Non verrano certamente ricordati per questo album, ma sicuramente due parole su "Vol-8" si possono anche sprecare. Un album unico nella produzione dei thrashers newyorkesi, passato totalmente indisturbato dalla "spietata critica metallaro-oltranzista", che spesso grida allo scandalo anche per molto meno. Come si dice: parlatene bene o parlatene male, l'importante è che se ne parli! Ecco: di "Vol-8" non se n'è mai parlato.
Mentre Metallica, Megadeth e Slayer sono stati al centro di aspre polemiche, per le loro discutibili svolte stilistiche, gli Anthrax sembrano essere stati reclusi nella soffita dei ricordi, totalmente offuscati dall'ombra dei più celebri colleghi. Eppure la band di Scott Ian e Charlie Benante non è andata mai in letargo in tutto l'arco degli anni 90: infatti produce ben quattro album in studio, un album dal vivo e due raccolte di b-side con inediti. Nonostante il successore di Joey Belladonna, John Bush (ex Armored saint) sia un ottimo singer, e "Stomp 442" e "Sound Of White Noise" siano due ottimi lavori, gli Anthrax nella nuova veste, fatta di rimpasto musicale e di line up, non entrano nel cuore dei fans. La voce calda di Bush, si sposa bene con la nuova proposta: è calda, bluesy, potente, ma non serve a far tornare gli Anthrax a brillare con le altre stelle del metal, e neanche ad accaparrarsi un pubblico nuovo.
Così nel 1998 esce l'ottavo album in studio intitolato semplicemente "Vol8 - The Threat Is Real", con un ulteriore alleggerimento del sound, oramai lontano anni luce dal thrash degli anni 80, ma anche dalla strada Groove metal che sembrava essere stata intrapresa irreversibilmente negli ultimi tempi. Diciamo che gli Anthrax sono in cerca di una vera identità e in questo ottavo lavoro in studio gettano una bella grigliata mista di carne sulla brace: della serie ci volete metal? Ecco "Born Again Idiot", "Piss'n Vingar". Ci volete Hard rock? Beccatevi "Inside Out". Volete Rock melodico con ritornello canticchiabile? c'è "Catharsis". Volete i vecchi Anthrax spiritosoni? C'è "Cupa Joe" e "604". Una ricerca spasmodica di una nuova identità, la voglia di ritagliarsi un pò di spazio in un qualsiasi contesto musicale, qualunque esso sia, anche a costo di rifare il verso ai Dire straits ("Toast To The Extras"). Il risultato è un album variegato, discretamente ispirato e dal piacevole ascolto. I brani sono buoni e orecchiabili, ma le vendite si rivelano un flop senza precedenti, neanche la presenza di Dimebag Darrell e Phil Anselmo come special guests, aiutano a riconquistare l'attenzione dei metal kids.
In realtà l'unica minaccia indicata dal titolo fu quella di un possibile scioglimento della band (poi per fortuna scongiurato). Esperimento fallito, anche se con i suoi pregi e difetti quest'album non sia da cestinare, la strada intrapresa da Ian e soci proprio non raccoglie consensi, e se "Vol-8" ha un difetto particolarmente grave, questo è quello di portare in bella mostra il moniker Anthrax in copertina.
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