Il cinema di genere rappresenta un gigantesco e multisfaccettato calderone, nel quale, vicino a prodotti privi di alcuna pretesa, è possibile scovare lavori interessanti, che, superando l'abusata definizione di "B-Movies", si presentano come ben fatti anche di fronte agli occhi degli spettatori più esigenti. Rimanendo con i piedi ben saldi negli anni '70, ed in particolare nel limitato campo dei "poliziotteschi", allora di gran moda, si possono scovare delle vere e proprie chicche, armandosi di pazienza e gusto per la ricerca.

Tra i film più interessanti del genere, una menzione speciale può essere sicuramente fatta per "Una Magnum Special Per Tony Saitta", pellicola del 1976, diretta dal grande "artigiano" Alberto De Martino, specializzato negli anni '60 in Peplum e Spaghetti-Western di discreta fortuna, rimpiazzati, con l'arrivo del nuovo decennio, dal boom del Giallo-Thriller d'atmosfera e del poliziesco di ispirazione americana, appunto, che attirano con forza anche il regista romano. Distribuito negli USA con il titolo di "Strange Shadows In An Empty Room", forte di un cast internazionale che vede la presenza dei "divi" Stuart Whitman nel ruolo del capitano Saitta e John Saxon (un vero e proprio mito dei 70's più underground!) nei panni del fido sergente Matthews, "Una Magnum Special Per Tony Saitta" coinvolge lo spettatore in un continuo succedersi di eventi e imprevedibili colpi di scena, che, oltre a divertire per gli interi 94 minuti di durata complessiva, incollano allo schermo sia i fanatici più incalliti che i semplici curiosi, desiderosi di un'ora di azione pura e mai scontata.

La trama non è intricata, ma necessita comunque di attenzione, per via dei graduali collegamenti che si presentato al suo interno: Tony Saitta, capitano di polizia ad Ottawa, poliziotto sanguigno dai metodi brutali e diretti, viene a conoscenza della morte per avvelenamento della sorella Louise, studentessa universitaria a Montreal. Disperato, si reca nella cittadina canadese, dove subito accusa di omicidio il dottor Tracer (interpretato dal grande Martin Landau), sospettato di una relazione amorosa con la sorella, oltre che dell'uccisione della stessa. Una serie di altre morti irrisolte spingono il duro Saitta ed il fido sergente Matthews a rivedere le proprie posizioni, portando allo scagionamento di Tracer ed al proseguimento delle indagini. Dopo inseguimenti e peripezie di ogni tipo, i nostri giungono finalmente alla soluzione dell'enigma, in un finale amaro che, oltre a segnare il compimento della vendetta di Tony, svela nuovi risvolti della oscura e perversa personalità della defunta Louise, mostrandosi, così, tutt'altro che lieto.

Tutto sembra funzionare nel film di De Martino: dalle ambientazioni d'oltreoceano all'azzeccata scelta degli attori, dal ritmo veloce e coinvolgente al succedersi serrato degli eventi, fino alla spettacolare colonna sonora, composta dal geniale Armando Trovajoli, che, con il suo riuscito mix di Jazz d'ambiente, Funk esplosivo ed orchestrazioni maestose, colpisce nel segno, e fa da perfetto sottofondo alle avventure dell'arcigno poliziotto italo-canadese.

In definitiva, "Una Magnum Special Per Tony Saitta", pur non essendo un capolavoro, è un lavoro senza dubbio valido, che, allontanandosi dai classici clichè dei police-movies italici, si colloca a pieno titolo tra le produzioni più interessanti del cinema del Bel Paese di quegli anni.

Da recuperare.

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