A dodici-tredici anni di distanza viene realizzato il qui presente "tentativo di avvincente restyling della storia del pesciolin Nemo" purtroppo con esiti nnnon molto esilaranti e -direi- quasi per nulla emozionanti. Dory, ricordatasi finalmente di avere due propri genitori, Charlie e Jenny, e si reca lungo "nonsisaqualecorrenteoceanica", in California, dove incontra numerosi personaggi nuovi fra i quali personalmente salvo appena i leoni marini, mentre promuovo la delfina-balenottera Destiny, il suo fido aiutante-beluga Bailey e, ovviamente, il polpo Hank. Indifferente quello della Folaga Becky. Assolutamente fuori luogo l'intervento annunziatore della "titolare della Clinica Biologica del Mare", in italliano impersonata da Licia Colò, ed altrettanto bolsa si può dire la scena del pesciolino-clone di Dory che indica il percorso-guida a Marlin e Nemo [che durante tutto il film non mi hanno mai fatto rrridere beh se non un cicinìn nella scena che scippano il camion].

Altra pecca sostanziale in questa pellicola Pixar è la resa cronologica de i paparini della protagonista: appaiono -quando Dory era piccola- dapprima rugosi e scoloriti, ed in seguito drasticissimamente ringiovaniti e di un brillante blu cobalto. Per le scene "transitorie" rimanenti, tranne qualche refuso al primo film, sufficienza risicata.

Quel che...emerge, dunque, prendendo in esame il brutto, il bello e il passabile, è che Finding Dory sia un lungometraggio per adolescenti e bambini con mamma e papà, e non, ahimé, un film per tutti.

In summa, chi volesse vederlo da adesso in poi, non auspichi al divertimento puro o al cinema di spessore: 3\5 in extremis giudicollo

Al Prossimo "svirgolìo", de-people!

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