ANDREA TRUE CONNECTION - More, more, more (Buddah LP, 1976)

C'è a chi piace... e a chi non piace: a me piace diceva il Principe; e pure a me, piace, dico io.

Sì lo so, sono passati un pò di annetti da questo primevo Buddah records, stelle stellette e stelline della musica sono sorte, hanno brillato e poi sono tramontate, in questo mondo sublunare dove tutto è transeunte. Ma il desiderio, musicale e sessuale, annulla i confini del corpo, e in fin dei conti non c'è fatica a pronunciare l'enunciato che segue: che figa Andrea True!

L'esclamazione è di meraviglia e adorazione per la forza erotica rimasta immacolata nella voce lasciva della pornodiva Andrea regina della discomusic di quegli anni. Una volta c'erano appunto le disco-queens, oggi hai Avril Lavigne, e mi si perdoni la rima. Oppure a scelta di pescheria stronze, Nelly Furtado. E, tornando a casa nostra, siamo sicuri di non meritarcele un pò tutti Carmen Consoli  e i suoi lesbo pipponi di incomunicabilità psico-sociale finto Tracy Chapman, o Laura Pausini bellezza latina del canto gastronomico faciolaro...

Il nostro sonno della ragione, dimentico delle disco queen, ha creato sti mostri, capaci di rovinare pure una cover easy come Io canto . Ma non voglio perdere il feeling, che ci ho un 33 di Andrea True sul piatto che pompa da matti, e tra un pò viene una mia amichetta con pantacollant leopardati a farmi uno spogliarello sul groove di More, more, more.

Dalla disco furono contagiati tutti, ma proprio tutti, dagli Stones a Battisti, da Marley a Rod Stewart. Non si è salvato proprio nessuno, ho visto stormi rocchettari nudi e crudi convertirsi al riflusso. Andrea True fece un botto planetario con More..., che è ritornato persino nella recente serie "SEX AND THE CITY".

La nostra eroina era una puledra tutta nuda di pelo biondo nata in quel di Nashville, ma alla fine degli anni '60 si trasferì a New York per intraprendere la carriera di attrice, e dopo aver interpretato parti secondarie in film di discreto successo si buttò anima e sopratutto corpo nell'hard-core. Non rinunciò mai alla sua passione per il canto, e la fortuna -o culo che dir si voglia- girò dalla sua parte.

Nel 1975 in Giamaica, con il produttore Gregg Diamond, registrò "More More More" remixato da Tom Moulton su etichetta Buddah Records: la canzone arrivò al n.4 della classifica statunitense. Al singolo seguirono l'album omonimo e il successivo "What's your name, what's your number" dai quali vennero estratti diversi singoli: ottime vendite, che non vennero però replicate dal successivo "White Witch" l'LP che segnò la fine della sua carriera di successo.

Mentre si trovava in Giamaica per lavoro, incontra il produttore Gregg Diamond che le fece fare un provino per la canzone More, more, more: fu buona la prima, senza che lei neanche s'accorgesse che stavano registrando mentre provava, mugolii sexuali compresi ("I was tired and thought we were just getting levels and lining up the tracks... I always thought I could have done it better").La sezione fiati fu reclutata a Kingston, e contribuisce a creare il clima caraibico sognante e sensuale del brano. Dai piccoli club il successo fu progressivo e inarrestabile, il primo grosso hit per la Buddha records, etichetta indie, e da Billboard in tutto il mondo. Famoso fu anche il rimixaggio del d.j. Tom Moulton, l'inventore del disco-remix. More more more ha influenzato una marea di compositori di colonne sonore di film erotici di serie b in Italia.

L'album fu scritto così in poco tempo e risente, oltre del sound Silver Convention-quelle di Fly robin fly e Get up and boogie -, dei primi hit di Donna Summer, nonché del funky di New York (PARTY LINE, che apre l'album). CALL ME, brano disco melodico con un bel piano in evidenza, poi KEEP IT UP LONGER, FILL ME UP (HEART TO HEART). I titoli sono eloquenti, tienilo dentro di più, riempilo in su-cuore a cuore-, ma che si vuole di più per creare un'atmosfera SOGNANTE E arrapante con una ragazza monastica che ci sta?

P.s. Sul CD si può trovare un altro grande hit danzereccio, What's your name, what's your naumer

V.R.

 

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