Yuppi du volevo dire tutto e niente. Ottimo, che tutto e niente ero pure io, solo che non lo sapevo. E nessuno mi aveva spiegato che essere qualcosa di un tantino più definito è solo l'inizio della fine.

Yuppi du era una stranezza domestica, la radio in salotto e il babbo e la mamma che a Adriano davan dello scemo.

Poi era anche cinema e non importa se oggi del film ricordo solo una sensazione di vaga cialtroneria, non importa eppure è tutto li. Che essere un po' cialtroni è il minimo sindacale da sbattere in faccia al nemico.

Era bella quella posa da quadrumane, un uomo scimmia in anticipo sui tempi. Becero o non becero, per noi Adriano era l'imprevisto e anche l'unico fool a disposizione.

Non molto, certo. E forse addirittura poco. Ma in quel poco noi facevamo tana come a nascondino. Liberi per un attimo e fottuti per sempre.

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