"Festa del Proletariato Giovanile" a Parco Lambro, "Festa dell'Unità" a Napoli e il Teatro Comunale di Reggio Emilia. E' qui dove andavano gli Area con l'idea di effettuare un disco live e di mostrare la loro instancabilità nel suonare. Loro e il Banco si contendevano il primato di "macchina da guerra" dal vivo, esibizione di ore e ore..senza dimenticare la teatralità degli Osanna e gli elevati watt de Il Rovescio Della Medaglia. Questo lavoro ha un'ottima qualità dell'audio, a differenza di altri live degli Area, e ripropongono tre brani pescati dal primo, da "Crac" e da "Caution Radiation Area". Il finale è con un pezzo inedito, che da il titolo all'album, e "L'Internazionale",che quando la sentì Ceausescu" disse: "E' una vergogna!".
Per fortuna non tutti hanno la sensibilità del governatore russo perchè c'è anche chi definisce "Areazione" come uno dei migliori dischi italiani di prog. Qui non c'è solo questo genere. Stratos & Co. sono tutto tranne che un'etichetta o una costrizione. L'unico gruppo italiano a distendersi sul free jazz (altri esempi non sono alla loro portata, seppur vi siano Il Volo, Napoli Centrale e Perigeo) e a impreziorsi di sonorità orientali (altro che gli Aktuala). Inutile, forse, soffermarsi sull'estensione di Stratos: un vero strumento, diretto dal cuore e dall'anima e che l'anno dopo, nel '76, troverà la completa esplicazione in "Maudits" (consigliabili "Gerontocrazia", "Evaporazione", "Caos" e "Scum")
Inaugurano il lavoro con la celebre "Luglio, Agosto, Settembre (Nero)", la summa di "Arbeit Macht Frei", per poi eclissandosi in "La Mela Di Odessa". Addirittura migliore di "Crac" grazie a un'intro di Capiozzo che dialoga con rullante e tom come pochi. "Cometa Rossa" anche sembra più coinvolgente rispetto alla versione in studio, ma si sà, il fascino di alcuni live supera nettamente la "matematica" della sala di registrazione. Il brano inedito che conferisce il titolo all'opera è l'elemento più interessante, dove le orecchie possono godere dei virtuosismi di Fariselli e Tofani (molto vicino qui allo Zappa di "Burnt Weeny Sandwich"), dei vocalizzi che superano gli "urli" della tipica tromba jazz e al sensazionale mantrico assolo di Tavolazzi. E' un'atmosfera cupa, ma allo stesso tempo teatrale, festosa, surreale che ci accompagna alla fine, dove troviamo l'inno sovietico in versione jazz rock.
E' la band più amata e più vicina alla lotta studentesca, sempre coerenti e mai con scelte commerciali, come la PFM di "Jet Lag", e che solo la morte di Stratos riuscì a interrompere questo prolifico processo compositivo del quintetto. Consigliabile è anche un altro live, "Event 76", registrato nell'Università Statale di Milano con Steve Lacy al sax e assenti Capiozzo, sostituito da Paul Lytton, e Tavolazzi, che già avevano abbandonato la band. Qui stravolgono "Caos" e "Scum" di "Maudits", avendo come ispirazione tre biglietti con rispettivamente scritte tre parole: sesso, violenza e ironia. Dopo tre minuti potevano cambiare parola e improvvisare su un'altra..unici.
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