Forse era l'inseguito o l'inseguitore. Non lo ricordava (...l'inseguitore?), era passato troppo tempo, tutte le sue energie mnemoniche erano state prosciugate dalla "Ricerca". Ah si! Ecco quel che ricordava! Era alla "Ricerca". il viaggio era già stato assai lungo, ma non era (la ricerca...) nemmeno giunto a metà del suo percorso. Il vecchio pazzo Mahjnun (è il mio nome), percorrendo il tratto di deserto adibito alla tratta degli schiavi, scorse in lontananza la "Grande cittadella". Non era la sua meta, ma di sicuro il coricarsi in un caldo angolo di una locanda, avrebbe giovato. Magari avrebbe trovato quel che cercava (...no!)


Per recensire questa enorme opera degli "Area - International POPular Group" ho dovuto stravolgere il mio metodo di scrittura. Per forza. Qiundi dovrò relegare quello che ho percepito emotivamente da questo album alla fine. Si perché, quando parlo di "1987, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!", divento un Fan-boy ("e i Fan-boy non devono parlare"- autocit.) e, per questo, devo cercare di contenermi. Quindi inizierò con la parte un po' più "razionale" della recensione.


L'album è, come tutta la loro discografia, vivo. I continui cambi di registro musicale repentini (da canzone a canzone, oppure direttamente nella stessa traccia) e l'intreccio di strumenti invidiabile da qualunque altro artista, ci accompagnano (ma senza tenerci per mano) per tutto il disco. Solo le prime tre tracce si potrebbero quasi raggruppare tutte assieme, con il loro arrangiamento "Arabeggiante". Volendosi soffermare un po' di più su questa "trilogia" di canzoni, devo sottolineare il magistrale lavoro che ci ha regalato Tavolazzi con il suo basso in "Il bandito nel deserto" e in "Interno con figure e luci". Inoltre, cito la "diplofonia sperimental-vocale" di Stratos in "Return From Workuta" che, tra parentesi, resteranno per sempre scolpite nel mio cuore. Passiamo poi alla libertà compositiva più assoluta di "Guardati dal mese vicino all'aprile!" in cui sono quasi incalcolabili i momenti in cui la canzone cambia ed esplode, evolve ed involve. "Hommage à Violette Nozières" è il mediterraneo in musica, riesci perfino a sentire il profumo delle ginestre sulle coste greche (è anche la canzone più "orecchiabile", e, per l'appunto, ne consiglio l'ascolto ai novizi della band). E qui il disco cambia ulteriormente con "Ici On Dance!" ed "Acrostico in memoria di Laio" che sembrano a tratti dei pezzi "Funky" con componenti jazzistici (un applauso a Capiozzo, per l'amor del cielo!) in cui Demetrio Stratos ci dmostra nuovamente la sua incredibile sicurezza vocale e recitativa. Finiamo con due tracce sublimi, "FFF" (festa, farina e forca)" e "Vodka Cola" in cui si può ascoltare l'abilità del maestro Fariselli al piano nella prima traccia, e dei momenti quasi "zappiani" (anche grazie all'aiuto dei meravigliosi coretti finali) nella seconda.

Ed ora la nuova rubrica, il "Momento del Pippone Percettivo":

La prima volta che ascoltai "1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!" ero in quel periodo della vita in cui mi sentivo completamente perso ed inerte di fronte al futuro, talmente inerte che non avevo nemmeno voglia di svagarmi un po' ascoltando qualche CD e, men che meno, la radio. Ma un giorno successe che, girovagando per la rete, mi imbattei in "1987" degli Area. Avevo già spolpato le precedenti produzioni ("Arbeit Macht Frei" su tutte), ma l'ultima opera del gruppo (pre-dipartita di Stratos), chissà perché, non mi aveva mai attirato. Quella volta invece cliccai sul link "YouTube", feci partire il "full album" e, guarda un po', gli Area mi stupirono per l'ennesima volta. Comprai immediatamente il CD, ma non capii fino in in fondo, perché quella musica era penetrata così tanto nel mio DNA (perfino più degli altri loro dischi). Ma dopo anni da allora, ho finalmente compreso il perché. Probabilmente ci sentivo (e sento tutt'ora) una qualche mancanza, quasi come quella che percepivo dentro di me.

Gli Area, in quel periodo, dovettero affrontare dei cambiamenti sostanziali nella vita del gruppo. Il chitarrista/sperimentalista per eccellenza, Paolo Tofani, abbandonò il gruppo per motivi personali, come anche il loro paroliere Gianni Sassi, ed inoltre dovettero lasciare la loro casa discografica e cercarne una nuova. In poche parole, dovevano sopperire a delle mancanze e, per farlo, dovettero mettere in azione il motore della "Ricerca". Infatti, in questo disco si sentono perfettamente delle mancanze (a differenza del resto della discografia), e forse è per questo che viene considerato il "minore" tra tutti. Però, la percezione più importante ed impressa nel LP, è quella di una nuova "Ricerca" musicale che si staccasse pian piano dal passato, quasi dovesse essere un nuovo inizio per gli Area e non, ahimè, una fine. E questo ragionamento mi ha dato una spinta per migliorare e per cercare di riempire quelle mancanze che mi portavo dietro. Per concludere, vi consiglio assolutamente l'ascolto di questo disco, prima di tutto perché è estremamente valido sotto tutti i punti di vista, ed anche perché potrebbe essere una bella esperienza cognitiva che, forse, rimarrà vivida nel vostro immaginario.

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