"Quando verrà Natale", primo album composto da 7 brani della carriera di Venditti, rappresenta una pietra miliare della sua discografia. In esso si manifesta apertamente il discorso religioso, come si evince dalla traccia d'apertura "A Cristo", che costò al Nostro l'accusa di vilipendio alla religione di Stato! Motivo dell'accusa un verso compromettente: "Ammazzete Gesù Crì quanto sei fico", che fu denunciato da un carabiniere nel corso di un concerto e costò addirittura la condanna a sei mesi con la condizionale, sia in Appello che in Cassazione. Nella versione in Lp ci fu la correzione in "quanto so' fichi", così come la correzione in "impegnato su in Irlanda" che all'inizio era "impegnato un po' più a destra". In realtà Venditti voleva tratteggiare un Dio più umano di quello di cui parlava la Chiesa Cattolica, non c'era (solo) provocazione. Il brano, a parte l'episodio, mette in luce l'arrangiamento chitarristico. Infatti al disco partecipano anche i Cyan 3, gruppo composto da due chitarre, un tastierista e un batterista. Inoltre alla chitarra nel disco ha suonato anche Luca Balbo. La tematica religiosa prosegue anche con la successiva "Marta", una delle prime canzoni dove Venditti presenta ritratti femminili adolescenziali e dove la protagonista prega ma "nessun Dio risponderà": più che porre in dubbio il caposaldo religioso però, il brano parla del rapporto conflittuale col padre. Si prosegue con "Piazzale degli Eroi" con una soluzione melodica in maggiore che esalta il pezzo. Il brano dipinge un ambiente politicamente di destra, basti pensare solo al verso "troppo pochi i soldi in tasca per poter spiare voi" e soprattutto a "no, non voglio più passare per Piazzale degli Eroi", come a rifiutare chiaramente l'ideologia di destra. La facciata A si chiude con la disillusione politica di "Ora che sono pioggia". Emblematici i versi "non sono mai stato io il tipo di accettare ordini e compromessi, con uomini, con donne e coi santi stessi" per arrivare al verso finale "quella cosa che resta la vedo: è solo amore".
Giriamo il vinile e troviamo il capolavoro del disco, "Campo de' Fiori", che Antonello scrisse proprio dopo vicenda di "A Cristo". Gli accordi di piano alternati come al solito a farla da padrone. La canzone cita un altro luogo storico di Roma, questa volta in contrapposizione rispetto al Piazzale degli Eroi, in quanto quartiere popolare dove "i bambini crescono bene, rubano sempre ma non tradiscono mai", quindi ad elogiare la vita di strada, nella sua accezione più positiva. Il brano è anche una riflessione sul tempo, che ha già sconfitto "le ombre di un'età" e "i soldi di papà", forse riferimento all'autonomia economica che il cantautore ha conquistato con i primi album. "Figli del domani" è forse l'episodio minore del disco, con Venditti che prevede un mondo in cui gli uomini sono perfetti e non sbagliano e non piangono mai.
Il gran finale è affidato alla title-track, "Quando verrà Natale", quasi sperimentale in quanto ripete solo due versi per tutta la canzone, ma c'è un cambio d'intensità prima in crescendo e poi decrescendo: i versi sono "Quando verrà Natale, tutto il mondo cambierà / Quando verrà Natale, tutto sorriderà", come ad aspettare il Cristo di cui nella prima canzone, creando un discorso circolare. Il Natale ritornerà anche nella di dieci anni successiva Mai nessun video mai, che evidentemente cita questa canzone.
"Quando verrà Natale" è da alcuni considerato il miglior Lp di Venditti, anche se a detta del sottoscritto non arriva a 5 stelle, privilegio che toccherà (unico caso dell'intera discografia) al successivo Lilly.
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