Qualche anno fa, non ricordo con esattezza quanti, uscì su Noisey un interessante articolo su come le varie fasi nella carriera degli Arctic Monkeys siano state scandite dai diversi tagli di capelli adottati dal loro cantante, l'istrionico dandy crooner Alex Turner. Tanto rispetto per la fantasiosa teoria, ma io semplicemente penso che le variazioni di suono ed estetica conosciute dalla band di Sheffield lungo il suo percorso discografico si possano spiegare analizzando un solo aspetto, e cioè l'evolversi della voglia di figa di Turner. Tra poco vi sarà tutto chiaro, andiamo con ordine:

Whatever People Say I Am, That's What I'm Not (2006) - Qui Alex è ancora un lad ingleseotto brufoloso fan degli Strokes e, palesemente, ancora privo di ogni minima esperienza sentimental-sessuale. Non è un problema, ben presto la gnagna arriverà a pacchi, ma nel primo disco degli AM la Donna è una specie di entità inarrivabile e intoccabile, una dea distante con occhi da cerbiatta e culo da schianto, da adorare malinconicamente mentre sulla pista da ballo viene rimorchiata da uomini incomprensibilmente brutti, gretti e poco sensibili – e con pessimi gusti musicali. Alex è ovviamente carino, intelligente e sensibile, e ascolta gli Strokes, eppure non scopa, da qui la tremenda frustrazione sessuale che lo porterà a scrivere inni incel come I Bet You Look Good on The Dancefloor e Dancing Shoes, che presto diverranno dei classici del rock britannico.

Favourite Worst Nightmare (2007) - Il successo del primo album ha portato molti soldi e, va da sé, molta figa. Addirittura si vocifera che Kate Moss abbia manifestato il desiderio di uscire col giovane Turner, desiderio tuttavia negato dalla madre di lui. Nonostante gli oceani di fan adoranti a sua disposizione, Alex, fedele al suo animo lunatico e languido, entra nella sua fase "studentesse di lettere", e infatti il secondo disco degli Arctic Monkeys è figlio della passione del frontman per donne colte e sofisticate, dall'animo noir, appassionate di novelle vague e pittura espressionista. Seppur in maniera altalenante, da qui in avanti quel tipo di ladies non smetterà mai di bagnare i sogni del leader degli AM.

Humbug (2009) - Basta vedere i capelloni lunghi sfoderati dalla band, ascoltare il sound cupo delle canzoni e leggersi i testi di Dangerous Animals e The Jeweller's Hand per capire che con quest'album Alex si sta affacciando al mondo del BDSM, e qui l'ossessione diventa una sola: la donna-pantera in latex e tacchi a spillo, dominatrice nelle camere della notte.

Suck It and See (2011) - È il 2011 e la Tumblr-girl ritratta in sbiadite foto polaroid, outfit American Apparel e anfibi Dr. Martens definisce il prototipo della ragazza cool e desiderabile. Ovviamente Alex Turner ci cade senza opporre la minima resistenza, ed è così che nasce un disco come "Suck It And See", con un titolo così sfrontato, con la sicurezza di essere un indie-rocker talentuoso e di bell'aspetto, e col desiderio di sfrecciare in moto sotto il cielo aperto della California, i capelli al vento e le braccia di una favolosa modella hipster strette alla vita. Diciamo che è una fase molto aestethic, idealizzata del rapporto di Turner con la donna; il sogno precede la realtà, da qui forse l'impellente bisogno di tagliare i capelli e impomatarseli all'indietro, indossando per la prima volta il personaggio della rockstar virile, che tanti meme e tanta, tantissima figa frutterà al cantante.

AM (2013) - Il passaggio dalle giacche in pelle ai completi in lana vergine definisce anche il passaggio di Alex Turner dalle modelle di internet alle supermodel da sfilata. Il nuovo disco acquista un sound solido, sexy, sicuro di sé, Do I Wanna Know? diventa una specie di Sexy Back della musica indie e l'appeal di Alex tra le under 25 raggiunge livelli incandescenti di passione, tanto che il cantante emerge in quell'anno come il figo per eccellenza del rock alternativo. In generale è un periodo che a definirlo meno di "stellare" gli si fa un torto: va tutto straordinariamente bene, la musica è bella, i soldi sono copiosi e la figa è elegante, di alto profilo, e follemente, totalmente, perdutamente pazza di Alex.

Tranquility Base Hotel & Casino (2018) - È probabile che nel 2016, in tour con i Last Shadow Puppets, Alex abbia visto così tanta figa da averne quasi noia. Per due anni di lui non si sa più nulla, finché nel 2018 emerge dal silenzio con un album di rock lento e lounge; in foto si presenta con giacchette beige, pantaloni in tweed e un cacofonico pizzetto sul mento. È chiaramente il look di chi può permettersi di fare del male al proprio aspetto perché tanto la figa arriva comunque. Ma in questa fase Alex sembra davvero disconesso dalla terrra, sintonizzato su vibrazioni cinematografiche, lontane ere analogiche Hollywoodiane in cui una Cadillac e una pomiciata in collina, al chiaro di luna, erano tutto ciò che un giovane poteva chiedere alla vita. Tra sunglasses caravan e fantasie di divismo, l'attrice del fascino rètro, alla Audrey Hepburn, diventa la destinataria di un desiderio che non è più fisico, ma pura infatuazione, evanescenza, connessione spirituale. In questa valle di lacrime che è la vita, Alex si strugge e si inginocchia, canta e canta e canta e ancora dolcemente canta, sul tappeto si stende e arde, gonfio di un romanticismo che non è più di nessuno se non di se stesso.

The Car (2022) - 35 anni e 35 mm, registratore a piste e piste di coca, Alex pare sempre più perso tra i ventosi boulevard della vita da star incompresa. In attesa di ascoltare il nuovo disco, l'attrice di una volta come archetipo continua ad essere la musa di una musica sempre più mistica e irrisolta. Che scopi non ci sono dubbi, ma non si capisce bene se per desiderio e per esplorare tutte le sfumature del concetto di desiderio. Come un Howard Huges ormai pago delle fragorose esperienze della vita e ritiratosi nella sua solitudine ultramilionaria, Alex Turner si fa ogni giorno più lontano dall'esperienza, ciondolante in contromano al treno dei pensieri.

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