Il gruppo storico del thrash/speed metal, dal nome alquanto pericoloso e origini abbastanza italiane, realizza a mio parere il disco rappresentante il genere, nel 1985.
"Spreading the Disease", pubblicato dalla Megaforce, vede la luce grazie alla line-up classica, che in quegli anni sosteneva il classico metal americano, influenzando la generazione verso un genere più pesante. Provenienti dalla costa di New York, come i coetanei Overkill e Nuclear Assault, si differenziano dall’ondata della Bay Area, dando più importanza alle influenze della New Wave Of British Heavy Metal e aromatizzando la loro musica con un gusto più melodico.
La band, formata dalla coppia Ronsenfield – Lilker, si è però sempre differenziata dagli altri gruppi per il suo sound spuntato dal hardcore, messo in evidenza dalle parti cadenziate e dai break collocati nei pezzi, seguiti da fulminanti ripartenze. Nel susseguirsi dei vari album si è vista un evoluzione delle sonorità, intenta ad accontentare tutti i fans: da quelli che volevano un ritorno alle sonorità più pressanti e veloci, a quelli che lodavano i lavori misti tra rap e metal. Nella discografia degli Anthrax è questo il disco più interessante e intenso, anche per le minori parti rallentate. Significative ed innovative sono state le sonorità, che in quegli anni il gruppo proponeva, effettuandole nel suddetto album. Essi infatti raccoglievano l’influenza HC (vocalizzi e break), insieme a sonorità speed metal ( riff sintetici e violenti) e agli espedienti del thrash dominatore della scena musicale (rabbia e ritmi battenti).
I ritmi si contraddistinguono effettuando una combinazione tra melodia e ferocia ( "Armed and Dangerous"). In altri casi la musica pompa adrenalina pura ("Guns – Ho", "Lone Justice" e "A.i.r.") e viene espressa sotto forme quasi devastanti ("After shock", "Stand of Fall") e trucidanti ("Madhouse"). Melodie rallentate sono presenti in poche canzoni ("Medusa" e "The Enemy"), sostenute pur sempre da un sound oppressivo, marchio di fabbrica degli Anthrax.
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