Atlas Sound è il moniker dietro cui si cela Bradford Cox, leader dei Deerhunter, per pubblicare i suoi album in solitaria.

"Parallax" è già il terzo album (quarto se si considera la raccolta di registrazioni casalinghe "Bedroom Databank") ed assieme ad "Halcyon Digest" dei Deerhunter rappresenta certamente il punto qualitativo più alto tra le produzioni di mr.Cox. Tralasciando considerazioni da divulgatore scientifico sul fenomeno della parallasse (vedi titolo del disco), occorre ora fare le dovute considerazioni di carattere musicale. Non so quanto fondamento possa avere fondamento (bisognerebbe chiedere al diretto interessato), ma intravedo nella sua città natale (Athens) di Atlas Sound una chiara influenza artistica.

I più perspicaci avranno già collegato la città statunitense al collettivo Elephant 6 (Neutral Milk Hotel, The Olivia Tremor Control, Apples In Stereo), affine per sensibilità musicale alle sonorità psych-pop di questo lavoro. Il disco si compone essenzialmente di melodie introspettive e rarefatte coniugate ad un invidiabile gusto per la melodia. Tra i 14 brani emergono "Mona Lisa" e "My angel is broken"(le 2 gemme pop dell'album), il flusso di coscienza "Terra Incognita", l'ipnotica "Te Amo" che riprende il tema di "He Would Have Laughed" dei Deerhunter e l'ambient di "Modern Aquatic Nightsongs". Alla resa dei conti Parallax si dimostra un album di splendido artigianato pop e Bradford Cox è a tutti gli effetti da annoverare tra i più grandi songwriter (complice anche una peculiare storia personale) del XXI secolo. Infine menzione speciale per la chiaroscurale copertina (opera di Mick Rock) che ritrae un Bradford Cox crooner con tanto di microfono anni '50. 8,5/10

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