Could I want you
More than I remember
A good sign I hope
Emotion on loanCurse my lack of self
My lack of patience
I know we'll be fine
I hope that I'm rightIf this isn't love
Then what have I been searching for
A calm empty mind
Is something that I'll never find
Or need to defineSo it seems
I can't control this fever
The carousel mind
Some trouble to fightHumbled, call us one I'll call you Inkwell
My long suffering muse
I better not shout about itIf this isn't love
Then what have I been searching for
A calm empty mind
Something that I'll never find
Or need to define
To defineSee how they run about
See how they rise
See how they run about
See how they riseIf this isn't love
Then what have I been searching for
A calm empty mind
There's something that I'll never find
Or need to define
Aereogramme.


E sono tre.
La moda dei mini album,tanto celebrata in Italia dal generoso e rivoluzionario… Biagio Antonacci imperversa.Gli Aereogramme la colgono al volo per celebrare il loro ritorno sulle scene, piuttosto sperdute e misteriose, in vero, simili alle organizzazioni dei Carbonari del 1800.Lo fanno con questo mini album di sei canzoni.Dopo l’album “Sleep and release” che tanto aveva colpito, il gruppo scozzese conferma le impressioni gia destate nel 2001. Dopo una serie di cd acustici e di rarità (come se le loro canzoni le cantassimo tutti sotto la doccia vero? Figuriamoci), tornano con un ricamo cucito per benino. ”Seclusion” parte con “Inkwell”,canzone “tosta” che riprende i canoni melodici gia propri dell’album precedente. Basso in evidenza,chitarra ripetitiva di pochi semplici accordi e batteria rullante.Se a livello melodico si conferma quanto gia sentito in precedenza con una discreta maturazione,è piacevole sentire una voce più modulata,dire più conforme alle canzoni. Sembra persa l’abitudine, che un po’ aveva fatto storcere il naso, di una voce fin troppo “egoista”. La melodia, non può far a meno della voce: gli aereogramme lo comprendono. E il risultato li premia. La seconda traccia di questo mini album “Dreams and Bridges”, presenta cenni basilari di elettronica. Ma ciò che colpisce è la maturità del suono, la potenza della batteria e soprattutto il ritmo, martellante, poi lento che si prepara a morire. Alla traccia tre, comprendiamo il quid aggiuntivo che li rende perfettamente a loro agio in questo post rock (questa etichetta mi è dovuta ndr) melodico, duro, grezzo e particolarizzato alla perfezione. E’ la loro canzone migliore, lunga,dotata di un’atmosfera che man mano sale,che ti fa attendere un climax, ma sarebbe banale. E cosi non è, infatti. Le ultime tre tracce, sono una ulteriore conferma di quanto di buono ci sia nel rock degli Aereogramme, gruppo che inizio ad amare. Non sono una meteora. Sono semplicemente bravissimi. Se tra tocchi di Tool,sprazzi di Radiohead, Muse e giocheggi spagnoleggianti, si è capaci di non perdersi e di non ridurre un album a pura imitazione di suoni inutilmente intrisi,beh Chapeau.

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