E' successo per l'ennesima volta!
Una band che non conoscevo, che non avevo mai ascoltato mi ha letteralmente travolto e frastornato nelle ultime settimane.
Dopo oltre 35 anni di ascolti estremi, iniziati nel remoto 1985 con i Possessed ed il seminale esordio "Seven Churches", riesco ancora a trovare, nella mia costante ricerca di novità discografiche Death Metal et similari, un qualcosa capace di sconvolgermi a dovere.
Tutto ciò è accaduto grazie ai canadesi Archspire (Canada da sempre terra di meraviglie Metalliche per il sottoscritto!!), ennesimo combo appartenente al filone Technical Death Metal ma che si eleva ben al di sopra della concorrenza grazie ad una serie di particolarità così feroci e maniacali da rasentare, e superare a volte, la follia più totale.
Una velocità esecutiva con pochi paragoni.
Caotico, ma sempre in controllo, il lavoro iperveloce della batteria.
Due chitarre a 7 ed 8 corde che tessono trame di un contorto, di una difficoltà spropositata.
Ma è la voce di Oli Peters a fare la vera differenza, a spingere gli Archspire a livelli "insopportabili" da tanto confusionaria, velocissima; da creare vero terrore anche alla mia persona, avezza a certe sonorità così "oltre". Si mangia le parole, ne declama a decine senza mai prendere fiato, senza perdere un oncia di malsana aggressività. Come ricevere lo stesso pugno centinaia di volta nel ristretto giro di una manciata di secondi!
La title track è l'esempio lampante di quanto ho appena scritto.
Ma ogni singolo brano, sono soltanto sette per una durata totale di 30 minuti, contiene tutte quelle disturbanti caratteristiche che ho appena terminato di raccontare.
Qualche momento di quiete elettro-acustica tanto per calmare il febbrile incedere.
Orrendamente piacevoli; diabolici ed assassini.
A breve la pubblicazione del nuovo album...che attendo con bavosa frenesia...
Credo sia impossibile superarli...ma mai dire mai...
Diabolos Rising 666.
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