Winds of change keep on blowing, 
Winds of change keep on blowing,

Bob Dylan sang about the winds of change
Blowing, it's all blowing, the winds of change
[…]*

 

Soffiano impetuosi, veementi i proverbiali venti di cambiamento egregiamente celebrati da Eric Burdon & The Animals in un brano, "Winds of change" per l’appunto, grondante psichedelia da ogni poro. 

"Winds of change"; simbolico rinnovamento, rivoluzione, palingenesi (sonora, nel nostro caso)… Vocaboli, questi, decisamente “aderenti” alla nuova forma mentis (dopo il primigenio lavoro, "Malesch") del teutonico ensemble Agitation Free.

Dopo uno strepitoso esordio nel 1972 con "Malesch" (una delle opere più rappresentative del Kraut-Rock), rutilante epicentro sonoro dal gusto vigorosamente mediterraneo e dal sapore abbondantemente speziato, gli Agitation Free abbandonano, l’anno successivo, siffatte iridescenti influenze a favore di un suono molto meno etnico e dalle connotazioni decisamente impalpabili, astrali e minimaliste.

I celeberrimi venti forieri di mutazioni sferzano poderosi sulle teste di questi giovani virgulti di Berlino.

Squisitamente impregnato di agrodolci vapori, esalazioni acidolisergiche e corrosivi miasmi, "Second" inebria e frastorna; la cangiante mistura elettro-acustica, sapientemente edulcorata da eccentrici sperimentalismi, dipinge egregiamente distanti orizzonti, l’eterea volta celeste e spazi siderali. Kosmische Musik morbidamente intrisa di aulenti aromi e fragranti sapori evoca ascetici, mistici ed esoterici paesaggi; Bouzouki dalle orientali corde, febbricitanti percussioni e un bollente Hammond pennellano ieratici ed arcani affreschi sonori, eclettico miscuglio di cosmiche vibrazioni ed orientali scorci. ("A Quiet Walk)" 

Maestosa, “atmosferica” ed evanescente, "First Communication" si erge –prepotentemente- sul versatile, policromo e dilagante magma sonoro.

Apogeo creativo, paradigma artistico e musicale, "First Communication" si fregia di anfetaminiche, incalzanti percussioni splendidamente ornate da sulfuree, distorte ed elettriche scorribande chitarristiche dal retrogusto copiosamente psichedelico e da grotteschi effetti sonori (à la Guru Guru), forieri di cosmici slanci ed oscure percezioni.

Ricettacolo di potenti e imperscrutabili visioni ed enigmatiche fantasie, "Second", con un ardito balzo pindarico, sorvola inoltre il fecondo territorio Jazz-Rock con vivaci e frizzanti divertissement ("Dialogue And Random", "Layla part I- part II") saturi di improvvisazioni strumentali, sperimentalismi percussivi e caliginosi tappeti organistici.

Vivido, camaleontico, sgargiante.

"Second".

 

*: Winds Of Change (Eric Burdon & The Animals, 1967) 

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