Dopo il numero consacrato ad Algernon Blackwood la mitica rivista Zothique di Pietro Guarriello dedica un corposo speciale ad un altro nume tutelare del fantastico ovvero Arthur Machen. Rispetto allo stesso Blackwood ed a altri autori del genere Machen in Italia ha avuto una relativa fortuna: di lui anche di recente (penso a Il cerchio verde pubblicato da Providence Press e a Un frammento di vita delle Edizioni Hypnos) si continua a rendere disponibile materiale inedito ed edito. Nonostante questo lo scrttore gallese (a dispetto degli omaggi di Lovecraft, Stephen King e Guillermo Del Toro) non ha mai sfondato (come è invece successo al "Solitario di Providence") presso il pubblico ma il motivo è che ci troviamo di fronte ad un autore particolare, lontano anni luce da un horror di facile presa sul lettore. Per Fruttero e Lucentini era uno scrittore estremamente raffinato e di nicchia (trovavano il suo stile troppo reticente e, per questo motivo, cassarono Il Gran Dio Pan dall’antologia Storie di fantasmi della Einaudi anche se consideravano Il terrore un capolavoro) mentre per Borges era un “minore” senza che questo termine fosse da considerare in senso negativo dal famoso scrittore argentino. Di sicuro Machen rimane ancora oggi il mio scrittore “weird” preferito e il suo stile è capace di evocare immagini che ci proiettano realmente in un’altra dimensione. Machen ha goduto in Italia di grande attenzione critica tuttavia il lungo articolo di Matteo Mancini (personaggio eclettico, lui stesso bravo scrittore, saggista e autore di libri sullo sport) a lui dedicato è un lavoro imponente per la quantità delle informazioni e per la qualità della critica. Al netto di qualche considerazione non sempre condivisibile (La metamorfosi di Kafka non è stata anticipata a mio avviso da La polvere bianca in quanto diverse sono le premesse e le tematiche di fondo della novella “kafkiana”) e di qualche dettaglio (il pittore Meyrick del Il gran dio Pan non credo sia un omaggio a Meyrink che, all’epoca, non era conosciuto) traspare la passione e la competenza di Matteo Mancini ( che, anche se indirettamente, mi cita definendomi “noto recensore conosciuto sulle riviste fantastiche”) che proprio in questo momento sta scrivendo un tomo monumentale su Libero Samale ovvero Frank Graegorius. Mancini ci parla anche degli omaggi cinematografici (in cui, oltre a Del Toro, spunta Moana Pozzi!).
Il fascicolo presenta inoltre molti interventi critici e 5 racconti inediti. Il bravissimo Giorgio Giorgi in Il fantastico allusivo di Arthur Machen centra indubbiamente il fascino senza tempo della sua scrittura anche se finisce per dare troppa importanza alla sua permanenza nella Golden Dawn, evento della sua esistenza che, ultimamente, è stato molto ridimensionato (come si legge nell’articolo di Leigh Blackmore qui presente). Gli interventi di R. Ellis Roberts ed Helen Lynch dimostrano come il nostro sapesse dividere i giudizi: da un lato si esalta la sua produzione horror dall’altro quella più vicina al mainstream. Personalmente (nonostante adori un romanzo come La collina dei sogni) credo che il Machen migliore sia quello di storie “nere” come Il Sigillo Nero, Il popolo bianco e Il terrore). Da segnalare anche uno scritto del noto giallista John Dixon Carr, grande estimatore di Machen! Fra i racconti ho apprezzato in particolare I cangianti e La strana avventura sul Monte Nephim, entrambi parlano del Piccolo popolo e hanno un’atmosfera vicina a quella del film Picnic a Hanging Rock). Marco Maculotti dimostra invece la sua grande competenza in tema di “folklore” e studi etnografici con un lungo e dettagliato intervento sui temi “macheniani”. In questo speciale troviamo anche una parodia del Il gran dio Pan del 1895 di Arthur Compton-Rickett. In definitiva ci troviamo di fronte ad uno speciale sullo scrittore gallese che appare quantomai necessario.
Disponibile su Amazon (https://www.amazon.it/ZOTHIQUE-Rivista-narrativa-cultura-fantastica/dp/B08CPDL8KL) o sul sito della Dagon Press (http://studilovecraftiani.blogspot.com/).
Zothique 4 – rivista di cultura fantastica & weird – Estate 2020 – Anno IV, numero 4 – 235 pagine – Dagon Press –
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