Dieci piccoli indiani - E non rimase nessuno... è un libro che insegna essenzialmente due cose: tutti abbiamo qualcosa da nascondere e l'uomo ha una disperata sete di giustizia, capace di assumere apparenze mostruose. Partendo da questi presupposti Agatha Christie realizza uno dei suoi migliori romanzi, pubblicato a puntate sul Daily Express tra il giugno e il luglio del 1939 e comparso per la prima volta in Italia nel 1946.

Tralasciando il successo dell’opera (ben centodieci milioni di copie vendute) e le critiche provocate dal titolo (il libro è stato inizialmente pubblicato come Ten Little Niggers, frase estrapolata dalla filastrocca citata nel testo, poi trasformato in Ten Little Indians e distribuito negli Stati Uniti come And Then There Were None, ultimo verso della poesia), è necessario invece riflettere sugli aspetti relativi alla forma e al contenuto, che non smettono di sorprendere a più di ottant’anni di distanza.

Per questa occasione la scrittrice di Torquay sembra mettere alla prova se stessa e il lettore con una storia ai limiti del verosimile, ma perfettamente orchestrata. Otto sconosciuti ricevono una lettera che li invita a recarsi nella misteriosa Nigger Island, un’isola al largo del Devon chiamata così perché ricorda la testa di un “negro” (termine usato più volte, senza badare al politically correct). Il mittente è ignoto o contiene un nome che spinge i malcapitati a scavare nel proprio passato, più o meno lontano. Una volta giunta, la compagnia viene accolta da una coppia di attempati servitori, i coniugi Rogers, mentre il padrone di casa, il signor U.N. Owen (unknown?), li raggiungerà il giorno seguente. Dopo cena mister Rogers, seguendo gli ordini di Owen, avvia il grammofono e una voce registrata su disco accusa i presenti di essere stati condannati per una serie di crimini che la legge ordinaria non ha potuto giudicare. Gli ospiti e i domestici saranno quindi eliminati a seconda della gravità della propria colpa, seguendo l’ordine stabilito da una poesia per bambini incorniciata nelle varie stanze da letto. In un clima di paranoia e diffidenza il soggiorno a Nigger Island si trasforma in un incubo, un gioco mortale che porterà ognuno a sospettare del prossimo.

Il primo elemento di interesse di Dieci piccoli Indiani - E non rimase nessuno... è rappresentato dall’ambientazione, in grado di unire il fascino romantico della natura tempestosa e l’accoglienza di una casa moderna e dotata di ogni comfort, ma al tempo stesso fredda, glaciale, un’abitazione che per i dieci malcapitati diverrà la loro tomba. I personaggi affrontano l’accusa in maniera diversa: c’è chi resta impassibile (la signorina Brent), chi si lascia prendere dalla paura (Vera Claythorne), chi sfodera le armi della logica e della razionalità per mettere ordine nell’ingarbugliata matassa (il giudice Wargrave). Al di là delle reazioni, le donne e gli uomini intrappolati a Nigger Island sono uniti da un comune destino: tutti hanno contribuito indirettamente alla sofferenza e alla morte di un innocente, in altri termini hanno commesso un delitto che non può essere punito dalla giurisprudenza ma condannato dalla legge morale, vale a dire da quella sete di giustizia insita nell’essere umano. Questa motivazione spingerà qualcuno (ma chi?) ad attribuire colpe e infliggere pene, quasi fossimo di fronte a un legislatore divino o un giudice infernale, desideroso di aprire il cassetto della memoria e scoprire segreti scomodi, tenuti nascosti troppo a lungo.

Al netto della lettera di spiegazioni, tipico espediente per sciogliere l’enigma, Dieci piccoli indiani - E non rimase nessuno... resta un’opera spietata e attuale in grado di svelare i vizi di un’umanità abbrutita, disposta a tutto pur di salvare se stessa. Agatha Christie smaschera questi meccanismi con una prosa semplice ma elegante, fatta di frasi brevi, dialoghi serrati e un ritmo inarrestabile, e dissemina qua e là indizi che portano a sospettare di chiunque, evitando di svelare troppo e di sfociare nel ridicolo o poco credibile.

Alla fine l’ordine sarà ristabilito e il mistero risolto, senza prima aver turbato l’animo di chi legge e averlo portato a riflettere su una società che trascura il valore della vita e pensa solo ai propri interessi. Elementi che, spesso tristemente, ritroviamo in chi ci circonda. Ancora oggi.

Voto del DeRecensore: 4,5

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