.
La bellezza sublime è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità,cronologia e intenzionalità.
La bellezza sublime è il Gegen-stand della transpazialità: un di fronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza.
Per Friedrich la sublime bellezza è l’eccedenza excstatica dell'eventuanza. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica o epistemica.
Friedrich è l’evento sublime della singolarità del sublime, o la Differenza ontologica del pensiero sublime poetante, è l'Essere sublime.
L'essere Differenza è l'evento dell'ontopologia sublime,è l’Essere sublime che si dà, quale eventuanza sublime.
C’è un’apertura, una fessura, una piega ontologica che lascia dispiegare l’essere sublime.
In tali eventi sublimi l’essere è la stessa Differenza,l’essere è l’essere dell'eventuarsi del sublime.
Il sublime è l’aldilà ontologico dell’eventuanza dell'essersi.
In Friedrich la bellezza è il ‘caos’ ed è singolarità:o meglio è il kaosmos o l'indeterminatezza quale transapeiron nell'archè prioritaria o caos nell’assenza del fondamento o nella singolarità della bellezza sublime della transphysis come l’al di là di ogni principio del piacere.
La singolarità sublime si dà e si immagina senza alcun modello, esprime l'evento sublime.
Friedrich nelle singolarità e nelle differenze, dispiega la curvatura della sublatione sublime dell'ab-Grund excstatico, ove c'è la dispieganza degli eventi sublimi.
Friedrich è la singolarità dell’evento sublime nella bellezza, la singolarità della differenza dell'eventuanza.
Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa dell'eventuarsi del sublime.
Forse il pensiero Plotino ci viene in aiuto .
Plotino iniziò con il rifiutare la tradizionale classicità della bellezza come armonia e proporzione, e sostenne che quella pare riferirsi o situarsi esclusivamente alla simmetria.
Al contrario, la bellezza risiede innanzi tutto negli oggetti e nelle qualità , in quanto ogni allontanarsi dalla transmonade verso la molteplicità equivale a un perdersi in perfezione.
Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma o l'evidenziarsi dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o svelatenza del sublime-nella-bellezza.
Plotino ripresentò la tematica dell' anagogica della bellezza platonica, là ove l'eterno ritorno dell’anima verso la transfera delle idee si evidenzi con la contemplanza e sublanza, rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali o sublazioni ideali.
Platone situò la contemplanza della bellezza in sé, divina e monade quale forma della bellezza quale armonia invisibile o armonizzarsi musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere.
L'evidenziarsi del fenomeno musicale ontologico, coniugato a lla struttura temporale del suono, o alle specificità estetiche e recettive, o al percepirsi dimensionale dell’ascolto è il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla fenomenologia della musica in sublationi estetiche del suono sublime.
La musica o un suono?
All’origine, la musica pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del relazionarsi o dell' armonizzarsi dei suoni dall'acuto al grave, all’intonazione del modello scalare: il filosofo è già musicista, come narrò Platone, Fedone nel sogno fa già musica altissima o sublatione sublime.
Nel Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia le modalità dell' accordarsi e dispiegarsi nella completezza.
Musica e filosofia sono l’interpretazione pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi, al di là del relazionarsi mondano ma quale sublime sublatione.
Filosofo e musicista sono una destinanza nell’oblio:hanno una vocazione per la musica ma si dedicano alla filosofia o viceversa.
Sono persi o presi in una naufraganza che sfugge:le relazioni fra musica e
filosofia si svelano nell'eventuarsi della transpoiesis sublime, o nel crearsi della sublatione estetica estatica.
Lì la filosofia è musica o la musica è il mondo che canta, e la musica è il sublimarsi nella filosofia, ma con profonda asimmetria sublime.
Quel situarsi sublime in sublatione estatica è l'eventuarsi di una tragicità immanente, quasi una destinanza che ancora è in attesa di una risposta che non si è data e non si darà mai.
Problematica o interpretazione che viene in luce o è l'eventuarsi della musica sublime all’interno della bellezza estetica della musica stessa.
Lì c'è l'evento sublime che si eventua in trascendenza ontologica, è l'evento che dispiega la verità sublime ed è il fondamento del sublime o autosvelamento dell'essere che è senza fine.
L'accadere della verità sublime è l'evento dell'essere sublime, è l'evento che si eventua, è l'increspatura dell'onda, l'abisso di cui non si può mai trovare il fondamento.
C'è Friedrich dietro l'immagine del sublime o nell'abisso del non-fondamento sublime o la stabilità strutturale dell'archegete dell'ontopologia René Thom.
L'ì c' è un continuo abnegarsi nell'abisso del non-fondamento, la vertigine del sublime, Niente sublime, destinanza sublime insensata, atroce, inafferrabile, vuota abissalità della sublatione sublime vertigine dell'Abisso.
Il darsi sublime ed abissale del suono, al di là della bellezza musicale quale sublazione estatica del sublime nella transonanza sfugge ad ogni semplificazione logica, ed è irriducibile ad una sistemica formale o adeguatezza ideale.
Gli aspetti udibili, quali ritmo, forma, densità o rarefazione di eventi sonori, sono la morfologia del suono estetico-musicale in evidenza spaziale ideale o eventuarsi ontologica, quale opera transpoietica, mistica e fisica, tattile e riflessiva in evidenza o un eventuarsi sublime dell'indeterminata sublatione.
La fenomenica è il mostrarsi del sonoro quale purezza del suono.
Un suono non possiede nulla,nè ha il suo essere nel fenomeno sonoro.
La struttura ontologica della musica è la transonanza sublime dell'eventuarsi dell'essere.
L’indeterminatezza sublime si eventua nelle consonanza dell' altezza, durata, timbro, intensità per eventuare dissonanze o transonanze quale s-fondatezza dell’eventuarsi excstatico dell'estetica della bellezza musicale, o l’idea della bellezza o la fine dell’estetica o l’essenza estetica, o il suo essere-per-i-sensi o
estetica del fenomeno creativo.
Gli eventi sonori sublimi sono la disvelanza del sublime nella bellezza , o è l’eventuarsi del sublime essere dispieganza della singolarità.
La transtemporalità nella musica sublime è la transonanza sublime dell'eventuarsi o abnegarsi, sistole e diastole, dell'essersi, o insorgenza di fenomeni o noumeni, è immanenza di presenza e assenza, o eventi sublimi assentemente presenti o presentemente assenti, oltre la simmetrica bellezza ideale; è il vuoto abissale sublime che accoglie l’eventualità del mostrarsi.
La bellezza sublime risiede nelle composizioni timbriche in assenza di strutture di referenza;nell’accadere discontinuo di suoni e silenzi sublimi.
Il tempo musicale della bellezza ideale si disvela così quale misura vuota, come se fosse bolla fullerenica che scoppia sulla superficie del silenzio: il centro attorno a cui gravitano tutte le forze, le diramazioni, le infinite possibilità, è sublime silenzio.
Il silenzio è transcentro abissale immobile, é spinta ad agire, impulso, motore immobile della dynamis sublime: il silenzio sublime è il fondamento abissale, principio o priorità della musica sublime, il suono sublime esiste, si manifesta, si espande e si esaurisce è il mostrarsi della dinamica sublime o cromodinamica sublime.
La dinamica sublime del mostrarsi ed abnegarsi dell'evento musicale, o manifestarsi del fenomeno o noumeno sonoro è l'eventuarsi dell' essere e non è altro che il sublime.
Il suono sublime ha una eccedenza excstatica che non si lascia imbrigliare nelle simmetrie matematiche: l’evento della transonanza sublime è la dispieganza degli eventi sonori sublimi misteriosi.
Il suono si eventua in latenze cromodinamiche che consentono all'esserci di ascoltarsi, di scoprirsi, di incontrare se stesso, attraverso le dispieganze che il suono dell’evento sonoro sublima aldilà della parola, della semantica di referenza.
La musica è il dispiegarsi dell'evento dell'essersi sublime, o struttura ontologica della temporalità sublime.
Il tempo della musica sublime è la temporalità musicale dell'eventuarsi ed abnegarsi dell'essersi sublime:la musica sublime è la disvelanza della bellezza al di fuori della purezza quale sublime bellezza che vola lontano dall’ideale apparenza fenomenica o noumenica per eventuarsi in excstatica catarsi sublime, o l’idea di un sublime musicale.
LEIBNIZ
La sublazione sublime di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica.
Leibniz ideò l'epigenesi: nulla c'è senza il sublime matematico, o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade.
La sublatione transexcelsa si eventua già nella archemonade quali singolarità o punto métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere.
Leibniz svelò la sublatione excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza.
Il sublime è già nella bellezza,giacchè la sublatione si eventua nella transmonade afenomenica nella sigolarità sublime della bellezza, non dopo o nel futuro nè post, ma sempre nella priorità transinfinitezza della sua essenza.
Il fenomeno della sublazione dinamica si evidenzia, quale ideale della bellezza sublime, solo dopo essere già stato sublatione della transmonade sublime.
La sublazione è la sublimanza della bellezza, la sublazione leibniziana è la sublimanza della transmonade, è la sublimanza dell'esserci, la sublimanza del dasein, è la sublimanza dell'intenzionalità sublime nella bellezza estetica.
L' up-sollevamento o Aufhebung è solo la sublation ideale dell' entità o superentità o ontica, giammai la sublazione exstatica della sublimanza ontologica dell'eventuanza dell'essere.
Dopo l'idea della natura attiva, come slancio della sublazione sublime nella bellezza transestetica, Leibniz svelò anche la sublatione dinamica o dynamis sublation del sublime dinamico, lì lo slancio è la gettanza della sublimanza o della sublazione dell'essere.
Quella è la caratteristica fondamentale della transmonade in sublazione, quale struttura ontologica dello slancio della sublimanza.
L'intenzionalità sarà la sublazione excstatica o la gettanza della sublatione o lo slancio sublation del sublime.
Leibniz pensò anche la sublatione fenomenica o noumenica o epistemica o ontica,ma la sublazione ontologica del Dasein, la costituzione dell'esserci quale essere sublime in sublimanza svelò a Leibniz il modello per la comprensione della sublation-monadology: una transmonade sublime indivisibile e completa, paragonabile alla dasein-sublation.
La transmonade ontologica è lo slancio della sublation-dasein e non deve essere intesa come una speciale forza dello spirito, ma in una modalità ontologicamente strutturale:la monade non è anima,al contrario l'anima è una possibile
morfogenesi della monade.
La dinamica della sublatione non è un evento occasionale ma è, essenzialmente, la struttura ontologica estatica della dynamis-sublation.
Anche per Plotino la transvisione della bellezza sensibile è fondamentale nella katarsi e ascesi e purezza : l’anima purificata diventa una ragione, si fa tutta incorporea, intellettuale ed appartiene interamente al divino, ov’è la fonte della bellezza e del sublime-nella-bellezza, la bellezza-sublime dell’anima consiste nel rassomigliare al dio , poiché da lì deriva la bellezza-sublime e la natura essenziale dell' essere.
Platone non aveva condannato l’arte mimetica, mimetike techne , ma solo quella che imiti il sensibile e non il modello intelligibile, o l’idea.
Plotino sostiene che l’ arte si sviluppi da un’idea presente nella transmente capace di imprimere o transformare: l’arte non è più così imitatio dell’ingannevole mondo delle apparenze sensibili, né subordinata alla contemplanze di un’essenza metafisica e sovraindividuale, bensì è in sè un’idea di bellezza sublime, o è la svelatenza del sublime-nella-bellezza.
Una tesi plotiniana destinata alle poetiche della sublatione platonica,per lasvelatenza del mito di Kalypso la disvelatezza della sublatione sublime-nella-bellezza, quale diafanè, fluttuante sublazione, phyon o dynon o splendezza sublime in sublatione assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità o che aleggi sempre entousiasta , nella sublatione sempre ab-scissa dell'essere-sublyme o come disvelò Proklos la sublimanza quale elevatezza o sublatione sublime della bellezza.
PROCLO
IL MITO DI KALIPSO
Proclo ideò la sublimanza quale sublatione o alterezza della bellezza ideale, quale excstasi excelsa della bellezza nel sublime o sublime nella bellezza, in un sistema ancora ontotheologico ma che disvelò la sublazione sublime.
La trascendenza della sublazione transestetica è l' infinito sublime, o transapeiron nell'archèo struttura ontotheo-logica del sublime: sublazione sublime dell' essere Divina khora o il nulla sublime al di là dell' essere bellezza ideale, o il vuoto abissale quale nulla sublazione del nulla, o Divinità che c'è ma sempre al di sopra o come l'al di là nel mezzo del dasein, o essere sublime sublatione nella bellezza ideale.
La trascendenza della sublation-dasein transeleva, dà la transelevatezza dell'alterezza dell' essere, quale Dasein-sublation sublime sempre al di là e al di sopra della bellezza ideale platonica o kantiana, per essere sempre una sublatione mistica che trascenda l'estetica del cielo e della terra,o del kosmo.
Proklos ideò la purezza della sublatione cosmica quale trascendenza del dasein sublime quale trascendenza della sublazione sempre aldilà dei modelli ideali della bellezza Platonica, o quale decostruzione della mistica Platonica o della visione estetica dionisiaca.
Proklos svelò l'idea del sublime quale trascendenza dell'alterezza o della sublazione mistica, per transformare anche la Divina bellezza, una tesi incredibile o inaudita per un neo Platonico.
Lì il sublime è sublatione come un grande Daimon,che Proklos immagina come una cosmica sublatione dell'universo sublime.
Il Sublime è in grado di tornare in se stesso, è sublatione transinfinitezza per Proklos, e se ritorna in se stesso è perfetto da sé, soggiorna in sè o nella bellezza ideale, è l'essere in sublazione dell' essere nel non-essere o nell'essere dell'entità o nel niente o nel nulla.
IL CANTO DI KALIPSO:DEA DEL SUBLIME
Il mito del sublime iniziò con la transvedenza della sublatione sublime, quando tutti fuggirono dalla distruzione o dalla katastrophè.
Solo l'eroe della naufragranza svoltò altrove, quale prima katastrophè sublime, verso il mito della Nympha Kalypso, la dea della bellezza sublime diafanè in sublatione o la singolarità primigenia della transmusa del sublime.
Gli dèi della bellezza Olimpica o la dea della splendezza, desolati, disvelano la destinanza della naufraganza in un isola boscosa quale ombelico di tutti i mari.
Una dea sublime abita o soggiorna nella radura sublime. figlia di Atlas, il mago o padre della magia o dei miraggi sublimi.
E' la musa della vedenza abissale che abita le profondità dell'isola di Ogigia,è la Nympha del sublime è la dea dell' essere sublime o Kalypso distesa nel mare sublime, con brezze ariose, oltre l'oceano sconfinato, immersa nel mare e sulle violette increspature dell'oceano.
Là la Nympha accoglie l'eroe della naufraganza, la dea sublime, cantando con una bella voce, una sublime armonia afenomenica o transonanza.
L'ingresso è diafanè malvarosa in transvedenza e profuma di cipresso, sotto gli archi delle cave c'è una vasta distesa, o sublatione della transpazialità, di giardini di vite: qui ha avuto inizio la vicenda o il mito della sublatione sublime, come le acque cristalline e violette in diafanè, lì nella meraviglia per la transvedenza dell'essere sublime.
Kalypso si svelò quale sublatione faccia a faccia in nobile alterezza, quasi estranea all' eroe della naufraganza, ma dentro la singolarità quale sublazione transinfinita nell'archè:seduta sulla riva o sulla radura abissale in sublatione e pianse nel suo cuore con lacrime,sospiri, dolori.
Kalypso, la sublatione del sublime in transonanza e transcordanza con l'ermeneuta Hermes, seduto in sedia lucente, iniziò a interrogare o interpretare: qual' è la missione qui, Hermes, dio della bacchetta dorata?
Lei è la dea della sublime accoglienza o coniuganza sublime che consente alle desideranze delle sublationi sublimi con ambrosia, mescolata con nettare di malvarosa.
Kalypso la dea sublime della sublatione al Dio ermeneuta così si svelò.
La dea Kalypso della sublatione sublime radura abissale Ogigia, mondità sublime e subliminare e luogo di vento e onda che transconcorda in transonanza.
Dea sublime, notte-tempo, dopo aver trascorso il giorno seduta sulla spiaggia rocciosa,e soggiornato in transcordanza con uno spargimento di lacrime e angosce.
Così parlò Kalypso:
-Ascolta, infelice eroe della naufraganza,prendi gli strumenti di bronzo, taglia e costruisci in elevatezza, in modo tale che si possa procedere nel nebbioso oceano.
Io stessa darò vestiti da indossare e invierò un giusto vento che consenta la salvezza, grazie alla sublime divinità.
Così parlò la sublatione sublime ed uscì rapida in volo: Dea della sublatione sublime o dell'abisso sublime, così sconcertante e così pericolosa,Kalypso dal sorriso sublime e carezzevole più solenne e più temibile e più beata degli dèi, in seno nelle insenature abissali sublimi, mentre le sue ancelle transversavano nettare e ambrosia.
Allora, la mente è saldamente fissata nell'eterna sublatione del ritorno?
-Và eroe della naufraganza e la gioia sublime sia lì, al di là nella sublime sublatione.
Così parlò Kalypso e affondò il sole e le tenebre, quindi il piacere l'un l'altra con le Nymphe in lungo mantello argentato, grazioso e delicato: un bel giro d'oro in cingoli sulla sua vita e una sciarpa scivolò sulla sua testa.
Poi trasformò la mente dell'eroe della naufraganza per la partenza,gli donò una grande ascia di bronzo, facile da esercitare, con doppia lama, bella e lucida, trasportò di gran lunga alberi ad alto fusto in piedi lì, torreggianti in abete bianco, pronti per restare a galla facilmente in equilibrio transtabile.
Kalypso diafanè sorgeva nella transplendenza, tornata ad essere la dea dell'eterno ritorno del sublime, iniziò ad abbattere alberi.
Quindi la dea del sublime attraversò le transtringhe e li connesse in transcordanza o in esattezza, in una armonia invisibile di coniuganze sublimi transvisibili.
Nel frattempo la dea del sublime trasportò frammenti di veli per le vele della navetta dell'eterno ritorno sublime,bagnò e rivestì in dolci indumenti profumati l'eroe della naufraganza e a bordo gettò un' altra e più grande fragranza per un giusto vento caldo e gentile.
-Che cosa sarà di me? Che cos'è che si dà nel giorno sublime?Che cos'è che si dà nel tempo sublime? Che cos'è che dà i sogni sublimi? Che cos'è che dà l'universo sublime? Che cos'è che dà la notte sublime? Che cos'è che dà le stelle sublimi? Che cos'è che dà alle pupille il sublime?
Che cos'è che dà il sublime?
Che cos'è che dà il mito del sublime? Che cos'è che dà il silenzio sublime?
Che cos'è che dà l'anima sublime? L'essere sublime?
Essere assentemente presente nel sublime o essere presentemente assente nel sublime?
Tenera è la morte sublime, tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle sublimi, quasi fossero pupille volanti del sublime.
Oh quanti giorni ancora e poi il nulla sublime?
Si vedranno le pupille sublimi nella notte sublime, quando saliranno al cielo quali stelle, le regalo il nulla sublime, perchè si possa colmare d'infiniti baci.
Mah i sogni che aleggiano la morte sono già giunti in punta di piedi, prima della fine dei tempi, quando la follia approda al mattino, prima che la luna sublime eclissi e il sole canti le lodi al cielo.
Arriverò a sognare il vuoto sublime, pieno di sublime, denso di sublime?
Essere più imprevedibile delle onde, più libera dei sogni, più lontana delle galassie, quale essenza errante nell'universo del tempo sublime.
Ah l'abisso sublime dei sogni ove ogni luce narra la transinfinità sublime, quale essenza che possiede in sé l'indeterminatezza del sublime.
Poiesis sublime, come la dea del sublime nel deserto, come la dea nel nulla sublime si svelò nella transplendenza,ma non disse nulla. disvelò la sua misterica bellezza sublime.
A volte la sera sublime viene d'incanto, senza pace, senza terrore, senza volare.
Si ascolta la transonanza del sublime con il senso dell'attesa delle parole dell'incanto, che fu sublime, in un epochè di dasein e di morte.
Lì si sogna la dea degli eventi sublimi, senza aver mai vista, nè udito il fascino della sua transphonè,ma la si sogna così come è in transvedenza: sublime, altera, fin al punto d'infilzare i cuori con la luce dei suoi occhi e lasciare alla deriva gli esseri della speranza.
Sublime l'accolse morente, dopo la battaglia e l'incontrò di notte alla luce degli incanti sublimi.
Perché c'è la transvedenza stellare?
Perché c'è la transvedenza nel mondo?
Perché d'improvviso, d'incanto, senza attendere né preghiere nè desideri?
Perchè quando la luce scompare e le ali della notte paiono avvolgere ogni orizzonte, ogni evento, ogni tempesta, solo allora la stella del creato lancia al mondo la sua seducenza sublime e fa volare i sogni senza luce nè splendore?
Perchè l'altera si disvela verso sera, quando ogni speranza del giorno è nulla e induce a pensieri disperati e disperanti?
Perchè la stella è indifferente ai giorni a alle notti e all'essere e alla morte?
E appare solo quando la sua intenzionalità lo desideri?
Ah essere accolti nel genio sublime della sua essenza e con sorpresa.
Alle domande rispose con un sorriso sublime e indicibile:
-Chi credi che decida?
Volare oltre l'orizzonte per assistere all'evento del sublime, ma la notte dissipa le sue ombre e le ali non spuntano al calar del sole, forse sarà per un'altra sera, quando l'atmosfera brillerà di nuovo con la luce sublime e l'incanto svelerà all'essere i misteri sublimi del mondo, solo allora la dea del sublime accoglierà la desideranza,perchè solo allora la dea sublime desidererà salvarci.
Forse la sua transvedenza diafana lascerà credere d'essere lì per il nulla ed invece è con la testa nei suoi pensieri e nei pensieri della divinità sublime, con il corpo nei desideri e nei pensieri del nulla sublime, del niente sublime ma mente sapendo di mentire, senza venire al mondo, senza essere presente all'essere quale sublime transpoiesis in estasi sublime, quale splendenza in estasi tra i sentieri che si biforcano.
L'invisibile presenza della divinità sublime s'eleva e indica la via della sublime destinanza, aldilà sublime o là nelle colline tra il mare e il cielo.
Lì la dea del sublime offrirà i suoi doni all'essere che lasciò la sua vita agli inferi, per svelare il sorriso della seducenza sublime, che riempì ogni attimo, dal fuggente al mai giunto in prossimità degli eventi sublimi.
Non c'è più la desideranza: è la flebile luce che s'offre all' assurda essenza del bruciare per esistere.
Ah l'estasi sublime è svanita nel nulla, nel niente si vive una sola volta, la prossima non ci sarà: né in cielo, né nel creato dell'evidenza ideale.
Ah l'estasi sublime che si lascia consumare piano, quasi fosse prelibata delizia della notte sublime, la quale arriva in punta di piedi e mai lascerà l'essere silente, con i suoi occhi splendenti più delle stelle vicine o che brillano in lontananza siderale.
Si desidera allora aprire la porta ed uscire dall'incubo che assale ogni orizzonte e lascia solo il nulla, quale unica consolazione della sera che arriva prima del brillio stellare e si lascia andare alla deriva: non si gioca più con la sorte, né si ascolta più la voce delle illusioni, si ignora l'assenza assoluta,si mitiga il vuoto con il vento dell'evidenza ideale,si lascia alle lusinghe il tempo necessario per sparire.
Da lontano si sogna le estati senza estasi, senza parole per parlare al cuore più profondo degli universi e si chiede a chi lì vi abita, per quale ragione la luce abbia abbandonato la sua essenza estatica ed ora opprima.
Dove andare? Chi si vuol raggiungere ama il sublime errare?
Altrove?
Là ove la voce non risuona mai nell'udito della transonanza?
E i sensi si perdono tra transinfinite varietà come fiori senza profumi e lumi con la forma delle ombre sublimi?
Il profumo della partenza è sublime o è intenso come quello del suo arrivo.
Sublime giacchè si sogna d'essere aldilà dei paradisi perduti per delirare con il senso dell'essere sublime, in un mondo sublime che parlerà alla sera sublime e alla luna?
Mai si saprà.
Con i raggi di luce sublime,unico regalo della dea della desideranza sublime, la mente naufraga nel tempo sublime:nell'essenza dell'essere sublime,quale abisso ob-scuro sublime che scava dentro l'exsistenza per colmare il niente sublime.
L'abisso sublime che s'insinua denso d'oscurità, abitato dalla dea del sublime più atroce, quale assenza assoluta dello s-guardo astrale ma non vale, presto sarà diverso, lì nell'universo sublime che non c'è più, nè mai più ci sarà, chissà?
Lì nella sera sublime del dì della transonanza si ascoltano i passi della transcordanza sulla catastrofe sublime, con i pensieri del corpo più dolce dei sogni: lì sorgerà quella luce sublime che incanta anche la notte più buia e più tersa dell'anno sublime.
Chi sparirà per primo?
Forse chi apparirà tra un mito e un sogno?
O chi lancerà un sussurro più profondo d'un abisso sublime?
La vertigine sublime dell'assenza com-prende i transensi e l'essere sublime vacilla sull'orlo della voragine transinfinita e guarda il nulla sublime abissale attante in deriva dell'universo:là ove è perso ogni transenso e il sublime regna con l'assoluto.
Ci fosse almeno il tempo per osservare la fine dell'essere, nella profondità sublime abissale dell' essenza sublime, con quella leggerezza che invita al disincanto sublime, oggi non si sarebbe più qui a tremare per il niente che s'inabissa nell'essenza dell'essere e lo riempie di sublime, con la densità che rende estatica anche la bellezza terribile del sublime;la catastrofe sublime che tutto divora ora dimora nel nulla sublime abissale:lì in fondo nell'abissale icona dell'essenza del sublime o transvedenza diafana del sublime, là nell'abissale catastrofe sublime in diafanè nell'essenza dell'essere sublime abita sovrana.
L'angoscia sublime che pervade l'essere sublime, quando il nulla precipita nell'abissalità e naufraga con l'estasi sublime.
Là si abita nel vuoto sublime catastrofico che inabissa il transenso del niente sublime,il sommerso che inabissa l'immerso sublime:è la catastrofe della transmorfia sublime che capovolge l'essere e lascia prevalere il niente sublime.
E' una piccola increspatura che dà l'entusiasmo al nulla sublime, nella transvedenza in luce diafana inabissando l'essenza della storia e il transenso della storia, quale storia del transenso del sublime nulla.
Lì là ove abitano coloro che son morti per la dea del sublime.
Lì non c'è paradiso, né inferno,né limbo, né purgatorio:si abita il luogo del sublime in fiore:non è un luogo sacro giacchè la dea del sublime li ha sacrificati, è una transtopia d'attesa della divinità sublime o una transpazialità abissale sublime:si è abbandonati lì per sempre e non si desidera l'eterno ritorno nel mondo, né si aspira ad un altro mondo.
La transvivenza continua lì tra il colore e i profumi della dea del sublime che li circonda con l'unica consolazione possibile:essere sublimi nella transtopia sublime dell'essere sublime o nella transpazialità abissale sublime?
Perchè la dea del sublime li cura come se fossero in estasi abissale sublime?
Fiori sublimi tra fiori sublimi?
Lì l'assenza invade la transmente e la riempie di presenze simili all'assenza o al nulla sublime.
A niente giova pensare quale sarà la destinanza, in una esistenza ove al nulla succeda il nulla, senza posa, né timore che al transenso del niente prevalga una ipotetica salvezza.
A cosa pensare quando nulla è possibile per sedurre l'essere sublime?
E' meglio chiudere la transmente per precludere qualsiasi desideranza per placare i dolori del senso del nulla sublime.
Ancora un attimo e tutto scomparirà e i ricordi saranno abitati dalle presenze fantasma parlanti la lingua dei morti.
Si spera d'accedere subito alle prossime stagioni, senza attendere eventi che preannuncino già incontri nefasti.
Alle volte è possibile ascoltare la transonanza della voce sublime e lontana, ma il transenso dei desideri è sempre rivolto verso altre stelle con la transmente ancora densa di transcordanza di pensieri inutili e si decide di lasciare a chi sappia meglio abitare il mondo, la gloria, la destinanza.
Mai più si sognerà l'essenza degli sguardi,mai più s'ascolterà la transonanza della voce che chiama, perchè da sé non si sente troppo desiderata, mai più il vuoto denso d'essenze sarà abitato dalla luce generata dal nulla sublime abissale:ah dea del sublime,ah dee perchè avete abbandonato l'esserci?
Lì l'incanto c'è quando la splendenza sublime si svela e s'eleva più bella delle meraviglie del mondo, si lascia partire un soffio di desideranza che increspa ed aleggia, d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno del sublime transequilibrio ed ancora di più la transonanza incanta, quasi volesse danzare tra le onde sublimi in transcordanza.
Mai illusione balenò all'orizzonte più terribile e sublime:d'incanto così all'improvviso ci fu la transmorfia sublime degli eventi: d'impeto ammainò e riversò la sua essenza sublime nelle acque agitate e tempestose: un immenso fragore s'udì in tutti i luoghi del globo e la dea del sublime inabissò tracimando con moti ondosi mai visti, né uditi : quel che fu la più transtabile che si conoscesse s-pro-fondò negli abissi.
La catastrofe sublime: un soffio può far capovolgere le immensità più eccelse, tanto da generare l'attante della transmorfia sublime che farà naufragare l'esserci: è il soffio dell'essere sublime che genera la catastrofe sublime per mutarsi in essere abissale sublime.
Il soffio di desideranza dell'essere sublime si dà quale catastrofe sublime, prossimità del naufragare, quale destinanza dell'essere per la morte sublime.
Alla presenza dell'essenza sublime della transonanza dell'incanto, al balenare del miraggio sublime immenso e transinfinito, l'essere sublime è in diafana transvedenza, quale estasi sublime, quale respiro che sente la vicinanza del sublime; ma quel soffio farà vacillare l'immensa la sublime e transinfinita esistenza glaciale.
L'equilibrio fondante la transtabilità dell'esistenza dell'essere sublime si svelerà oscillante e transonante.
Dall'incanto sublime alla morte sublime: dal miraggio sublime al naufragio sublime.
L'abisso sublime che si disvela nella sua ellittica curvatura sublime: si vive solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla sublime ed è subito morte sublime.
L'essere sublime è solo sulla transvarietà transferica trafitto dal raggio abissale sublime ed è subito sublime abissale in diafana aldilà.
Ah essere in nuce, ah essere in luce: lunghi anni sulle ali dell'estate sono state le sole volte in cui la vita sorse senza dinieghi né divieti.
Le ore grandi come un secolo, ah le cose piccole come galassie, si svelarono diafane in transvedenza animate come nuvole d'un giorno assolato e solo, scorto dietro l'angolo della morte sublime.
Si farà ancora in tempo a spengere le luci prima del sonno dell'attesa e del riposo: denso di sogni ed incubi e vuoti di mente.
Lì è ancora giorno e il sole tarda a tralasciare, sarà ancora preda della nostalgia della bella estate che si svela alla sera sublime con l'abito delle stelle fisse, mobili, cangianti ma senza tanti allori per piangere e per sognare: con la sorte oltre la morte sublime.
Proverò ad essere una tranvedenza con la sera dietro le spalle e la notte sublime e buia quale transvivenza, ma sarà una nube nera come l'incanto della morte sublime ad avvisare le ultime speranze con il fascino del nulla sublime.
Udrò ancora il sole cantarmi le melodie dell'armonia afenomenica della transonanza in diafana tranvedenza che lascia al mondo il mistero dell'evento sublime, ma all'ultima ora la destinanza sublime sorprenderà con la fantasia dei fiori e la luna da sola apparirà all'orizzonte degli eventi sublimi: lascerà sognare senza fare del male: con la follia sublime negli occhi:come è vuota la notte sublime senza i sogni del transdicibile.
Ora sono trascorsi millenni luce e dell'attimo del cosmo e dell'universo non c'è traccia: nulla, né del destino, né della transvivenza così densa, così tersa, così vicina al nulla sublime e senza fasti.
Qui correrò ancora un'altra volta per raggiungerla con le ali del destino sublime e l'ultimo raggio che provenie dall'aldilà sublime e insegue senza sosta una luce sublime e misteriosa,poi mi volterò per vedere gli occhi di chi decise la sorte del mondo, prima che sia fuori per sempre e transenta il transaudibile con la musica della transonanza sulle note del nulla sublime, o con i sogni sublimi abitati dagli occhi dell'essere sublime.
Lei è sublime, è la risonanza della transonanza in transcordanza, amante del disordine, in lei c'è la leggerezza ma anche la tristezza d'una nuvola a primavera, lei è sublime amante della transvedenza, in lei c'è la luce ma anche il buio atroce d'una nebbia subliminare, lei è sublime nemica delle tenebre: è caotica come il sole, non saprei bene se le piace la nostalgia della pace o l'ira della vittima che tace, ma sublime lei è e sarà.
Ogni sera al tramonto alzi gli occhi al cielo e pensi: quando era sublime la mia giornata,non riuscivo mai a sapere quando il lunedì venisse, c'è, ci sono?
Sì, ancora un altro poco ed andrò a dormire, sognerò gli occhi tristi della sera e la luna sublime mi farà compagnia, col raggio blu dell'estate e col raggio rosa dell'autunno.
Non farà bene sostare sulle piazze di notte e cantare come i grilli dei conventi e le sere passate ad urlare: dio, dio, non molestare gli organi e i letti e le strane passioni dei gatti.
Sublime è il tramonto dei sogni: è il tramonto sublime dei sogni.
Adoro ancora la sera restare a guardare la notte sublime e più buia, con le stelle annoiate d'essere fisse e il creato che è lì che attende i desideri dei nostri sogni sublimi.
Ancora una volta e tutto sarà scomparso sulla faccia della terra: non c'è più pioggia, non c'è più luce, non c'è più un dio che produca un miracolo stanco o appena più in linea con l'orizzonte e l'universo.
Ah mi sentii persa tra le sublimi transcordanze come una gru a primavera, ma c'era il sole e c'era il mare e a me veniva voglia di cantare le nenie da bambina, quando l'età incrina e la soglia tra la vita e la morte torna a vacillare.
E' la transonanza sublime.
Subì ancora una volta la sorte avversa: aveva un diadema con la veste più vaporosa della serata, di quelle che quando ballano fanno vacillare il mondo e il cuore, e si inizia a tremare come se si fosse sottozero all'equatore.
La musica era bella sì, ma si cantava da folli, si suonava la transonanza dell'infanzia maledetta e le vesti che volavano sublimi e senza senso.
Capii all'improvviso che il tempo della giovinezza era pallido e il tempo del sorriso già dietro le spalle dei vecchi platani d'un giardino verde e rosa, blu e glicine, sublime lillà, lì quando sorgerà ancora il tempo della pazienza fuggitiva e secolare, quando la sorte guarirà gli incubi che accompagnano la luce del giorno.
La navetta dovrà tremare con la forza d'urto delle corazze e la bellezza sublime degli sguardi di fanciulle prima che per loro sia già sera o notte sublime e fonda: addio, affondi pure negli abissi sublimi del tempo,tanto non ci sarà mai più chi le darà la luce sublime dell'inverno a sole spento.
Le stelle della notte sublime guardano le volte del creato tutte le volte che il loro sorriso si volge al passato, gli astri sono tutti folli, oggi ti dicono che potrai trovare i tuoi sogni nel cassetto, domani nel letto e un altro giorno ancora non si sa dove.
Attenda pure un altro anno, tanto dovrà arrivare ancora con lingue piene di vento e la chioma nera e china e bianca, come l'alba sublime.
Ci sono giorni in cui la sera non arriva mai e il tramonto dura il transtempo transinfinito che serve per morire, nascere e rivivere in altri luoghi, in altri mari, in altri mondi o in altri universi sublimi, senza sentirsi persi, né tremanti di gioia o di paura, ma solo vuoti, soli, come il sole nella transradura abissale.
No, non mi sogni più con la gioia sublime del cuore e il sorriso perso per strada mentre si cercavano le viole.
Non è ancora giunto il transtempo in cui la notte sublime avrà lasciato le sue spoglie alle stelle e vestirà la corolla con i fiori roridi di pianto.
No,non mi sento stanca: è solo il soffio della vita che accompagna la notte sublime con il dolore della morte sublime e al mattino fugge via, con la velocità dei sogni sublimi.
Sento già suonare. mi vien voglia di gridare, ma la mia voce non suona più, le mani e i piedi sono immobili, come il respiro.
Il mio povero cuore non mi batte e ri-batte più ed il mitico corpo già si sente giù, giù, giù fin nell'abisso, da dove non non si sale più su, non lasci, ma non si fermi, continui almeno lei a sognare, ad occhi chiusi o ad occhi aperti, tanto per sognare il sublime non serve guardare.
Si sottrae, si kripta, si dekrypta, si vela e si disvela, è la legge dura della dolcezza del sublime, un nobile fenomeno della seducenza astrale, le stelle son lì solo per farsi con-templare, guai a chi pro-getti la prossimità.
Così parlò Kalypso, ma di sola bellezza non si salva il mondo.
Non è così?
Si regali un sogno sublime abissale o vuoto come la grazia pregnante dell'universo denso d'incubi e di orrorose tragicità.
Faccia sognare il sublime della transplendenza per irradiare l'intermittenza aurorale del miraggio boreale quale brillanza astrale, ma di luci soffuse e terse si può anche perire.
Si lasci affondare: è sublime come le stelle, ma quelle non se ne stanno lì a guardare: sono in armonia afenomenica, transonante la medesima melodia armoniosa e tediosa mormorante: domani, domani?
Sì, domani, potrà annegare o volare, o morire o soffrire, ma non lasciare, non lasci mai più, le stelle amano essere viste a distanza siderale, guai a toccare il fondale universale,si può s-pro-fondare nell'abisso sublime, senza mai più tornare tra l'aurora e l'infinito: è finito? è già tutto irreversibile, abissale?
Non lasciare,anzi si lasci attraversare senza fiatare, come già si lasciano oltrepassare i suoi occhi dalle intermittenze delle desideranze.
Ora e mai più non ha più senso ascoltare le voci degli abissi sublimi della memoria dei ricordi diafani, non ha più senso alleviare con il miele eterno l'eterno ritorno.
Si è soli con la desideranza della morte sublime, ah si inveisce ogni volta, quando appare il sublime ed abissale sguardo, non ha più senso spendere le lacrime della noia senza ascoltare la voce dell'aurora: che sale saliente ogni volta che l'esserci sublime muore.
Nel vuoto spazio della notte sublime c'è il nulla sublime che canta con la voce della seducenza astrale in transonanza.
Solo la transcordanza della morte ci può salvare,nel vuoto eterno del nulla sublime, una sola transonanza che canti:una canzone in transcordanza.
La dea del sublime non ci ha abbandonato abita lì là in un campo di Ogigia, la xhorà del sublime, lillà in un campo di Ogigia la xhorà sublime abita Kalypso la sublime dea della diafanè,lì ove la dea si getta in transplendenza in un campo,in una transradura fiorita di lillà, la transpazialità abissale del sublime,lì scende in campo insieme all'eroe della naufraganza.
L'essere sublime si getta sul campo di Ogigia la xhoràlillà, lì la ricamata seducenza della dea del sublime si svela e disvela nella transcordanza sublime che seduce la dea Kalypso-lillà in una transradura sublime fiorente di ogigia la sublime xhoràlillà,lì ove l'essenza della dea sublime si getta, si dà la rugiadosa transradura luminosa, transplendente, seduce lì la dea del sublime in un campo di Ogigia la xhoràlillà.
Lì si disvela l'aletheia sublime,la verità sublime si svela in una transradura di lillà,l'essenza della dea sublime si svela sul campo,in quella divina transradura
la natura della dea sublime è figlia dell'essere sublime, la physis sublime della divina è figlia di sè e si dà da sé,si svela da sè ,si getta da sè, si pro-getta da sè in un campo di lillà ,si fonda da sè in una transradura radiosa in transplendenza diafana di Ogigia.
Ah essere figli della radura sublime vuota,sgombra,libera,disertata,annichilita, svuotata,diradata, diafana in eterna diradanza,figli della transpregnanza sublime della divina splendenza, figli della sua desideranza sublime, figli della sua ontogenesi o dell'essere sublime pregnante.
Ah essere disvelanza sublime della transmonade vuota in exstasy sublime, quale deliranza che danza nella diradanza sublime dell'aletheia dell'essere sublime, senza il nulla, senza altri dei, né altri eroi, né entità o superentità.
Solo il suo evento sublime che si dà: viene in sogno l'evento sublime della dea sublime che si dà nella diradanza.
Lì i sogni si svelano con lo sguardo della diafana transplendenza del sublime nella bellezza, o dell'essere sublime nella bellezza dell'ente ideale, o con la luccicanza sublime dell'exystenza senza presenza, o solo con l'assenza sublime, mentre sussurra sempre ai transensi di svelare solo l'imago della diafana transvedenza.
A nulla pensa il nulla sublime che sogna o immagina l'evento sublime del suo infinito ritorno dall'abisso animato, ove la luccicanza dell'evento sublime si dà come una cuspide sublime imaginaria che attrae il chiasma eventuale, l'evento sublime dell'essere chiasmale, sublime interattanza dell'interagenza cuspidale, eventuanza sublime, l'essere sublime s'eventua da sè, senza il translogos che non c'era, senza il dio che mai ci sarà.
L'essere sublime s'eventua aldilà del dio che non c'è più, l'essere sublime si dà luce da sé, senza il dio del bene e del male che non c'è mai più, s'eventua aldilà del bene e del male che non c'è più.
L'essere della sublimanza si dà alla luce da sé, aldilà del dio dell'eterno ritorno che non c'è mai più.
L'essere sublime si dà luce e si darà alla luce aldilà del tempo che non c'è, aldilà del tempo dell'eterno ritorno che non ci sarà mai più.
Madre sublime della sublymanza, nei suoi occhi c'è l'essenza della nostra morte eterna, non saprei come e senza un perchè, né saprei come mai la notte sublime si nascose nel letto delle nuvole e si rivelò all'alba con il raggio di luce sublyme di un tempo che fu e che sarà: quante volte gli occhi hanno visto l'invisibile sublyme senza scorgere la disvelanza sublyme dell'essere?
A chi si rivolga il tempo quando pensi alla destinanza e giochi con le sorti degli universi?
La dea sublyme non gioca mai con la mondità,ma soffia le sue auree sublymi nei pensieri delle stelle che mai guardano a ieri, ma illuminano i sentieri della destinanza sublyme dell'essere.
Madre della sublymanza ed eterna eventuanza che guardi e contempli i segni degli eventi sublymi della destinanza senza deklyni, come il volgersi dell'eventuarsi astrale degli immensi ed infiniti universi, né replicante o klonante come le stagioni del cuore della natura, o le intermittenze sublymi della notte o del giorno in disperanza disanimata della destinanza della sublatione sublyme.
Ma solo lì la singolarità sublyme dell'evento dà alla luce la destinanza dell'excstasy sublyminare che dagli abyssi sublymi sorge, si dà in risplendenza, si ewentui quali luci della vivenza sublyme delle aurore senza più le scorie di ieri e senza più le pre-visioni del domani: oh madre sublyme della destinanza dia all'essere l'eventuanza o l'invisibile sogno sublyme, affinchè l'esserci possa raggiungere le lontananze sublymi delle luci boreali e naufraghi nel sublymynare abysso degli ewenti waghi, evanescenti ma pregnanti di miraggi della desideranza sublyme.
Non saprei quando possa durare l'attesa dei sogni sublymi, né se la notte sublyme della destinanza salvi dalle spire degli abissi della sublimanza.
Ma se la madre dell'eterna sublymanza e della destinanza sublyme disvelasse agli sguardi il tramonto e giammai invocasse il deklyno eterno degli abissi sublymi, l'eternità abiterà le menti sublymi quale gioia sublyme senza fine e senza fini, e grazia sublyme fluttuante nelle tempeste di tutti gli eventi abissali della destinanza sublyme.
Ora si è oltre gli eventi sublymi della destinanza abissale, trascorsi all'ombra degli abyssi tenebrosi.
Il sentiero abissale non svela radure sublymi della transplendenza, ma solo abyssi sublymi ove possa naufragare la destinanza senza ritorni eventuali.
Che i volti sublymi che giungano in-contro siano l'eventuarsi dell'esserci, e se così non fosse e mai vada si sia preda della destinanza abissale sublyme, altro tempo non è più necessario per calpestare il nulla sublyme o il niente abyssale che svuota le sfere della mondità abissale.
Si attenderà che l'evento sublyme dell'essere si sveli dagli abyssi sublymi con le luci delle aurore delle destinanze: meglio il bagliore sublime della sublazione dell'eventuanza dell'essere che la lenta transcendenza negli abissi kaosmici: così parlò Kalypso, la musa dell'eventuanza.
NIETZSCHE
L'essere sublime è il nullo fondamento di una nullità sublime.
Il Dasein sublime è l'evento della gettatezza sublime dell'esserci: essere-nel-mondo è l'essere nel sublime o essere nella Lichtung sublime dell'essere, o nella verità sublime dell'eventuanza dell'essere.
L'essere-nel-mondo-sublime, soggiorna in excstasi nella sublime naufraganza abissale.
Il soggiornare sublime nella naufraganza abissale è la sublime transradura della sublatione ove abita poeticamente la sublime eventuanza dell'essersi sublime.
È solo con tale sfondo abissale dell'essere in sublatione che si eventua la verità sublime dell'essere.
La bellezza ideale o fenomenica o noumenica o epistemica si dà ragione e propone fini, impone regole, dispone mezzi e adatta ogni cosa ai modi dell'azione, si dispiega ed è ovunque ed in priorità un porre-innanzi, una presentanza del dominio imperativo categorico in ideale transcendenza.
La bellezza mondana ha agito troppo e pensato troppo poco, giacchè la definizione di fini, di mete e di mezzi è sin dall'epigenesi inadeguata nell' abnegarsi in eventuanza della sublatione sublime o Ereignis sublime.
Nessuno ideò la bellezza dell'evento o l'eventuarsi della bellezza.
L'evento sublime è il mostrarsi o manifestarsi nell'evento, o nella struttura ontologica dell'evento, nella dispieganza della verità sublime dell'essere e consentì di pensare l'essere nella sua eventuanza.
L'eventuanza del sublime abita poeticamente sia la fondatezza che l'essere fondamento infondato o Ab-Grund sublime, ogni fondazione è inadeguata all'essere come fondatezza del sublime, giacchè ogni fondazione non può che ridurre l'essere ad entità: il pensiero sublime pensa la verità sublime dell'essere, giammai la verità della metafisica della bellezza estetica ideale o la tecnica del disvelamento, ma la verità come aletheia sublime transpoiesis della disvelatezza sublime.
Anche la physis, la sorgenza-di-per-sé, è sublatione sublime abnegarsi dal nascondimento al mostrarsi o manifestarsi sublime.
Nella sublime disvelatezza si fonda la sublime téchne: la téchne è la poietica sublime della sublatione dell'eventuanza sublime dell'essersi, è la sublime disvelanza ove accade l'eventuanza dell'aletheia sublime, la sublime verità della sublatione dell'essersi.
Gestell sublime o aletheia del sublime quale cura o custodia di ciò che è libertà sublime o sublime disvelatezza.
Il sublime è là ove c'é il pericolo e lì c'è la sublatione sublime che salva la verità sublime dell'essere o l' eventuanza.
La storia della metafisica della bellezza ideale,fenomenica,noumenica epistemica è la storia della dimenticanza dell'essere sublime, quindi storia del nichilismo estetico, storia dell'oblio del sublime o della differenza ontologica della sublatione sublime dell'essere.
La metafisica della bellezza ideale ideata da Platone evidenzia nell'essere la sola idea estetica o fenomenica, o noumenica epistemica.
Platone ideò l'idea dell'evidenza dell'essere che è l'entità stessa dell'ente, o l'essere dell'ente o idea a priori platonica quale idea dell'ente nel suo essere ente dell'essere bellezza estetica che si mostra nei fenomena.
È l'inizio della bellezza ideale metafisica, Nietzsche ne rappresenta l'estrema completezza, come volontà di potenza dinamica della bellezza fenomenica, cioè dell' estetica fondamentale della bellezza dell'ente o dell'essere entità.
L'essere entità in Nietzsche è ancora la bellezza fenomenica ideale o noumenica epistemica sia pure la purezza-gaia-scienza nietzscheiana.
Platone ideò l'archetipo della metafisica della bellezza e Nietzsche pensò l'essere assolutamente in senso platonico e la metafisica della bellezza tragica, apollinea o dionisiaca, quale adequatio, estetica metafisica della bellezza ideale fenomenica, con l'essere entità: Nietzsche è l'ultimo metafisico della analitica della bellezza ideale.
È l'essere bellezza ideale dell'entità di Nietzsche che si dà quale estetica ideale nichilista o volontà di potenza dinamica, o eterno ritorno dell'ideale bellezza fenomenica.
Pensare l'essere quale bellezza ideale estetica dell'ente è la volontà di potenza dinamica dell'eterno ritorno della metafisica della bellezza fenomenica dell'essere entità, bellezza ideale del mondo immagine.
Nietzsche ideò così il nichilismo della bellezza quale estetica del non-ente, del niente, del nulla o la bellezza dell'essere dell'ente nella sua relatività con l'estetica del nulla, o bellezza del nichilismo o ideale bellezza del ni-ente o nichilismo della bellezza fenomenica o noumenica epistemica.
La differenza ontologica del sublime è la struttura ontologica sublime dell’essere.
Platone ideò il fenomeno dell'evento dell’essere entità quale fondamento dell’apparenza, o evidenziarsi dell’essere bellezza delle entità: l’evento del sublime si iscrive ancora nel fenomeno del sublime sia pure nella purezza fenomenica ermeneutica.
Grassi e Pareyson svelarono nell'estetica della bellezza del Dasein la purezza o la priorità dell' a-priori, o la struttura ontologica o la filosofia ermeneutica della verità inesauribile.
Verità e interpretanza infinita della differenza ontologica, quale priorità della fondatezza dell’estetica della bellezza: è l'ermeneutica fenomenica di Pareyson dell’essere bellezza ideale della libertà o l’essere entità nel suo essere svelato quale verità, o manifestarsi bellezza della purezza ideale dei fenomena, l’ente dell’essere verità dell’essere.
Hölderlin eventuò la transpazialità del sublime o dell’abitare poeticamente la naufraganza dileguante del sublime che è l'abnegarsi verso l'epigenesi prioritaria densa e intrisa di pregnanza sublime.
Si è nel sentiero in cammino verso l'eventuanza sublime che viene o verrà a salvarci: non è più l’immagine o l'imago del sublime ad essere pensata a partire dalla bellezza, quanto l'estetica della bellezza ideale fenomenica della bellezza ad essere pensata a partire dall’icona o immagine dell'eventuanza del sublime che verrà a salvarci, anche là ove c'è il pericolo o il terrore o l'angoscia o la tragedia.
L’immagine o l'imago del sublime non si nasconde più nell'oblio ideale fenomenico, o nella purezza della bellezza visibile o evidente nell'idea dell'essere entità, è perciò invisibile o afenomenica o anoumenica o aepistemica e asimmetrica o incalcolabile, indicibile, inaudita, indecidibile, incommensurabile.
L’essersi disvelato nel sublime consente all'essere d'essere l'eventuanza sublime dell'Ontopologia del Dasein sublime, e non più solo l'ideale fenomeno dell'essere entità della bellezza ideale della purezza della transcendenza noumenica o epistemica o metafisica della bellezza dell’esserci.
Nietzsche e prima di lui Leibniz idearono il nulla quale fondatezza estetica sia del fenomeno della bellezza sia della sublime bellezza: nihil est sine ratione, anche la purezza fenomenica della bellezza sublime.
Niente è senza ideale o noumenico o epistemico, neanche l'essere dell'entità.
Leibniz disvelò l'eventuarsi della bellezza sublime quale verità sublime che non si dà più come adaequatio rei et intellectus, ma quale svelatezza che eventui anche il fenomeno o il noumeno o l'epistemè dell’evidenza ideale dell’essere dell'entità.
Tale sublime svelatezza è la verità sublime dell’essere sublime, o verità ontopologica sublime.
Tra verità sublime ontologica dell'eventuanza dell'essere e verità ontica della bellezza ideale dell’ente si dà la differenza ontopologica sublime dell' essere.
L’essere sublime si dà nell'eventuanza quale svelatezza che consenta la sublatione sublime.
Lo svelarsi del sublime nella bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica dell’entità è l’essenza della fondatezza dell'essersi eventuanza sublime: lì c'è il non-ente, niente, nulla o verità sublime che si biforchi in ontica fenomenica ideale della purezza della bellezza e transcendenza ontopologica.
Il manifestarsi dell'evento sublime nella bellezza ideale è consentita dall'abnegarsi sublime della differenza transontologica della sublatione sublime: quell'eventuanza è la fondatezza della differenza ontopologica quale trascendenza sublime della sublatione dell’esserci.
L’esserci è l'eventuanza sublime della trascendenza, l’esserci trascende, perché mai si adegua all’entità, ma l' eventua nella sublatione o nella svelatezza dell'essere sublime nella bellezza.
La trascendenza ontopologica è il sublime nella bellezza: trascendenza o sublatione sublime dell'essere che si dà oltre, aldilà ed al di sopra, oltrepassa la fenomenica bellezza.
È trascendenza sublime cioè sublatione sublime che trascende la bellezza ideale, oltrepassa il fenomeno della purezza della bellezza.
L’esserci sublime si eventua nella trascendenza sublime come essere-sublime-nel-mondo, o essere sublime nella purezza e bellezza della mondità.
La sublazione sublime nel trascendere progetta il mondo sublime: è archegeta dell'ontopologia sublime.
Solo il pro-getto sublime che si dà oltre l’entità consente all’entità di mostrarsi sublime o manifestarsi o abnegarsi come sublime nella bellezza o archegeta dell'ontopologia sublime.
L’accadere dell'eventuanza sublime progetta l'aldilà sublime, l' oltre entità, quale sublatione sublime dell’essere-nel-mondo-sublime: l’esserci trascende la sublatione sublime nel suo essere morfogenesi sublime del mondo, archegeta dell'ontopologia sublime.
L’oltrebellezza ideale fenomenica, l'aldilà della sublatione sublime verso la mondità è la libertà sublime dell'essersi è la libertà della sublatione.
Se così non fosse la libertà sarebbe solo la libertà ideale fenomenica o noumenica epistemica.
L’esserci sublime si dà nell'essere sublime in se stesso o libertà sublime dell'evento della transfinitezza sublime.
Il mondo non è mai in sè sublime, ma si dà o si eventua quale mondità sublime, perché l’esserci sublime, nella sua trascendenza sublime è l'eventuanza della libertà sublime, l’esserci sublime può pro-gettare il sublime davanti a sé, e così una mondità sublime quale eventuarsi dell'essere sublime transfinitezza o essere archegeta dell'ontopologia sublime.
Nella libertà sublime c'è l’originale epigenesi della fondatezza sublime, o ontopologia sublime dell'archegeta.
La libertà sublime è libertà della sublime fondatezza, quale eventuanza della fondatezza s-fondata, quale eventuarsi sublime dall' abisso sublime, o sublime Ab-grund.
Platone ideò l' evidenza della bellezza nell'essere dell'ente o suo fenomeno o noumeno epistemico, ma quando nell'angoscia si eventua o si evoca il nulla l’esserci è in transcendenza sublime.
Come interpretare allora l'eventuarsi del nulla sublime, o il niente sublime abissale excstatico della transinfinitezza?
Il non-essere sublime in sublatione excstatca è inaudibile, indicibile, indecidibile,impensabile.
L’aletheia sublime del nulla sublime è la divelatezza della verità sublime della transinfinitezza, o la sublatione sublime della transfinitezza sublime quale nulla sublime, non-ente sublime, niente sublime, Dasein sublime del nulla abissale.
Nel velamento dell’entità, quale fenomeno ideale della bellezza si dà il mistero dell'eventuanza della sublatione sublime.
L’esserci sublime cura e custodisce l'evento sublime dal nulla o dal niente o dalla bellezza ideale fenomenica, o dalla non-svelatezza o dalla non-verità autentica del non-ente.
L’autentico evento sublime o della verità sublime è il mistero sublime della transinfinitezza.
La non-verità è la naufraganza o l'erranza abissale, o l'abnegarsi dell'Essere nell'entità fenomenale della bellezza ideale.
Ma quale evento sublime si dà nella verità quando nella verità si coniughi svelatezza e non-svelatezza?
ERACLITO e HOLDERIN
Eraclito svelò la sublatione sublime quale archegete dell'ontopologia sublime.
Hölderlin disvelò in Eraclito la sublatione sublime dell’ontopologia del sublime.
Hölderlin eventuò il sublime nel mistero o nell'enigma.
Perché c’è il sublime e non piuttosto l'ideale bellezza fenomenica, o noumenica epistemica, o il niente o il nulla?
O perchè si dà l'evento della sublatione sublime dell'aldilà: solo per decostruire la bellezza ideale fenomenica e superarla?
Leibniz e Schelling idearono il mistero o l'enigma: perchè c'è il nulla sublime o il sublime nulla o il nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico?
Perchè c'è l’angoscia sublime o la sublime angoscia del nulla?
Esistono eventi sublimi, o anche fenomeni originali, che sfuggono alla comprensione categoriale, o analitica dell’esserci o del niente o del nulla.
Le categorie sono adeguate solo per la bellezza fenomenica dell’entità mondana, non per l’esserci sublime o il nulla sublime afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico.
L’essere sublime del nulla sublime è sempre un evento sublime e giammai un fenomeno o un moumeno, è l’eventuarsi sublime del Sich-Ereignen.
Solo quella sublatione abissale sublime consente all’esserci di ergersi aldilà, o oltre la bellezza ideale fenomenica dell’entità.
Non si è più nella vivenza sublimi, bensì è il sublime che c'è nella vivenza ad eventuare la sublatione sublime, è il sublime che c'è nel nulla che si eventua quale nichilismo o decostruzione o sublatione sublime della bellezza ideale fenomenica.
Hölderlin ideò l'interpretanza sublime.
Hölderlin eventuò il sublime nel mito o sublime poesia tragica per la disvelanza ontopologica o Sublime transpoiesis tragica nel mythos, quale cura della verità o sublime inlatenza della verità : nel mito sublime tragico si è stabilito o vi abita poeticamente l’esserci del Sublime o dell’abisso tragico.
Hölderlin non disvelò più principi o idee della bellezza o priorità o fenomena o noumeni epistemici ermeneutici quali paradigmi dell' essere, ma l'esserci sublime stesso quale eventuarsi sublime dell’essere, o il suo movimento o muoversi nel mostrarsi sublime, o sottrarsi o annientarsi o annichilirsi nella sublime differenza ontopologica.
Hölderlin eventuò l’apparenza dell’essere sublime, la sua transtabile progettanza che non solo si dà sempre in sorgenza sublime, ma cura e custodisce la sublatione sublime nella sua stabilità sublime: essere sublime è l'eventuarsi della stabilità strutturale sublime.
Hölderlin è l'archegete dallo sguardo più profondo e abissale sublatione sublime.
Hölderlin è l'archegete ontopologico che si getta excstaticamente nell’abisso dell’essere sublime, o nella tragedia sublime dell’essere, lì il principio è la fine, la transtabilità è l'abissalità, la bellezza è il sublime, la vivenza è l'essere per la morte sublime.
L’essere sublime si eventua nella bellezza ideale fenomenica e quella sublatione sublime è l’evento sublime o il mostrarsi, o l'abnegarsi o il manifestarsi della transpoiesis sublime, quale pensiero poetante del sublime o poesia pensante del sublime o tragedia sublime, o instabilità strutturale abissale o indeterminatezza ontopologica del sublime dispiegarsi della differenza ontopologica sublime.
Hölderlin è l'archegete ontopologico che apre e si apre al sublime, è l'epigenesi del pensiero poetante sublime.
Hölderlin è l'archegete della sublime transontologia della differenza.
Differenza transontologica è la sublatione dell'evento dell’essere sublime dall’entità ideale fenomenica o noumenica epistemica.
Di quale evento sublime ontopologico si tratta?
La verità sublime è il mostrarsi, abnegarsi, manifestarsi dell'excstasi della transinfinitezza dell’essere.
Hölderlin è l'archegeta dell' eristica ontopologica sublime dell'ontopologia sublime della dea Eris che si eventua quale non-fondamento o fondatezza abissale del sublime, l’essere sublime nel nulla sublime afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, o eristica ontopologica dell'essere sublime nulla sublime.
Il sublime si eventua anche nel nulla, sull’abissale fondatezza, anzi il sublime è il nullo fondamento dell'essersi o la dismisura del nulla o del niente quale eventuanza del sublime.
Perciò c'è il sublime piuttosto che il nulla, quale differenza ontopologica che si dà al di là di tutte le differenze del niente, o della bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica, tale da eclissare tutti i fenomena.
Per Hölderlin l’essere è la sublime dinamica della differenza ontopologica sublime: l’essere eventuanza sprofonda nell'Essere sublime, l’essere è il dispiegarsi della differenza sublime nel pensiero poetante sublime: è il transoblio o sublatione sublime dell’essere.
Hölderlin è l’evento sublime del tragico nulla o evento sublime del nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, o l'eventuarsi della verità sublime quale aletheia sublime del nulla, o non-verità della non-entità.
ARISTOTELE SULLA TRAGEDIA
UN NUOVO PARADIGMA: L'ONTOPOLOGIA DELLA LIBERTÀ.
Il sublime dilata le transmittenze del cuore in sistole e diastole, eventuanza e abneganza, si concentra nell'attenzione della transtabilità ontopologica.
È stancante: è la transestetica sublime.
La bellezza discioglie la transpurezza dell'anima:si percepisce una differenza o una incongruenza nella transestetica, presente nell'epigenesi longiniana del sublime, ma non ancora una differenza noumenica nel sublime.
Qui il sentimento sublime consiste in una vibrazione o alternanza rapida dei sensi,o alterità o alterezza o splendezza dell'esserci.
Il dinamicamente sublime o dynon o phyon o splendezza sublime è simile alla transpotenza transdinamica in natura irresistibile e terribile, ma se si è al sicuro, si rimane disinteressati e perciò non c'è più un ob-getto o gegenstand che incuti paure.
Dio è terribile ma l'uomo non ha paura.
Anzi solo la dea del sublime, quale ultima Dea o ultima degli dei, ci può salvare, o solo il sublime salverà il mondo.
La natura è sublime perché eleva, innalza l'evidenza ideale all'esposizione eccelsa là ove l' esserci è l'unico capace di comprendere la sublimità, anche al di sopra della stessa natura.
Tale libertà è l'eventuanza al di là della natura: interagenza intima tra il sublime o il dinamicamente sublime,è l'ontopologia della libertà.
C'è sublime quale libertà che trascende la natura.
Il sublime dell'evento sublime, il dinamicamente sublime è sempre in interagenza o transagenza con la libertà.
E' la problematica della transdifferenza tra il matematico sublime e il dinamicamente sublime, o della differenza analitica tra la transbellezza e il sublime:entrambi esigono l'inclinazione o il klinamen e la transensibilità del piacevole.
Il sublime invece si trova di fronte un gegenstand,sempre non-ente o transente infinito o transentità abissale senza-fine, senza fondo, un ni-ente, un nulla afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico.
Infinitezza sublime che si dà oltre o al di là della bellezza ideale fenomenica, lì la verità sublime si dà al di là quale eventuanza dell'essere sublime ontopologica.
L'eccedenza dell'evento sublime è la verità nella sua infinitezza o è la
paradossalità sublime dell'essere.
Schelling ideò una transcendenza sublime al di là dello spazio e del tempo, quale sublatione sublime della bellezza fenomenica.
Quale analisi della tragedia nella Poetica, in transalienze della tragedia, come nell'esperienza di paure e compassioni che si concentrano in catarsi delle emozioni.
Aristotele appare ob-scuro nello svelare la transevidenza catartica.
La differenza tra le due estremità, o meglio la differenza tra i due spazi ontopologici che si incontrano come in un nastro di Mo@bius, svela l'analitica della transbellezza dell'esserci: se un fiore, un tramonto, un poema, un dipinto, o un brano musicale: qualsiasi bellezza possa essere transvisibile anche come bellezza sublime.
Il differenziale nel continuo è evidente nella consapevolezza dell'analitica transfenomenica del sublime, nella bellezza,nel sublime, quale evento sublime della splendenza.
L'analitica della transestetica del sublime si evidenzia o emerge come una più complessa ermeneutica della transbellezza.
Quella interpretanza dell'analisi della transbellezza connessa con i commenti di Aristotele sulla tragedia possono delineare l'emergere di un nuovo paradigma.
Nell'Analitica si distingue il sublime dalla bellezza transfenomenica: è bella la bellezza modello in un ob-getto, quale evidenza ideale o principio di pensiero nell'ob-getto, senza che l'ob-getto stesso abbia utilità.
Qualcosa è nella sua evidenza ideale bella, in contrastanza ad utile, ma l'ob-getto in sè è inutile, è disinteressante categoricamente, mentre dà il piacere.
Un fiore è bello per la sua evidente organicità, la sua simmetria i suoi colori come evidenze ideali utili in un transente, ma la transentità è essenzialmente inutile: così si pensò la transbellezza senza telos.
Già nel concetto aristotelico di physis c'è in essere il sublime dinamico, quale dynon o evento che si inabissa o si sottrae senza fine e si sublima nel transinfinito.
Che cosa sono i physei onta?
Sono quegli enti che hanno in sé il principio del movimento o la dynamis sublime, o physei onta che si sublimano dinamicamente, quale eterna presenza o evidenza ideale della transmonade in epigenesi del movimento.
Nullo fondamento di una nullità sublime incompatibile con la bellezza ideale fenomenica, incongruente come il più grande quasi infinito, apparirà così il sublime quale grande terrore e stupore.
Ecco una parola che non svelò alcun particolare della bellezza; nulla o alcuna evidenza ideale della personalità; nessuno ha detto una parola in evidenza ideale o immagina brillanti colori, o immagina la fragranza di una rosa o
l' origine della sublymanza, nel senso della sublyme-bellezza:.
Il costruire un tempio di Zeus, il portare-in-elevatezza una statua di Apollo quale ontopologia dell'archegete, o il portare in scena una tragedia sublime, non è soltanto l’alterezza di una splendezza: è mitopoiesis o transpoiesis sublime.
Consacrare per l'archegete è mitopoiesis sublime nel senso che nell’offerenza del sublyme il sacro viene svelato in splendenza o ciò che è sacro è il Dio che viene cercato nella svelatezza della sua vivenza, dentro la disvelatezza della sua presenza.
Ogni evidenza ideale nel senso dell’alterezza mitopoietica è sempre ab-scissa eventuata,quale modalità di evidenza adeguata nel progetto o situarsi e mostrarsi nell' imago-statua, dicibile e decidibile nel translogos.
Si evidenzia il sublime da erigere, da disporre, che possieda già in sé il modello essenziale del disporre, sia cioè se stesso, in ciò che sia la sua transonanza sublime.
METAONTOLOGIA SUBLIME
LA SUBLATION DEL RASOIO DI OCKHAM
PLATONE,ARISTOTELE: I NUMERI SUBLIMI
Ma in che modo si raccoglie o si concentra la transonanza sublime autentica, che dispiega l'ab-scindere e l'eventuarsi dell’essere-sublime?
Di più, ove si evidenza idealmente la metaontologia sublime?
La meta-ontologica è la transontologia dell'ontologia o della transepistemica, o della transestetica quali capacità di comprendere gli eventi sublimi dell'essere, non solo i fenomeni o i noumeni: o è una metaontologia o transontologica delle singole ontologie o una teoria ontologica in un’altra.
Il metaontologico consiste nella costruzione e decostruzione o della transontologia delle ontologie come con la sublation del rasoio di Ockham: si evidenzia la descrizione della transontologia sublime quali “distanze sublimi” o “buchi sublimi” o “eventi sublimi”, strutture transontologiche sublimi inerenti al sublime.
Ma c’è anche una transontologia sublime delle transmonadi e dei transarithmoi, teoria ideata da Platone e lanciata da Aristotele, è stata dispiegata o evidenziata idealmente in una ontologia sublime della matematica sublime in Platone e Aristotele: i numeri sublimi o tutte le singolarità sono ontologicamente duplex, giacchè sono il translogos il situarsi e mostrarsi o la ri-unione di ciò che è distinto e distingue ciò che è unito.
La transmonade è ciò che riunifica una molteplicità che si kripta o situa per mostrarsi nella sublimità numerica o nell'aritmos, ed è anche ciò che individua-isola la singolarità nel molteplice.
Ora c'è l'ontopologia sublime, c'è un solo nome per una complessità eterogenea, c'è qui la connessione tra transontologia sublime e ontologie: essere, numero e transestetica sublime.
C'è già nella classicità dell'archegete che lo on debba situarsi e mostrarsi quale en, ancora ermeneuticamente da svelare.
L'ESSERE SUBLIME O L'EVENTO DELL'ESSERE SUBLIME.
IL MOVIMENTO FRATTALE
LA DINAMICA SUBLIME.
L’essere sublime è l’essere evento sublime dell'ontopologia dell'archegeta, giammai del fenomeno ideale o noumenico epistemico.
Se c’è l’essere sublime dell'evento ontopologico, non può più esserci solo il fenomeno della bellezza ideale.
Il sublime evento dell'essere è indicibile o dicibile solo nell'infinitezza sublime.
Già Platone ideò l’essere evidenza della bellezza o l’essere potenza dinamica o l’essere fenomeno noumenico, ma l’esserci categorico frantumò quell'armonia transestetica ontoteologica.
Brentano svelò nella dynamis il movimento frattale dei fenomena frammentati: lì c'è l'intenzionalità di un Essere che attrae, l’essere attratte dalla purezza dell'armonia e perfezione della bellezza consentì ai fenomeni dell’Essere infinito di Esserci.
II pensiero che è pensiero per sé, ha come oggetto ciò che è di per sé la purezza della bellezza, se è ciò che c’è di più esteticamente bello il suo pensiero è pensiero di pensiero della bellezza fenomenica ideale o noumenica epistemica.
Aristotele ideò così la Metafisica della bellezza, senza immaginare d'aver eventuato la dynamis sublime dell’essere, per l’ontologia fondamentale c'è finalmente il nesso tra sublime e matematica sublime o dinamica sublime.
HEIDEGGER:DIFFERENZA ONTOLOGICA E LA SUBLIME METAONTOLOGIA
L'eventuanza ontopologica di Heidegger è l'unica transontologia sublime metaontologica,
Heidegger ideò la metaontologia sublime: ovvero la transontologia sublime dell’ontopologia e introdusse, per primo, la sublime metaontologia per precisare e distinguere l' ontologia fondamentale dalla metafisica: già nel Sein und Zeit distinse le ontologie regionali, i fenomena ontologici di ciascuna scienza, e l’ontologia fondamentale quale priorità o premessa o fondamento delle ontologie regionali fenomeniche anche estetiche.
Heidegger transobliò in sublatione le problematiche di fondazione delle scienze o delle estetiche nelle transestetiche ontologiche e chiarì che c'è all’interno della metafisica una distinta o una differenza ontologica sia transestetica sia transepistemica dell’ontologia fondamentale, connessa transontologicamente alle ontologie scientifiche fenomeniche o noumeniche regionali:è la sublatione della metaontologia.
La metaontologia di Heidegger è quella transontologia sublime che eventua le relazioni con le ontologie regionali fenomeniche della scienza e dell'estetica.
A rigore la metaontologia e non l’ontologia è la sublime transontologia che svela le problematiche ontologiche della scienza, le problematiche dell'estetica o della transestetica o della transepistemica e che cosa sia il nesso tra ontologia e metaontologia.
Ma la comprensione ontologica è possible solo con la problematica transontologica sublime, come metaontologia.
Con metaontologia Heidegger ideò il “capovolgimento” o metabolé sublime dell’ontologia dell’essere sublime.
Solo così la metaontologia si svela quale transontologia sublime dell'ontologia fondamentale, quale insieme di fondazione ed elaborazione dell’ontologia della sublime transtemporalità heideggeriana meta-ontologica.
La metaontologia, svelò Heidegger, non è una semplice scienza ontica induttiva, o una semplice sintesi kategorica kantiana che racchiuda i risultati delle singole scienze.
Quello che si divide apparentemente tra diverse ‘discipline’ e etichette è una sola epistemica ontologica sublime, così come la differenza ontologica è il fenomeno o meglio l'evento originario dell’esistenza metaontologica dell’essere, quale nesso tra ontopologia e matematica sublime o l’essere una singolarità transublime.
Heidegger svelò la metaontologia con il pensiero dell'oltrepassare la metafisica o svelare la sublazione della metafisica o l’ontologia della presenza fenomenica e noumenica quale sublime sublatione transestetica e transepistemica metaontologica quale decostruzione della metafisica.
Heidegger transobliò,quale sublatione,la connessione tra ontologia e scienze specifiche ma la metaontologia è ancora
nell'indeterminatezza ermeneutica, forse perché la sublime metaontologica è la bellezza ob-scura del sublime heideggeriano.
Heidegger distinse sempre l’ontologia dalla meta-ontologia, l’ontologia esistente e presente, sull’essere in quanto essere nella sua trascendenza ontologica o nella transontologia squisitamente matematica sublime dell’essere che si dà nell'esserci o nel discreto dei fenomena o noumena, quale Essere matematica sublime o transpazialità dell’apertura dell’essere transLichtung sublime.
La sublymanza è in sé una ab-scissa nella quale un mondo viene svelato dall'archegeta o in dinamica excstatica e, in quanto svelato, gettato in ab-scissa.
Ma che cos’è un evento-sublime-nel-mondo?
Ciò si eventua nella sublatione sublime: il mondo non è l’insieme delle cose-aderenze sussistenti in quanto risultato di un’enumerazione, eseguita in dettaglio o anche solo pensata, o fenomena o noumena.
Il mondo mondifica e svela l'esserci sublime quale disvelanza, abneganza, dispieganza, prossimità, ampiezza e angoscia di ogni @rchegete.
Quell'eventuanza sublime non viene mai incontro come oggetto, ma in sublatione, trattiene excstatizzati la transpoiesis dell'@rchegete entro una transonanza, dai quali la grazia che chiama con un cenno e la sciagura che si abbatte con un colpo, proprie degli Dèi, hanno il loro evento o il restare-assente.
Quell'abnegarsi o eventuarsi è una modalità del sublime in cui il mondo mondifica quale sublatione sublime.
Quei fenomena possono soccombere al disordine ed essere così un non-mondo: sia mondo o non-mondo, in ogni inoggettualità, più essente di qualsiasi delle cose sussistenti e sussunte, nelle quali, in modo conforme alla quotidianità, si crede d'essere di casa.
Il mondo, però, è sempre l'indicibile; nel senso di in-contrastante o contrastanza.
Ora, il mondo è ciò che il sublyme es-pone, cioè si eventua, e-rompe in sublatione e dispiega la svelatezza in transtabilità sublime, nella dimora sublime mondificante.
Extra-ponendo la sublatione sublyme essenziale della svelatezza-di-mondo, l'archegete disvela un vuoto sublime, o un nulla sublime excstatico quale essere-capace.
Mentre il sublyme libera e custodisce e cura un mondo, è in ekstasy quella sublatione che si dà oltre il sussistente: l'indicibile si dà in singolarità nella quale l'abneganza sublyme si disvela, in virtù dell' ekstasy sublime riesce ad ergersi-fuori nella svelatezza, e di pro-curarsi la dimensione di sublatione sublyme.
Mentre il sublyme eventua il mondo nella transonanza, crea se stesso, o la transpazilità ontopologica che situa e mostra da sè, il luogo nel quale giunge in excstasy l'archegete.
L'ab-scissa come sublatione sublime o alterezza excstatika consacrante si dà come disvelata libertà sublime della mondità.
Quella eventuanza può sottrarsi o abnegarsi nell’inessenziale sublime sottrazione-di-mondo e della decostruzione-del-mondo certamente sussistente, ma che non c’è più, è in fuga.
Quell'eventuanza dell' essere-via non è però un nulla,bensì è la fuga stessa,tale fuga si trova ancora soltanto con l’ab-scissa assentemente presente nell’essere-sublyme , giacché l’essere-sublyme non può essere afferrato concettualmente dall’essere-epigenesi, bensì, al contrario,l’essere-epigenesi si eventua si dà quale essere-sublyme.
Per l'eventuanza dell'ontopologia dell'archegete, l’essere-sublyme in transonanza si dà in sublatione sublime quale abnegarsi, situarsi, mostrarsi in pietra, legno, metallo, colore, suono e lingua.
Tutti fenomeni dell'ilemorfico che l'archegeta eventua, situa e mostra entro una morfogenesi.
L’ilemorfica in referenza al sublyme è possibile sempre e in qualsiasi momento: disvela le interpretanze dell’essersi; lì l’esserci possiede un sua evidenza ideale che si mostra nella sua morfologia.
All’interno di tale morfogenesi, in quanto aderente al gegenstand, può esserci la pro-gettanza.
Si delinea l’essere-sublyme quale alterezza o sublatione estatica,con ciò non può intendersi che sia costituito da una ilemorfia giacchè il sublyme è transonanza dell'a-ilemorfico o immateriale o transcendenza della purezza dell'ente e del non-ente, quale niente o nulla sublime afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico.
SUBLIMITÀ ED ESTETICA MUSICALE:
MOZART EULERO- LEIBNIZ
LA MUSICA SUBLIME.
Ma cos' è l'ab-scissa della sublatione sublime in transonanza sublime?
Insistenti dissonanze? Qualità delle sublimità?
Ma cos' è la sublimità? Sublimità dei fenomena noumena?
Da secoli sublimità si riferisce alle specifiche caratteristiche musicali di opere in angularity, o in dissonanza, per descrivere la musica sublime:lì si eventua il meraviglioso regno della grazia infinita, la musica quale sublime sublatione della bellezza.
Sublimità è la transonanza tra la paura, o la violenta tempesta, o il pericolo, o l'autentico terrore e l'archegettanza della sublazione ontopologica, è la musica del diluvio sublime.
Musica di un tumultuoso uragano, o Tempesta in dinamica sublime, o movimento inaudito, o la stessa violenza della natura.
Ma sempre ontopologico nulla, sublime, afenomenico, anoumenico aermeneutico aepistemico, quale eventuanza della transinfinitezza o una grande e sublime sinfonia.
L' apprensione lì supera la comprensione, o si dà quale sublatione sublime.
L' incapacità o l'inadeguatezza di fronte al gegestand sublime dell'essere transcendenza si dà in angoscia sublime, o sensazione del sublime o idea del Sublime.
L'apparente consonanza, o l'apparenza fenomenica, si dà in dissonanza, appare quale excstatica dissonanza nella consonanza o lì si situa e si mostra in evidenza.
Il misterioso oscillare della transcordanza della transtringa si dà quale differenza ontopologica musicale, o idea della dissonanza sublime.
La musica sublime o l'estetica musicale è l' estetica dell'excstasi, o la struttura ontopologica fondamentale della sublatione sublime dell'eventuanza dell'essersi.
Si eventua lì la sublazione excstatica senza alcuna regolarità o aldilà di ogni regola ben precisa, al di là dell'ordine kosmico o armonioso, ma che si eventua quale sublatione delle preesistenze fenomenali o noumeniche.
Accade allora, che l'immaginazione elabori in piena libertà il nuovo senso dell'esserci.
La libertà dell'immaginazione è la sublime ontopologia dell'archegeta che si da quale eventuanza del sublime.
Mozart è l'archegete dell'ontopologia sublime della creazione estetica excstatica.
L'idea estetica fenomenica è una sequenza potenzialmente infinita di pensieri legati da nessi, non tutti logici, o una catena illimitata di pensieri, connessi l'uno con l'altro, rispondenti all’intenzionalità espressiva dell’archegete, non sempre situabili e di-mostrabili nel translogos evidente.
Per ciò l'archegete eventua la sublatione più inquietante o angosciante. quella dell'ontopologia sublime, eventuanza sublime che sorge dinanzi a quelle presenze che, pur suscitando orrore, spavento o smarrimento, dispiegono paradossalmente un piacere estetico.
L'eventuanza piacevole sorge quando il terrore si attenua e quando l'archegete ammira anche la dinamica sublime potenzialmente minacciosa, o la contempla senza paura e senza orrore, anzi l'evento sublime diventa tanto più attraente per quanto sia spaventevole l'apparenza dell'onnipotenza della natura.
Lo stupore che confina con lo spavento, il sacro orrore che si prova alla visione di vertici vertiginosi che si elevano fino nei cieli, di profondi abissi in cui le acque precipitano furiose durante diluvi sublimi, di una profonda e ombrosa solitudine che ispira tristi meditazioni non costituiscano più un timore, sono soltanto una prova dell'immaginario per l'archegete d' essere superiore alla natura kosmica arnoniosa o dissonante in sè e fuori di sè, sia sinfonica sia operistica.
Grazie alla presenza del sublime possono essere situate e mostrate, o eventuate in sublatione sublime,dall'archegete le sublimi estetiche transonanze musicali.
L'evento fondamentale della musica è il suono.
Eulero scoprì che il suono musicale sorga da vibrazioni isocrone delle onde d’aria.
Tuttavia la divisione del tempo e le proporzioni matematiche non sono percepibili per la loro rapidità o alterezza o alterità o alternanza, la matematica sublime mostra e svela il rythmos delle vibrazioni; la bellezza del suono musicale è già in sè, e la musica, in virtù dei suoi fenomeni sonori compositivi, è arte bella, e non semplicemente piacevole.
Si può avvertire l'eco della teoria diLeibniz per cui la percezione cosciente deriva da una molteplicità infinita di piccole percezioni inconsce: c'è la transinfinità nella transmonade.
Ma il suono è per Leibniz, la transpoiesis di un calcolo matematico sublime inconscio, afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico, “exercitium arithmeticae occultum nescientis se numerare animi” non riconducibile a regole matematiche nella rigorosità e completezza, ma sempre intrise di paradossalità e indeterminatezza ontopologiche.
Il duplice sviluppo, lungo l'asse diacronico della melodia e lungo l'asse sincronico dell'armonia, la dominante del tema dispiegano la sublatione sublime cromodinamica della transonanza musicale.
Il tema musicale introduce la coerenza fenomenica noumenica che esprime l'idea estetica della coerenza fenomenale o noumenica epistemica, ma in quanta transfiniti, senza alcun limite e tendenzialmente transinfiniti.
Così quell'eventuanza consente all'archegete di svelare l'ontopolgia sublime, aldilà dell'ideale estetico fenomenale o della bellezza artistica dell’intenzionalità compositiva del musicista.
Nella musica l'idea estetica, la presenza delle idee estetiche, può elevarsi fino a diventare sublime, ma con quei fenomena in fondo non si pensa niente.
Però per il loro variare vivace o per l'alterezza o alternanza e per il movimento cromodinamico si disvela la transonanza sublime.
Non è l’armonia dei suoni o delle arguzie o la bellezza fenomenica a fondersi quale sublime;l'armonia kosmica pare sia sempre congiunta armonicamente in un alternarsi di tensioni e rilassamenti delle transtrighe elastiche, o è un movimento dinamico del piacere per un pensiero che, in fondo, non rappresenta niente, ma eventua un’attesa del sublime.
L’attesa potrà essere colorata da una cromodinamica sublime, o gamma illimitata di tonalità transfinite o allusiva, intrisa di sublimi transonanze ove il ritmo musicale possa eventuare la transpoiesis o la sublatione sublime con movimenti sublimi tali da dispiegare la complessa sublimanza della musica, o abneganze pervadenti le strutture ontopologiche delle tematiche: una connessione profonda tra musica e fenomenica dei movimenti cromocronodinamici.
Ma in quanto si eleva alla bellezza, la musica pare coinvolgere le idee estetiche e con la sua interna complessità sfugge a qualsiasi paradigmatica epistemica o noumenica o fenomenica.
La musica si dà nella molteplicità indeterminata di significati in virtù della morfogenesi dei suoni e delle loro strutture ontopologiche o tematiche sublimi.
Il consenso sublime si mostra o manifesta nell'abneganza capace di svelare nel pensiero poetante l'ontopologia della libertà, o la sublime tragedia o la naufragranza eroica e mitica.
Il sublime si situa nella musica e fonda la possibilità della composizione musicale con sublatione sublime più elevata nella sua astrazione con l'eventuanza dell'essersi, perché la transonanza disvela eventuanze sublimi al di là del fenomenale noumenico epistemico.
La musica sublime è la transpoiesis pensante per esprimere l'inesprimibile fantastico o misterico o tragico.
Plotino è l'archegete della musica sublime quale transvisione ontopologica dell'eventuanza dell'esserci aldilà dell'immagine platonica, quale struttura ontologica piuttosto che ideale o fenomenale metafisica.
L'ontopologia è la transonanza sublime della sublatione dell'essere, la metafisica è la musica della bellezza dell'essere che non c'è o c'è solo nell'oblio.
Allora che cos'è la musica sublime?
Platone ideò l'enigma: dov'è e com'è la musica che non c'è qui e dalla quale tuttavia la musica che c'è qui deriva e dipenda?
Platone intuì che possa esserci là dove il pensiero fluttui, senza sforzo sistemico, senza aspirazioni ontoteologiche ma solo quale eventuanza sublime dell'essersi.
Con l'eventuanza del sublime la problematica si sublima: non è tanto importante il fenomeno del vedere meglio il visibile, ma di vedere per la prima volta l'eventuarsi dell'invisibile, o l'invisibilità sublime.
Quando si scopra o si sveli la statua della dea,la transmusa del sublime si anima, quale verità sublime sempre oltre la bellezza ideale fenomenica, anche quando la Verità sublime sfugge, per un soffio sublime o mistico ove si eventua l'excstasi sublime, quale sublatione della suprema verità della transonanza.
Eraclito,l'archegete dell'excstasi della sublatione sublime della Musica-Verità, è l'eventuarsi dell'ontopologia sublime, quale transonanza della sublime matematica sublime, o dinamica sublime.
Mozart,quale archegete della transonanza sublime, è l'eventuanza della dinamica sublime, o la morfogenesi d'onda o superonda o del caos sublime dinamico, o caosmica sublime.
Lì lo spazio-tempo dinamico, le vibrazioni, le trasformazioni, le composizioni o proiezioni, i movimenti di cambio o di pura velocità o di velocità differenziale nello spazio-tempo eventuano la dinamica sublime della singolarità della transonanza: transfibre sublimi di singolarità in transtringhe sublimi dispieganti singolarità morphologiche sublimi.
Che cos'è se non l'evento sublime morfologico della transonanza?
L'archegete eventua lì le meta-forme stabili, o equilibri di stabilità o transtabilità sublimi, più o meno elastiche o singolarità di transfibre di transtringhe sublimi in libertà kromokronodynamis: sublazione degli eventi sublimi o eventi di sublime intensità, colore, densità, morbidezza, leggerezza, rotondità, eventi transonanti nell'evento.
Così come il sublyme si dà nel mondo, si eventua nella sua curvatura ellittica o iperbolica o metabolica o nella varietà chiasmale moebiusiana in relatività transmonadica delle singolarità virtuali, altrettanto si risprofonda nella pesantezza della pietra, nella durezza e nella lucentezza del metallo, nella compattezza e nella duttilità del legno, nello sfavillio e nella cupezza del colore, nella transonanza del suono e nella forza virtuosa della parola.
Tutto ciò viene in luce per la prima volta nel sublyme, siano gravità, rilucenza, sfavillio, transonanza?
O non è invece il gravare del masso e la lucentezza dei metalli, l'excstasy in alterezza e sublatione sublime o la duttilità dell’albero, la luce del giorno e il buio della notte sublime, la fluttuanza delle onde e il bisbigliare tra i rami?
Come si potrà nominare o pensare o intuire, quale cognizione di adeguatezza sia tutto ciò?
La singolarità virtuosa di quest’insuperabile completezza è la sublatione sublyme e con ciò si intende la completezza, la varietà virtuosa di mare e monti, di tempeste ed aria, di giorno e notte sublimi, gli alberi e l’erba, l’aquila e il destriero.
Quella sublatione sublyme che cos’è?
Ciò che dispieghi transonanza e completezza e tuttavia sia reversibile nel chiasma moebiusiano ontopologico, quale eterno ritorno nell'essere in vista dell'essere sublyme all'indietro e trattenente e custodente quale abnegarsi e cura autentica dell'evento sublime che è dispiegato.
La pietra grava, mostra pesantezza e proprio così si ritrae in se stessa; il colore si accende e resta tuttavia chiuso; il suono risuona e tuttavia non emerge nella svelatezza in completezza.
Ciò che emerge nel disvelato,invece,è esattamente lo schiudersi ed è l’eventuarsi del sublyme.
Tutte le cose rifluiscono nella relativa singolarità virtuale: nell'ontogenesi delle monadi virtuali che si schiudano c'è il medesimo incompreso o non-compreso quale sublyme disvelatezza: qui la sua excstasy, là dà come ciò che nella svelatezza si eventua sublime.
Mentre la sublatione della sublymità svela in sé l'alterezza, getta se stessa nell'excstasy come nel suo schiudentesi fondamento dell'eventuanza sublime.
Una fondatezza dell'archegete quale schiudentesi sempre e in modo conforme o aderente all’essenza, è un fondo abissale sublime.
Entrambi gli eventi essenziali nell’essere-sublyme, quali alterezza e apertura e transonanza di mondo è la sublatione sublime, quale custodia o abnegarsi che si schiuda casualmente coniugati nel sublyme e in una referenza conforme e aderente o inerente kategoricamente all’essenza.
Entrambi sono quello che sono soltanto mentre prendono fondo nell’autentico evento fondamentale dell’essere-sublyme, la sublyme-bellezza, custodisce e cura si mostra e si rivolge nell'alterezza e non teme alcunché di chiuso, di ascoso anzi svela la sublatione dell'a-ilemorfico o a-ente, non ente, niente, nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico.
Ma nel suo schiudersi la sublatione sublime si lascia kriptare vuole essere e riprendersi o abnegarsi in sé: non può fare a meno del mondo , se deve risplendere nella transonanza dello schiudersi e del trattenersi.
Si è nella contesa in contrastanza eristika, quella contesa è l’intimità della transinfinitezza nell'archè quale sublyme evento della sublatione; è al contempo l'eristika, poiché il sublyme, nel fondamento della sua determinazione, è eventuanza in contrastanza: è l'evento che accende e custodisce la contesa o l'eristika sublyme nella contrastanza.
L'evento nel quale c'è il fondersi essere-sublyme.
Il sublyme, quale eventuarsi in contrastanza eristyka, è prioritariamente e completamente presso di sè, solo in dispieganza è autenticamente in ekstasy sublyme.
Come accade l'eventuarsi di quella contesa?
L’oscura asprezza e l’attrattiva pesantezza, la sua irrisolta impellenza e il suo risplendere quale sublatione sublime è la dissipantesi durezza del suo schiudersi.
Ed ha limite nel taglio di contorno, nel taglio verticale e nel taglio orizzontale.
Mentre schiudentesi si ha l'autoevento nell’aperto, quella eventuanza sublime si dà intagliata e tratteggiante .
Qui, nel tratto fondamentale dell’essere-sublyme quale contenzione in contrastanza eristika, risiede il fondamento della necessità e relatività anamorfica o morfologica.
Quale evento si disvela in quella contenzione della contesa in eristika contrastanza?
In tanto il sublyme è sublatione o contenzione in contrastanza, in quanto excstatizza, aprendosi in un mondo.
Ma quella excstasi della sublatione sublime spinge dentro, sospinge innanzi il sublyme e gli dà la transonanza in una transradura.
È l'ontogenesi entro cui l'alterezza è sublatione sublime schiusa in modo conforme o aderente o inerente al mondo e il mondo è svelato in sublatione con-forme-aderente-inerente.
La sublatione della sublymanza dell'archegete fonda l'ontogenesi mentre svela, è la svelatezza della contrastanza in cui gli eventi e l'esserci giungono a stabilità, onde sostenerlo.
La sublyme bellezza, in quanto tempio, cura e custodisce e trattiene la figura del Dio; al contempo, attraverso l’aperto porticato, lo lascia stare fuori nella radura, solo così c'è il fondarsi del sacro.
Ergendosi in sublimanza sublime nel mondo, il tempio si mostra, si dà, si eventua sublime nell'aprirsi.
Attraverso il sublyme, per la prima volta, l'alterezza si fa con-forme o inerenza o aderenza al mondo .
Allo stesso tempo, nella sublatione sublyme le parole accadono virtuose nel nominare e il dire, attraverso i quali l’essere degli enti viene alla parola per la prima volta e, insieme con il dicibile, viene al mondo l’indicibile: si svela l'autopoiesis, vengono coniati in anticipo i grandi concetti dell’essere eventi del sublime.
Nella sublyme-bellezza del pro-gettare e della transpoiesis e della morfologia in senso plastico-figurativo viene conquistato, contendendo, la contrastanza eristika, l'ontogenesi e fondatezza, in cui si fonde l'abitare poetante nell’evento della sublatione sublime, per aderire l'inerenza kategorica con l'eristica dell’essere.
L’evento dell’essere-sublyme risiede nella contesa, la quale conquista in sé, in contrastanza eristika, la svelata intimità del mondo.
Con quella determinatezza essenziale dell’essere-sublyme viene in stabilità l'alterezza dell'eristica quale virtuosità del sublyme.
Quella è anche la presenza fenomenale dell'aderenza o adeguatezza consapevole, o consapevolezza dell'adeguatezza quale intuità apprensiva dell'essere dell'ente o sapere per sé.
Di certo si è lontani dalla doxa e dall'epistemica per cui il sublyme è l’imitazione di qualcosa di sussistente o semplice adeguatezza, o aderenza inerente, o sapere per sè dell'essere delle entità.
Ma con ciò l'eventuanza del sublime, come presenza, non è in alcun modo superata, bensì soltanto occultata.
Infatti, sia che la sublatione sublime avvenga nella vivenza come “farsi sensibile dell’invisibile”, sia, al contrario, come farsi simbolo del visibile in un’immagine-sensibile, ogni volta, in simili determinatezze, si insinua la doxa pregiudiziale, secondo cui la presenza fondamentale del sublyme sarebbe la presenza intuibile, presenza dell'evidenza ideale fenomenica, del sapere per sè in adeguatezza con le entità fenomeniche o le intenzionalità dei fenomeni dinamici della purezza.
Secondo tali paradigmi, il sublime della bellezza o sublime-bellezza significa sempre e solo autenticità.
Allegoria e simbolo si offrono quali presenze della bellezza-sublyme, nelle più diverse declinanze, e vene determinata una più elevata formazione plastico-figurativa.
All’interno del sensibile quale fenomeno dell’arte vengono alla presenza il non-sensibile e il sovrasensibile.
Se l'ilemorfico vale come il sensibile, allora avviene solo il fenomeno che accade sotto i sensi, che è tale da divenire accessibile attraverso i sensi, ma dell’essere-sublyme non viene detto nulla.
Infatti il gravare di una pietra, l’opacità di un colore, timbro e fluidità di una costruzione linguistica certamente non vengono sperimentati senza i sensi, giammai attraverso di essi soltanto.
Nella sua disvelatezza e completezza, l'alterezza o la sublatione sublime è tanto sensibile quanto non-sensibile o insensibile, o a-sensibile, quale presenza dell'immateriale o a-ilemorfica, an-ilemorfica non-ente o niente o nulla afenomenale anoumenico aepistemico aermeneutico.
L’introduzione del “sensibile” coglie il poco del qualcosa di essenziale dell’essere-sublyme, giacchè lì la consapevolezza dell'adeguatezza, o intuire, entra in crisi, è in vertigo per la presenza della profondità della dynamis virtuosa, quale chiasma dell'anilemorfia, o anentità o non entità o abgrund o abisso o nullità o senza la fine, apeiron nell'arkè.
Fu così che la distinzione tra sensibile e sovra-sensibile,o anestesia o anilemorfia o anentità divenne il paradigma per i molteplici tentativi di interpretazione allegorica e simbolica del sublyme in generale.
Già la distinzione di ilemorfica e morfologica diventa decisiva per ogni successiva posizione occidentale nei confronti dell’eventuanza sublime, ossia in
Platone, l'ylemorfica, intesa come il sensibile, è stata ritenuta come fenomeno inferiore di fronte all’idea, intesa come evidenza fenomenica superiore e non-sensibile,o insensibile o sovrasensibile.
Nel pensiero cristiano, il sensibile sublyme si prende cura così dell’aderenza o inerenza del sensibile: non presenta nulla, non dà niente, si eventua nella sublatione della nullità abissale.
La sublatione eristica della contesa tra il sublyme eventua la svelatezza, ossia la radura alla cui luce l’eventuanza sublime viene incontro, quale gegenstand sublime, si fa incontro transformata dalla sublatione sublime.
La sublatione sublime si eventua, si dà, si mostra, si presenta nel nulla afenomenica, anoumenica, aepistemica, aermeneutica, o nel niente o nell'anilemorfia perché, nella fondatezza dell'archegete, non c'è mai un già stante ed oggettuale o gegenstand, gettato,naturalmente, che sia già sublyme: non si da mai o si presenta mai, o si lascia intuire la consapevolezza dell'aderenza o dell'adeguatezza o il sapere per sé.
Bensì disvela aldilà o dispiega oltre o disponga fuori la mondità: lì c' è l'excstasy in sublatione sublime,è l'excstatica alterezza intuita solo quale intenzionalità fenomenica o entrambe quelle perché c'è sublatione eristica della contesa sublime.
In virtù della sublatione sublime o virtuosità sublime dell'eventuanza,il sublyme è semplicemente e soltanto il sé; niente di più e comunque di più della bellezza ideale, fenomenale, noumenica.
L'EVENTUANZA SUBLIME E SUBLATIONE SUBLIME NELLA MONDITÀ.
Cos'è l'eventuanza sublime? Che sublatione sublime c'è nella mondità o nell'esserci?
Ad onta di molteplici mutamenti, predomina ancora, fino ad oggi, quell’interpretazione del sublime alla quale Platone, ha dato l’avvio.
In tale epigenesi divenne decisiva quell'apriorità preliminare del sublime.
Da ciò che si è disvelato intenzionalmente e spontaneamente dal sussistere naturale, ciò che è autopoiesis dell’esserci è la dinamica virtuosa che si dà nel fenomeno ontico o ontologico, a maggior ragione se riproduca fenomena della natura.
Infatti, quelle sono già copie di quei modelli che Platone ideò nelle evidenze fenomenali o “idee”.
Ciò è adeguatezza all'essere delle entità, e così anche il sublime, divenne la riproducibilità di una copia di un modello o di un paradigma.
Anzi la sua autentica verità si dà solo quale adeguatezza ed aderenza alla paradigmatica purezza della trascendenza ideale fenomenica, poiché l'evidenza delle idee rappresentano l’essente autentico, ciò che le cose sono in verità, e per ciò il sublime è solo un’eco, una risonanza paradigmatica in fondo autenticamente irreale.
Platone ideò la reversibilità tra ideale e fenomenale nel sublyme, in contrasto con la costituzione sensibile del sublyme, si getta in campo la fenomenica per cui si presenta una non-sensibilità.
Grazie alla presenza dell'evidenza ideale, il sublyme risulta più spirituale dei fenomena tangibili, stacca l’ombra dal fenomeno e tutt’intorno aleggia un afflato spirituale:il sublyme si sottrae dalla fenomenica, è purezza in apparenza; il blocco di marmo modellato di una statua ci dà l'evidenza della vivenza, ove, al contrario, in verità è solo una gelida pietra.
La sublymanza è un’apparenza perché non è il sè che si presenta, e tuttavia un’apparenza dell'eventuanza, giacché nella presenza dà pur sempre alla luce l'eventuarsi della transplendezza o dell'insensibilità spirituale.
Interpretanze quelle dell'eventuanza del sublyme: il sublime non è così più solo fenomeno ideale noumenico,ma ora è la sublatione dell'eventuarsi dell'essersi in transplendenza.
Ogni volta, l’essere sublyme interpreta nell’uno o nell’altro sempre l'irreale.
E nondimeno è verità anche il contrario.
Il tempio che si erge su un promontorio o in una valle in vertigo, la statua che se ne sta lì nella radura sacra, sono eventi in mezzo ad altro: terra e mare, sorgenti e alberi, aquile e serpenti e non solo e non sono mai e in ogni caso semplicemente sussistenti, ma presidiano il centro nella diradanza quale eventuarsi della sublatione in dispieganza o transplendezza sublime.
Sono così più reali di ciascuna entità, poiché ciascuno può annunciarsi per la prima volta come evento della splendezza in virtù del sublyme.
L'ontogenesi della transplenenza sublime di Hölderlin, nella sua transpoiesis sublime, è più reale di tutti i teatri, i films e le poesiole, più reale degli edifici in cui sono sistemate le librerie e le biblioteche, in cui compaiono, tangibili, i volumi delle sue opere complete.
Più reale di tutto ciò è infatti l'evento dell'autopoiesis della transplendenza dell'archegete giacché transgetta l'ontogenesi sublime inesplorata del mondo, e custodita in seno nelle insenature mitiche.
E' l’evento dell’essere-sublatione-sublyme della splendenza, incommesurabile a ciò che è sussistente e a ciò che solo nella presuntiva è autenticamente reale; è l’evento della sublatione sublime che si dà anche quale essere dell'ente o del non-ente, la non-entità, il niente, il nulla afenomenico, aideale, anoumenico. Aepistemico. aermeneutico.
Quella solitudine o singolarità sublime di ogni eventuanza sublyme è il segno che, nella contesa, si getta in alterezza o in sublatione nel suo mondo.
Il suo starsene lì è l'abnegarsi sublime, è la contenuta discrezione del ritroso restarsene-in-sé.
Il situarsi nell'abnegarsi sublime però non significa che il sublyme si eccepisca dalla realtà; ciò è impossibile, giacché è già sospinto innanzi entro tale realtà come il suo sovvertimento e la sua confutazione.
Se le manca la virtù, la potenza, la dynamis, la transplendezza allora non è più sublyme: l’originalità del sublyme si dà nella sublatione sublime dell'eventuanza.
L'evento sublime, quale eristica come sublatione fondamentale nell’essere-sublyme, si svela nell'enigma sublime.
Il mondo si fa inascoso e si schiude, ma nell'eventuanza della disvelanza.
E mentre quest’intimità della svelatezza eristica tra il nascondentesi e il disascondentesi accade, ciò che fin lì valeva come il reale si rende finalmente svelato come l'evento della sublatione sublime della transplendezza.
Emerge alla luce del giorno ed è splendenza, nella svelatezza, coprimento e distorsione ed abnegarsi dell’evento del sublime.
Nell'eristica sublime accade la transplendezza della disvelatezza del contrastanza tra inascoso ed ascoso: il venir fuori di coprimento e accadere in sé è l’accadenza della splendente verità sublime.
L’eventuarsi della verità sublime della transplendenza, non consiste nella concordanza o aderenza inerente della bellezza ideale fenomenica: bensì verità è l' accadenza sublime fondamentale della svelatezza.
Si eventua sia l’ascoso sia l'abnegarsi o il nascondersi, il mistero, la non-verità.
Nella sublatione sublyme dell'eventuanza è in ekstasy l’accadere della verità in splendenza.
La sublyme eventuanza della verità splendezza è l’essenza del sublyme.
Verità non è più qui una qualsiasi verità, un singolo che di vero, qualcosa come un pensiero o un fenomeno noumenico, un’idea o un valore,che all’incirca vengono in presenza; bensì si eventua la svelatezza sublime: eventuanza del sublyme quale essere-sublyme.
Nel sublyme, la verità accade come eventuanza-disvelanza della sublatione sublime:lì il sublyme si dà quale evento dell’origine del sublyme.
Da una parte il sublime e dall’altra la verità?
Non è così, il sublyme non sussiste prima della verità, né questa prima del sublyme, bensì mentre si dà il sublyme, la verità accade si dà e si eventua nella disvelanza:perché la verità della transplendezza accada e ci sia l'evento in ekstasy della sublatione sublyme.
Se la verità si eventua in ekstasy in priorità con il sublyme e nel sublyme, e non è dapprima sussistente da qualche parte, allora dovrà eventuarsi quale sublatione sublime.
Donde viene l’originalità e la singolarità della disvelatezza dell’evento sublime?
Forse, dal nulla?
In verità è proprio così, se con il non-essente si intende quel sussistente che, in virtù del sublyme, viene sovvertito e confutato come l’eventuarsi dell'essere sublime.
La verità non viene mai desunta dal o sussunta nel già sussistente:la svelatezza dell’eventuarsi sublime accade mentre viene progettata, in sublatione sublime eristika.
Tutto il sublyme, nella transplendenza, è ontopoiesis: è alterità del consueto ideale fenomenale noumenico.
In virtù del progetto autopoietico, il consueto fenomemo ideale noumenico è durato fin qui e si dà inessente.
L'autopoiesis non è escogitare fenomena a piacimento, non è un librarsi nell’irreale.
Ciò che l'autopoietica, in quanto progetto, svela e progetta in anticipo, disvela, si dà prioritariamente nell’eventuanza della splendenza sublime.
La verità sublime, quale evento della disvelatezza, accade nel progetto,nella sublatione sublime della splendezza dell'autopoiesis.
Il sublyme è inerente o aderente all’eventuanza: non è puro arbitrio ricondurre l'architettonica, la plastico-figurativa e la musicale all'autopoietica e alla poesia?
Sarebbe così se le si volesse interpretare a partire dalla parola: la parola, la “poesia”, è di per sé un evento dell'archegete progettante dell'ontopoiesis.
L'eventuanza del sublime è la sublatione sublime dell'autopoiesis: il sublyme è l'ontopoiesis, l'eventuanza del sublyme quale sublatione eristica sublime.
Senza lo sguardo o l'essere-in-vista-dell'essere nell’essenza sublime dell'autopoiesis, non si apprende l'evento sublime della verità, non si afferra in quale senso la sublymità sia l'eventuanza della verità splendezza.
Ma cosa significa essere eventuanza della splendenza sublime?
Quell'eventuarsi, qui, si dà nella differenza sublime.
Ma perchè se l' essere sublime lo si percepisce a fatica, sebbene sia o è più prossimo nell’essere?
L’essere è quell'eventuarsi sublime disascoso o svelato ed ascoso.
L’esserci sublime è di per sé in virtù dell’essere-sublime: l’essere eventuanza in libertà, essere il fondamento, la fondatezza, l'evento della singolarità che si dà o si eventua quale dinamica della transplendenza ontopologica.
Con l'eventuarsi della fondazione dell'archegete si dispiega la splendezza ontogenica nella singolarità in transcendenza, il progettare la svelatezza come l’alterezza della transplendenza quale alterità dal consueto ideale fenomenico noumenico.
Il progetto dell'archegete eventua la splendezza liberamente o la sublatione sublime, la quale non solo non comparve mai dal sussistente e dal consueto ideale fenomenale noumenico e nemmeno può essere lì compresa.
Il progetto è alterezza della transplendenza ab-scissa quale sublatione sublime della gettatezza della fondatezza.
Così l'archegete dispiega l'alterezza sublime nell'ontogenesi di fondazione della transplendezza.
La verità sublime della svelatezza è sempre disvelatezza della sublatione eristika, in cui l’eventuanza sublime si situa nella stabilità strutturale e lì si kripta o dekripta quale abnegarsi e schiudersi nella transplendenza.
In tale eventuanza la sublatione sublime si dà sempre gettata in quell’oscuro abisso?
Entrambi gli eventi dell’essere sono possibili solo se l’esserci-sublyme sia transplendenza nella sublatione eristica sublime, ovvero si dà nel meson quale eventuanza per l’esserci.
Mentre l’essere-sublyme è la sublatione sublime eristika, si eventua la transonanza sublyme.
Nel progetto autopoietico dell'archegete, alterità dal consueto ideale
fenomenico noumenico, la svelatezza si getta sempre svelata nell'eventuanza sublime della transplendenza, sempre progettata in anticipo.
Il progetto ontopoietico è splendenza dell’esser-ci-sublyme: l'eventuanza eristica, nella sublime svelatezza excstatica, è e si dà-in-transonanza quale sublyme-bellezza della transplendenza, o eventuanza eristica della transinfinitezza nella singolarità; e 'è lì solo se il sublyme saprà essere sublyme.
Il sublyme è già sempre gettato nella sua sublatione sublime eristica.
Hölderlin è l'archegete che autopoietizza il sublyme della transplendenza.
Ma quell'eventuanza in splendezza è sublyme, in modo conforme aderente e inerente all’eventuanza, è ontopoiesis.
Se però il progetto è autopoiesis, allora la splendezza non sarà qualcosa di fenomenico ideale noumenica, ma la svelatezza dell’esserci sublyme, già in transplendezza.
Ciò in cui il sublyme è gettato è l'excstasy della transplendenza, lo schiudentesi fondamento su cui la gettatezza dell'archegete viene a riposare.
Il progetto dell'archegete aderisce all'inerenza dell’evento della transplendenza, progetta solo se dall’ascoso fondamento trae fuori una svelatezza, se ciò si dà-in-dinamica si dà-in-transonanza nel fondamento abissale quale destinanza ascosa e da disascondere.
Nel progetto dell'archegete, fa ingresso nella disvelanza, al fondo, non un che di estraneo, bensì solo l'evento, fin qui ascoso,dell'esserci sublyme.
Il progetto dell'archegete viene dal nulla aideale, afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico, non discende dal fin qui vigente;viene dal nulla sublime perché in aggettanza, trae fuori l’eventuanza sublime ascosa e trattenuta destinanza della transplendenza e la getta nella fondatezza e la fonda in senso autentico.
La svelatezza può così eventuarsi splendezza della verità, in tal senso può accadere, solo se il progetto dell'archegete è un progetto fondante la transplendezza sublime.
Ma fondante lo è mentre si dà la splendenza dell'evento sublime schiudentesi nella sublatione sublime, nella sua eristica sublime col mondo progettato.
Poiché il sublyme in transplendenza è autopoiesis, è transonanza, è progettante fondare dell'archegete, o autoevento della transonanza nell'alterezza e nella svelatezza, cioè la verità della transplendenza nell'eristica transinfinita della sublatione sublime dell'essersi.
L’essere del sublyme non consiste nel fatto che è sussistente come entità ideale, fenomenica, noumenica, ma che si eventua in transplendenza della disvelanza dell’essere sublatione sublyme.
Perciò il sublyme è l'eventuarsi della transplendenza della sublatione excstatica dell'essersi,quale eminente alterezza, solo così è stabile in sé ed è transtabilità della transplendezza che si eventua dal nulla senza più alcun fenomeno o ideale noumenico o ermeneutico o epistemico.
IL SUBLYME
L’inizio del sublyme è sempre la libertà dell'archegete, quale excstasy dell'esserci sublime.
L’eventuanza del sublyme quale ekstasy della transplendenza s' eventua in verità splendezza quale archegete, ed è l’origine sublyme di Hölderlin: è l’essere-sublime che eventua l’aletheia ontopologica quale sublymanza dell’essere nel sublyme.
C’è l’interessere tra le varietà di verità della transplendenza e c’è l’interesserci epistemico nel senso che tutte le varietà-verità si danno, si offrono alla mondità quale comprensione del mondo; mentre l'esserci comprende l'essere in transcendenza excstatica immaginaria,ontica,fenomenica, noumenica ideale,o analitica dell’essere delle entità,quale prova ontologica o ontopologica dell’esistenza dell’essere-sublyme.
Anzi solo la verità ekstatika del sublyme discopre sia la transermeneutica sia la transepistemica transontologica dell’essere sublyme dell’esseRe, mentre la metafisica della verità o l'analitica o la fenomenica o l'ontica della verità si adeguano al paradigma trascendente della metafisica analitica.
Qualora si desideri comprendere l’essere sublyme delle entità mondane è consentito anche privarsi dell’ontologia per affidarsi alla classica ermeneutica epistemica, o alla transcendenza epistemica,analitica o fenomenica per discoprire solo le verità delle entità della mondanità, o le verità metafisiche o le verità trascendenti analitiche, fenomeniche, ideali.
L’ontopologia fondamentale del sublyme, la domanda sull’essere-sublyme dalla quale il pensiero sorge, viene invece declinata come analitica esistenziale del sublime, come descrizione accurata del sublime, rigorosa, ontologica della dimensione ontica del sublime in cui il fare e l’essere-sublyme quotidiano degli esseri si svolge quale transcendenza del sublime o transcendenza ontologica immaginaria del sublyme.
Esserci nel sublyme, quale dasein nel sublyme, esistere nel sublime, o abitare poeticamente il mondo-tempo nel sublyme, è declinato da Heidegger in transcendenza excstatica del sublyme, dopo essere sempre stato solo analizzato in trascendenza dinamica o trascendenza analitica fenomenica noumenica kantiana.
Lì l'esserci o il dasein o l’esistenza è una posizione, quindi una problematica delle categorie di Aristotele, tradotte da Boezio in praedicamenta o pre-dire o prevedere.
La prima categoria è la sostanza,o l'essere un praedicamentum,ma l’esistere non è un predicato, lì si nasconde una ontologica fondamentale, e fondamentalmente distruttrice dell’ontologia,o decostruzione ontopologica per cui il gegenstand sublime è inafferrabile o indicibile o invisibile o inconoscibile, di cui conosciamo solo le idealità fenomeniche noumeniche della transcendenza,e che spesso sconfina nella teoria dell’impossibilità dell’ontologia o dell'impensabile epistemico del noumenico: le cose sono in sé, le persone sono per sé, perché essere come verità e identità è dei trascendentali, o summa genera dei medievali.
L’essere è una singolarità sublime della transepistemica e per ciò transontologica.
Il sublime della sublatione della singolarità sublime transepistemica transontologica si svela nell' esistenza dei numeri sublimi, o gli angoli e altre entità matematiche,o le menti e le emozioni,o la bellezza sublime, ma con differenze sublimi dalle transentità del gegenstand.
L’eventuarsi sublime è un abneganza del numero sublime: qui evento sublime e numero sublime sono un' essere singolarità sublime della transcendenza della sublatione sublime.
Sublime è l'essere archegete che getta la fondatezza dei numeri sublimi, perché il numero sublime dell’essere si può dire che c'è, della storia si può dire che ha una storia, dell’io che sia identità, della bellezza che sia ideale o vaga o aderente o adeguata e ciascuno di essi può essere pensato in relazione agli altri:l’essere in relazione al numero sublime, e il numero in relazione agli enti, la storia in relazione agli enti, e la bellezza in relatività al vaga o aderente o adeguata o fenemenica o ideale o kategorica.
Il sublime dell’essere sublatione della transplendenza è l'eventuarsi della transcendenza ontopologica della sublime bellezza e per ciò anche la dispieganza transepistemica fenomenica, quale ontopologia della transestetica.
Il sublime di quella trascendenza fenomenica analitica dell'in-vista-della-pro-spettiva è lo sguardo della trascendenza fenomenica ideale noumenica, o essere in-vista-della-prospettiva della transcendenza excstatica immaginaria ontopologica, quale pensiero poetante del sublime che osi inoltrarsi nella più originaria problematica del gegenstand sublime.
L’ontopologia del sublime è quindi possibile solo o ancora come transcendenza o sublatione del sublime, giacchè la filosofia del sublime è ontopologia della
sublatione sublime o dell'essere-in-vista di prospettive transcendenti del sublime.
Ciò che è ontopologicamente talmente sublime da essere il sublyme, è transontologicamente il più sublime, anche perché non sembra aver bisogno di essere pensato, talmente è aderente alla sublatione sublime dell'esserci, ed è la disvelatezza sublime, o è la transcendenza del sublyme quale excstasy transdinamica della mondità o dell'ontopologia sublime del mondo-esserci-mondo-in-libertà.
Fra le strutture ontopologiche della sublatione sublime ci sono l’in-essere-sublyme, il con-essere-sublyme, l’essere-per-il-sublyme.
Esserci-sublyme e mondità-sublime non si trovano in prossimità l’uno accanto all’altra ma l’esserci-sublyme è la mondità dell’essere-sublyme, perché l’essere soli è un fenomeno noumenico deficitario del con-essere.
La sublatione sublyme è un evento costituente dell' essere-alla-fine-senza-fine dell'archegete sublyme che disvela l’alterezza della transplendezza sublime, sempre incompiuta indicibile ed inaudita quale futuro-anteriore della transcendenza-che-si-eventua quale esserci sempre in vista dell'evento sublyme, mai solo del fenomemo sublime dell'evento.
Lì il chiasma qualità-quantità si dà quale transinfinità, o non-finito o senza-la-fine o senza telos o negazione kategorica qualitativa del finito aderente o gegenstand, giacchè alla fine c'è sempre un oltre, un aldilà della sublatione o un essere-in-vista-dell'evento della transcendenza sublyme, o in transcendenza abissale sublyme.
Ma una ontopologia della transcendenza è ancora kriptata e non ancora gettata in vista per la trascendenza fenomenica ideale noumenica o trascendenza analitica.
Se il fenomeno ideale noumenico primigenio della temporalità originaria e autentica è la sublatione sublime, l’esserci-sublyme è possibilità sempre in transcendenza della singolarità sublime, o in vista dell'evento della sublatione sublyme.
Tant'è che il sublyme sia l'eventuarsi della trascendenza nella purezza, o semplice possibilità d’esserci della transcendenza sublyme, o d' essere sempre in vista della transcendenza abissale e senza fine,e sempre nell'indeterminatezza o della transcendenza indeterminata.
L’esserci-sublyme non ha una fine, bensì c'è nel finito, è finito nell'infinito è transinfinitezza nel finito: è transinfinito sublime nella monade infinitesima, excstasy sublime della mondità.
La Cura è il tempo sublime excstatico, anche nella sua fenomenica ideale noumenica e quindi ontica e ontologica; la Cura è la sublatione sublime dell’essere transplendenza che sempre c'è senza-fine.
L’esserci-sublyme come Cura si declina negli eventi della sublatione sublime, del com-prendere, del poetare e l'eventuarsi dell’essere-sublyme della transplendezza o dis-chiusura, non solo curiosità fenomenica ideale noumenica del sublime, ma muoversi dinamico della sublatione splendezza dell'essere-senza-fine o essere-sempre-in-vista-della-transcendenza sublyme.
Il sublime ontopologico si dà anzitutto e per lo più nella Singolarità sublime pregnante di transinfinità, che svela la differenza ontopologica sublime tra spazio-tempo endemonade e spaziotempo extramonade, quale esserci-sublatione-sublime nella mondità di un senza-fine.
Heidegger è in risonanza con l'excstasy sublime: la singolarità sublime è un evento della sublatione sublime differenzale, ma è dispiegante, per l'abnegarsi sublime, del fenomeno ontologico del costituirsi dell’esserci sublyme.
Autenticità e inautenticità del Dasein-sublyme svelano in sè senso fenomenico, noumenico e ontologico, o differenze ontopologiche dell' abitare sublime, poeticamente sublime il mondo sublime.
Eventuanza sublime è la differenza nell'ontopologia del sublyme tra paura e angoscia, quale transcendenza della sublatione sublime della singolarità sublyme.
Mentre la paura sorge sempre dalla presenza del fenomeno ideale, noumenico, ermeneutico, epistemico, l’angoscia si dà dalla sublatione sublime dell' essere nella vivenza sublime, la paura assale quando si è di fronte ad un ente o fenomeno noumenico mondano sia pure sublime.
L’angoscia si dà in sublatione dall’essere-nel-mondo o essere-nell'abisso-abgrund-senza-fondo-senza-fine sublime.
La sublimità dell’angoscia è l’essere-sublatione-sublime, la transcendenza della singolarità sublime nel mondo-sublime, quale essere sempre in apprensione dell'in-vista-della-transcendenza-sublyme: lì c'è la transcendenza dell'angoscia quale essere-sempre-in-vista-dell'evento sublime del niente, del non-ente, del nulla sublime afenomenico, aideale, anoumenico, aermeneutico, aepistemico.
La Gettatezza–sublyme dell'essere-sublyme-archegete, quale transcendenza della gettanza sublyme si mostra in sublatione sublime dell'excstasy
L a gnostica Heideggeriana, dispiegata quale abnegarsi sublime dell’esserci sublime non può perciò essere una cadenza da un più puro e superiore stato-originario del quale non si abbia né fenomenica ontica, né comprensione ontologica, sia pure velato essere nel mondo, quale essere in vista della transcendenza del sublime, quale fondamento dell'archegete, di un essere-sublyme originario in transcendenza della sublatione sublime della singolarità.
La cadenza o l'abnegarsi sublime, la gettanza o pro-gettanza sublime disvela l'eventuarsi della trascendenza transtemporale della sublatione dell’esserci-sublime.
Non è che l’esserci-archegete riempia con le sue istantanee una stringa elastica o dinamica o un segmento sussunto, o che dispieghi o estenda il sè, sì che il suo essere abneganza sia fin dall'arkè costituito come estensione o transcendenza exstatica dell'evento sublyme.
Nell’essere dell’esserci c'è già l'eventuarsi dell'abneganza ontopologica sublime, o la fenomenica ideale della nascita e della morte.
L’esserci sublime ontico o fenomenico esiste per nascita, e per nascita muore anche proprio nel senso dell’essere-alla morte.
Entrambi sono, finché l’esserci esiste, possibile eventuanza sublime dell'essere in vista della transcendenza dell’essere sublatione sublime dell’esserci, quale cura della gettanza degli eventi dell' archegete in transcendenza o sublatione sublyme.
Nascita e morte si coniugano nell’esserci, nella singolarità sublime o in sublatione sublime o in transcendenza di gettanza e sfuggenza o abneganza o eventuanza-essere-alla-morte, quale transcendenza della singolarità sublyme.
In cura sublime l’esserci è il sublime, è la transcendenza o sublatione sublyme.
La transonanza sublime, la transtemporalità sublime dell’esserci-archegete è il coniugarsi della struttura ontopologica sublime, o gestell-sublime, con la dinamica-sublime e matematica-sublime della transtemporalità, ontopologia sublime del Dasein-sublyme e excstasy-sublyme, o transcendenza dinamica del sublime.
Sia pure quale risonanza sempre in vista della transcendenza fenomenica, ideale, noumenica dinamica per la transcendenza epistemica, o com-prensione della sublime-temporalità-in-excstasy o ontocronia-sublime.
Il tempo-sublyme non è né oggettivo né soggettivo, né naturale né della physis ma dell'esserci sublime quale ontocronia-in-estasy:enigma sublime della transtemporalità-sublyme sempre senza-fine, quale transcendenza enigmatica della ontocronia sublime.
Un enigma che si chiarisce com-prendendo che il tempo, o lo spaziotempo, o la transcendenza ontokronotopica non siano una entità fenomenica ideale noumenica, ma un accadenza di eventuanze nel mondo, una transcendenza transpazio-temporale, un eventuarsi della transontocronia dell'excstasy sublyme, destinato a finire senza la fine e sapiente di tale transinfinitezza poiché si dà verità del sublime, c'è transcendenza dell'aletheia sublime solo fintanto ché vi è la sublatione sublime dell’esserci.
L’essere nel mondo dell’esserci si dà nel suo abitare poeticamente il sublime: la sua fondatezza si eventua nell’ontologia dell’esserci-archegete, o meglio la sua transcendenza fondante si dà nella sublatione sublime dell'esserci, nella struttura ontopologica della transcendenza sublyme, nell'eventuare una struttura ontopologica sublime quale offerenza di senso al mondo sublime,senza fondale, abissale Gegestand sublime.
Non una cosa, una sostanza o un oggetto, ma si dà come attuatrice di intenzionalità nel plesso della transcendenza della singolarità sublime, giacchè ogni entità nel suo essere differenza dall’esserci si svela come insensata, destituita di qualunque senso, ci sia cioè solo la sublatione sublime della transcendenza sublime.
L' acosalità afenomenica, aideale, anoumenica, aermeneutica, aepistemica dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime sia quale dinamica excstatika sublime, è la fondatezza della trascendenza della singolarità sublime nel suo essere-sublime-transpaziale:quasi la dispieganza kantiana del dasein quale essere-nello-spazio; l’esserci sublime, nel suo essere-nel-mondo, è transpaziale, l’esserci sublime occupa, letteralmente, lo spazio del sublime.
Non è affatto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo.
La transpazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’eventuanza della sublatione sublime che si dispiega nella transradura sublime della transplendenza, illuminandola.
Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime transpaziale originale e la sublatione sublime della transpazialità.
Lì si disvelò la transcendenza sublime ontopologica: quale nuova teoria dell'esistenza o dasein-analytik, che presenta l' ontopologico dell'esserci, che si disvela dalla critica epocale dell'ontoteologia, dal nuovo senso di esistenza o dasein-analytik-ermeneutica, o situanza, determinazione completa, riflessione, forma, simbolo, esistenza; ovvero la problematica di una ontologia trascendentale delle categorie o la stessa ontologia dell'ente fenomenico ideale noumenico,o una ontologia della trascendenza.
ANALITICA DELLA BELLEZZA
ANALITICA DEL SUBLIME
L'Analitica della bellezza, ma soprattutto l'analitica del sublime, svela un'immagine estetica-ontopologica della dimensione profonda dell'ontopologia della libertà: una nuova prospettiva capace di estendere l'ontologia del fenomeno nell'estetica è una dimensione del fenomeno che può rivelarsi solo al di fuori dell'epistemico conoscitivo, quale singolarità in trascendenza dell'ente o estensione quantitativa e qualitativa che si coniuga con la bellezza della forma, quale esistenza e aderenza nel gegenstand ontologico della ontologia del soprasensibile.
L' estetica svela il paradigma di un evento della tanscendenza o ereignis del sublime: eventuanza che non è né natura né libertà e che si presenta come un fondamento indeterminato, è la transcendenza-sublyme ontopologica della libertà sublime.
Fenomenica e Razionalismo sono inadeguati per l'eventuarsi della trascendenza-sublime ontopologica della sublatione sublime.
La transpazialità dell'esserci nell'analytik-dasein, o l'immagine quale singolarità sublime in transcendenza, è sublatione sublime nell' intenzionalità: è l'origine della dinamica sublime della transcendenza ontopologica quale dispieganza della sublimità transpaziale.
Lo spazio sublime può essere un campo di transestetica ove gli eventi sublimi sono presenti nella transcendenza transtemporale e transpaziale, ma possono essere transcendenze fenomeniche come un fenomeno ontico, o ontopologico della singolarità in transcendenza quale transcendenza della libertà ontopologica.
La libertà sublime è l'essere-in-un-mondo per essere la transcendenza, o la sublatione sublime della libertà.
Se l’esserci-sublyme è transpazio-tempo-sublime, lo è perché è una sublatione sublime transpazio-temporale, come eventuarsi sublime dell’essere dell'esserci sublime, quale transtemporalità o transpazialità sublyme abissale ove si teme di perdere il senso dell'essersi.
La qualità del sublime consiste nell'essere transestetica excstatica della sublatione dell'eventuanza sublime, al di là dello stesso tempo ideale fenomenico noumenico, è l' illimitata transpazialità dell'evento sublime dell'essere transplendenza sublime.
Ma l'eventuarsi transestetico dell' essere sublatione sublime è la transinfinitezza illimitata del dinamicamente sublime nella natura, è la transphysis dinamicamente sublime.
Se la natura è la sublatione del dinamicamente sublime, deve essere più attraente del fenomeno ideale della sua bellezza, l'infinito stesso è più seducente del finito o dell'adeguatezza aderente fenomenica; giacchè essere sublime transinfitezza dispiega eventi sublimi al di sopra della natura,al di là dell'estetica fenomenica ideale noumenica.
Ma essere il fondamento dell'evento sublime transestetico è la sublatione sublime che dà la più sublime transexcstasi estetica della sublimità del nulla sublime dell' Essere nulla, al di là di se stessa in transinfinito, che è sublime abisso.
Le fondamenta sublimi dell'archegete sono le sublationi sublimi del fondamento sublime della transbellezza sublime transinfinita.
La sublatione sublime non consiste soltanto nel rapporto di esporre la stima del servizio del ragionevole nella presentanza della natura, per una possibile supersensible situanza.
Lo stupore,il terrore, il timore o le miriadi emozioni che assalgono nella salienza o nel salire al cielo,o nell'abnegarsi negli abissi di gole profonde e rapide torrenziali di uragani in-furia, o inoltrarsi nei silenti meandri in ombra profonda, o soli con la propria malinconia: tutto ciò, quando si è in sicurezza esistenziale, non è nulla che incuta paura, è piuttosto l'intenzionalità sublime d' essere superiore al naturale, per disvelare una migliore sublatione della sensazione della bellezza del ben-essere.
Per la fantasia l'adeguatezza con la ragione è la bellezza estetica, ma paradossalmente anche l'inadeguatezza della fantasia, giacchè lì c'è ancora l'idea della limitatezza finita del sublime, o non s'mmagina la transinfinitezza della sublimità.
Nulla di più grande può esserci e nulla è impossibile: l'entusiasmo dell'archegete è il sublime, perché è una intenzionalità della sublatione sublime, o una gettanza sublime o uno slancio di misura più forte e più duratura oltre ogni ragionevole possibilità fenomenica,ideale, noumenica.
Tale sublime intenzionalità dell'archegete è nobile alterezza o sublatione sublime transestetica excstatica, è l'estetica sublime dell'archegete, è l' Essere Sublime al di là dell'ideale e fenomenica bellezza noumenica, quale sublimità Impetuosa, tensione dell' immaginazione nell' essere sollevati in sublatione sublime excstatica.
La transVisione al di là di tutti i limiti della sensibilità ideale fenomenica, noumenica consente all'archegete di affondare, naufragare e fondarsi in sublatione sublime o in transplendenza entusiasmante o transmania.
La gioia nel sublime è sempre sublime, sia nella singolarità che nella mondità o mondanità, perchè lì la dimensione è transinfinita e transinfinitesima, aldilà del translogos fenomenico, ideale, frattale dell'arithmos.
Burke ideò il delizioso orrore, o la tranquillità nel terrore, quali ossimori fenomenici esistenziali dell'intenzionalità sublime nel ben-essere-sublime dell’esserci: nel sublime c'è l'apprensività, l'intuizione e la comprensione dell'intenzionalità sublime della curvatura dello spazio-tempo cosmico e kaosmico, cronologico irreversibile e kairologico reversibile nel mikro e nel macro transinfinito e transinfinitesimo.
Forse chi per primo eventuò la differenza tra spazio tempo endemonade in supersimmetria con lo spazio tempo della mondità, disvelò il sublime leibniziano.
Meglio,la domanda leibniziana risuona:perchè esiste il sublime piuttosto che il nulla, perchè c'è la bellezza piuttosto che il niente,perchè si dà il sublime piuttosto che la bellezza, perchè c'è l'evento del sublime,perchè c'è l'excstasy sublime, perchè c'è la fenomenica sublime o la noumenica sublime o la metafisica del sublime o l'analitica del sublime o l'ermeneutica del sublime o la mitologia del sublime o l'ontoteologia o l'ontica del sublime?
Quando si svelino quelle domande si è di fronte all'eventuanza leibniziana del sublime immaginario.
Leibniz ideò nell'apocatastasi, Apokatastasis sublime, dei salti, dei varchi, dei momenti di sospensione, ed è lí che si nasconde Dio, con il suo disegno lungimirante.
Ciò che sembra un continuum in realtà è un discretum, l'apparente ripetizione dell'identico non impedisce lo sviluppo di transinfinitesime virtualità nascoste.
Ma c'è anche il nulla sublime ed il nulla è il nulla nell'endemonade divina o della mondità o dell'esserci, quale nulla abissalità sublime dell'essere che c'è, si eventua, si dà quale nulla sublime afenomenico, aideale, anoumenico, aermeneutico, aepistemico o essere sublime dell'archegete che si getta nel fondamento, nel fondo dell'essere quasi ci fosse una specie di doppiofondo, una bistabilità abissale che si eventua dal nulla sublime liberamente.
E' l'eventuarsi del mondo dal nulla sublime in modo perfettamente razionale e legittimo, quale doppiofondo. Fondamento della ragion d'essere dell'archegete.
Ma fondamento del fondamento è la libertà sublime, il mondo è fondato sulla libertà sublime della purezza dell' evento sublime, paradossale eventuanza quale variante leibniziana dell' onpotologia del nulla sublime: s'est trouvé tout inventé dans l'entendement divin avec une infinité d'autres, parce que cette suite d'evenements non è verità sublime?
Ed è la libertà sublime, priva di crepe e fratture entro cui spira il vento del sublime transinfinito della libertà sublime del transtempo, o l'oggetto infinito quale gegenstand transinfinito o ob-getto sublime di Ricoeur.
Declinato secondo paradigmi e stilemi sublimi, o essere l'esistenza temporale sublime dell'excstasi dell'apokatastasy leibniziana, o di Agostino il quale nei suoi celebri paradossi sulla temporalità sublime disvelò l'esistenza di un oggetto sublime quale infinito sublime paradoxale.
Il tempo sublime non è mai quello che è, non è presente quando è presente, non è passato quando è passato, e quindi pretendere di misurarlo è come pretendere di misurare ciò che si sottrae a qualsiasi misura, giacchè si svela sempre quale dismisura sublime paradoxale.
Aristotele nella Poetica ideò: l'imitazione è anzitutto imitazione di azioni che per loro natura scorrono lungo l'asse del tempo, ma azioni il cui contenuto è il mito sublime, la mitologia sublime della musa Kalypso, giacchè fondata sul gegestand infinito o con possibili interpretanza transinfinite.
La poetica-sublime e la physis-sublime si svelano in due transtopie ontopologicamente separate, distinte e incongruenti, ma in un chiasma moebiusiano, la poetica-sublime svela eventi che sono per l'esserci sensibilità e destinanza, la physis-sublime invece si dà quale tempo o misura del movimento nello spazio o dynamis sublime, perciò la differenza è fenomenologica o ontica, ma non ontologica nel senso della dynamis dell'essere dell'endente, quali eventi del sublime, eventi che disvelano una struttura ontopologica: sono ontopologia della disvelatezza della transplendenza o sublatione sublime della luce, quale ermeneutica della differenza, per cui il senso si mostra negli opposti come altro da sé, inesauribile, eventuanza dell' abnegarsi.
Excstasi della sublatione del sublime quale interpretanza transinfinita che disveli l'infinito trascorrere della formattanza sublime della sublatione della transplendenza: eventuarsi sublime che si eventui, nient'altro che evento, evento sublime che differisce da qualsiasi altro evento l'abbia preceduto quale fenomenico ideale noumenico.
C'è verità sublime là ove si sostenga che il mondo sia sensato e sensibile, e c'è verità sublime là dove si sostenga che il mondo non abbia sensibilità ma solo il fenomeno ideale noumenico, o la metafisica della verità epistemica: non si pensa l'essere sublime che è e insieme l'essere che non è.
Parmenide ideò così la metafisica della verità, o il pensiero ideale dell'essere: è la metafisica della verità che pensa l'essere epistemico e mai l'excstasy sublime dell'essere abissale, endepigenesi del nihilismo, quali phenomena della sublime disvelatezza.
I phenomena sublimi degli eventi sublimi, quali endemorfie nella spazialità transinfinita, si disvelano sempre irrudicibili al pensiero calcolante epistemico.
Anzi la loro disvelanza è una continua decostruzione della endedynamis sublime: sia quale cronocromodinamica quantica, sia quale ontodinamica sublime o ontokronia del endeniente, del non-ente, del nulla afenomenico aideale anoumenico aermeneutico aepistemico.
Quella endedinamica sublime svela l'ontocronia nihilista dell'excstatica sublime Dasein-analytic, quale ontopologica sublime del Dasein-analytic: il Dasein quale essere-nella-verità del sublime Dasein.
I phenomena degli eventi nihilisti sono sempre endefenomeni sublimi del non-ente, dell' endeniente, del nulla, comprensibili senza gli strumenti dell' endelogos o della sensibilità o della congruenza intuitiva, giacchè lì l'endentità non c'è, anzi lì si disvela solo l'abissalità excstatica dell'essere-sublyme quale Essenza e essenziale Ontogenesi del Nihilismo.
Heidegger gettò il nulla sublime quale excstatica progettanza dell'essere: il Nothing sublime si dà, si eventua quale evento dell' endenulla sublime.
Anzi solo il nulla sublime getta la profondità abissale sublime, quale ab-senza delle endentità spazio-temporali sensibili o endepistemiche della metafisica della endeverità o dell'endelogos.
I phenomena degli eventi nihilisti sublimi ex-sistono, nella loro Ex-sistenza che disveli la struttura ontopologica dell'essere sublime eventuanza existenziale ex-sistenza, quale pro-gettanza-re-gettata presentemente assente dal nulla abissale sublime.
Heidegger pensò così all' endenulla quale evento abissale della sublatione sublyme dell'ontodynamis.
La rosa è senza perchè, fiorisce perché fiorisce, quale auto-manifestarsi endentità dell'excstasy temporale o exstatica della transcendenza, in una danza cosmica che libera la luminosità intrinseca o auto-organizzazione, o Ereignis sublime o kronotopodynamica nella physis sublime o endedinamica sublime della endemondità.
Perché c'è l'essere sublime quale eventuanza del Nulla sublime?
Nulla evento afenomenico aideale anoumenico?
Perché c'è l' essere sublime quale eventuarsi della sublatione sublime del Nulla?
Per Heidegger lo spazio accade, l’ek-sistere si dà nella transcendenza sublime del transpazio in vista dell' endemondo sublime, è la continuità e differenza ontopologica fra l’analitica esistenziale e l’ontopologia del sublyme.
Ma che cos’è il disvelarsi in excstasy della sublatione sublime dell’essere-sublyme?
Cos’è l'ende-gettanza della splendenza dell’essere-sublyme nel sublime?
È la gettatezza-della-verità della destinanza dell’essere nell’aletheia sublime fondale, grund sublime ed abgrund sublime, del sublyme che si dà, si getta nell' endemondità.
L’essere sublatione sublime si eventua nel sublyme quale aletheia, disvelatezza dell’ontopologia dell’essere, dell’esserci, dell’essere dell'endentità mondane.
Endevarietà compresenti nella gettatezza-del-sublyme quale aletheia sublime ontopologica dell’essere ontoikona, ontoimagine, ontoimago, ontopoiesis sublimi.
Il sublime delle endevarietà ontopologiche della endeverità dell’essere si danno, si eventuano, si gettano quale fondale o fondamenta dell'archegete della sublatione sublime.
Lì l'archegete è sempre in-essere-in-vista-della transcendenza sublime.
Come mai solo la sublatione sublyme riesce a transcendere, o ad essere-in-vista-della-transcendenza dell'essere, o ad essere-in-vista-dell'essere dell'esserci quale dasein-analytik, o in transvedenza dell'essere-dell'endente nella sua purezza transcendente, quindi a transcendere sempre il corso della transtemporalità o dell’ontocronia?
Tra le tante ipotesi quella più ontopologica è la messa in cura della endeverità dell’essere quale contemplanza della curvatura dello spaziotempo del passato, memoria, del presente, relatività o interagenza, del futuro, eterno ritorno della sublatione sublime.
Solo nel sublyme l’aletheia ontopologica si cura, si getta, si eventua, si fonda quale @rchegete: giacchè l'endintenzionalità sublime si dà, si eventua quale transcendenza dell'essere-sempre-in-vista-dell'essere o transvedenza dell'esserci o del non ente o dell'endeniente o del nulla o dell'abisso, ma si dà anche quale paradoxa, giacchè l'intenzionalità del nulla è niente o meglio è il sublyme, quale transcendenza dell'endintenzionalità dell' endeniente o dell'abisso o della singolarità abissale presente, passata e futura.
L’essere nella gettatezza-della-sublymanza o della sublatione sublime cura da sé l’essere-sublyme, senza la cura ontocronica, anzi si cura senza l'endefenomenica endideale endenoumenica endepistemica endermeneutica, getta la sua cura della sua verità sublime da sé quale transplendenza transontopica che abita poeticamente il vuoto cosmico o la transradura ontopologica, quale endegettanza dell'essere-in-vista-dell'essere-sublyme o transvedenza del sublime.
È la sublatione sublyme della transvedenza sublime dell'essere-sempre-in-vista-dell'essere che viene-incontro in enderistica sublime, che si disvela per essere contemplata quale fondatezza dell'@rchegete, così si dà, si cura nella sua futura-anteriorità-gìà-stata e sempre ontopologicamente presentemente assente o sempre in-vista-della-transcendenza-sublime o transvedenza sublime.
Nel suo essere già-stata si getta nella transontokronia anche quale endob-getto, gegenstand sublime, contra-ada, contra-stanza, contro-in-stanza, controistanza fondale sublime che si getta nello sguardo sempre di fronte, quale endegettanza della endeverità sublime dell’@rchegete che si dà quale evento sublime dell'essere-in-vista-dell'essere sublime o transvedenza.
Il sublyme, la gettanza fondale della aletheia-sublime si dà e si cura da sé quale essere-sublyme o essere-gettatezza della sublatione sublyme, si eventua sempre quale ontopologia dell’evento-verità, aldilà di tutte le interpretanze infinite, giacchè nel sublyme è in ekstasy o si getta, si dà, si cura l’evento della verità ontopologica della transplendenza o dell’essere sublime dell’aletheia o dell’essere-sublyme-della-verità-nella-physis.
Anche quando l'erhabene non è più una endentità mondana ontoteologica, o quando si è abbandonati all’oblio dalla mondanità, anche allora la bellezza-sublyme si dà alla contemplanza, giacché la sua destinanza si getta e si cura da sé, si eventua nella physis-sublyme quale evento sublime della transvedenza o dell'essere-in-vista-dell'essere-sublyme nell'endeverità ontopologica.
È la gestell-erhabene dell'@rchegete che si dà e si cura e si getta da sé: l’alterezza poietica nella transradura della physis eventua l’evento sublime della verità dell’essere-sublyme, ma discopre e dispiega nello stesso tempo la destinanza sublime dell’aletheia della sublatione sublyme, è la gestell sublime dell’essere-nella-physis, è l’alterezza della destinanza dell’evento sublime della verità ontopologica nella transradura fondale,.
Ove l’@rchegete possa abitare poeticamente nel sublime, anzi l’essere sublime in excstasy disvela la libertà d’essere al sublyme, ma nel contempo nell'essere-in-vista-dell'essere dispiega libertà d’essere al mondo, lascia liberi gli dei di fuggire senza perdere la sua originalità, libera il nihilismo della tecnica nel clonarsi senza decostruirsi nella sua gestell, nella sua struttura ontopologica, libera l'endemondanità e il suo tramonto, giacchè l’evento sublime della libertà si getta e si cura quale libertà ontopologica dell’essere-sublyme della verità-destinanza che si eventui nella physis-sublyme per la splendezza libera della physis di esserci, giacchè c'è lì sempre la transvedenza sublime o l'essere-in-vista-dell'essere-sublyme.
Anche quando il sublyme si sottrae nell'abnegarsi sublime per svelare libertà e dispiegamenti mondani all'endentità endefenomeniche endideali endenoumeniche endermeneutiche endepistemiche nella loro volontà di potenza, e abiti dis-ascosto nella sublatione sublime, assentemente presente, quale transvedenza dell’essere-sublyme nella sua varietà d’essere-evento-della-verità sublime, quale aletheia della destinanza della libertà sublime, o abiti kriptato l'endevarietà della curvatura sublime immaginaria del transpazio-tempo, o l'endintenzionalità del nulla sublime o dell'abissalità della transplendenza sublime.
Il suo essere dis-ascosto si eventua nel sottrarsi o abnegarsi sublime, l'eventuarsi aldilà, è sempre la transvedenza sublime o l'essere-in-vista-dell'essere-sublyme quale gettanza o transcendenza della sublatione sublime.
La transplendenza della sublymanza ontopologica dell’@rchegete nella-physis-sublyme è l'endintenzionalità sublime dell' endeniente o del senza-fondo o della singolarità vuota attante nella sua vertigo sublime.
Il sublyme si eventua non solo nel fondale, nel grund quale ekstasy degli eventi sublimi della verità, ma nel contempo simultaneamente, anzi kairos-logicamente, nell’abgrund, quale transvedenza o essere-sempre-in-vista-dell'essere sublime sublatione.
Il sublime abisso ontopologico ha sempre diffuso il senso di timore del nulla o del niente, invece l’abisso è proprio l’assenza del non-ente, l’annichilirsi del nulla per disvelare libertà d’essere l'endemondità e l’esserci dell'endentità endefenomeniche endideali endenoumeniche endermeneutiche endepistemiche comprensibili.
L’essere-sublyme dell’abisso, o l'endintenzionalità sublime del nulla o dell’ab-grund eventua l’endikona della transradura ontopologica quale transontopia dell’essere sublime inenarrabile, inaudita, inaudibile, indicibile, indecidibile, mai completamente interpretabile, né epistemicamente fondabile nelle endekategorie endefenomeniche endideali endenoumeniche imperative della volontà di potenza metafisica trascendentale fenomenica, giacchè lì c'è sempre la transvedenza sublime o l'essere-in-vista-dell'essere-sublyme quale transcendenza sublyme.
Gli eventi della sublatione sublime, o le endintenzionalità della transcendenza o tranvedenza o dell'essere-in-vista-dell’essere abisso ontopologico della physis-sublyme, disvelano la comprensione dell’essere sublyme, in endinamica sublime, in interagenza tra l’essere e la sua transradura vuota transontopica, quale curvatura transinfinitesima o quale presente dell'interagenza o quale futuro dell'infinito sublyme.
Solo l' erhabene dell'@rchegete, quale sublatione sublime in ekstasy dell’essere del sublyme consente alla transvedenza o all'essere-sempre-in-vista-dell'essere-sublyme di accogliere l’ascolto del sublyme che si getta nell’abisso della transradura ontopologica, per gettare le fondamenta del fondale dell’essere-sublyme, quale transikona della physis-sublyme, dell'endemondo, dell’interagenza transontopica in transcendenza sublyme.
Ma quella transikona non è mai epistemicamente presente, si disvela solo nel suo essere indisascosta o dis-ascosta nell'abnegarsi sublime: ontopologicamente inaudita e inaudibile per i più ed indicibile quale endintenzionalità sublime del nulla abissale sempre in-vista-dell'essere, sublatione sublime solo per il dasein presente evidentemente, l’interagenza sublime del dasein-analytik consente all’evento sublime dell’essere abissale di gettarsi nell’excstasy dell’aletheia in transvedenza dell’essere-sublyme-in-vista-dell'essere.
Solo l'@rchegete disvela il mistero o l’enigma del sublyme, giacchè è l'esserci che comprende l'essere-in-vista-dell'essere o in sublatione sublime della transcendenza sublyme: la sublymanza ama nascondersi o abnegarsi o essere sempre indisascosta, ma nel medesimo istante, per paradosso, l’essere-sublyme ama disvelarsi, ama discoprire la sua transradura abissale, è l'eventuarsi sublime che si dà sempre al di là quale transvedenza o essere-sempre-in-vista-della-physis-sublyme transontopica, la sua gestell sublime ontokronokairoslogica o ontokairostopica.
Solo così l’essere-sublyme dell'@rchegete si dispiega all’infinito nel transapeiron, nell'eventuanza senza-limiti, nel sub-lime, ma la sua gettanza quale sublatione sublime fonda il fondale ontopologico, transontopico altrochè epocale ontocronico, si dà e si eventua per raccogliersi-in-un-confine, si getta per eventuare la gestell sublime, la struttura ontopologica dell’interagenza con la physis: delimita la transpazialità del sentiero ininterrotto della destinanza dell’essere sublime, configurazione endikonica della transradura ontopologica, ove l’essere possa abitare poeticamente sublime, sempre in-vista-dell'essere-sublyme o nella transvedenza sublime.
Solo con l’essere-sublyme si eventua la disascosità dell’aletheia sublime, mai adeguata nell'abnegarsi sublime, sempre sottratta all’evidenza dell'endemondità, ma transvisibile alla contemplazione quale sublatione sublime della transvedenza o dell'essere-in-vista-dell'essere, inaudita ma udibile, paradossale o enderistica ma morfo-genica per la destinanza e l’interagenza dell’@rchegete.
Lì in quel paradosso o enderistica sublime la verità della sublatione sublime è dis-ascosta, anzi l’aletheia si disvela quale abnegarsi-dis-verità o essere-sublyme della dis-aletheia dell’essere-sublyme, si discopre quale dis-invelamento della gestell-sublyme o struttura ontopologica dis-invelata della dis-verità della transvedenza sublyme o essere-in-vista-dell'essere.
La verità nel sublyme si eventua quale aletheia-della-dis-invelatezza-dell’essere sublime, o meglio quale verità-dis-ascosta-della-dis-invelatezza dell’essere-sublyme, giacchè il sublyme ama la disinvelatezza o l'abnegarsi, ma ama nel contempo la dis-ascosità della disvelatezza dell’aletheia della transvedenza o dell’esseRe-in-vista-dell'essere-sublyme.
Nella sua enderistica sublime del nascondersi e disvelarsi, o abnegarsi ed eventuarsi, la disascosità della verità dell’@rchegete-essere-sublyme getta nella transradura le fondamenta del sentiero della destinanza ontokronotopica, quale gestell sublime dell’essere-sublyme, o meglio nell’essere-sublyme è in excstasy l'eventuarsi della verirà dis-ascosta della dis-in-velatezza o abnegarsi sublime, o che nell’essere-sublyme vi è custodita e curata l’aletheia-dis-ascosta della dis-in-velatezza dell’essere-sublyme-in-vista-dell'essere sublime.
Quando l'@rchegete in sublatione sublime si dà è in estasy la verità dis-ascosa della dis-in-velatezza dell’essere-sublyme, ed è quell’aletheia che si disvela nella transradura vuota e che traccia il sentiero ininterrotto della destinanza dell’essere-in-vista-dell'essere-sublyme o transvedenza.
L’interagenza e l’enderistica della verità-dis-ascosità dell'@rchegete getta le fondamenta dell’endimagine della mondità o della sua bellezza: la sublatione della bellezza-sublyme è, sarà, fu l'endevarietà della verità-dis-ascosità custodita e curata nell’excstasy quale transvedenza o dell’essere-sublyme-in-vista-dell'essere.
Quella interagenza consente al sublyme di essere-sublyme dall’esserci-sublyme-bellezza: o meglio solo quando la sublymanza è in estasy quale essere-verità-dis-ascosa della dis-in-velatezza, o che almeno quell’aletheia vi abiti poeticamente, solo allora la verità è sublyme e il sublyme è la verità dell’essere-sublyme-in-vista-dell'essere.
Lì si dà, si eventua il sublyme o il sublyme si dà quale excstasy: l’origine o l’originalità del sublyme è il sublyme della verità dis-ascosa della dis-in-velatezza dell’@rchegete-essere-sublyme, custodita e curata nella transradura ove si disveli la destinanza dell’essere-in-vista-dell'essere o la transvedenza del sublime.
Sublatione sublime della transplendenza quale endeverità ontopologica in excstasy nella mitopoiesis o nell' aletheia dell’essere-sublyme nell'endemito, lì la verità è in excstasy quale eventuanza della transvedenza o dell'aletheia-in-dis-ascosità-dis-in-velatezza.
L'ontopologia del sublyme abissale, della fondatezza del sublyme, dell’aldilà quale sublyme-essere-in-vista-dell'essere: transmito del sublyme o della transmusa sublime Kalypso è l'eventuanza della transvedenza del sublyme, la transmitika del sublyme è l'eventuarsi dell’Essere-sublyme, o dell’eterno ritorno del transmito o della transonanza transinfinita dell’essere nel sublyme, nella latenza dell'abnegarsi, custodita, curata per eventuarsi nella sublatione endemitica del sublyme-essere-in-vista-dell'essere.
L'eventuarsi del sublyme è l'evento della transradura dell’Essere sublime, dell’Essere diradato, sgombro, libero d’Essere nell’abisso sublyme-essere-in-vista-dell'essere sublatione sublime, senza nulla, senza niente, senza-fine, senza tramonto, senza eclisse.
Nessuno è libero di svelare la transvedenza dell'eventuanza dell’ontopologia del sublyme-essere-in-vista-dell'essere, aldilà della fenomenica ideale noumenica in transcendenza sublyme, oltre la metafisica nichilista endekategorica, endepistemica, paradigmatica.
Non c’è né l’ontopologia dell’essere-sublyme, né la sublatione del sublyme o l'eventuanza endemitika del sublyme o il disvelarsi della transmusa sublyme Kalypso quale esserci-in-vista-dell'essere.
L'eventuanza del sublyme si fonda sulla sublatione sublime della libertà sublyme in transcendenza sublyme, o nell'essere-in-vista dell'essere-in-libertà sublime: senza essere
liberi di contemplare la transvedenza o il sublyme-essere-in-vista-dell'essere, non c’è sublyme ma solo trascendenza quale esserci in-vista-dell'endente: la sublatione sublime del sublyme-essere-in-vista-dell'essere è l'eventuarsi sublyme della libertà d’Essere in transplendenza o transvedenza o dell’Essere-in-vista-dell'essere-sublyme.
Il sublyme c’è quando l’essere si dà dinanzi nella sublatione sublime transvedenza dell’Essere-in-vista-dell'essere-evento che si eventui in transcendenza sublyme e si dà, si getta nella transradura, nell'ontopologia dell’Essere sublime, quale ontopologia dell’Essere-in-vista-dell'essere-poetante, che si eventui nella ontovarietà della gettatezza del transmito del sublime o transmusa sublyme in Kalypso ove c'è la transradura poetante che custodisce, kriptata, latente l'abnegarsi nella cura dell’Essere-in-vista-dell'essere-sublyme in transvedenza sublyme.
Lì negli spazi-sublymi kaosmici ove l'@rchegete si getta dinanzi, in eventuanza davanti l’Essere-sublyme-in-vista-dell'essere sublatione sublime della transvedenza: transpazialità del sublyme che l’esserci si trova di fronte, lì l'@rchegete non si situa o si mostri di fronte ad un orizzonte del mondo, o ad una prospettiva mondana, o ad un tramonto o eclisse cosmici, ma nelle transvedenze sublimi dell’Essere abitato poeticamente dall’orizzonte e dalla prospettiva dell’Essere senza-fine, senza declino,senza tramonto, senza eclisse, quale eterno ritorno della transvedenza dell’Essere-sublyme-in-vista-dell'essere.
Solo così si eventua la sublatione della sublymanza, e gli eventi della sublymità della Physis-sublyme:il sublyme non si trova mai di fronte all’eclisse, al tramonto, alla fine della storia, del tempo, dello spazio, del kosmo è sempre in transcendenza sublime o in-vista-dell'essere-sublyme o transvedenza della sublatione del sublime.
Nel sublyme-essere-in-vista-dell'essere c’è l’eterno ritorno della differenza ontologica tra il fenomeno e l'evento: non il nulla o il niente, ma l’Essere-sublyme-in-vista-dell'essere che ci viene in-contro, quale transvedenza o l’Essere-in-vista-dell'essere-sublyme che si getta nell'abnegarsi ed eventuarsi, in transplendenza per abitare l’Essere-sublyme che contempli la transradura sublyme-dell'essere-in-vista della transvedenza della sublatione sublime.
L'eventuarsi sublime della sublymanza è la sublatione sublime della differenza che si eventui nell’ontopologia poetante, quale eventuanza che abiti la transvedenza kaosmica.
L'eventuanza sublime del sublyme è la sublatione dell’Essere-in-vista-dell'essere che contempla l’essere di fronte, quale evento sublime in excstasi nella transradura, ove non ha mai abitato né l’endentità, né l’Esserci, né l'endemondità, né la metafisica, né la fenomenica ideale noumenica, ma solo la transvedenza dell’Essere-sublyme-in-vista-dell'essere che ci viene in-contro, in enderistica sublime quale eterno ritorno del sublyme-essere-in-vista o la transvedenza.
L'eventuanza transmitika di Kalypso o del sublyme è la sublatione sublime delle endepigenesi del sublyme, per abitare la transradura del sublyme, si eventua nella transvedenza quale Essere-sublyme-in-vista-dell'essere, Essere sublatione sublime che viene incontro, Essere sublime che abita l’Essere, Essere che si incontra kriptato nell’Essere sublyme della diradanza sublyme.
L' ontopologia ove l’Essere sublime viene in-contro in transvedenza e ci abita è il sublyme: l'ontopologia del sublyme è la sublyme ontopologia dell'evento del sublyme, solo nell' ontopologia del sublyme la sublatione sublime si eventua quale evento del sublyme, giacchè solo lì è libera d’essere evento excstatico del sublyme.
Il transmito dell'evento ove il sublyme ci viene incontro, o dove l’essere in-contra l’essere che si eventua ed abita l’essenza del pensiero poetante, è la sublatione del sublyme, perché quella prossimità dell’essere con la sua ikona che si getta nell'eventuanza e la abita è sublyme, indicibile, inaudita transplendenza excstatica erystyka.
Kalypso,musa mitika del sublyme si dà sempre quale miraggio o aurora boreale iperborea.
La sua sublatione sublyme è l'eventuanza degli spazi liberi, abitati solo dall’Essere sublime che ci viene in-contro, quale sublyme senza-la-fine, mai nullità, e nel contempo eristika excstatica:Essere sublime che si incontra nell’essere che si getta ed abita l’Essere poetante.
Le varietà degli eventi del venire incontro in sublatione sublime dell’Essere sono transinfinite, indicibili, senza-fine, senza eclissi: perché gli eventi del sublyme sfuggono alla classificazione dell’imperativo kategorico del rigore razionale o della metafisica ideale fenomenica.
Gli eventi del sublyme sono sempre in relatività con gli eventi e le ontovarietà dell’Essere sublime che ci viene incontro, che si eventua quale libertà ontopologica: si incontra l’Essere in excstasi eristyka, si contempla la libertà d’essere kaosmica, la sublatione del sublyme ontopologico ove l’Essere si dispone nella transplendenza, nell’ascolto,nella transvisione, nel pensiero poetante dell’Essere di fronte,che ci viene incontro in sublatione sublime eristika, nella sublymanza kaosmica.
L'eventuanza sublyme è l'eventuarsi nelle radure, dei vuoti ontopologici della sublymità, ove l’essere sublime dell'@rchegete si eventui per essere contemplato e per abitare poeticamente l’essere di fronte, oltre che abitare poeticamente solo il mondo, la Physis, il kosmo.
Quando un evento, una transradura, un vuoto sono abitate poeticamente dall’Essere sublime che si getta e che viene in-contro all’Essere, si eventua il sublyme e la sua sublatione sublime quale eventuanza sublyme del sublime abitare poeticamente l’Essere poetante, in libertà, in verità, in prossimità con l’Essere-sublyme.
La libertà sublyme della sublymanza si eventua negli eventi del sublyme, della sua sublatione, della sua transplendenza qui ed aldilà del mondo quale ontopologia sublyme, anzi meglio sublyme spazio vuoto, la transradura ove è custodito, curato, evocato e contemplato il sublyme: l’Essere sublime che viene incontro per abitare poeticamente, non solo il mondo, ma la sublatione dell’Essere, l’eventuarsi dell’Essere, l’Essere poetante, l’Essere ontopologico, l’Essere-sublyme.
Si eventua così nel transpazio e nel transtempo del mondo la differenza ontopologica: si dà l'ontopologia dell’Essere-sublyme, di là e di qua dell'ontopologia fluttuante del mondo dell’Esserci, del mondo virtuale, del mondo immaginario, del mondo poetante.
L'essere-sublyme si getta nella mondità anche quale sublatione sublime del mondo caotico o mondo cosmico, mondo caosmico, mondo excstatico.
Quale fondamento della verità sublime dell’Essere-sublyme la sua sublatione sublime dà la transplendenza al kaos, all’invisibile, all’indicibile, all’inaudito: l’unico sublime che ci possa salvare o curare nel mondo dell’aldilà.
L'ontopologia dell’essere-sublyme è la sua tranvedenza dell’Essere che transcenda l’Esserci,ma non è l’Essere ontopologico o poetante.
Quelle ontovarietà dispiegano la complessità della fondatezza dell’Essere-sublyme nel mondo virtuale e disvelano quanta volontà di potenza ci sia nel sublyme.
Nell’Essere-sublyme, l’Essere non si adegua, in verità né all’Esserci, né all’Essere ontopologico o poetante. Nel sublyme il mondo non ritrova l’adeguatezza metafisica, epistemica, razionale, poetica, estetica, etica con il mondo dell’Esserci, né con l’Essere nel mondo cosmico, immaginario, virtuale, kaosmico.
Ma quella differenza ontopologica dell’adeguatezza non trascura l’ortogonalità della volontà di potenza metafisica del sublyme, anzi dà senso, identità, trascendenza.
L’Essere-sublyme è la misura della completezza: del kosmo che c’è e del mondo che non c’è, o è invisibile, indicibile, inaudito, excstatico; l’Essere-sublime è anzi l’eventuanza che dà senso, stabilità e soprattutto e per lo più dà l’impianto, la Gestell al mondo dell’Esserci, dell’Essere qui, dell’Essere là, dell’Essere aldilà.
L'ontopologia del sublyme quale eventuanza del sublyme è la Gestell-sublyme del mondo e dell’Essere sublatione sublime, quale Esserci che ci viene in-contro in sublatione eristyka nella sua morfogenesi-sublyme di Essere transplendenza: perciò da contemplare quale transmusa Kalypso.
Giacchè solo quell’Essere è sublatione della physis-sublyme che ci potrà salvare, o curare, o consolare, o guidare nel destino nella sorte, nell'endemito del sublyme.
L'ontopologia dell’Essere-sublyme è la sublatione sublime nella transtabilità dei sentieri che si biforcano o che ritornano su di sè come in un nastro di Mobius: c’è la superficie della
Gestell-sublyme fondante il mondo dell’Esserci, virtuale, estetico, cosmico ma c’è nel medesimo istante o in sublatione enderistica l’Essere sublime che ci viene incontro nel vuoto ontopologico, nella transradura libera dal nichilismo, nella singolarità kaosmica del nulla, quale Gestell-sublyme: sublatione-dell'Essere, gegenstand sublime,Essere sublime che ci incontra e si eventui, si getta nell’Essere così come nell’Esserci, per abitarvi con la transplendenza del sublyme o dell’Essere sublatione sublime, o per abitare poeticament
le insenature sublimi di Kalypso.
L'eventuanza del sublyme è stata, ed è, sempre interpretata quale volontà di potenza della metafisica: non c’è una transvedenza poetante del sublyme, né una sublatione ontopologica, né una sublatione del sublyme, né un'eventuarsi ontopologico del sublime nel mondo o nella mondanità.
Il futuro della libertà sublyme si presenta nel plesso, o nel chiasma, dell’Essere evento della Gestell sublyme dell’Esserci e del mondo, e sublatione sublyme dell’Essere-sublyme che ci si in-contra, che si eventui in-contro, quale transonanza dell’Essere-sublyme sempre eternamente ritornante nell’aldiqua dall’aldilà, sempre nell'eventuanza transinfinita della transmusa Kalypso.
ERACLITO
Eraclito eventuò in priorità l’essere sublime, poi la dynamis sublime.
Eraclito fonda la transdinamica sublime dell'eventuarsi dell’essere nel nulla.
Il pensiero sublime di Eraclito è ancora poetante ma nello stesso tempo è anche la prima singolarità sublime della sublatione sublime eristica: vi è l'abnegarsi della dynamis sublime.
La dynon-sublime è la dea sublime dell'esserci sublime, lì la singolarità sublime è completezza, lì la singolarità sublime si dà, si eventua quale differenza dell'ontodynamica della physis sublime, lì c'è l'autodynamica sublime della differenza nella singolarità.
Lì c'è l'abissalità sublime dell'essere nell'endente o l'evento sublime dell'essere nell'endentità mondane, lì c'è il kryptarsi dell'essere nelle singolarità della physis sublime, lì c' è l'insorgenza senza eclisse dell'astrophysis che dà luce e si dà alla luce senza tramontare, c'è la sublatione sublime della transplendezza.
Non c'è orbita o gravità ma solo il soggiornare sublime senza fine, o il sorgere della purezza della transcendenza della physis sublime in relatività con la disvelatezza sublime e l'oblio.
L’idea è la dynamis sublime dell’essere stesso in sé e per sé, come ciò che è aletheia o disvelatezza sublime o verità aristocratica e sacerdotale, nobiltà sublime.
Eraklyto evocò la sibilla dalla bocca delirante e senza sorriso, nè seducenza né profumata,svelò l’oracolo in Delfi senza parole e senza latenze, ma pro-gettò la sublatione sublime:tutto quel che si contempla e apprende si lascia lì, tutto quello che non si vede o che è indicibile o inaudito lo si porta via giacchè è sublime.
L'eventuanza di Eraclito si svelò con una sacralità pensante, fu la rivelazione della sublatione sublime.
Eraclito svelò la verità sublime nell'endelogos, benché la verità sublime eterna, non la si comprenda mai, né prima di udirla né dopo: così è il mondo, giacchè si è ignari da svegli, come nei sogni sublimi, tale verità riflette la physis sublime in ogni endente, quale stabilità della physis-endarchê-ontopologica, ma non c'è risonanza anche se si ascolta, sì è presenti, ma assenti.
Sublime è il pensiero, è l' ascolto della transonanza endinamica della physis sublime che raccolga l’intima natura della physis kryptata, giacchè ama nascondersi.
E si dà o si eventua solo nella dynamis sublime o l'enderistica endinamica della physis sublime, è l'ontogenesi che rivela la fenomenica degli dei e l'ontopologia della libertà dell'esserci, quale fondamento della mondità eleusina.
Eraclito ideò la endinamica sublime dell'eristica in accordo o in discordanze discordi, quale bellissima estetica e sublime armonia, concorde pur discorde: armonia sublime della transonanza.
Come nell’arco e nella lira, questi infatti trasformandosi sono quelli, e quelli a loro volta, trasformandosi, sono la dynamis sublime, concorde e discorde, armonica e disarmonica.
Dinamica sublime ontopologica-cosmologica che svela la struttura ontopologica della dinamica sublime cosmica; il suo eventuarsi quale caos, trova, nella singolarità sublime, la dinamica strutturale ontopologica latente, profonda, invisibile, l’armonia sublime invisibile è la più pregnante o ontopologica.
La via in su e la via in giù sono identiche o invarianti nella
dynamis sublime ontopologica, così com' è invarianza sia il principio sia la fine nella transfera.
Quella dynamis sublime del mondo è la completezza per tutti, non c'è né una per gli dei né una per gli esseri animati o inanimati, ma c'è sempre stata ed è e sarà fuoco vivo in eterno, che al tempo sublime si accenda e al tempo si spenga.
Dinamica sublime in sublatione di tutti i fenomena col fuoco e del fuoco, con tutti i fenomena con l’oro e dell’oro.
Mutamenti sublimi dinamici del fuoco: prioritario oceano, del mare una metà terra, l’altra soffio kosmico della dynamis o cosmogonia della physis sublime.
Il kosmos dinamico sublime è la physis sublime che si dà, si eventua in una sublime dinamica strutturalmente transtabile, si rivela in dynamis sublime della physis-endarchê-sublime, eventuarsi delle sublimi metamorfosi degli eventi dell'ontogenesi dinamica abissale.
Eraclito disvelò così gli inesauribili movimenti dell'essere dell'endente, quale dynamis della physis sublime cosmica, quale struttura ontopologica della bellezza-sublime della divinità o assolutezza dell'armonia interpretata nell'enderistica della dynamis sublime: le fanciulle, lungo la via della divinità, con la desideranza sublime in sè si inoltrano nella Notte sublime verso la transplendenza.
Alla porta dei sentieri della Notte sublime e del Giorno le fanciulle persuadono Dikê nel consentire l'eventuarsi del sublime, per la strada maestra che conduce e seduce, infine, verso la sublime dea o Verità sublime, la quale svela la sublatione sublime: o sublime che giungi, rallegrati, poiché la destinanza sublime ti svelò il sentiero della sublatione sublime.
La divinità sublime parmenidea è rivelazione della Verità sublime.
Le qualità dinamiche dalla dea sublime della Verità, o della Alêtheia sublime si svelano nella sua ontopologica disvelatezza della dinamica sublime.
La dea è e si manifesta, si dà o si eventua nella dynamis sublime.
Essere è pensare la dinamica sublime: quali siano le vie di ricerca sublimi, l’una è e non è possibile che non sia, è il sentiero della Persuasione, perché svela la dynamis sublime della Verità, l’altra non è e non sia, è un sentiero ove nulla si apprende, non si può conoscere ciò che non è, né esprimerlo.
Infatti la stessa dynamis sublime è pensare ed essere.
La rivelazione della dinamica sublime della Verità, affidata all'endemythos svela la sublatione sublime dell’essere, l’altra il nulla sublime che non è; è l'indeterminatezza dinamica dell'eristica sublime giacchè che svela l’essere sublime quale transplendenza, è l’essere che non può non manifestarsi nel pensiero quale endinamica sublatione sublime dell' esserci.
Essere la dynamis sublime o essere la verità sublime dinamica della disvelatezza disvela sia l’endente, ciò che è, sia tutto ciò che è immutabile, senza fine, eterno, quale transtabile physis sublime, assentemente presenti, l’essere è pro-posto come lo sfondo che accoglie, sublima tutte le endentità, la dinamica sublime si dà quale molteplice delle endenti presenti e assenti, lontani e vicini; la transtabilità dinamica della physis-endarchê sublime disvela l’assoluta dynamis nell’essere sublatione sublime: annichilisce il nulla, ma dal nulla sublime si eventua l’essere, o della transcendenza dinamica della sublatione sublime dall’essere al nulla o dell’essere nella cosmologia sublime o sublime proximità accanto all’essere, un non-essere quale endentità di modelli cosmogonici sublimi.
In relatività con l'eventuarsi cosmica dell’essere sublime Senofane ideò la singolarità dell'essere sublatione sublime, quale divinità della mondità sublime dell’essere.
È l'eventuarsi del pensiero poetante sublime nell’essere sublime, quale sublatione dell’essere sublime, o in transonanza nel nulla sublime che non è: è l’incertezza che getta la naufraganza dissennata, si è trascinati, sordi e ciechi, sbalorditi e senza giudizio, lì essere e non-essere sono sublimi e non sono la sublimità, perciò per il sublime c’è un percorso reversibile, che ci sia il sublime che non è!
Ma il sublime è l’occhio che non veda, l’orecchio che non senta le risonanze o la lingua che non parli, ma con la purezza excstatica della sublatione sublime dinamicamente disvela l' ontopologia sublime.
È la dea della verità del sublime che soggiorna senza eclisse, senza tramonto e in transplendenza che svela la purezza dell'essere sublatione sublime, senza coniugare essere e nulla, o la follia dell' essere in interagenza con il non-essere.
Eraclito eventuò l'enderistica dinamica della physis sublime che si dà nella transplendenza, e si disvela quale dea aleteia dell’essere sublime: è l’essere sublime, senza fine, perché è transquantika sublime e singolarità dinamica della sublatione sublime.
L'EPIGENESI DELLA DYNAMIS SUBLIME O TRANSDYNAMICA TRANSUBLIME.
Dal non-essere o dal nulla sublime non è consentito né dirlo né pensarlo, perché non è possibile né dire né pensare
che non sia la dynamis della sublatione sublime dell'esserci.
E' dall’essere dynamis della sublatione sublime che si eventuerà la transplendenza soggiornante senza fine e senza eclisse, in relatività con la disvelatezza e l'oblio, l'abneganza e l'eventuanza: l’essere si eventua con l’essere, è senza principio e senza fine.
L’essere nel quale si eventua la sublatione sublime è il pensare:nient’altro o è o sarà all’infuori dell’essere, la dynamis sublime dell'esserci è nascere e perire, essere e non-essere, o insorgere o soggiornare nel sublime o kronodinamica o endynamis sublime, o endapeiron sublime.
L’essere sublime è senza fine, non si eventua più il nulla, né c'è l'abnegarsi nel nulla in presenza della transtabilità della sublatione sublime; è singolarità dinamica sublime in transplendenza, disvelanza della dea della disvelatezza sublime.
Tra l’essere e il nulla non c'è che un sentiero dinamico disvelante la physis sublime o la transphysis dell’esserci sublatione sublime.
La transdynamis sublime c'è , si dà, si eventua: come può non-essere ciò che è?
L’eventuanza della dynamis sublime non si svela che nell'abissalità sublime: ex nihilo nihil , l’eventuarsi della transgenesi sublime del nulla dal nulla sublime si eventua quale tramonto dell’essere sublime.
Ma l'esserci sublatione sublime che mai tramonta, che soggiorna è la dynamis della sublatione sublime della transplendenza della physis sublime, quale svelatezza della dea sublime o la sua sublime verità.
L’essere sublime soggiorna nel vuoto della physis sublime dinamica, stabilmente senza fine, atemporale, con la sua dynamis della sublatione sublime, endicona del sublime, imago sublime della dynamis, immagine sublime: l’essere della physis sublime o dynamis sublime disvelante, o abnegante, occultante,accadente esserci nella physis sublime quale sublatione sublime dell’essere sublime.
L’essere è sublime eventuanza.
La dea sublime della verità non trema e si dà nell'evento della sublatione sublime.
Il transmythos della dea sublime si dà in splendezza nell'archè-physis, quale transcendenza della ontopologia sublime, quali eventi sublimi dinamici: il sublime è l'eventuarsi dell’esserci della dynamis della sublatione sublime in relatività e in transequilibrio transtabile con la transphysis dell’essere Aletheia sublime, verità sublime dinamica, sempre in splendenza e senza tramonto, senza fine, quale alternarsi di luce e notte sublime, quale evenTuArsi sublime ontopologica della sublimità della Physis Sublime o transphysis transublime.
Il sublime della Physis sublime è l'ontopologia della sublimità dell’abisso cuspidale, della fondatezza, dell’aldilà ontodynamica sublime, è la radura dell’Essere sublime, dell’Essere libero d’Essere nell’abisso sublime, senza nulla, senza niente, senza fine, senza tramonto, senza eclisse: è la sublime dynamis d’Essere.
Il sublime c’è nell’Essere transphysis dynamica che si dà, si getta nell'eventuarsi nella transradura, nella ontopologia dell’Essere, quale ontopologia dell’Essere sublime dinamico, il Gegengrund sublime della dynamis sublime è la transradura dinamica che custodisce la cura dell’Essere dynamis della transphysis, lì l’Essere è abitato dynamicamente dall’orizzonte dell’Essere senza fine, senza declino,senza tramonto, senza eclisse, quale Essere sublime della dynamis transphysica.
Nella sublatione sublime della dynamis c’è la differenza ontopologica che si eventua nell’ontopologia dinamica, quale eventuanza che abita il transkaosmico della transphysis dynamica sublime.
La sublime dynamica della Physis sublime è l’Essere dinamico di fronte, quale dinamica della transradura. Essere dynamis sublime che ci si viene in-contro, quale transphysis sublime dynamica. La sublime transdynamica della Physis è la transphysis dynamica, quale Essere dynamico e sublime Essere transublime che ci si viene incontro, Essere che abita l’Essere, Essere nell’Essere sublime della Physis dynamica.
L'ontopologia ove l’Essere dynamico ci si viene in-contro e ci abita è il sublime della dynamis: l'ontopologia del sublime dynamico è la sublime eventuanza della sublatione sublime della transphysis dynamica, solo nell'ontopologia del sublime dynamico si eventua la sublatione sublime della sublimità transdynamica della transphysis, giacchè solo lì è dinamicamente essere sublatione sublime del transublime della transphysis dynamica.
Lì ove il sublime della dynamis ci si viene incontro, o dove l’essere in-contra l’essere dynamico che si eventua ed abita il pensiero poetante della dynamis della sublatione sublime, lì gli eventi del sublime della transphysis dynamici, sacri, oscuri, misterici, kriptati, nella prossimità dell’essere con la sua endikona si gettano in eventuanza e abitano la sublimità dynamica indicibile, inaudita, con paradigmi transfisici transcosmici la sublatione sublime del transublime è l'eventuarsi dei transpazi dynamici, abitati solo dall’Essere sublime dynamico che ci si viene in-contro, quale Gegenstand sublime o fondale sublime dynamico transphysico, mai nullità, e nel contempo Essere sublime che si incontra nell’essere transdynamico che si getta ed abita, nella contemplazione, l’Essere dynamis della transphysis.
Le varietà dell'eventuarsi incontro dell’Essere sublime dynamico sono infinite, indicibili, senza eclissi, senza fine, perché la sublatione del sublime della dynamis sfugge alla classificazione dell’imperativo transcategorico del rigore razionale, o della metafisica transideale fenomenica nichilista.
Gli eventi del sublime della dynamis sono sempre in relatività con gli eventi e le ontovarietà dell’Essere sublime transdynamico che ci si viene incontro, che si eventua quale dynamis sublime ontopologica: si incontra l’Essere sublime dynamico, si contempla la dynamis d’essere sublime transkaosmica.
L'eventuanza del sublime-trans-dynamis transublime si dà nella transpazialità ontopologica, ove l’Essere sublime dynamico si dispiega nella transcontemplanza, nell’ascolto,nella transvisione, nella transensibilità e nel pensiero poetante transdynamico dell’Essere sublime di fronte, dinanzi, davanti che ci si viene incontro, nella Gegenstand sublime o fondale dynamico della transphysis transkaosmica.
L'eventuarsi della sublatione sublime del transublime-dynamis è la transplendezza delle transradure, dei vuoti ontopologici della Physis-dynamis, ove l’essere sublime si eventui per essere transcontemplanza e per transabitare transdynamicamente l’essere di fronte, oltre che abitare dinamicamente solo il mondo, la Physis-dynamis sublime, il transkosmo.
Quando una transradura, un vuoto sono abitate transdynamicamente dall’Essere-@rchegete-sublime che si eventui e che viene in-contro all’Essere, si eventua il sublime e la sublatione sublime del transublime transabitare dinamicamente l’Essere dynamis, in libertà, in verità, in prossimità con l’Essere dynamica sublime.
La libertà della sublatione sublime del transublime della Physis-dynamis si eventua nelle transradure della splendezza sublime, qui ed aldilà del mondo, anzi lì c'è l'ontopologia del sublime, lo spazio vuoto, la radura, la transpazialità libera dalla transmondità ove è custodito, curato, evocato e transcontemplato il Gegenstand sublime o il fondale transphysico: l’Essere sublime che viene incontro per transabitare dynamicamente, non solo il mondo, ma la transikona dell’Essere sublime, la sublatione dell’Essere sublime, l’Essere transdynamis, l’Essere ontopologico sublime.
Si eventua così nel transpazio e nel transtempo del mondo la differenza ontopologica: l'ontopologia dell’Essere sublime di là, e di qua l'ontopologia del mondo dell’Esserci sublime, del mondo transvirtuale, del mondo dynamico sublime.
Il mondo dell’Essere sublime si getta nella transmondità anche quale mondo sublime, mondo transcaotico o transcosmico, transcaosmico,transdynamico,transexcstatico e si dispiega transdinamico in sublatione sublime.
Quale fondamento della verità dell’Essere dynamico sublime la sublatione si dà invisibile,indicibile, inaudita, l’unica che possa salvare o curare dell’aldilà, della dynamis sublime.
L'ontopologia dell’Essere sublatione sublime della trascendenza dell’Esserci, è l’Essere sublime ontopologico dynamico.
Quell' ontovarietà dispiega la complessità della fondatezza dell’Essere sublatione sublime nella Physis-dynamis transexcstatica.
Nell’Essere sublime, l’Essere sublime non si adegua, in verità né all’Esserci, né all’Essere ontologico o dynamico.
Nel sublime non si ritrova mai l’adeguatezza metafisica, epistemica, razionale, dynamica, estetica con il mondo dell’Esserci, né con l’Essere nel mondo cosmico.
Ma quella differenza ontopologica dell’adeguatezza non trascura l’ortogonalità della volontà di potenza metafisica del sublime, anzi dà senso, identità e trascendenza.
L’Essere sublime, quale essere nel mondo sublime è la misura di tutto,è anzi l’unico evento gravità che dà senso, transtabilità e soprattutto e per lo più dà il transimpianto, la sublatione, la transGestell sublime dell’Esserci, dell’Essere qui e aldilà.
L'ontopologia del sublime, quale sublatione sublime della Physis sublime è la Gestell-sublime del mondo e dell’Essere, quale Esserci che ci si viene in-contro nella sua morfogenesi d' Essere sublatione sublime.
Giacchè solo l’Essere è il sublime della physis che ci potrà salvare, o curare, o consolare nella destinanza sublime della sublatione.
L'onTopologia dell’Essere sublime è la transtabilità dei transentieri che si biforcano: c’è la superficie della Gestell della sublatione sublime dell’Esserci transdynamico, transestetico, transexcstatico ma c’è, quale eterno ritorno nella superficie transimmetrica, l’Essere sublime che ci si viene incontro nel vuoto ontopologico, nella transradura dynamica dal nichilismo, nella singolarità transkaosmica del nulla, quale Gestell sublime o sublatione sublime dell'Essere.
Essere sublime che ci si incontra e avviene, si eventua nell’Essere ma anche nell’Esserci, per abitare con il senso del sublime della Physis o dell’Essere sublatione sublime.
L'eventuanza del sublime è transpotenza senza fine, una dynamica del sublime ontopologica della sublatione sublime dell’Essere sublime.
Il futuro sublime si eventua nel transplexo, o nel transchiasma, dell’Essere della Gestell sublime dell’Esserci, è sublatione della Gegenstand sublime o fondale transphysico dell’Essere sublime che ci si in-contra, che si eventua in-contro, quale transonanza dell’Essere sublatione sublime nell’aldiqua dall’aldilà.
L’Esserci sublime che ci si viene in-contro, quale Gegenstand sublime o fondale transphysico è eventuanza di dismisura, la transmisurata ontopologia del sublime e della sublatione sublime che transabita dynamicamente l’Essere sublime, oltre che il mondo e l’Esserci sublime, si transeventua quale transtabilità del transKaos, morfogenesi transvisibile dell’invisibile, transkoinè dynamica dell’indicibile, dell’inaudito, transmistero dell’indecidibile, transmistico svelato del sublime transinfinito vuoto della singolarità del sublime, quale evento del sublime.
L'eventuarsi dell’Essere sublime è la sublatione sublime dell’abbandono, della kriptazione, della translatenza, del transoblio dell’Essere sublime ontopologico nell’Essere sublime, quale Esserci sublatione transfinita, transmitica, transindicibile, transinaudita.
L’Essere sublime che viene in-contro o che si in-contra è l’essere che dalla latenza kriptata, transcustodita, transcurata, della transradura onTopologia dell’Essere sublime, si transeventua quale transmisura del transtempo e del transpazio, della dynamis e della transestetica excstatica, del transkosmo e del transKaos.
Ma quella transgettatezza dell’Essere sublime non è semplicemente imperativo metafisico della volontà di transpotenza, è solo la sua metamorfosi altrimenti il sublime sarebbe una delle transvarietà transermeneutiche, transepistemiche, transestetiche: l’Essere abneganza ed eventuanza, quale sublime dell’Essere sublazione dà transtabilità alla più transcomplessa Ontopologia della dynamis sublime.
Aldilà della bellezza ideale noumenica, anzi quale sublazione transeventua ora l’una ora l’altra o transannienta quale abneganza sia la endemonade, sia l’alterità sublime ontopologica che si dà, che ci si viene in-contro, che si in-contra nei transentieri ininterrotti del sublime, quale metastabilità del transKaos, eventuanza dell’Essere sublatione sublime che dà transenso all’Esserci sublime, alla transvivenza, alla transmondità, all’aldilà.
L’Essere sublime che si in-contra si getta nell’Esserci, nel transmondo, nella transvivenza quale eventuanza transtabile dell’Essere annienta il Kaos, il nulla, il niente oltrechè l’Esserci preesistente, per fondare l'onTopologia del sublime dal nulla, dal transinvisibile, dal transinaudito, dal vuoto transcosmico.
L'onTopologia dell’Essere sublime che ci si in-contra transabita transmistericamente il fondamento dell’Essere sublazione sublime dell’Esserci della transvivenza del transmondo: eventua la transtabilità della Gestell sublime, quale eventuarsi in-contro della sublatione sublime che ci si in-contra nell’Essenza dell’Essere sublime.
La transtabilità dell’Essere sublime è l'eventuanza del sublime quale transkaos e transonanza che si eventui davanti di fronte al transKaos, per Essere sublime Gestell ontopologica della transradura, del vuoto dell’invisibile, dell’indicibile, dell’inaudito: l'eventuanza del sublime è la sublatione dell’Essere di fronte al transKaos, quale Essere sublime che ci si viene in-contro e che si in-contra nell'eventuarsi della transvivenza, dell’Esserci, della transmondità dynamica sublime.
L'eventuanza del sublime è la sublatione sublime della metastabilità dell’Essere sublime che si mostri,si dà, si transeventua, ci in-contra nella transfondatezza dell’Essere sublime, dell’Esserci quale transvivenza, del transmondo, dell’Essere sublime aldilà.
Il sublime-dynamis è il transentiero ininterrotto del Gegenstand sublime o fondale transphysis: eterno ritorno della transonanza dell’Essere sublime che ci si viene in-contro, e che si eventui alla sublatione dell’Essere sublime che si in-contra di fronte, dinanzi, quale transevento dell’Essere sublime.
Il transgettarsi incontro nella metastabilità della sublatione sublime, quale eventuanza della transmisura della sublime Ontopologica sublatione, del sublime Gegenkaos Essere di fronte, davanti, incontro al transKaos del transmondo.
Ma si transeventua anche nella sublatione dell’eventuanza del fondamento dell’Esserci e della transvivenza in-contro all’Essere sublime, quale onTopologia dell’Essere sublime o transvarietà dell’Essere ontopologico.
L'eventuanza del sublime eventua l'incontro nel transentiero dell’Essere sublime.
Il sublime è la sublatione sublime ontopologica.
I transentieri del sublime sono la transonanza dell’eterno ritorno dell'eventuanza del sublime-dynamis.
Il sublime è l’onTopologia dell’Essere quale evento metamorfico che dà ortogonalità all’abisso cuspidale, dà la transvisione dell’Essere sublime all’invisibile, dà ascolto al silenzio inaudito, dà transenso al sublime che eventui transentieri dell’essere sublime nell’Abgrundynamis, nel senza fondo delle fondamenta dell’Essere.
Il sublime è la Gestell-dynamis dell’Abgrundynamis, transimpianto della metastabilità che s’eventua nei transentieri dell’abisso cuspidale.
La sublatione del sublime è la sublatione dynamica dell'ontopologia dell’essere sublime.
Il sublime è la metastabilità, la Gestell dell’abisso cuspidale, dell’Abgrundynamis, dell’aldilà che si transeventua quale vuoto transcosmico, transradura dell’invisibile, silenzio dell’inaudito, transindicibile.
Il dynamico del sublime è la transonanza dell’eterno ritorno dell’Essere sublime che si eventui nella sublatione sublime-dynamis.
Il sublime dynamico è la Gestell-dynamis sublime nell’Abgrundynamis, quale ortogonalità senza fondo nell’aldilà, oltre l’orizzonte, oltre il tramonto, oltre la fine, oltre l’eclisse.
Il dynamico del sublime, la Gestell sublime, l’impianto sublime ove l’Essere abneganza si eventui dall’aldilà, ci viene in-contro e si incontra nella Gegenstand sublime o fondale transphysico, quale Essere sublime aldilà che si eventui di fronte, davanti, dinanzi quale invisibile, indicibile, inaudito del sublime nella dynamis, nell’Estetica Excstatica.
Il sublime dynamico si eventua sempre aldilà della metafisica ideale dell’aldilà, nella varietà ontoteologica o Teontologia:evento che si incontri nei transentieri dynamici dell'abneganza ed eventuanza della sublatione dell’Abgrundynamis, dell’Essere sublime abissale cuspidale che si in-contra nella transradura ontopologica, nel vuoto ontopologico, transcosmico, nelle singolarità nichiliste della transcronotopia dynamica transimmaginaria.
La differenza ontopologica tra il dynamico del sublime e il sublime si transeventua nella differenza tra l’Esserci metafisico e l'onTopologia dell’Essere sublime che ci viene incontro, che si in-contra, di fronte quale Gegenstand sublime o fondale transphysico dell’aldilà, dell’abisso sublime, quale matastabilità, Gestell sublime dell’Abgrundynamis.
La sublatione del sublime dynamico è l’immagine dell’Essere sublime che ci si in-contra di fronte, immagine transdynamis.
Il sublime è la dynamis dell’abisso cuspidale che ci sta sempre di fronte, ci transabita e che ci si in-contra quale aldilà.
Ma il dynamico del sublime si dà quale metastabilità, transimpianto, struttura ontopologica, in qualità di salvezza, cura, pensiero poetante dynamico della Physis sublime dell’Essere sublatione sublime: nella sua transvarietà di dynamis, di transimmagine dell’Essere sublime.
Anzi il dynamico del sublime con la sua dynamis si disvela sempre dalla metastabilità dell’abisso cuspidale, dell’invisibile, dell’indicibile, dell’inaudito, dell’aldilà i quali si eventuano di fronte, davanti, in-contro alla mondanità, e si eventuano nella sua transfondatezza senza essere mai fondati.
Il sublime è transdynamico, è più dynamico delle transimmagini del mondo: la sublatione del sublime è la dynamis della metafisica nichilista, è più dynamica, giacchè abbandona le transimmagini del mondo per eventuarsi in-contro nelle transimmagini dell’Essere sublime.
Il sublime non è stato, e non sarà mai una nuova metafisica, se mai è la Teontologia, senza essere ontologica: si transeventua invece quale alterità, senza essere differenza, e quale relatività senza essere dispiegamento.
Il dynamico del sublime è la transradura ove si eventui e si incontri sempre di fronte l’evento dell’immagine dell’Essere sublime.
La sublatione del sublime è l'eventuarsi dell’immagine dell’Essere sublime che si dispiega dall’abisso cuspidale, dall’aldilà, dall’invisibile, dall’indicibile, dall’inaudito: che decostruisce il transtempo e l’immagine del mondo, dell’Esserci.
Il dynamico del sublime dispiega il transpazio alla dynamis che si transeventua dalla metastabilità dell’Abgrundynamis, ma non dà fondatezza alla Grundynamis sublime: si svela in-contro, di fronte, in relatività, quale immagine dell’Essere sublime mai fondata, né fondabile dalla immagine del mondo, o dell’Esserci, o della Physis sublatione ontopologica della dynamis, quale transvarietà dell' Ikona-dynamis del sublime dynamico.
Il dynamico del sublime della Physis è l'eventuarsi della differenza dell’Essere e del suo eventuarsi nel mondo, nella Physis sublime transcosmica: in qualità di transimmagine dell’Essere che si transeventua, quale Essere sublime metastabile della transvarietà dell’Abgrundynamis, nella sua transvarietà della transgettatezza nell’Esserci, o dell’Essere sublime nel mondo.
Mai Essere o volontà d’Essere mondità dell’immagine dell’Essere.
Daseyn e dynamis sono i sentieri della sublatione dynamica del sublime ove si eventua l’in-contro la Gegendynamis della Physis sublime ontopologica.
Lì la transonanza dell’Essere sublime che ci si in-contra, dà transenso in relatività con l’ontopologia dynamica della Physis sublime.
L'eventuanza di quell’in-contro si in-contra nella transonanza del sublime, quale immagine d’Essere sublime che si eventua di fronte all’immagine del mondo o dell’Esserci: dynamis sublime che si eventui in-contro al Daseyn sublime.
Il dynamico della sublatione sublime della Physis è l' onTopologia ove la sublatione sublime si eventua quale dynamis del Daseyn sublime, o dell’immagine del mondo, attraverso l’immagine dell’Essere sublime in relatività con l’immagine dell’Essere che si eventui dall’aldilà, dall’invisibile, dall’abisso cuspidale, Abgrundynamis-sublime, indicibile.
Ma il dynamico della sublatione sublime della Physis ontologica è anche l'onTopologia transtabile della abgrundynamis sublime: immagine dell’abisso dell’Essere o dell’Essere abissale che si eventui nella sublatione sublime, o transcendenza ontopologica o struttura ontopologica del sublime o essere-sublime-nel-mondo.
Dasein sublime o la struttura ontopologica della sublatione sublime o transcendenza sublime dell' essere, o transcendenza quale essere-sublime-nel-mondo o sublime transcendenza dell'essere, quale transcendenza del Dasein sublime o Transzendenz-des-Daseins sublime.
Dasein è la sublatione d' essere sublime che transcenda tutti gli esseri, Dasein sublime quale transcendenza nel mondo o la transcendenza sublime del Dasein sublime.
La transcendenza sublime è la transcendenza della sublatione d' essere in interagenza transpazio-temporale o transcendenza spaziotemporale sublime in interagenza con l'essere ontopologico: quale caos della notte sublime,in interagenza con il mondo del sublime.
Il mondo è transtempo-spazio-sublime.
In qualità di abgrundynamis sublime il dynamico del sublime si metastabilizza in gestelldynamis sublime, transikona della sua struttura ontopologica, ove s' eventua l’incontro tra l’Essere sublime, dynamis sublime e l’immagine dell’Esserci sublime.
Il dynamico del sublime della Physis è al tempo stesso stabile ed instabile:la sua transtabilità è relativa all’Essere sublatione sublime che si transeventua quale essere sublime, dall’abisso sublime dell’Essere ci viene incontro e in-contra l’Esserci ed il mondo, la Physis sublime e la sua struttura ontopologica.
E’ transtabile nella Gestell sublime dell’immagine dell’Essere sublime ma instabile nell’Abgrundynamis sublime, intermittenza della Gegendynamis, quale transonanza dell’Essere sublime dynamico della Physis.
L’anfibologia del dynamico sublime dà alla sua Gestelldynamis sublime l’eventuanza della metastabilità in relatività con l’ontopologia, con l’immagine dell’Esserci e del mondo sublime.
Quella differenza è la sublatione sublime dell'eventuanza, perché dispiega la biforcazione tra l’immagine del sublime e l’immagine del mondo del sublime della Physis.
Il sentiero nel dynamico sublime dell’immagine della sublatione sublime della Physis è stato interrotto, quale immagine dell’Essere sublime che si getta nella immagine del sublime non è più presente né nel mondo, né nel dynamico mondo, né nel mondo transdynamico, né nell’Esserci dynamico sublime della Physis.
Solo la libertà eventuerà nel futuro un’immagine del sublime quale eventuanza dell’Essere sublime, che si disveli dall’abisso cuspidale dell’aldilà.
Solo così il dynamico della sublatione sublime della Physis, quale immagine o transimmagine del sublime transeventua la sublatione sublime del sublime della Physis.
Nel sublime della Physis si transeventua l'evento, quale immagine dynamica del sublime che dà la dismisura non solo al mondo, all’immagine del mondo, all’Esserci, alla dynamis, al nulla sublime dell’Essere, ma la sublime dynamica disvela la verità, custodisce conserva, accudisce, consacra e contempla.
L’eventuanza ontopologica nella differenza dynamica del sublime della Physis dà la dismisura dell’Essere sublime quale sentiero, transdinamica di svelatezza della transdynamis sublime, di contemplanza che dekripti l’evento dell’incontro che ci si incontra nel chiasma dell’Essere sublime, quali immagine in relatività con l’Essere sublime ontopologico.
Quell' eventuanza nel campo dynamico del sublime della Physis, si transeventua quale transPhysis o transkoinè, disvela la differenza ontopologica tra l’Essere-sé dell’Esserci nel mondo e l’esser-sé quale transdynamis sublime, nella sublatione sublime della Physis c’è sempre la transvarietà dell'onTopologia dell’Essere: transSeyn sublime, transDaseyn sublime, transdynamis sublime ove l’Esserci o l’Essere è indeterminato, ma sempre in relatività quale transDynamis sublime, Esserci sempre nell’Essere-sè e nell’Essere al di là dal sé, transdynamis, senza paradossi di identità o di principi logici di contradizione, anzi quelle transevenienze non fanno altro che confortare la dynamica del sublime della Physis.
L’eventuanza dynamica del sublime ontopologico della sublatione del sublime della Physis dà la dismisura dell’ indeterminatezza, del transinvisibile, del transinfinitesimale, dell’indicibile, dell’inaudibile della transdynamis dell’adilà, dell’aldilà del mondo e del nulla sublime, dell’aldilà del tempo e dello spazio, dell’aldilà in excstasi, dell’adilà della transdinamica e dell’estetica excstatica.
Nell’eventuanza ontolopogica quelle transvarietà sono transeventi dell’immagine dynamica del sublime che dà la dismisura dell’Esserci, quale Essere-sé nell’Essere sublime, nel mondo sublime, nella Physis sublime.
L'eventuarsi del sublime è transdynamico sublime della Physis, quale transevento della sublatione-dynamis, transdinamica dell'Essere sublime in qualità di transvarietà dinamica: transEsserci, Essere sublime, Essere in relatività con l’Essere aldilà.
La sublatione sublime della dynamis dell'Essere sublime è transdynamica sublime della Physis, o di quella transimmaginaria, transvirtuale, decostruttiva, transdynamica, transestetica excstatica.
Il dynamico del sublime quale sublatione transdynamica del sublime della Physis sarà così il fondamento della eventuanza sublime della transdynamis: quale transdynamica dell'Essere, quale transdynamis sublime, Esserci sublime, Essere alterità nell’aldilà, Essere sublime dell’Essere eventuanza sublime; l'ontodynamico del sublime così è, non l’unico, ma il più evidente nella sublatione sublime, sia Gestell-sublime, sia Gegen-Gestell-sublime o meglio, e di più, è il Gegen-Stell-sublime, l’impianto del sublime della Physis, struttura ontopologica che ci si viene incontro dall’adilà, dall’alterità, ma che ci si in-contra nel sentiero dell’Essere sublime.
La singolarità dynamica è l’essere purezza sublime dell'endemonade.
Il sublime dynamico della transdynamis visibile e invisibile ama svelarsi o disvelarsi, o abnegarsi ed eventuarsi quale transdynamis sublime dell'@rchegete Eraclito nelle dinamiche immateriali, fisiche dell’esserci.
Non solo fisica sublime ma struttura ontopologica della dynamis sublime.
L'essere dinamica sublime degli eventi nella dynamis è la transvisione di Platone che dalla non presenza si dà nella presenza, è transpoiesis della dynamis. Anzi la physis sublime, il sorgere di per sé, è una dynamis sublime, è transpoiesis sublime.
La physis sublime è anzi dynamis nel senso più alto e nobile e sublime.
E' il disvelamento dynamico dell' aletheia, verità della dynamis quale sublatione sublime, o verità in dynamica aletheia.
Giacché nella disvelanza si fonda ogni dynamica, c'è il fondersi del sublime.
L’evento della dynamis dispiega il suo essere nella sublatione ove c'è l' accadenza dell'abneganza e disvelatezza, ove accade la verità sublime della transdynamis.
Ma il disvelamento della dynamis non si dispiega in evidenza, bensì è transtabilità kriptata nella kronotopia dinamica per eventuarsi, custodito in un altro disvelamento o Gestell sublime, l’abnegarsi ed eventuarsi della dynamis nella physis come disvelatezza dell'evento della dynamis, o costellazione in cui accada la sublatione sublime dell’essere verità della transdynamis.
Holderlin ideò che là ove c’è il pericolo là c'è la dynamis sublime che salva, nel pericolo si mostra, si dà, si eventua l’essere sublatione sublime, l'eventuanza sublime che ci salva non si dà al di fuori della dynamis.
Anzi, si fonda nella sua eventuanza, quale soggiornare senza tramonto o dynamis: là ove la verità sublime si dà come aletheia, come svelatezza della dynamis, là ove già da tempo soggiorna la dynamis e l’apertura alla transdynamis, si fonda la sublatione della dynamica; lì il grande sentiero non ha porte, miriadi di strade vi sboccano, quando si attraversa quella porta senza porta, si cammina liberamente tra cielo e terra.
Si eventua nel mondo la transdynamis sublime, quale esserci di una relatività tra la transinfinitezza e l' aletheia della dynamis del cuore che non trema, della disvelatezza di quella radura della transplendenza, o dynamica luminosa non-dicibile del soggiornare nel mondo senza eclisse e senza fondatezza in naufraganza sublime.
Come ci si può nascondere davanti all'eventuanza che mai tramonta o dynamis, evento sublime che sorge, emerge?
Eraclito ideò la dynamis della physis o insorgenza, il sempre perdurare disvelamento in contrastanza eristica dell’occulto.
Ma il mai tramontante disvelò sia la disvelatezza che il nascondersi, o abnegarsi o eventuarsi.
La physis ama nascondersi,eventuarsi,abnegarsi,ama la transdynamis della sublatione sublime del nascondersi e del disvelarsi: non-nascondimento e occultamento sono in relatività transdinamica spazio-temporale.
La physis è l'emergere è metamorfosi metabolica o katabolica dell'eventuarsi e dell'abnegarsi, il sorgere è altrettale già sempre incline al chiudersi.
Disvelamento e Nascondimento non sono pensati come due eventi distinti o differenti, bensì come una sola e medesima transdynamis, nella loro irriducibile differenza ontopologica, la dynamis di astrophysis, quale transdynamis della physis.
La physis è la transplendenza sublime dell'ontopolgia ove l’esserci archegete fonda l' abitare poetante.
In ciò sorge e si eventua la physis nascondente e proteggente.
Sublatione sublime ove l’esserci fonda l'abitare poetante nel mondo.
IL MONDO
Ma cos’è il mondo?
Lì è ove si eventuino le dinamiche sublimi della dynamis.
Da lì si può interpretare il mondo che non sia già aperto, ma che invece si apra a partire da un fondo che sia costantemente chiuso, mondo e astrophysis sono diversi l’uno dall’altro e tuttavia mai separati.
Cioè il mondo si fonda sull'astrophysis e l'astrophysis sorge attraverso il mondo, c'è un chiasma sublime.
Mai il mondo potrebbe disvelarsi se non dal richiudersi o abnegarsi dell'astrophysis.
La transplendenza nella quale le dinamiche si elevano in sublatione sublime negli eventi.
Nella transdynamis la sublatione sublime innalza l’alterità al di sopra di sè.
Mondo e astrophysis sono sempre in dinamica sublime transeristica, poiché come tali si eventuano nella dynamis in abnegarsi ed eventuarsi, illuminazione e nascondimento nel corso della dynamica, si dà la singolarità dynamica che è contrasto che concorda e dalla dynamis l’armonia più bella è sublime, quell’armonia è la sublatione fondamentale con cui la physis si dispiega e disveli la dynamis degli eventi.
Analogamente la sublatione sublime seduce e at-trae le singolarità, quale transeristica della Verità tra rivelazione e nascondimento: la dynamis sublime della sublatione della disvelatezza dynamica della singolarità eventua il mondo, ma l’eventuarsi del mondo è solo uno degli eventi fondamentali dell’essere dynamis sublime, nell'abnegarsi la dynamis si ritira e nel sottrarsi e ritirarsi si dà o emerge l'astrophysis.
Eraclito l'@rchegete pensò la dynamis sublime quale più potente armonia nascosta di quella che si dia nei fenomeni, quale sublimità degli eventi.
L’Ereignis sublime è l’evento della dynamis, l'eventuarsi dell’Ereignis si disvela o si cela nell'abneganza: lo svelarsi e il ritrarsi, la disvelatezza e la velatezza della Physis, dell’Aletheia sublime, dell’essere e della verità sublime.
Quella sublime dynamica è la Physis, che si eventua quale sublatione dell’Ereignis sublime dal quale la Dynamis sublime si eleva, si sublima per imprimere il suo movimento sublime.
Dynamis sublime dell’esserci è la sublatione sublime, Dynamis è l'evento del sublime, è l’Ereignis sublime del mutamento della transdynamis sublime.
Il mutamento della sublatione sublime dynamizza gli eventi e i fenomeni, è Aperta all’Aperto, si eventua nell'abnegarsi nei fenomena, si manifesta e si mostra nel mondo quale Ereignis sublime della dynamis.
Allora l’essere dynamico @rchegete è l’Ereignis-dynamis, è l’Ereignis-dynamis sublime dell’essere dynamico: l’Ereignis-dynamis della sublatione sublime si eventua nella Lichtung-dynamis, nell'ontopologia della silente ferma calma dove da sempre Eraclito la contemplò quale dynamis dell'alterezza, dell'insorgenza che mai tramonta, o è metabolica o transbolica in mutamento dynamico, o transeristico fluire e trasformarsi di tutti gli eventi e fenomena.
La quiete che si da nei fenomena, non è altro che un instabile equilibrio fra forze e interagenze eristiche della dynamys disvelata.
La verità sublime che la dynamis eventua è che nei endefenomena vi è una dynamis che li sovrasta.
Eraclito svelò per primo l'ontopologia della dynamis, giacchè Eraclito ideò l'ontopologia della physis, prima di lui la dynamis sublime è indicibile, inaudita, incredibile, mitologica poietica, indicibilità e innominabilità fisica e metafisica, ermeneutica certamente non-epistemica e non-metafisica, è intraducibile e difficile da comprendere.
Dopo l'eventuarsi può essere pensata già come sublatione sublime della Dynamis sublime vuota.
Il vuoto, o nulla sublime della dynamis, è la dynamis del Vuoto sublime Dynamis o l'evento che non c’è, quale instabile o transtabile dynamica sublime del vuoto o increspatura della dynamis del vuoto, del nulla sublime.
Il vuoto dynamico non esiste: esiste solo ciò che è.
Ma ciò che è esiste solo in quanto viene dal vuoto sublime dynamico.
Il vuoto della dynamis non esiste, non può essere in alcun modo afferrato, però si dà quale essere dynamis o evento della dynamis sublime dell’essere, quale instabile e dynamico movimento del vuoto dynamico della physis sublime, è l’eccedenza della natura che genera e distrugge, è in gioco o scende in campo la sublatione della sublime potenza della dynamis.
Ogni singolarità si eventua quale dismisura o smisurato o il sublime dynamico.
Negli eventi sublimi la dismisura, lo smisurato si eventuano nella discontinuità o rottura dynamica, o della dismisura sublime o physis, l’essere nel fui, l’essere già da sempre ciò che è, la perfezione dynamica sublime dell’essere, il già da sempre completezza nel movimento dynamico.
Non ha inizio, e ogni evento sublime si dà in quell'origine in-principiata, è l’origine dynamica perché conprende in sé tutto il movimento, è sempre in se stessa dynamis sublime.
L’eventuanza è il caos-dynamis, configura il caos come lo spalancarsi, aprirsi, è nella dynamis della sublatione sublime; quindi l’origine è intemporale.
Dentro il kaos si struttura stabilmente la dismisura dynamica e la misura, ma l’apertura originaria è originaria nel senso che non c'è tempo, si è sempre lì.
Eraclito ideò la dynamis sublime del kaos come physis sublime senza misura, autosufficiente in sé, smisurata giacchè senza fondatezza o abissalmente fondata nella physis dynamica eccedente, incommensurabile aldilà di un possibile modello epistemico:una ontopologia della dynamis o sublime ontopologia dell'essere dynamis quale misura dello smisurato.
La dynamis è misura di tutti i fenomena ma è misura dello smisurato nel senso che definisce la misura, è lo sfondo del meson aristotelico, perché il kaos è l'apertura, nel suo dispiegarsi, manifesta, mostra i fenomena in sublatione sublime.
La singolarità sublime dynamica è incommensurabile, è misura dello smisurato, misura i fenomena ne riconosce la dispieganza, il ritmo, la scansione,il kairos-dynamis, il movimento dynamico sublime.
Aristotele ideò il kairos-dynamis stabile nelle dinamiche della physis o cosmesi: l'anelito infinito, la dynamis infinita, il sentirsi nulla di fronte alla Dynamis sublime, quale singolarità del nulla, o nulla dynamico e smisurato o dismisurato, quale nulla dynamico.
Non c'è misura nella potenza della Dynamis: non si afferra mai e se la si trova, si inabissa e si disperde nel labirinto Dynamico silenzioso e disperante, nel transapeiron.
La dismisurata dynamis è la misura della sublatione sublime della physis, si dà dall'ontopologia della dynamis sublime, dall'infondatezza.
L'ontopologia della dynamis sublime è l'infondatezza di quel nulla sublime ove si eventuò la dynamis del mondo, si svelò, si eventuò sullo sfondo della infondatezza, è sul transfondale della dynamis sublime.
La grande formula leibniziana, perché c'è l'essere dynamis sublime piuttosto che niente, è la formula ontopologica che eventua anche la dynamis degli eventi sublimi e dei fenomena, oltre la mathesis sublime o la matematica sublime.
Per svelare quel movimento non si sublima più dall’iniziale impulso, ma dall’assoluta quiete o dell’assoluto movimento della dynamis.
Cos’è il virtuale sublime, se non Dynamis?
Dynamis sublime sarà allora la curvatura spaziotemporale della virtualità cosmica ontopologica della dismisura.
Il senza-fondamento della dynamis è l'evento della sublatione sublime per i fenomena, o curvatura spazio-temporale, dynamis della physis.
La dynamis sublime è la transfondatezza dell’@rchegete della curvatura dello spaziotempo dei fenomena, di ogni evento o fenomeno ontopologico, o la sublatione sublime della struttura dinamica sublime degli eventi.
La struttura ontopologica della dinamica sublime è la purezza della transcendenza dal non-essere all'essere, o dall'essere al non-essere sublime ontopologico.
Dynamis sublime che includa il movimento dell'essere e del non-essere, o la dynamica dell'essere-non-essere ontopologica.
Nell'essere esiste il movimento, l'essere è, ma il non-essere non è una sorta di nulla che aleggi là per là nel vago, anzi la stessa struttura ontopologica dell'essere dynamis include l'alterità o la sublatione sublime.
Non solo il non-essere è, il non-essere è l'altro, è la sublatione sublime. Dynamis sublime è l'alterità o l'insorgenza del non-ente che mai tramonta.
Il non-essere è l'alterezza sublime-dynamis.
Platone ideò l'essere del non-essere quale dynamis, anche solo ideale o eidos del non-essere, figura del non-essere, dynamis immaginaria senza la presenza dell'entità.
L'essere è il non-essere quale dynamis sublime dell'alterità, così il movimento della dynamis dell'essere e del non-essere.
Per Aristotele invece la dynamis tra l'essere e il non-essere ontologica, o metafisica di essere dynamis, si converte in epistemica o fenomenica.
Aristotele ideò la dynamis quale movimento, trasformazione, cambiamento o movimento della physis mobile: là c'è qualcuno o qualcosa che si muove dall'essere al non-essere; ma chi si muove dynamicamente?
Aristotele pensò all'esserci della potenza, dynamis, o essere alterità.
E' lì che il movimento è l'essere-in-atto, quale momento dell'essere e momento del non-essere, dynamis, potenza della physica metafisica o fisica dell'esserci, è una struttura ontologica; una struttura ontologica dinamica, o metafisica dinamica o teoria dell'atto e della potenza.
La potenza o dynamis è la possibilità, la potenzialità che ha la dynamis di un mutamento della physis-sublime dell'@rchegete
Eraclito, poiché il fuoco non è staticità, ma sublatione mutevole.
Eraclito ideò la dinamica sublime dell’essere fondatezza degli eventi e dei fenomena: un continuo flusso, panta rei, o essere sublatione sublime, volto nascosto della Natura transmicromacroscopica.
Anassagora ideò l'ilemorfia infinitamente divisibile,sia nello spazio che nel tempo, ma quella divisione generò un sistema infinito, ulteriormente divisibile all’infinito, quale infinita varietà di tutti i fenomena.
Solo l’equilibrio disvelò un cosmo ordinato, ma con equilibrio instabile, per cui ci fu il continuo cambiamento, mutamento e movimento dei fenomena; l’archè dei fenomena si inscrisse nei numeri, intesi quali punti geometrici, raffigurabili spazialmente, esistenze quasi fisiche, con precise figure geometriche.
Lo spazio, che contenga in sé sia gli stazionari che i fenomena in movimento, può essere sia pieno che vuoto, ma la physis è il primo manifestarsi dell’essere nella Metafisica.
PLATONE E ARISTOTELE
Platone è matematico sublime, Aristotele invece è fisico, non mitico, ma dynamico sublime, dove il dynamaion equivalga al pensiero.
Il dynamaion è ciò che di per sé non è niente, è ciò che ancora non è, ma nello stesso tempo è il paradigma che non può essere emerso dal niente, e perciò generò autodynamicamente i Titani: Oceano, Yperìon, Divina, Fluente, Norma, Memoria, Ispirazione e Cronos, è il fenomeno mitologico del tempo in Cronos che odiò i suoi figli giganti e non consentì loro di venire alla luce, imprigionandoli, kryptandoli.
Le gocce del suo sangue sono ontodynamiche nel senso che eventuano le Erinni, i Giganti e le Ninfe, dalla schiuma del suo mare sgorgò e si eventuò Afrodite la dea dell'estetica excstatica, e le stelle quale corona del Cielo, Atlante offrì transtabilità alla volta stellata, e soffrì scosso dai colpi di Zeus contro i Titani, Zeus si scagliò dal Cielo per colpire i Titani, gettò la luce della transplendenza per annichilire i miti della preesistenza, Zeus divorò o ingoiò Metis, così evitò d' essere detronizzato o annihilito a sua volta dinamicamente.
Cronos conquistò il mondo divorando e kryptando, in dinamica abneganza.
Il figlio Zeus non venne divorato o annichilito o annientato per la genialità sublime della madre Fluente, nessuno fu estraneo alla dynamis sublime mitica, che annichilì perfino il Caos genesi della dynamis eterna e senza fine , indistruttibile e kaos-cosmo, antico, principio di tutto e di tutto fine, cosmo-archè, che si avvolge come transfera, dimora degli dei beati, che cammina con vortici di rombo, custode celeste e terrestre che tutto circonda, che ha nel seno sublime l’intollerabile sublatione della Natura, scura, indomita, svariata, cangiante, sublime transvedenza che tutto vede, che si dà quale Cronos-dynamis, beato, demone supremo dell'instabilità del tempontopologico trascendente e fenomenico.
L’elevazione o sublatione sublime excstatica della temporalità si eventuò sublime dynamica da sé, tale che fu transvedenza con l’occhio dell’anima della bellezza sublime.
La via è una fuga da singolarità a Singolarità, la sublatione sublime verso la contemplanza excstatica grazie alla immensa potenza dell’Essere dynamis.
L' inconoscibilità e l'indicibilità non consentirono né discorso né scienza, nè epistemica nè ermeneutica, ma solo una contemplanza che si dà al di là delle categorie della comprensione, giacchè la dynamis sublime è in-formale, cioè, si trova al di là, oltre e al di sopra nell'essere ontopologico;ogni esserci che si trovi nell’universo è in bellezza sublime ontopologica, capace di contemplare la transvisione della transplendenza sublime.
L' excstaticità sublime di Plotino è la dynamis excstatica sublime del suo non essere, o non avere nessuna composizione, può eventuarsi quale transarchè della potenza o dynamis della sublatione sublime di tutti gli eventi o i fenomena.
L'@rchegete dynamico del fondamento della dynamis excstatica che eventui l’essere, si trovi al di là dell’Essere e al di là della potenza quale autodinamica o autodeterminazione o dynamis della purezza sublime.
La trascendenza della dynamis o sublatione sublime consente di comprendere la potenza:tutti eventi eventuati da lì, perché non c'è limitatezza di forma, è Dynamis sublime perché fu il nulla, tutto può abnegarsi ed eventuarsi, affinché l’Essere sublime possa esistere, non è Essere, semmai è l'epigenesi dell’Essere, contiene se stessa, include in sé tutti gli eventi sublimi, in verità tutti i fenomena in trascendenza, un movimento orientato verso un fine, senza la fine è il post-eventum della potenza inesauribile della physis sublime.
La physis dynamica sublime quale movimento del kosmos o cosmesi della curvatura della physis, quale fondamento d’essere ontopologico degli eventi e dei fenomena, o un' interpretanza paradigmatica della physis Ontopologica, perché è l’essere, o gli enti o l'archêphysis.
L'apeiron illimitato, infinito, indeterminato, senza fine, privo di limiti, qualitativi e quantitativi o dynamis del caos o differenza sublime tra archê ontopologica e translogica, o dynamis ontopologica, è la sublatione sublime della Fisica o l'infinito quale transarkè, poiché non è possibile né che esista invano, né che convenga un'altra potenza o dynamis.
Tutto è transarchè o deriva dal suo eventuarsi, ma dell'infinito non vi è principio, perché altrimenti avrebbe un limite, è ingenerabile, poiché il generato ha una fine, è la dynamis dell'infinito: non vi è priorità, ma pare essere l'archè transinfinito d’ogni fenomeno e comprenda in sé tutti i fenomena all'infuori dell'infinito.
E' la dynamis della sublatione sublime, è immortale e imperitura, l'apeiron nell'archè non rinvia ad altra fondazione, tanto nella dimensione spaziale, o in quella della potenza, o dynamis di stabilità contro la minaccia del nulla, senza morte e senza distruzione, physis-dynamis-apeiron quale eventuanza che si dà al di là o transcendenza dynamica della temporalità.
Alla illimitata potenza o dynamis è consentita una infinita ed eterna virtualità di movimento infinito, quale fondatezza delle interazioni: nell'infinito sublime, o moto eterno, sono possibili miriadi o innumerevoli transkosmoi o Micromacrocosmi o l’eternità del movimento, per cui si eventui la transformazione della physis o la potenza dinamica della sublatione sublime della physis; ma che cosa è l’essere-dynamis della physis?
E' l'excstasi sublime dell'@rchegete nei riti misterici eleusini e matematico astronomici o la poetica sublime, ascetica, orgiastica del culto di Dioniso?
Dioniso-Zagreus frantumato in infiniti astrophysis dai Titani ri-sorge autodynamicamente, dalle ceneri, portando in sé, nell’oscura dynamis propria dell’involucro corporeo i Titani quali forze telluriche o sismiche dynamiche: la sua luce dynamica, immortale daimon si inabissò nell'esserci quale entousyasmos ontodynamico.
Da lì quale transonanza dynamica l'ontodynamis si eventuò quale eventuanza e fenomena delle muse armoniche dell'aritmos: poiché si transvedeva che le note e gli accordi musicali consistessero nei numeri e tutti i fenomena si dimostrono loro a immagine dei numeri, e che i numeri fossero ciò che è priorità in tutta quanta la realtà, pensarono che i fenomena dei numeri fossero fenomena degli eventi della mondità e quindi il cielo fosse armonia della bellezza sublime nel numero.
E le concordanze che riuscissero a mostrare fra i numeri e gli accordi musicali e i fenomena del cielo e l’intero ordinamento dell’universo, le raccolsero e le sistemassero in dynamica coerenza, i fenomena in muovono nel cielo dovessero essere dieci; ma la visione ne mostrò solo nove, allora introdussero la decimAntiterra, l’armonica, la dynamica matematica degli intervalli musicali o matematica dei fenomeni astrali, quale paradigma per svelare la natura delle endentità ideali, priorità della dynamis metafisica o epistemica ontologica dell’univeso, quale contemplanza della bellezza-sublime o struttura dynamica divina.
La contemplanza dynamica del Cosmo o kosmos-dynamis fu l'armonia quale struttura ontologica della bellezza sublime.
La sibilla in excstatica deliranza eventuò la sublatione sublime dell'@rchegete in deliranza dynamica sublime, l'@rchegete in Delfi non nascose, ma eventuò la dynamis sublime della physis-archê o del kosmos-dynamis o della dynamis-armonica ontopologica o essere dynamicamente nel cosmo.
E' la dynamis cosmica dell’esserci che si nasconde, si krypta e si dekrypta, si eventui nell'abneganza astro-fisica del kosmos in relatività o interagenza con la potenza o
dynamis cosmica, o l’essere-singolarità ontodynamica nella sua infinità, o essere sublatione sublime dynamica transpazialità cosmica.
Essere-dynamis come transpaziotempo dynamico dell'eventuarsi che è, e può essere mondontopologico.
La dynamis sublime ontopologica svela l' ontopologia della physis e si dissipa nel tramonto o nell'abneganza, nel klynamen, nell'insorgenza o dissolvenza o divengenza o mutare continuamente, così sempre sono invarianze immobili durante il ciclo dynamico della physis cosmica, l’apeiron-dynamis è l’alternarsi lineare al ciclo cosmico e l’introduzione di una forza-dynamis o apeiron-dynamis, o un vortice-dynamis d'infiniti fenomena eterni nello spazio vuoto.
Che cos' ideò il dio o la dea della dynamis? che cosa nasconse quell’enigma?
Pseudès dòxa?
La dynamis sublime è impronunciabile, indicibile, non può esserci né discorso, nè pensiero?
Il bello è un fenomeno che è di ciò che bello non è? Per nulla.
Platone ideò l’essere dynamis illuminato dalla verità e dall’essere, quale potenza della trascendenza.
Essere per sé dell'essere dynamis, l'essere in potenza o dynamis e l'essere in atto o dynamis attante.
I confini del sublime non si trovano, qualora si cercassero, talmente sono profondi, abissali, dismisurati, transinfiniti: la dynamis contiene in sé la bellezza in sé, màthesis della dynamis o dynamis physis.
Ogni màthesis dynamizza una conoscenza preesistente: màthesis o epistemik physis in relatività dynamica o perfezione cosmica, ogni fenomeno fisico può essere dynamico o potenza con in sé il principio di ogni mutamento, di ogni moto e priorità di mutamenti.
LEIBNIZ E THOM
Leibniz ideò la dinamica sublime, spiegò il moto quale dispieganza di forze, dynamis, si fondò sull'idea di dinamiche sublimi o fondamenta dinamiche.
Ma la dinamica d'attrazione non era riducibile in un equilibrio statico.
Thom svelò che non è possibile pensare nulla senza la matematica sublime o ontopologica: l’essere è la singolarità transinfinita della transplendenza, è la luce, è la dynamis sublime che trattiene la volta celeste e con-tiene insieme, non è semplice fondale o sfondo.
L’infinità sublime è pura potenzialità, o sublatione sublime o evidenza fenomenica, quale pura potenzialità o dynamis matematica sublime delle dinamiche: una variazione, fluttuazione non misurabile, un non-nulla al di sotto della misura, può determinare l’evoluzione di una dinamica.
Le dinamiche non-lineari cambiano la dynamis delle variabili spazio temporali o lo spazio-tempo della fisica o l' epifenomeno del movimento ontogenico.
Le varianze della curvatura dello spazio nella relatività spazio-temporale, ad intervalli infinitesimali dell’analisi non standard,si ispirò al transinfinitesimale di Leibniz.
Nel P. Philateti,Leibniz ideò gli spazitempi sublimi postrelativistici di Kaluza.
La singularité physique della dynamis della verità come un tenere-per-vero fonda la dynamis sublime o l' essere volontà di potenza, in tale consapevolezza si erge dinanzi all'endente della metafisica dinamica, è quell'evento Ereignis-dynamis nel quale la verità sull'endente muta e si spinge nella dynamis infinita sublime.
Un evento fondamentale della dynamis o potenza non conosce fini in sè, ai quali giungere per fermarvisi, ma può solo ritornare in se stessa, senza che il movimento del mondo sfoci in qualche stato finale, sussistente in sè.
E poichè l'attuarsi perenne e senza fini della dynamis è finito l'endente del ritorno deve essere eterno.
Tale dynamis è costruttiva, poichè costruisce ciò che ancora non è presente, curando il fondamento; è distruttiva o decostruttiva poichè in ogni costruire è implicato il distruggere.
La dynamis è l'elevarsi in alto del sublime infinito o la sublatione sublime dell'essere dynamis, o eventuarsi della dynamis dell'essere sublime.
Nella dynamica sublime è l'endente-dynamis dell'essere-dynamis: l'ente in quanto ente è tale solo grazie all'essere; l'essere dynamis sublime in un ente dynamico.
L'essere dynamis si fondò su quello che fra gli enti è il più ente dynamico.
Perciò nella metafisica l'essere è impensato, ma anche la svelatezza dell'ente è impensata, poichè la metafisica pensa, sì, l'ente dynamico e non la dynamis delle entità: è l'eventuanza dell'abneganza o del sottrarsi dell'essere e dell' abbandono dell'entità o velatezza dell'essere dynamis, o l'oblio dell'essere dynamis.
L'eventuanza dell'essere-dynamis è il sublime dell'essere della dynamis.
L'eventuarsi dell'essere sublatione sublime della dynamis la fondatezza dell'essere sublime.
All'inizio l'essere si apre, nella radura, come schiudimento o physis e svelamento o alètheia sublime nella transtabilità dynamica, è stabile sublatione sublime che traspone qualcosa nel "fuori" e supera così, dynamicamente, il niente o l'endente.
L'eventuanza dell'essere sublime è la dynamis dall'essere che si eventua nella fondatezza, quale dynamis sublime che si svela insorgente dynamica dal nulla sublime.
Perchè vi è dynamis sublime e non piuttosto il nulla sublime?
L'essere dynamis sublime è un fondare, e il fondare eventua in sè l'eventuanza dell'essere sublime in sublatione sublime del niente.
Per Leibniz, la Dynamis sublime è l'estremo scatenamento dynamico dell'essere nell'enticità, in virtù del quale quest'ultima diventa la razionalità scientifica o epistemica dynamica e che trasforma il mondo in una immensa dynamis della volontà di potenza.
Di tale evento dynamico, nell'aperto della transradura dynamica è custodita l'essere la dynamis sublime: l’essere sublime del movimento.
IL MOVIMENTO SUBLIME
Platone ideò il movimento come un non-essere, perché differente da quell’essere, la cui immutabilità è sempre e ovunque presente il mondo delle strutture immutabili quali numeri sublimi, o la misura dell' armonia o ordine e bellezza o l’Eventuanza del sublime movimento dynamico.
Il movimento sublime non è, semplicemente, un non-essere-qui.
Ma non è neanche solo un essere-qui.
Infatti se il movimento si dà è insieme qualcosa che è qui e non è più qui: sono le aporie della sublatione sublime o del muoversi o dynamis o matematica e fisica sublime.
Platone ideò la purezza ideale dei fenomena della dynamis sublime, l’universo non è che movimento incessante pensiero del pensiero dynamico: poiché l’essere dynamis sublime si dà o si eventua in transinfinitezza e il suo essere sublime si dà in una pluralità di eventi connessi, è transinfinita dynamis sublime transapeiron, illimitato, giacchè se avesse limiti, allora avrebbe qualcosa fuori di sé o il non-essere-in-sè.
Tutta la physis è sublatione sublime, è mobilità, anzi è l’attuanza della dynamis sublime.
L'evento sublime è la dynamis della sublatione sublime o l'indeterminatezza:vi sono eventi,nella indeterminatezza o transattanze della purezza immateriale, quali fondamento endogeno dell'essere Dynamis sublime, l'essere è ontopologico perciò il suo sublime è il tutto.
L'equilibrio dinamico fra sublatione sublime e transinfinitezza nella
transpazialità vuota si dà quale evento di uno spazio-tempo tangente a curvatura nulla.
Ciò disvela un intorno di transinfinitesimo evento della sublatione sublime della dynamis cronotopica.
La distanza cronotopica fra due eventi è una geodetica dello spazio-tempo.
Lo spazio-tempo curvo è un evento sublime spazio-temporale delle varietà differenziabili o dynamis-physis.
La fisica sublime è una dynamis sublime o movimento di una potenza, il cambiamento è una sublatione dal non essere all’essere oppure dall’essere al non essere.
Il tempo e lo spazio sono grandezze continue quindi anche il movimento è continuo, movimenti, spazi e tempi sono divisibili all’infinito: in mezzo agli istanti c’è sempre un tempo.
Esistono infiniti transinfiniti, Infinito in atto e infinito in potenza, transinfinitezza transpaziale: è Leibniz,l'archegete della physis sublime, a disvelarlo.
La sublime fisica dinamica ontopologica,ove l'essere sublime dynamico è l'essere sublime matematico, la struttura ontopologica è la struttura dell'Essere dynamis che eventua la transvarietà dell'Essere, qualitativo, mobile, nobile e variabile.
Non c'è una matematica sublime della qualità, neanche un sublime del movimento.
Non vi è movimento sublime né numeri sublimi transinfiniti: è impossibile dare una deduzione matematica della qualità dinamica, non c'è una adaequatio della dynamis.
Platone ideò un universo sferico sorretto dal niente, dal nulla sublime o una potenza dynamica.
Ciò-che-si-muove-da-sè si muove secondo impetus imaginatio, o dynamis sublime.
La priorità ideale fenomenica è immaginata sferica, o dynamis immaginarie vertiginose o dinamica del moto nel sublime
essere, o essere nello spazio-tempo.
Che cos’è il sublime movimento?
Il movimento sublime è il movimento dell'essere Dynamis o dinamica sublime.
Nel Sofista Platone ideò la dynamis sublime, o la natura di ciò che è in movimento dal nulla sublime all'essere.
Aristotele fu rapsodico, non sistematico nell’elaborare che cosa sia l’essere?
L’essere è virtualità sublime o dynamis, la dynamis è archè tes metabolès, priorità della sublatione sublime, l'eccedenza della potenza dinamica, la potenza che si transforma in attuanza o è l'immagine del sublime.
Eventuarsi sublime in sé o sublatione sublime dinamica della potenza, lì ogni evento ha una struttura ontopologica: la dynamis, l'enérgheia e l'entelécheia.
La dynamis sublime ontopologica dynamis-energheia-entelécheia, si eventua in sublatione sublime situata nell' ontopologica transtabile biforcazione dell'essere.
L'eventuanza ontopologica si dà in sublatione sublime dinamica dell'essere.
Dynamis della sublatione sublime o eventi sublimi della biforcazione ontopologica, o il mutamento ontopologico.
Platone ideò l'essere quale dynamis della sublatione sublime: ciò che è, è ciò che ha potenza di esserci, dynamis ontopologica fondamentale, d y n a m i s che è atto, o fondamento della fisica sublime o l a p o t e n z a c h e a t t r a v e r s a e pervade o g n i a t t o della physis, è l’ontopologia dell’immediato tramonto, tenersi e at-tenersi, man-tenersi o essere la transtabilità nella priorità e nel più fondamentale significato dell’essere, poiché l’essere dynamis è la purezza dell' essere, fulminea, abbagliante transvisione della dynamis ontopologica d' essere evento della sublatione sublime, indeterminatezza nella
transpazio-temporalità sublime.
Priorità ontopologica della dynamis sublime quale fondatezza dell' essere dynamis.
Essere sublime è l'essere transtabile, costante e continuo, che continuamente è, continuamente è presente, presenza.
Se la dynamis è l'eventuarsi della sublatione sublime, o l'evento dell'aletheia sublime, ci sarà il Sublime dell'Ontopologia, che è il manifestarsi dinamico in essere della sublatione sublime dinamica, quale eventuanza più profonda del fenomeno del movimento Atto e Potenza in ESSere-Dynamis o la potenzialità.
La dynamis è fenomenica trascendentale o ontologia fondamentale.
L'ontologia è fondamentale perché lì c'è l'eventuarsi dell' Essere dynamis sublime.
Il problema per la fenomenica è come catturare il movimento di forma, da potenziale ad attuale, o movimento ontologico nell'Essere, di un movimento dynamico-essere-sé o Ontologia della Fenomenica Dinamis o movimento eterno, ove il tempo sia il movimento, il suo essere misurabile, cioè numerabile il movimento.
L'infinito del tempo si dà tanto verso il passato quanto verso il futuro.
Per Platone il mondo è intriso di divino, mosso dall' invisibile e la struttura del cosmo è eterna: il tempo non esiste, il passato perché non c'è più, il futuro perché non c'è ancora, il presente non è nel tempo perché separa ciò che è passato da ciò che è futuro, il tempo non è nell'istante, perché l'istante è dynamis sublime.
Il futuro e il passato sono sublimità del presente.
Le sublationi temporali excstatiche sublimi si ispirarono al Timeo di Platone, lì la vera dimensione ontologica del mondo è quella dell'eterno sublime; è solo la dimensione del cosmo e dell'essere fisico sublime.
In Plotino la sublatione sublime si svelò nell'essere indivisibile sublime, o sublime infinitamente divisibile.
Se c'è un movimento sublime c'è dynamis sublime o ontodinamica dell'essere dell'endente, quale cronodinamica sublime dell'essere con struttura ontopologica infinitamente divisibile, c'è una aporia, il passato è presenza di transinfinità sublimi, gli eventi sublimi del passato sono l' essere transinfinito, transapeiron, essere senza limiti, senza la fine o abisso cuspidale sublime.
Il tempo sublime è la sublatione dell'essere, niente è misurabile se non dalla transmente, niente è misurabile se non c' è la transmente dell'esserci sublime.
C'è sublime asimmetria tra passato e futuro:l' asimmetria metafisica fondò la metafisica della struttura fisica del mondo, o l'eventuarsi di transinfiniti transinfinitesimi sublimi.
La fisica sublime c'è perchè c'è la sublatione sublime, si svolge, si dà quale movimento di una sua potenza, o dynamis sublime o la sublime ontodinamica dell'essere dell'endente transtabile nel transpaziotempo sublime.
Leibniz ideò la dynamis sublime dell'essere dell'endente in una temporalità sublime extatica plotiniana quale disvelatezza della verità sublime o aletheia, o ontodinamica sublime della kronodinamica dell' endemonade.
LEIBNIZ,PLOTINO E LA SUBLATIO SUBLIME:
SYNTAGMA PHILOSOPHICO DELLA CRONOTOPIADYNAMICA
Leibniz o Plotino eventuarono la sublatio sublime del non-ente, del niente, del nulla sublime abissale cuspidale, quale interspazio del finito ove abita l'infinito o transapeiron nell'archè ove si dà l'infinita transtemporalità.
Quella si eventua in ontopologia della sublatione sublime qualitativa, e lì si eventua l'endemonade leibniziana o il Syntagma Philosophico della kronotopiadynamica.
Leibniz disvelò così la transTemporalità Ontopologica quale kronodinamica sublime della verità o ontopologia della verità sublime dell'ontopologia del tempo ontodynamico, o ontopologia della sublatione sublime nonlineare o ab-scissa dall'esserci ontopologia della curvatura del transpaziotempo sublime.
Leibniz immaginò fosse possibile una ontodinamica sublime transinfinita in uno spaziotempo finito o definito in endemonade, quale transapeiron nell'apriori o transarchè sublime o Spaziotemporalità sublime.
L'idea che la relatività possa essere una teoria geometrica dello spazio tempo sublime è una disvelanza dell'ontologia della verità sublime
Le transvarietà , quali endemonadi del transpaziotempo ontopologico, è già presente in Leibniz nel suo paradigmatico Tempo-Evento nello spazioTempo-Immaginario, quale nonlineare ontopologia dell'evento sublime dell'endemonade.
La nonlineare ontopologia sublime plotinoleibniziana svela una nonlineare transpaziotemporalità ontopologica in transcedenza transfinita, quale sublatione sublime della dynamis sublime transpaziotemporale ontopologia ontodinamica dell'esserci.
Leibniz svelò l'infinito o l'infinitesimo nell'evento sublime della sublatione sublime della dynamis temporale finita, quale transpaziotemporalità ontopologica dell'evento sublime dell'esserci ontodynamico denso di transinfinite dimensioni, non solo quelle immaginate o quantiche della compresente m-theory, anzi quella non è altro che una transingolarità della pl-theory, quale ontodinamica sublime della multy-super-dimensionalità dell'ontopologia
Non-lineare della Curvatura del transpazioTempo, o nonlineare dynamica delle superdimensioni sublimi dell'endemonade.
La non-lineare chaotica ontodynamica lì trovò la sua ontogenesi fino al Lorenz-model, ove c'è lo strange-attractor della celebre butterfly: eventi infinitesimi posso creare ontodinamiche imprevedibili ed indicibili. Lorenz modellò i suoi paradigmi sulla pl-theory o pl-Ontology dei creodi sublimi delle Monadi.
Il sublyme è la gestell dell’essere-nella-physis, è l@rchegete che eventui la sublatione della aletheia-della-dis-invelatezza-dell’essere, quale verità-dis-ascosta-della-dis-inleratezza dell’essere-sublyme, giacchè il sublyme ama la disinvelatezza, ma ama anche la dis-ascosità della disvelatezza dell’aletheia dell’esseRe.
Nella sua transeristica dell'eventuanza ed abneganza, del nascondersi e disvelarsi la disascosità della verità dell’essere-sublyme eventua nella transradura le fondamenta del sentiero della destinanza ontokronotopica dinamica, quale gestell dell’essere-sublyme o dell'@rchegete-essere-sublyme, lì è in excstasy sublime la verirà dis-ascosta della dis-in-velatezza, o che nell’essere-sublyme vi è custodita e curata l’aletheia-dis-ascosta della dis-in-velatezza dell’essere-sublyme.
Nell'@rchegete c' è in excstasy sublime la verità dis-ascosa della dis-in-velatezza dell’essere-sublyme, ed è quell’aletheia che si disvela nella transradura vuota e che traccia il sentiero ininterrotto della destinanza della transdynamis sublime.
L’interagenza e la transeristica di quella verità-dis-ascosità eventua le fondamenta della sublime bellezza o la sublatione sublime dinamica della transestetica excstatica: la bellezza sublime è, sarà, fu la transvarietà della verità-dis-ascosità custodita e curata nell’excstasy sublime dell’essere-sublyme.
Quella interagenza consente al sublyme di essere-sublyme dall’esserci-@rchegete quando la sublymanza è in excstasy sublime, quale essere-verità-dis-ascosa della dis-in-velatezza, o che l’aletheia sublime vi abiti poeticamente, solo allora la verità è sublyme e il sublyme è la verità della sublatione dell’essere-sublyme.
Lì si dà il sublyme o il sublyme si dà quale excstasy sublime: l’originalità del sublyme o dell'@rchegete è il sublyme della verità dis-ascosa della dis-in-velatezza dell’essere-sublyme, custodita e curata nella transradura ove si disveli la destinanza della dynamis-sublime ontopologia del sublyme abissale cuspidale,della fondatezza del sublyme ,dell’aldilà quale sublyme.
L'eventuanza della sublatione sublyme è la dynamis-sublime nella transradura dell’Essere, dell’Essere diradato,sgombro,libero d’Essere nell’abisso cuspidale sublyme, senza nulla, senza niente, senza-fine, senza tramonto, senza eclisse.
Il Gegen-Stell sublime dell'@rchegete, la struttura ontopologica
del sublime è la metastabilità o transtabilità sublime che ci viene incontro, quale eventuanza sublime che ci incontra nella sublime ontodynamica della Physis o nel nulla sublime, o nel kaos sublime, o nell’abisso cuspidale sublime, o nell’Abgrundynamis sublime.
L'eventuarsi metastabile dell’aldilà, o la transtabilità della sublatione sublime dell’alterità che ci si incontra sempre di fronte abissale si eventua di fronte e ci si incontra dall’alterità dall’aldilà, per abitare ontodynamicamente il dynamico abisso ontodynamico della Physis.
Il sublime ontodynamico della Physis, quale @rchegete dà fondatezza, getta nel mondo e nell’immagine del mondo la verità dell’Essere sublatione sublime.
Il sublime dell’Essere ci viene in-contro e ci si incontra nella sublatione sublime ontodynamica della Physis, quale Essere @rchegete che getta nella Physis la verità sublime, la sublatione sublime dell’Esserci, l'imago sublime o l' immagine del mondo.
Quella sublatione sublime della Physis si eventua sempre di fronte, quale Essere-@rchegete in trascendenza per dispiegare l'ontodynamica della verità sublime, quale misura o dismisura del sublime nel mondo, quale Attratore Sublime o strano della dynamis.
Prima di Leibniz non esisteva una fondatezza del sublime: nihil est sine sublime, niente è senza sublime, ovvero nessun endente può esistere senza una fondatezza sublime, senza la sublatione sublime.
Ma quando si eventui la sublatione sublime, si dà l' oltrepassamento della metafisica ideale fenomenica quale differenza ontopologica del nihil est sine sublime leibniziano.
E' la sublatione sublime della dynamis che si eventua in biforcazione: nella dynamis sublime c'è biforcazione o differenza ontopologica, quale transonanza sublime della dynamis dell'endente e l'eristica quale endinamica, dis-cordia dell'eventuanza ed abneganza dell'endentità.
Dynamis è la sublatione sublime dell’in sé.
L’in sé, è sublime dynamis dell’ontopologia della sublatione sublime della dynamis astrophysis/mondo e mondo/astrophysis, quale dynamis sublime della physis.
La physis è la transplendenza sublime che illumina in tempo ciò su cui e ciò in cui l’esserci @rchegete fonda l'abitare poetante sublime.
In ciò che sorge è dispiegata la physis, quale nascondente proteggente o abneganza o eventuanza sublime.
Sulla sublatione sublime l’esserci @rchegete fonda l'abitare sublime nel mondo.
IL MONDO
Il mondo è l'ontopologia dell'archegete ove si eventuano le dinamiche della sublatione sublime della dynamis.
Nella dynamis la sublatione sublime porta l’altro al di sopra di ciò che esso è, quale sublatione sublime.
Mondo e physis sono sempre in dinamica transeristica, nella dynamis sublime di illuminazione e nascondimento.
Nel corso della dynamica, ha luogo la singolarità sublime dynamica o dynamis armonica sublime.
Quell’armonia è il sublime fondamentale con cui la physis si dispiega e disvela la dynamis degli eventi sublimi della physis, la singolarità quale enderistica della Verità sublime.
La dynamis sublime, quale disvelatezza dynamica della singolarità sublime, eventua il mondo;ciò in cui la dynamis si sottrae è l'abnegarsi sublime.
Eraclito ideò la dynamis quale sublime e più potente armonia nascosta di quella che appare nei fenomeni ideali noumenici.
L’Ereignis sublime è l’evento della dynamis con cui l’Ereignis si disvela o ritorna: lo svelarsi e il ritrarsi, cioè la disvelatezza e la velatezza della Physis, dell’Aletheia, dell’essere e della verità.
Quella natura dynamica è la Physis, che si eventua sull’Eriegnis dell' archegete dal quale la Dynamis si eleva in sublatione sublime.
Dynamis dell’esserci archegete è la physis Dynamis sublime, è l'evento sublime, è l’Ereignis del sublime della dynamis, quale Ereignis dell’essere sublime dynamico.
Così l’Ereignis-dynamis si eventua nella Lichtung-dynamis dove da sempre Eraclito la contemplò quale dynamis sublime dell'alterezza, instabile equilibrio fra interagenze enderistiche della dynamys disvelata.
Eraclito svelò l'ontopologia della dynamis, giacchè dispiegò l'ontopologia della physis dynamis indicibile, inaudita, incredibile, poietica o la fisica sublime della Dynamis vuota.
Il vuoto, quel nulla sublime della dynamis, è la sublatione sublime della dynamis ma nel Vuoto Dynamis o in ciò che non c’è, quale instabile dynamica del vuoto o increspatura della dynamis del vuoto, del nulla sublime.
Il vuoto dynamico si dà quale sublatione sublime della dynamis o evento della dynamis dell’essere archegete, quale instabile e dynamico movimento del vuoto dynamico della physis: è l’eccedenza della natura che genera e distrugge o scende in campo la sublime potenza della dynamis.
Ogni singolarità è smisurata o sublatione sublime dynamica:lo smisurato si dà in discontinuità, o rottura dynamica o della dismisura sublime della physis,la perfezione dynamica dell’essere nel movimento dynamico: lì ogni evento sublime è l’origine dynamica perché contiene in sé tutto il movimento, è sempre in se stessa dynamis.
L'eventuarsi è il caos-dynamis, lì si struttura la dismisura dynamica e la misura Smisurata e senza misura; smisurate giacchè senza fondatezza o abissalmente fondate nella physis dynamica eccedente, incommensurabile quale sublatione sublime dynamis-ontopologica, ontopologia della dynamis o ontopologia dell'essere dynamis quale misura dello smisurato.
La dynamis è misura dello smisurato, è lo sfondo della singolarità dynamica è incommensurabile, la dynamis dell'infinitezza, il sentirsi nulla di fronte alla Dynamis sublime, quale singolarità del nulla sublime, o nulla dynamico e smisurato o dismisurato, quale nulla dynamico.
Non c'è una misura della Dynamis sublime, non si afferra mai, si inabissa e si disperde in un labirinto Dynamico silenzioso e disperante nel transapeiron sublime.
L'ontopologia della dynamis è l'infondatezza, dal suo nulla sublime dynamis si dà, si eventua è sullo sfondo della sua infondatezza, è anche sullo sfondo della sua dynamis.
L'archegete eventua la dynamis sublime nell’evanescenza Dynamica sublime ontopologica della dismisura.
Il senza-fondamento della dynamis è l'evento dynamis della physis.
La dynamis è l’ontopologico esserci sublime della Struttura Dinamica degli eventi sublimi.
La struttura ontopologica della dinamica è la sublatione sublime o la purezza della transcendenza dal non-essere all'essere, o dall'essere al non-essere sublime ontopologico.
Dynamis è la sublatione sublime dell'essere e del non-essere o la dynamica dell'essere-non-essere ontopologica.
Nell'essere esiste il movimento, l'essere è sublime non-essere, nulla sublime che aleggia nella stessa struttura ontopologica dell'essere dynamis sublime dell'alterità.
L'essere è il non-essere quale dynamis dell'alterità sublime, struttura ontopologica dinamica di Plotino, dynamis excstatica sublime, quale transcendenza della dynamis sublime.
La sibilla archegete sublime è delirante e non ride, ma lì c'è la deliranza dynamica sublime dell'excstasi.
E' la dynamis dell’esserci che si nasconde nell'abneganza, o è la sublatione sublime dell’essere-singolarità ontodynamica nella transinfinità, o dell’ Essere-dynamis nel transpazio dynamico ontopologico.
La dynamis ontopologica svela l' ontopologica della physis sublime in transapeiron-dynamis: transinfinitezza sublime eterna nel transpazio vuoto.
LEIBNIZ E THOM
Leibniz e René Thom svelarono la transtabilità ove si stabilizzano gli eventi sublimi, le increspature dell’essere.
Il sublime dinamico è quell'evento sublime ove c'è la sublatione dell'Ereignis-dynamis, nel quale la verità nel suo insieme muta e si spinge nella dynamis transinfinita sublime.
Un evento fondamentale della sublatione sublime della dynamis distruttiva o decostruttiva.
La dynamis è l'elevarsi in alto della dynamis dell'essere sublime.
Perchè vi è la dynamis sublime e non piuttosto il nulla sublime?
L’Eventuanza del Movimento sublime dynamico si dà o si eventua in dynamis-physis.
La fisica sublime è il movimento dal non essere all’essere oppure dall’essere al non essere, fisica dinamica ontopologica ove l'essere dynamico è la struttura dell'Essere sublime dynamis che svela la transvarietà dell'Essere la dynamis.
La natura transpazio-tempo transoblia quell'ontopologia dell'endemonade o quanta dell'ontopologia del transpaziotempo sublime.transapeiron sublime della ontopologia sublime fluttuante, o cronospazialità immaginaria sublime:cromodinamica :sublime quantica.
Esiste un chaosmos transinfinito sublime da disvelare, lì c’è il sublime o il nichilismo sublime, la sublime instabilità fluttuante del transtempo e della transpazialità, ove l'indeterminatezza sublime si svela quale sublime catastrofico.
Si eventua la transvarietà ontopologica che disvela la sublatione sublime, ove fluttuano singolarità sublimi metastabili, transtabilità dell' ontopologia dinamica quantica sublime.
Là vigerà l'eventuanza transtabile dell' indeterminatezza morfologica sublime od ontopologica sublime.
C’è un chiasma sublime d'interagenza tra la dinamica stabile o cronotopica, la instabile, fluttuante sublime e la chaotica sublime; lì la metastabile e metamorfica od ontopologica sublime, ove si svela la morfologia dinamica quantica sublime.
Lì le singolarità si eventuano in transvarietà e densità dinamiche sublimi.
Quando gli eventi sublimi virtuali disvelano una morfogenesi chaosmica in sé, la metastabilità si disvelerà in transvarietà e morfogenesi, quali eventi della sublime morfologia dinamica e coinciderà con le supercorde o le membrane.
Qui transpazialità dinamiche sono eventuabili con la supersimmetria graviquantica; se si eventua la transvedenza,nella sublime chaosmica della varietà, tale da consentire una transimmetria con gli eventi graviquantici, si disvelerà la mondità della ontopologia quantica sublime.
La transvarietà vuota, nella transpazialità sublime ontopologica, è abitata da cronodinamiche virtuali, o immaginarie sublimi.
La loro morfologia sarà transimmetrica, ma con infinite dinamiche della sublatione ontopologia fluttuante sublime.
Là, si disvelerà l’esserci sublime chaosmico transinfinito e transinfinitesimale sublime: eventuanze sublimi o virtuali ed immaginarie della cronotopia supersimmetrica delle transvarietà metastabili, nella transtabilità sublime di Gödel.
Lì c’è la dynamis metastabile e chaosmica sublime, ove s’eventuano le transvarietà dell’ontopologia quantica sublime.
Le singolarità sublimi morfogeniche disvelano stringhe, o supergravità, supercorde, o membrane in morfogenesi degli eventi sublimi disvelanti dynamis dell’alterità chaosmica, o metastabilità ontopologica della transtabilità fluttuante di Planck.
Lì, nella dynamis sublime, si eventuano transingolarità nella micromacrofisica sublime, quali physis transinfinitesima sublime.
L'eventuanza della sublatione sublime nel vuoto eccentrico, o la loro assenza, eventueranno l'endemonade sublime ontopologica della physis sublime, fin là ove disveli l’instabilità sublime o il chaos fluttuante dell'@rchegete Planck.
Quelle singolarità sublimi metastabili chaosmiche potranno essere attrattori quantistici, o essere attrattori quantici, prossimi alla teoria della supergravità o superstringhe, o supercorde, o supermembrane , là ove sarà vigente l'indeterminatezza quantica sublime, singolarità sublimi metastabili dal nulla,eternamente instabile,eventi sublimi morfogenici metastabili: si eventuerà la morfogenesi della ontopologia quantica della physis sublime.
Fisica sublime degli eventi sublimi, o dynamis della fisica sublime, potrebbe essere magia, o matrice, o mistero, o membrana nè visibile, nè invisibile o translucenza sublime del spazio-tempo-stringa sublime nella matematica sublime invisibile, o superstringhe sublimi della dynamis matematica.
La supersimmetria sublime è solo transvisibile, le stringhe si eventuano quale ob-getto dinamico o sublime-brana.
L'eventuanza e la transonanza sublime delle Dynamis-brane si svela in excstasy sublime delle D-brane, o è la sublimità nella transmonade, o nella trans-M-sublime, è il numero sublime....
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