Jean Jacques Annaud, per chi non lo sapesse, è un regista cinematografico francese. Pur essendo autore di film piuttosto famosi e spesso premiati, non è purtroppo noto al grande pubblico. Sono molto giovane, non sono dei tempi gloriosi del cinema, e quindi la mia esperienza in codesto campo è ridotta, ma vi posso assicurare, che di questo film, classe '97, me ne sono perdutamente innamorato dalla prima volta che l'ho visto.

In questo lungometraggio vi troviamo nomi celebri nel mondo del cinema, basti pensare a Brad Pitt, il biondo attore reduce da ottimi film come "Se7en"(interpretato con la bella Gwineth Paltrow) e "Intervista Col Vampiro" (cast di lusso con Tom Cruise, Antonio Banderas e Kirsten Dunst). Il film è ambientato nei tristi anni della Seconda Guerra Mondiale. Heinrich Harrer (Brad Pitt) è un superbo e prepotente scalatore austriaco, che nel 1939 parte alla volta dell'Himalaya, chiamata "vetta del mondo", catena montuosa dell'Asia, che separa India, Nepal e Bhutan dalla Cina. Costui quindi "abbandona" la moglie e il figlio che dovrebbe nascere all'incirca quando lui arriverà sulla cima; parliamo in modo ipotetico, SE lui arriverà in cima all'ambita meta. Con lui partono anche Peter Aufschnaiter (David Thewlis) e altri due esperti scalatori. Sopravissuti ad una terribile tempesta di neve, Harrer e i suoi compagni vengono fatti prigionieri da soldati inglesi e trasferiti in un campo di concentramento in India. Nel frattempo infatti in Europa, è scoppiata la guerra, e loro, di nazionalità austriaca, sono considerati nemici. Il ragazzo però non demorde e cerca più volte la fuga. Sua moglie Ingrid intanto gli manda le carte del divorzio, facendogli sapere che è nata una storia d'amore tra lei e un amico di famiglia, Horst Immerhof, e suo figlio, Rolf Harrer, chiama Horst "papà".

Il presuntuoso Heinrich cade in preda all'ira, e sotto la pioggia inizia a lanciarsi contro il filo spinato, scena secondo me, molto commovente. Fortunatamente però riesce a scappare, ed insieme a Peter, interpretato come già detto prima, da un ottimo David Thewlis, dopo un susseguirsi di avventure, approda in Tibet, alla città segreta di Lhasa. "Una meta difficile come La Mecca, e altrettanto affacinante perchè chiusa a tutti gli stranieri" la definisce lo scalatore austriaco. Il suo carattere intanto sta già mutando, è consapevole dei suoi sbagli, e inizia così a scrivere lettere al figlio. In seguito anche ad alcune vicissitudini col compagno di viaggio Peter, Heinriiche sente crescere dentro di sè un senso di vergogna e rimorso, cosa che lo aiuterà a cambiare. Dopo essere stati accettati nella città, ed avere trovato un proprio ruolo all'interno del paese, il Dalai Lama, affettuoso e simpatico ragazzino di 14 anni, invita al suo palazzo Heinrich Harrer, ed è comica quanto paterna, l'incontro trai due. Quando il protagonista china la testa in segno di devozione nei confronti del bambino, quest'ultimo inizia a spettinargli la bionda e abbondante capigliatura dicendo "Testa gialla, testa gialla testa gialla". Il ragazzo è curioso riguardo le usanze e le tecnologie degli Europei: "Che cos'è un ascensore? Chi è Jack Lo Squartatore? Mi può costruire un cinema?", al punto che tra i due nascerà un reciproco affetto e una sintonia particolare.

Nel frattempo la Cina invade ed occupa il Tibet. Di fronte alla tragica situazione Heinrich capisce che è il momento di fuggire e vorrebbe che il fanciullo lo seguisse, ma il Dalai Lama, consapevole della sua importanza nel suo paese, decide di rimanere. Allora l'alpinista torna a Vienna, lasciando il Dalai Lama il suo compagno e amico Peter, che intanto si era sposato con una donna del posto. Tornato a casa incontra il figlio Rolf, con cui passerà varie giornate a scalare le montagne e infondergli la sua passione. Un milione di tibetani sono morti a causa dell'occupazione cinese e 3000 monasteri buddhisti sono andati distrutti. Nel 1959 il Dalai Lama fu costretto a fuggire e si rifugiò in India. Ancora oggi cerca di promuovere una pacifica soluzione con i Cinesi. Nel 1989 gli è stato assegnato il premio Nobel per la pace. Negli anni a seguire Heinrich Harrer e la massima autorità tibetana sono rimasti in contatto e cari amici. Heinrich è morto il 7 Gennaio 2006.

Questo film biografico è una storia commovente che merita tutto il rispetto, per la tristezza della realtà e per la bravura di Brad Pitt che in modo egregio ha saputo interpretare la figura di Heinrich Harrer.

Carico i commenti...  con calma