I gruppi brasiliani, ormai è noto, spuntano come i proverbiali funghi in un bosco abbondantemente bagnato da giornate assai piovose. Se gli anni '70 non erano stati per il Brasile troppo prolifici di band dedite al progressive gli anni successivi (i '90 in particolare) si sono rivelati, al contrario, fin troppo prodighi di nuovi gruppi dediti al nostro genere preferito. Ho usato il termine "troppo" perché, ovviamente, a quantità non corrisponde necessariamente qualità: è innegabile infatti che i dischi prodotti da band come Apocalypse, Acidente, Aether, Anima Dominum, Anno Luz, Arion, solo per citare alcune di quelle che iniziano per A, siano sicuramente gradevoli ma nulla più. È però anche vero che, per una semplice considerazione statistica, maggiore è il numero di band maggiore è la probabilità di trovarne di molto buone, ed effettivamente gruppi quali i Sagrado Coraçao da Terra, i Quaterna Requiem, i Bacamarte, i Dogma, i Tempus Fugit, gli Angra (per il prog metal) hanno la cosiddetta marcia in più e sono quelli maggiormente rappresentativi del movimento prog brasiliano (tengono insomma ben alta la bandiera verde-oro!).

A quale categoria assegnare questi Ashtar? Purtroppo non certo alla seconda anche se va sottolineato come il gruppo, se non altro, si differenzi dalla maggior parte degli altri, per una certa originalità. La musica prodotta dagli Ashtar è infatti un curioso miscuglio di prog, folk, musica irlandese (molto presente), prog metal e un pizzico di death metal (si, avete letto bene...). L'effetto è allo stesso momento piuttosto curioso ancorché spiazzante dato che un pezzo può iniziare con cornamuse e flauti tipici della verde Irlanda, essere seguito da chitarre acustiche a supportare una discreta voce femminile, e poi subire la molesta intrusione di una doppia cassa a tutta manetta, di un assolo di chitarra iper-tecnico e financo dello sgraziato vocione di un orco mangia-bambini (se avete mai sentito un brano dei connazionali Sepultura, alfieri del death metal carioca, potete capire di cosa sto parlando). Sinceramente l'effetto non è che sia proprio il massimo e va inoltre detto che anche se giudicate separatamente, le due componenti prog-folk irlandese e metal progressive non inducono certo a gridare al miracolo.

In definitiva il gruppo possiede una serie di potenzialità avendo tecnica, professionalità (il disco è registrato abbastanza bene), e voglia di creare un qualcosa di originale... a loro cercare di incanalare il tutto in un qualcosa di più omogeneo ed equilibrato. Sufficiente, ma attendiamo una seconda prova.

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