La Germania di fine anni ’60 era un paese ricco di fermenti culturali: la protesta dei giovani era molto forte, anche se inevitabilemte derivativa nei confronti del modello americano: questo portò alla nascita di molte comuni politicizzate fra cui quella degli Amon Düül che era notoriamente molto radicalizzata. Per capire bene il contesto in cui nacquero gli Amon Düül è molto utile leggere il libro di Rolf Ulrich Kaiser – giornalista tedesco e produttore discografico fondamentale nella nascita della scena Krautrock - “Guida alla musica pop”. Oltre che con la politica la protesta si manifestò nella musica: gli Amon Düül erano in pratica una formazione di non musicisti: il risultato delirante e catartico di queste sessioni si può ascoltare nel leggendario “Psychedelic Underground" (1969), citato poi come fonte di ispirazione dagli sperimentali Nurse With Wound. Di questo gruppo fece parte un’icona della rivoluzione sessuale in Germania come la modella Uschi Obermeier. La comune si scisse poi in 2 tronconi: la seconda formazione, molto più interessata alla musica, si ribattezzò poco fantasiosamente Amon Düül II.
Il primo album originatosi dalla scissione si intitolò “Phallus Dei” (1969) e rimane ancora oggi, pur essendo molto grezzo, una perla oscura di una potenza luciferina che risuonò all'epoca in tutte le menti di ogni ascoltatore illuminato: era chiaro che qualcosa di folle stava nascendo in Germania, che una musica influenzata dalla psichedelia americana e dai primi Pink Floyd in acido di Barrett ma ben conscia delle proprie radici teutoniche stava prendendo forma. Questo è un disco molto amato da chi frequenta la psichedelia mentre i dischi successivi saranno maggiormente apprezzati dai seguaci del prog.
Il disco inizia subito con la lunga suite free-rock "Phallus Dei", questo pezzo è anche l'unico punto di contatto con i vecchi Amon DuIl: un "trip" psichedelico apparentemente improvvisato con la presenza massiccia di ogni tipo di percussione: il gruppo libera in queto pezzo tutta la propria creatività alternando momenti di psichedelia ipnotica ad altri più sperimentali ma non riuscendo mai ad annoiare ed immergendo l'ascoltatore in un incubo senza apparente fine da cui è difficile risvegliarsi.
Il lato B parte con"Kanaan" e si tratta subito di uno "standard" epocale, un pezzo molto efficace che colpisce subito nel segno con una potenza pagana che risveglia antichi Dei nascosti : l'impatto è devastante e prosegue con la psichedelia a tinte nere di "Dem Guten, Schonen, Wahern" dove il canto para-operistico in falsetto di Renate Knaup risveglia le febbrili visioni da incubo di Edgar Allan Poe. Il brano seguente "Luzifers Ghilom" è di una potenza pre-punk devastante, una danza di morte fatta da antichi druidi nella Foresta Nera.
La marcetta finale "Henriette Krotenschwanz", contrappuntata ancora dal magnifico canto di Renate Knaup, pone fine a un delirio che forse poteva nascere solo nelle menti folli di questa comune e nelle lande oscure della Germania.
"Phallus Dei" è ancora oggi il loro disco più venduto e, pur essendo stato registrato in modo amatoriale, rimane forse il loro capolavoro nonostante i successivi "Yeti" e "Dance of the Lemmigns" saranno più rifiniti e meglio registrati.
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